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  • La cerimonia del matrimonio
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 15/10 pp. 387-396

La cerimonia del matrimonio

Com’è celebrata dai testimoni di Geova

IL TERMINE “matrimonio” si applica all’atto di unire insieme con le nozze l’uomo e la donna. L’autore del matrimonio è Geova, il Creatore dell’universo e di tutto quanto in esso vive. Il matrimonio non fu soltanto istituito per il piacere e la convenienza delle creature umane. Nei propositi di Geova, il matrimonio ha un alto e nobile posto. È soltanto nel modo in cui le creature comprendono ciò e riconoscono che il matrimonio è una “corda a tre capi”, unendo il marito, la moglie e il loro Creatore, che possono trovare in esso la loro più grande gioia e soddisfazione.

Alcune scritture illustranti questo importante fatto meritano considerazione. Genesi 1:27, 28 dichiara: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta.’” Ecco dunque, particolarmente associato con la loro creazione e matrimonio, un ordine per servire agli alti e nobili propositi di Geova.

ESEMPI DI GIUSTO RIGUARDO DEL SUO AUTORE

Il capitolo 24 di Genesi contiene una descrizione assai dettagliata sulla scelta d’una moglie per Isacco, erede della promessa abrahamica. Ciò illustra come Geova dovrebbe essere dovutamente considerato da coloro che sperano di ereditare la salvezza, sia da quelli del rimanente cristiano che dai loro compagni di buona volontà, nella scelta di una compagna. Notate il primo punto stabilito leggendo Genesi 24: La donna dev’essere di origine devota e timorata di Dio. Una donna canaanita o pagana non sarebbe stata idonea. Poi, Abrahamo, padre dello sposo, diligentemente osservò le istruzioni di Dio per se stesso e per la propria famiglia di lasciare il suo paese e parentela e la casa del padre. (Gen. 12:1) Per conseguenza, Isacco la progenie non doveva esservi ricondotto. Il punto è che nessuna infrazione di quello che era chiaramente volontà di Geova doveva essere tollerata. Il servitore di Abrahamo che fu mandato a cercare la sposa manifestò similmente riguardo per il Signore Dio e aspettò che lo dirigesse e benedicesse ciascun passo della sua missione. La donna doveva corrispondere alle norme di Geova e doveva accettare la disposizione volontariamente. Quando la benedizione del Signore sulla scelta della sposa fu evidente, la dovuta offerta di regali, anelli e altri gioielli fu fatta alla giovinetta e ai suoi custodi da parte del servo che rappresentava Abrahamo e Isacco, stabilendo il contratto fra gli interessati. Infine, la volontà del Signore fu accettata da Isacco senza discussione e il matrimonio fu consumato quando il servo gli condusse Rebecca.

È vero che in questo nostro giorno il Signore Dio non sceglie personalmente dei coniugi per il suo popolo; però rivela chiaramente nella sua Parola, la Bibbia, la giusta procedura che il suo popolo deve seguire nel fare questa scelta. Se tutti manifestassero la stessa diligenza mostrata da Abrahamo e dal suo servitore nell’accertare la mente del Signore nella loro scelta di una compagna, ne conseguirebbe la Sua benedizione e una migliore riuscita che non fosse altrimenti. La ricchezza, la distinzione sociale e la bellezza fisica, considerati dal mondo di primaria importanza, non sono veramente i fattori importanti di un matrimonio felice. La cosa che si deve cercare è la buona armonia.

Oggi il proposito di Geova relativo alla rivendicazione del suo nome e Parola, all’istituzione del suo regno e alla benedizione di tutte le famiglie della terra, si concentra intorno alla famiglia di Geova, comprendente Cristo Gesù e la sua sposa ed anche i conservi di buona volontà che seguono la sposa. La grande cura manifestata da Abrahamo nello scegliere una consorte per Isacco dovrebbe essere emulata in ogni caso da quelli che sono membri del corpo di Cristo o dai loro compagni. Dove questo sia fatto, può veramente esser detto di loro: “Quello che Dio ha congiunto”. — Matt. 19:6, NW.

