Il “segno della croce” di Costantino
L’ODIERNO culto della cosiddetta croce di Cristo si basa notevolmente sul racconto narrato intorno a Costantino il Grande quando si dispose a conquistare il mondo. Pare che egli avesse una visione, poi un sogno, poi una vittoria, e successivamente si “convertisse” al Cristianesimo, e tutto questo, si dice, sarebbe dovuto al potere miracoloso della croce di Cristo.
Nell’anno 312, Costantino, che a quel tempo era imperatore di ciò che ora è noto come Francia e Inghilterra, si dispose col suo esercito alla guerra contro Massenzio, allora imperatore d’Italia, e che, per incidenza, era fratello della moglie di Costantino. A un certo punto lungo il cammino, in pieno meriggio, Costantino fu un giorno stupito vedendo nel cielo una colonna di luce in forma di croce sulla quale era scritto Hoc vince, che significa “Con questo, vinci”.
La notte successiva, così dice il racconto, Gesù Cristo stesso apparve a Costantino mentre era addormentato, e gli disse di fare una bandiera recante questa croce celeste e di portarla in testa al suo esercito, poiché sarebbe stato un simbolo o segno di vittoria. Questo egli fece, e, inoltre, fece dipingere il monogramma croce sugli scudi dei suoi guerrieri prima della battaglia finale e decisiva sul Ponte Milvio presso Roma dove Massenzio fu ucciso.
Intorno a questo racconto ci sono molte cose che sembrano incredibili. Ma quando l’onesto cercatore di verità investiga i fatti storici in cerca di autenticità, rimane semplicemente stupito che alcuno che si dice Cristiano riponga fede in questa fiaba prettamente pagana. Prima di tutto, il racconto è basato solo sugli antichi scritti di Eusebio, Lattanzio e pochi altri, e tutti questi si contraddicono violentemente. È vero, molti famosi scrittori di storia sin dal loro tempo hanno riscritto il racconto, ma i loro strenui sforzi per eliminare i difetti contrastanti sono una pura congettura e quindi di nessun autentico valore.
Per cominciare, prendiamo la semplice questione del tempo e del luogo in cui si suppone che Costantino abbia avuto la sua visione e il sogno. Eusebio nella sua Vita di Costantino (L. II, c. 28, p. 410) dichiara senza nessuna incertezza che l’imperatore decise di andare a far guerra a Massenzio soltanto dopo che ebbe veduto la croce, dopo che ebbe avuto il sogno, e dopo che ebbe posto la bandiera recante la croce alla testa del suo esercito. Ora tutti gli storici sono d’accordo che Costantino decise di muover guerra a Massenzio mentre era ancora in Gallia, ora chiamata Francia, e prima che ebbe varcato le Alpi. Perciò Eusebio localizza definitivamente il “miracolo” a nord delle Alpi. Tuttavia, Lattanzio, con altrettanta autorità, dice nel suo trattato, De mortibus persecutorum (c. 44, p. 999), che Costantino ebbe la sua visione e il sogno dopo aver attraversato le Alpi e poco prima della battaglia decisiva presso Roma. A chi, dunque, dobbiamo credere?
VENIVA LA VISIONE DAL SIGNORE?
Passando da questo disaccordo a più importanti domande, si deve considerare chi fosse questo Costantino a cui si dice che il Signore conferisse questo singolare favore. Prima di avere la visione Costantino aveva vissuto la vita di un soldato. La sua attività consisteva nell’uccidere persone e in questa aveva molto successo. Pubblicamente egli si era distinto sul campo di battaglia, prima come soldato e poi come generale, e nella sua vita privata aveva assassinato il proprio suocero, Massimiano Herculius.
Religiosamente, Costantino era un adoratore del sole, come altri pagani del suo tempo. Apollo era il suo “santo patrono”. Può esser narrato, ad esempio, che dopo aver sedato la rivolta tra i Franchi nell’anno 308, egli si recò immediatamente al tempio di Apollo ed offrì doni e preghiere di ringraziamento a quel dio pagano.
Ora a tale uomo, supponiamo di credere, il Signore diede privilegi e benedizioni straordinariamente preziosi. Quali furono, quindi, i risultati? Dimostrò Costantino d’aver fatto tali cose nell’ignoranza e di essere in fondo davvero un uomo di cuore onesto e sincero? Seguì questo soldato la condotta del centurione Cornelio, fece una dedicazione a Dio e la simbolizzò facendosi battezzare? (Atti 10) Si riformò Costantino immediatamente, mutò, abbandonò la sua vecchia condotta e divenne forse un vero Cristiano e un fedele seguace dell’esempio di Gesù? Fece egli tutto questo ed entrò poi nel campo della predicazione dell’evangelo ad imitazione di Saul che divenne l’apostolo Paolo? (Atti 9) Cedette egli il suo impero e abbandonò questo vecchio mondo che è sotto la signoria del Diavolo. come devono fare tutti i veri Cristiani? — Giac. 4:4; Giov. 15:19; Luca 4:5-8.