Il Salmo 45:1-15 indica che nella sua preparazione per le nozze la sposa doveva mostrare una giusta considerazione non soltanto verso lo sposo ma anche verso il padre dello sposo. Apocalisse 21:1-5 indica simbolicamente come Cristo lo sposo e la sua sposa spirituale scendano dal cielo dappresso a Dio per conferire la benedizione di Geova a tutte le creature degne della vita.

È vero che tutti i suddetti casi sono altamente profetici e simbolici. Però, ciò non altera minimamente il fatto che tutti quelli che si sono dedicati al servizio di Geova devono considerare le sue condizioni nella scelta di una compagna. Un matrimonio che ignori Geova Dio e i suoi propositi concernenti le sue creature non è completo, e non può riuscire pienamente felice.

I precedenti punti vengono qui segnalati per un duplice scopo. In primo luogo affinché quei Cristiani che entrano in uno stato matrimoniale possano valutare le giuste obbligazioni che assumono verso il loro Creatore e Benefattore per il modo in cui danno inizio alla vita come unità di famiglia e tendono le loro energie per adempierle. Secondariamente, in questo nostro giorno la volontà e lo scopo di Geova sono quasi completamente e deliberatamente trascurati dalle persone d’ogni nazione. Ve ne sono dei milioni, accecate dalle religioni cosiddette pagane o non cristiane, che non conoscono Dio o i suoi propositi e non possono giustamente tenerLo presente nelle loro vite. Ve ne sono altri milioni nei paesi totalitari che deliberatamente e malignamente rigettano ed escludono Dio dalle loro vite e attività; mentre nei paesi cosiddetti cristiani gli apostati religiosi hanno corrotto le menti e le hanno ottenebrate a tal punto che gli uomini vivono principalmente per il proprio godimento egoistico e bassa passione e non prendono sul serio i loro doveri verso Dio. Veramente può esser detto: “Il mondo con la propria sapienza non è pervenuto a conoscere Iddio”. “Poiché la sapienza di questo mondo è pazzia presso Dio”. — 1 Cor. 1:21; 3:19, NW.

Oggi, “l’ira di Dio viene rivelata dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che sopprimono la verità in un modo ingiusto. Infatti, benché conoscessero Dio, non lo glorificarono come Dio né lo ringraziarono, ma divennero vuoti nei loro ragionamenti e il loro insensato cuore fu ottenebrato”. (Rom. 1:18, 21, NW) Quindi, per quanto concerne le norme di Geova, la Bibbia descrive l’oscurità del mondo relativamente al matrimonio e quasi ad ogni altro soggetto.

L’apostolo Pietro scrisse ai suoi conservi cristiani: “D’altra parte, voi siete ‘una razza eletta, un sacerdozio reale, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate ovunque l’eccellenza’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. (1 Piet. 2:9, NW) Il Cristiano è pertanto comandato di dichiarare le grandi prerogative di Geova in tutte le cose, il che include il conformarsi al divino modello per il matrimonio in tutti i suoi particolari. Egli fa questo per avere l’approvazione di Dio e per la sua propria tranquillità mentale. Ciò è dunque allo scopo di stabilire un giusto esempio e guida per il mondo cieco, specialmente per le persone di buona volontà che desiderano conoscere e servire Dio. — 1 Tim. 4:16.

IL VERO TESTIMONE

Nel principio solo Geova fu testimone tra Adamo ed Eva quando furono uniti in matrimonio. Ogni espressione di fedeltà e devozione che potrebbe essere stata scambiata tra questi due fu fatta alla presenza del loro Dio. Essi dovevano esser sempre consapevoli di questo fatto per tutta la loro vita futura. Sapevano che qualsiasi infrazione del loro patto ossia l’infedeltà l’uno verso l’altro sarebbe conosciuta dal loro Dio. Ciò doveva costituire la maggiore influenza inibitrice a far il male. Fino a quando onoravano, amavano e rispettavano il loro Dio, non potevano esser infedeli ai sacri impegni assunti davanti a Lui.

Oggi, degli uomini, in veste di sacerdoti, di rabbini, di ministri, ecc., asseriscono d’essere il testimone importante e responsabile dinanzi al quale quelli che convolano a nozze devono pronunciare i loro voti; e alcuni giungono al punto di asserire che se l’unione non è benedetta da loro non è celebrata giustamente. Francamente, questa è un’asserzione assolutamente antiscritturale e quindi falsa. Al massimo sono dei testimoni legali che provvedono affinché siano regolarmente effettuate le necessarie registrazioni richieste dallo Stato. Qualunque magistrato, segretario comunale, giudice di tribunale o altro funzionario designato dallo Stato come persona competente potrebbe servire altrettanto bene. L’unica differenza tra un ecclesiastico e i suddetti funzionari pubblici consiste nel fatto che il primo dice di conoscere la mente del Signore in materia e di esser quindi competente a istruire i candidati intorno ai loro doveri scritturali l’uno verso l’altro e verso Dio.

Il vero testimone davanti al quale il Cristiano assume le proprie obbligazioni è il suo Dio. Come nel caso di Adamo ed Eva, il Cristiano che ha dedicato la sua vita al servizio del suo Dio sta in presenza del suo Dio e assume i propri doveri davanti a lui. Quando è debitamente istruito, egli è consapevole della propria responsabilità davanti al Signore; e, finché onora, ama e rispetta il suo Dio, rispetterà e sarà fedele ai suoi impegni coniugali assunti davanti al suo Dio. Gli uomini timorati di Dio in tutti i tempi riconoscevano questo principio. — Gen. 31:49, 50.

LA CORRETTEZZA DEI MATRIMONI CIVILI

Considerata la celebrazione del matrimonio fino a questo punto, abbiamo trattato soltanto del servizio ministeriale. Ciò non vuol dire che i testimoni di Geova non accettino la cerimonia civile compiuta da un funzionario civile dello Stato come quella giusta e completa. Noi l’accettiamo. Anche nel caso di Cristiani, si suppone che in tali casi i candidati comprendano chiaramente dal loro studio della Bibbia i loro doveri l’uno verso l’altro e verso il loro Dio, e tuttavia, per qualche ragione personale, preferiscano un servizio nuziale prettamente civile. Questo è un loro diritto e sono liberi di esercitarlo. Le norme per il matrimonio variano nei diversi Stati e provincie. I testimoni di Geova si conformano di buon grado a tali regolamenti nei rispettivi Stati e provincie, purché nessuno di tali regolamenti sia contrario alla legge di Dio per il loro matrimonio.

LA GIOIA E I DOVERI DEL MATRIMONIO

Il matrimonio è pieno di speranza e di aspettativa per coloro che entrano in quello stato. Il futuro si presenta allettante e gioioso; e questo è giusto, se hanno considerato le esigenze del Signore e sono decisi a regolare le loro vite in armonia con esse. Quando la legge di Geova è così osservata, le parole di Gesù in Matteo 19:4-6 (NW) possono essere accettate e applicate a loro. “Non avete letto che colui che li creò al principio li fece maschio e femmina e disse: ‘Per questo motivo un uomo lascerà suo padre e sua madre e si terrà unito a sua moglie, e i due saranno una sola carne’? . . . Perciò, quello che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi”.

Il matrimonio diviene così una grave responsabilità davanti al Signore Dio. In vista di ciò Geova preparò e celebrò il matrimonio dei nostri primi progenitori. Egli diede loro istruzioni complete e adeguate per la loro propria guida. Provvide loro una magnifica casa edenica perfetta, atta a realizzare i desideri del cuore timorato di Dio. Geova benedisse l’unione.