No! è l’enfatica risposta a queste domande, una risposta che viene con chiarezza dalle pagine della storia. Invece di abbandonare la sua precedente condotta di iniquità Costantino semplicemente allargò il suo campo d’azione, accrebbe la sua brama di conquista, ed estese la sua opera di uccidere persone. La sua superbia, la sua presunzione e arroganza giunsero al colmo. Come gli avidi dittatori dei tempi moderni egli concupì il dominio del mondo nel peggiore dei modi e non fu contento finché non divenne l’unico governante del mondo occidentale.
Per Costantino lo svago preferito era quello di uccidere, dal quale sembrava che ricevesse una gioia speciale. Dei suoi delitti conosciuti, il suo suocero iniziava l’elenco. La sua seconda vittima, la prima dopo aver avuto la visione della croce, fu il marito di sua sorella Anastasia, di nome Passianus. Poi uccise suo nipote dodicenne, Licinianus, figlio di sua sorella Costantina. Sua moglie, Fausta, l’uccise in un bagno di acqua bollente. Indi vi fu un amico chiamato Sopater. Poi uccise il marito di sua sorella Costantina, Licinius. Settimo nell’elenco fu il suo proprio figlio, il suo primogenito, Crispus, che decapitò.
Le persone nella loro crassa ignoranza possono chiamare Costantino un “Cristiano”; essi chiamano il sanguinario Franco un “buon gentiluomo cristiano”; ma grazie a Dio, nessuno di tali assassini entrerà mai nel regno del nuovo mondo! (Gal. 5:21; 1 Piet. 4:15; 1 Giov. 3:15; Apoc. 21:8; 22:15) Perciò, se non c’è nessuna ulteriore prova oltre a questa, l’asserzione che Costantino si “convertisse” al Cristianesimo cade. Egli fu un figlio del Diavolo. — Giov. 8:44.
SOLO UN CRISTIANO FINTO
Gli apologisti che cercano di difendere le qualità “cristiane” di Costantino trascurano e scusano i suoi mostruosi delitti attribuendoli alla semplice fragilità e debolezza umane. Essi classificano Massenzio come un tiranno, e Massimiano, l’imperatore d’Occidente, lo descrivono come un crudele persecutore di Cristiani. L’altro imperatore, Licinius, lo accusano di tradimento e di doppiezza. Fatto ciò, essi sostengono Costantino e giustificano la sua liquidazione degli altri imperatori, e così lo dipingono quale salvatore e liberatore, un vaso eletto del Signore. Con trionfante giubilo salutano i suoi vittoriosi editti emessi da Roma a favore dei Cristiani come prova conclusiva della sua conversione per mezzo della potenza della croce. Tali speciosi argomenti, però, richiedono un più accurato esame.
Gli altamente acclamati editti di Costantino a favore dei cosiddetti Cristiani non offrono assolutamente alcuna prova che l’uomo fosse convertito. Molto tempo prima che vedesse l’apparizione nel cielo egli aveva proclamato in tutta la Gallia leggi simili. I suoi editti emanati dopo la presa di Roma furono perciò soltanto l’estensione di una politica che aveva già stabilita, e che era simile a quella fatta da suo padre, il quale non fu per nulla un Cristiano. Si noti, questa politica non innalzò né esaltò la Cristianità apostata al disopra delle altre religioni e a loro spese. Gli stessi privilegi, favori e libertà accordati ai cosiddetti Cristiani erano estesi a tutte le altre sette. È quindi molto evidente che il motivo che si celava dietro la politica equilibrata di questo astuto uomo di stato era quello di rafforzare la sua propria potenza e supremazia in tutto l’impero romano religiosamente diviso.
Dire che la visione della croce, o il sogno che la seguì, allontanò in qualche modo questo profano dittatore imperiale dalla sua condotta pagana significa negare e contraddire tutti i fatti inerenti. Dopo che questo pagano divenne il capo supremo, “come pontefice massimo egli [Costantino] vegliò sopra il culto pagano e protesse i suoi diritti”. (Catholic Encyclopedia, vol. 4, p. 299) Sette anni dopo la visione il pagano Costantino emise delle leggi a protezione degli indovini adoratori dei demoni. Otto anni dopo la visione questo pagano decretò che se un fulmine colpiva un pubblico edificio o un palazzo imperiale gli ufficiali dovevano consultare gl’indovini e i divinatori pagani per sapere quale fosse il significato del presagio, e poi inviargli il loro rapporto. Nove anni dopo la sua visione questo confermato pagano dedicò un giorno della settimana alla speciale adorazione del sole, dies solis.