La felice sorte di quelli che ora stanno per sposarsi è di sposarsi nel giorno di Geova, quando Egli è presente nella funzione rappresentativa di suo Figlio per fondare il Suo regno, definito come la gioia di tutta la terra. (Sal. 48:1, 2) Coloro che attualmente si sposano nel Signore e si mantengono fedelmente in quella posizione possono godere le benedizioni e le gioie di questo regno in tutta la loro vita coniugale.

È giusto ammonire quelli che convolano a nozze che questo stato gioioso può essere ottenuto e mantenuto soltanto mettendo Dio al primo posto nella loro vita e serbando un amore puro e casto l’uno verso l’altro. Le loro responsabilità sono chiaramente designate nella Bibbia. Sarà molto necessario studiarle diligentemente e applicarle giornalmente. In Efesini 5:21-33 (NW) l’apostolo riassume i loro reciproci rapporti con queste parole:

“Siate sottoposti l’uno all’altro nel timore di Cristo. Siano le mogli sottomesse ai loro mariti come al Signore, perché il marito è capo della moglie come il Cristo anche è capo della congregazione, essendo egli un salvatore di questo corpo. Infatti, come la congregazione è sottomessa al Cristo, così pure lo siano le mogli ai loro mariti in ogni cosa. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, come il Cristo pure amò la congregazione e si diede per essa, affinché la santificasse, nettandola col bagno dell’acqua mediante la parola, affinché possa presentare a se stesso la congregazione nel suo splendore, senza macchia o grinza o alcunché di simile, ma che sia santa e irreprensibile. In questo modo i mariti dovrebbero amare le loro mogli come i loro propri corpi. Colui che ama la sua moglie ama se stesso, perché nessuno ha mai odiato la sua propria carne, anzi la nutrisce e ne ha tenera cura, come il Cristo pure fa alla congregazione, perché noi siamo membri del suo corpo. ‘Per questa ragione un uomo lascerà suo padre e sua madre e si terrà unito a sua moglie, e i due saranno una sola carne.’ Questo sacro segreto è grande. Ora io parlo per rapporto a Cristo e alla congregazione. Nondimeno, anche, ciascuno di voi individualmente ami così sua moglie come ama se stesso; d’altra parte la moglie dovrebbe avere profondo rispetto per il suo marito”.

Soltanto i Cristiani possono manifestare questo grado di amore e di fiducia in questo tempo in cui il popolo trascura tutti i giusti principi di amore, giustizia e verità. La moglie cristiana riconosce che suo marito accetta i suoi doveri coniugali come un sacro impegno davanti a Geova e il marito riconosce che sua moglie fa altrettanto. Conseguentemente hanno fede, stima e serenità mentale.

I nostri primi progenitori perdettero la loro gioia, la loro bellissima dimora e la loro vita perché vennero meno alla loro fede in Dio. Si ribellarono contro la Parola di Dio e disdegnarono il consiglio dell’Altissimo. (Sal. 107:11) La felicità dei coniugi cristiani, la loro dimora nel regno o sotto il regno di Geova e la loro vita dureranno solo se considerano Dio per primo. Gesù dice: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giov. 17:3, NW) Qualora si aiutino reciprocamente a far ciò, essi eseguiranno il più sacro dovere di marito o di moglie. La loro mutua cooperazione può e dovrebbe aiutare ciascun di loro a vivere una devota vita cristiana. Questo patto che fermano viene subito dopo la loro dedicazione al servizio di Dio. Di fronte a Dio un patto è cosa molto sacra. Essi perciò dovrebbero esser fedeli alla dedicazione al loro Dio e al loro patto reciproco.

LUOGO DELLA CERIMONIA

La Sala del Regno di una congregazione di testimoni di Geova è uno dei luoghi adatti per effettuare una cerimonia nuziale cristiana. Perché? Perché questo servizio costituisce una testimonianza per il nome di Geova e i suoi propositi, indicando per di più i giusti impegni che le persone coniugate si assumono di fronte al loro Dio.

Il comitato di servizio della congregazione dev’essere consultato e la Sala del Regno usata soltanto dietro suo consenso. Oltre l’eventuale sfoggio di fiori per decorare la cattedra, la Sala del Regno non dovrebbe essere modificata per quanto riguarda l’illuminazione, l’arredamento, ecc. Generalmente chiunque usi la Sala del Regno per una cerimonia nuziale dovrebbe accettarla così com’è. È arredata appropriatamente per il servizio di Dio. Se altre disposizioni più grandiose sono richieste, la cerimonia dovrebbe aver luogo in qualche altro posto e non nella Sala del Regno, luogo di riunione del popolo di Geova.

LA MUSICA PRIMA DELLA CERIMONIA

Ciò può esser generalmente lasciato alla discrezione e al buon gusto di coloro che fanno i preparativi per le nozze, purché siano nella verità. Nella Sala del Regno possono essere cantati o eseguiti mediante strumenti musicali degli inni del Regno appropriati. Naturalmente, tutto ciò non è affatto necessario; ma è un avvenimento “unico nella vita” per quelli che si sposano, e, se i partecipanti ritengono tale disposizione desiderabile, non c’è al riguardo nessuna seria obiezione fino a che si abbia cura che questa parte dei preparativi non sia ingrandita al punto da eclissare il servizio effettivo, ciò che sarà detto dal ministro.

PROVE

Se sono richieste dovrebbero aver luogo in un ambiente diverso dalla Sala del Regno ed è facoltà del ministro ufficiante di assistervi o meno. Oltre a controllare il certificato di matrimonio per vedere che tutti i regolamenti legali siano debitamente osservati, accertando se la donna sarà “data” o meno in matrimonio e constatando se nel servizio sarà usato un anello, o due oppure nessuno, egli non ha da far molto per i preparativi preliminari. La sua presentazione delle norme di Geova e dei doveri coniugali che l’uno assume verso l’altro nella cerimonia non dovrebbe in alcun modo essere eclissata da qualche rito non necessario.

ABBIGLIAMENTO DA USARE

Questo è generalmente un particolare importante per la maggior parte delle spose e in molti casi per le damigelle d’onore della sposa e per gli altri invitati. Essi ritengono che un abbigliamento nuziale più o meno elaborato, basato sulla loro cosiddetta posizione sociale, sia indispensabile. Per giustificare ciò essi, di regola, si riferiscono al risalto che diede il Signore agli ornamenti della sposa nel Salmo 45 e in altri posti nella Bibbia. Senza voler inopportunamente limitare o comunque interferire in questa tesi controversa, sembra qui appropriato suggerire che tale abbellimento descritto nella Bibbia è quasi sempre simbolico e allude al vero abbellimento spirituale con cui la sposa di Cristo e le sue compagne devono rivestirsi, e non è per nulla inteso a prefigurare l’abbellimento letterale di una sposa cristiana. L’abbigliamento che la sposa di Cristo deve portare è costituito da quelle virtù coltivate e maturate come frutti dello spirito di Geova operante in un vero Cristiano. — 1 Piet. 3:1-6.

Le persone mondane, non avendo questi frutti dello spirito di Geova, sentono di dover adornarsi col meglio che hanno o che possono acquistare se ne sono sprovvisti. Questa è “l’ostentata mostra dei propri mezzi di vita [la quale] non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo”. (1 Giov. 2:16, NW) Uno sfarzoso sfoggio esteriore non è necessario ed è infatti inutile quando venga paragonato con la bellezza che la sposa cristiana coltiva. Tale mondano sfoggio di abbigliamento e pratiche tende a suscitare competizione accompagnata da invidia, gelosia, contesa e odio, e non si addice a un Cristiano. Pertanto, noi esortiamo le spose cristiane di considerare l’abbigliamento più indicato. Ciò non significa che i Cristiani non debbano vestirsi ordinatamente e attraentemente in tali occasioni. Dovrebbero essere in armonia con la volontà del Signore. — 1 Tim. 2:9, 10.