E diciotto anni dopo essere stato presumibilmente convertito dalla visione, fece dedicare la città di Costantinopoli al suo proprio onore con un grande sfoggio di pompa pagana, riguardo alla quale la Catholic Encyclopedia (vol. 4, p. 299) dice: “Il carro del dio-sole fu posto nella piazza del mercato, e sopra il suo capo fu posta la croce di Cristo [quel simbolo fallico di origine pagana], mentre veniva cantato il Kirie Eleison [un’altra reliquia dei pagani secondo il cardinale Newman]”.
VISIONE DEL DIAVOLO
L’idea che il Signore Dio Onnipotente ordinasse a Costantino di fare una bandiera militare e di marciare alla conquista in un tal segno è del tutto inconsistente e contraria alla Parola di verità di Dio. Iddio non prende parte nei conflitti fra i dittatori di questo vecchio mondo, il cui dio è il Diavolo. (2 Cor. 4:4) “Il mio regno non è di questo mondo,” dichiarò Cristo. — Giov. 18:36.
L’individuo che si dice sia apparso al sognatore Costantino gli comandò forse di abbandonare la sua condotta pagana, di lasciare il suo micidiale corso, e di frenare la sua superba e licenziosa maniera di vivere? Disse a Costantino di deporre la spada onde non perisse per la spada? (Matt. 26:52) Indicò egli che il celeste regno di Dio è l’unica speranza del genere umano? Egli non fece questo!
L’eminente storico J. L. von Mosheim ci preavverte contro tali demonici impersonatori. “Guardiamoci,” egli dice, “che per sostenere troppo ardentemente i miracoli narratici dagli antichi nella loro epoca, non facciamo ingiustizia alla maestà di Dio, e alla più santa religione che ci insegna di sottometter noi stessi, non i nostri nemici”. — Commenti storici sullo stato del Cristianesimo di Mosheim, traduz. inglese di Murdock, 1853, vol. 2, p. 478.
Se Dio avesse mostrato a Costantino un segno nel cielo per rappresentare lo strumento su cui il Suo diletto Figlio era stato messo a morte, gli avrebbe mostrato un semplice palo di tortura e non una croce fallica usata dai pagani adoratori del sesso. Nella nostra edizione de La Torre di Guardia dei 1 aprile 1952, sono state date molte prove per dimostrare che Cristo venne inchiodato a un palo diritto senza nessuna traversa, mentre la croce nelle sue varie forme era indicata come l’emblema adorato da tutti gli antichi pagani quale osceno simbolo della vita.
Lo storico Edoardo Gibbon, discutendo sull’autenticità del racconto nella sua Storia della decadenza e della rovina dell’Impero Romano, capitolo 20, dice: “Se gli occhi degli spettatori sono stati talvolta ingannati con la frode, l’intendimento dei lettori è stato assai spesso offeso dalla finzione. Ogni avvenimento, o figura, o incidente, che sembra allontanarsi dall’ordinario corso della natura, è stato avventatamente attribuito all’immediata azione della Deità; e l’attonita fantasia della moltitudine ha talvolta dato forma e colore, linguaggio e movimento alle fugaci ma insolite meteore dell’aria”.
Valendosi di questa superstiziosa caratteristica di uomini ignoranti, il Diavolo induce quelli che lo adorano a comunicare con le forze demoniche invisibili. Nei tempi antichi i pagani consultavano sempre i loro dèi demonici prima d’ogni importante impresa. Per loro era una cosa comune vedere delle visioni e avere dei sogni come quelli di Costantino. Un caso moderno per illustrare è quello del demonizzato Hitler, che pure vide nei suoi pazzi sogni la visione di una croce, la swastika, che egli interpretò come il segno mediante il quale avrebbe conquistato il mondo.
Ma dire che tali visioni vengono dal Signore Dio Onnipotente è un’empia bestemmia del suo grande e santo nome. Questa asserzione fece Costantino, non subito, ma parecchi anni dopo, quando andò attorno per unire il degenerato Cristianesimo del suo tempo con tutte le usanze, le credenze e le superstizioni pagane, per formare ciò che da allora è stato conosciuto come la chiesa cattolica romana. Fu allora che egli intimò a Eusebio, vescovo del suo ordinamento statale ecclesiastico, che quest’apparizione che aveva veduta molti anni prima potesse denominarsi così facilmente “cristiana” come pagana, e così fu. Quindi, solamente l’etichetta su questa fiaba assomiglia al Cristianesimo.