POSIZIONE DA PRENDERE

Le persone che si sposano dovrebbero mettersi di fronte al ministro ufficiante, volgendo le spalle all’uditorio. Possono stare seduti o alzati durante il discorso che apre il servizio. Se decidono di sedere, allora dovrebbero alzarsi durante la parte conclusiva del servizio. È consigliabile che la sposa si metta alla sinistra dello sposo, il quale sarà alla destra del ministro. Il compare, l’amico dello sposo, dovrebbe mettersi al fianco destro libero dello sposo mentre la damigella della sposa sta al fianco sinistro libero della sposa.

Alcuni possono pensare che questi dettagli siano un inutile cerimoniale. Senza discutere su questo punto, noi semplicemente rispondiamo che siccome devono sempre disporsi in qualche modo sarebbe meglio farlo ordinatamente. È richiesto che la sposa e lo sposo si presentino e dichiarino davanti a testimoni che accettano gli impegni nuziali; e quasi ogni Stato o provincia richiede due testimoni oltre al ministro ufficiante per firmare il certificato di matrimonio. Il compare e la damigella della sposa sono all’uopo le persone generalmente scelte. Questi testimoni devono prendere posto in modo da vedere e udire tutto ciò che ha luogo per poter firmare il certificato con conoscenza di causa. Noi però non siamo dogmatici su questo punto. Qualsiasi altra disposizione che sia preferita da coloro che stanno per sposarsi è interamente soddisfacente purché la debita iscrizione sia fatta e registrata e l’ordine sia mantenuto.

IL RICEVIMENTO

È qui dove molto del buon effetto della testimonianza data al buon nome e all’alto proposito di Geova fino a questo punto può essere danneggiato. Il ricevimento che segue alla cerimonia nuziale dovrebbe stare sullo stesso piano dignitoso, degno della pura vita cristiana di coloro che vi partecipano, e alla pari coi principi scritturali presentati nel servizio nuziale. Sarebbe naturalmente una felice occasione, non però ilare, né dovrebbe dar luogo a stravaganze o ad eccessi.

Un altro particolare che richiede profonda riflessione nella preparazione del ricevimento è l’offerta di bevande, soprattutto del vino e di altre bibite alcooliche. La Bibbia menziona con approvazione l’uso moderato di vino in tali circostanze, ma non incoraggia o approva gli eccessi di vino o di cibo. (Sal. 104:15; Giov. 2:1-10; Prov. 23:19-21) Tenete pure presente che la capacità della razza umana a resistere agli effetti delle bevande inebrianti diminuisce ad ogni generazione. Devono perciò essere usate con parsimonia. Le persone che hanno un debole per queste cose non dovrebbero essere introdotte dove queste bevande sono accessibili in quantità illimitata. Altrimenti, quello che era inteso come espressione d’amore e mezzo di godimento potrebbe finire per diventare una causa d’inciampo. Un’altra spiacevole situazione che ne deriva è che qualche volta, date le circostanze, vi prendono parte anche quelli che sanno che tali bevande sono fisicamente e spiritualmente dannose, non volendo offendere l’ospite o trovarsi fuori posto. Ciò non è giusto e non si dovrebbe permettere una tale situazione. Coloro che desiderano prender parte al rinfresco lo facciano pure; ma, similmente, rispettate il diritto di coloro che non desiderano prendervi parte.

Suggeriamo quindi senza alcuna intenzione di vietare quello che il Signore permette o di limitare le libertà di qualcuno, che l’ospite in queste occasioni controlli giudiziosamente l’uso di tali bevande, e disponga le cose in modo che risultino alla lode di Geova e al benessere di tutti i presenti.

Taluni possono citare il fatto che Gesù e sua madre e alcuni dei discepoli parteciparono alle nozze in Cana di Galilea come una ragione plausibile per dare simili ricevimenti in occasione di un matrimonio. Non esiste alcuna obiezione scritturale a un ricevimento nuziale. È il modo in cui il ricevimento è tenuto che può renderlo profittevole o nocivo. Il Signore vuole che il suo popolo sia felice e abbia in tali occasioni un giusto godimento. È difficile concepire, però, che le sensuali pratiche mondane e la musica e le danze dei Greci e dei Romani, popolari a quel tempo, avessero in qualche modo parte al ricevimento nuziale in Cana di Galilea, o che Gesù assistesse a tali riunioni che disonorano Dio. Oggi, pratiche analoghe a quelle condotte dai Greci e dai Romani ai tempi di Gesù predominano nel mondo, e questo avvertimento è qui offerto ai Cristiani affinché non vi siano minimamente attirati.

Il popolo del Signore può trovare tanta associazione piacevole e edificante nella società del nuovo mondo, compreso musica, canto e ballo ed anche con moderazione cibo e vino, che non c’è motivo per scimmiottare il mondo delinquente o seguire le sue pratiche. La stessa atmosfera cristiana dovrebbe essere evidente in tutte le altre cose che facciamo perché si renda a tutti manifesto che noi siamo di un diverso “sistema di cose”.

Il ricevimento non dovrebbe mai aver luogo nella Sala del Regno. Il suo uso sia limitato esclusivamente alla testimonianza alla lode di Geova.

ANELLI

Nei servizi nuziali compiuti dai e per i testimoni di Geova, lo scambio degli anelli tra la sposa e lo sposo è lasciato interamente alla facoltà di quelli che si sposano. Nella scelta della sposa per Isacco è ammesso che Rebecca accettò un ornamento per la mano. (Gen. 24:22, 30, 53) Similmente in Luca 15:22, un anello fu donato al figlio prodigo dal padre al suo ritorno.

Naturalmente, noi ammettiamo che gli anelli sono impiegati a profusione in molti riti pagani. Però, questo fatto non vieta il loro uso in qualche rito cristiano, specialmente quando la Bibbia menziona il loro uso con approvazione. È certamente più ragionevole concludere che Satana, dio mimico, ha copiato il loro impiego da Geova, invece di accettare la insostenibile tesi che Geova abbia copiato il loro impiego dalle pratiche demoniche pagane. Tuttavia, se alcuni preferiscono farne a meno nel loro servizio nuziale ne hanno il diritto. Su questo punto ognuno sia libero di fare ciò che a suo giudizio è opportuno e giusto. Lo sposo non diventa marito mettendo un anello al dito della sua fidanzata.

IDONEITÀ PER IL MATRIMONIO

Chi può entrare nello stato coniugale secondo le norme dettate da Gesù e dai suoi apostoli nelle Scritture Greche Cristiane e le giuste leggi del Paese? Questo soggetto e stato trattato esaurientemente nelle precedenti edizioni de La Torre di Guardia ed è qui menzionato solo in breve. Per essere idonei al matrimonio, l’uomo e la donna devono aver raggiunto l’età del discernimento e della maturità stabilita dalla legge e non esser vincolati legalmente o scritturalmente ad alcun altro coniuge. Devono anche essersi conformati alle leggi del Paese, come per la necessaria licenza, per l’osservanza del tempo stabilito dalla legge dopo aver ottenuto il certificato e, dove sia richiesto, per i relativi esami del sangue, visita medica, ecc. Questi punti sono tutti stabiliti dalle leggi del Paese e il ministro ufficiante deve verificare che siano stati debitamente osservati prima di compiere la cerimonia nuziale.

Qualora uno dei coniugi sia stato sposato precedentemente, deve esser ottenuta la piena e completa separazione legale richiesta dalla legge; e devono anche esistere giusti motivi scritturali di tale divorzio. Gesù rende chiarissimo che vi sono solo due ragioni per cui una persona sposata è libera di risposarsi. Sono la morte e l’adulterio da parte dell’altro coniuge. (Matt. 19:9; 1 Cor. 7:39) Il ministro è tenuto ad accertare se esista o meno tale libertà scritturale e a consigliarli dovutamente che chiunque si risposi senza essere scritturalmente libero pecca davanti a Dio. La libertà legale sola non significa che un Cristiano possa risposarsi. Se, ciononostante, essi insistono nel matrimonio, il fedele ministro teocratico, per evitare qualsiasi partecipazione al loro peccato, rifiuta di sposarli. In certi paesi il clero religioso fa degli annunci allo scopo di conoscere le obiezioni relative a un matrimonio, ma noi non facciamo tali annunci.

VERIFICA DEL CERTIFICATO DI MATRIMONIO

Il certificato di matrimonio viene emesso dallo Stato o dalla provincia e indica fra l’altro, le condizioni sotto cui si può sposarsi in quello Stato o in quella provincia. Il ministro ufficiante dovrebbe verificare accuratamente per accertarsi che tutto sia fatto in conformità alla legge, e che tutti gli annessi, come certificati di esami del sangue, ecc., siano allegati ove la legge lo esiga. Alla conclusione della cerimonia, deve riempirlo accuratamente, farlo firmare dai testimoni e spedirlo all’ufficio designato.

PROCEDURA DA OSSERVARE AL MATRIMONIO

All’ora fissata, le persone che devono essere sposate, essendo state riconosciute idonee secondo la legge dello Stato e le norme del Signore, dovrebbero riunirsi insieme davanti al ministro; l’uomo alla sinistra del ministro e la donna alla sua destra. Un intimo e amichevole discorso appropriato viene pronunciato, rivolto principalmente ai due che si sposano, specificando i giusti doveri scritturali che l’uno assume verso l’altro e verso Dio nell’accettare la responsabilità del matrimonio. Il materiale contenuto nei primi 19 paragrafi di questo articolo è appropriato. Dopo ciò, la sposa, lo sposo e i due testimoni dovrebbero alzarsi in piedi davanti al ministro.

Il ministro dirà allora all’uomo, chiamandolo per nome:

“Vuoi tu, . . ., alla presenza di Geova Dio e di questi testimoni, prendere . . . come tua legittima moglie, amarla e circondarla di cure, in armonia con la legge divina come è specificata nelle Sacre Scritture per i mariti cristiani, fino a tanto che entrambi vivrete?”

L’uomo dovrebbe allora rispondere: “Sì”.

Il ministro dirà poi alla donna, chiamandola per nome:

“Vuoi tu, . . ., alla presenza di Geova Dio e di questi testimoni, prendere . . . come tuo legittimo marito, amarlo e circondarlo di cure e di profondo rispetto, in armonia con la legge divina come è specificato nelle Sacre Scritture per le mogli cristiane, fino a tanto che entrambi vivrete?”

La donna dovrebbe rispondere: “Sì”.

[Qualora siano state prese disposizioni che la donna sia data in matrimonio da suo padre o da qualche altro, il ministro dirà: “Chi dà questa donna perché sia maritata a quest’uomo?” Il padre o chiunque la dia in matrimonio dirà: “lo”. Poi si ritirerà e riprenderà il proprio posto tra i presenti. Se nessuna disposizione è stata presa di dare la donna in sposa, questo particolare può essere tralasciato.]

Il ministro inviterà quindi l’uomo a ripetere dopo di lui:

“Io, . . ., prendo te, . . ., come mia legittima moglie, per amarti e circondarti di cure in armonia con la legge divina com’è esposta nelle Sacre Scritture per i mariti cristiani, fino a tanto che entrambi vivremo o fino al termine divino della disposizione coniugale”.

Poi il ministro inviterà la donna a ripetere dopo di lui:

“Io, . . ., prendo te, . . ., come mio legittimo marito per amarti e circondarti di cure e di profondo rispetto, com’è esposto nelle Sacre Scritture per le mogli cristiane, fino a tanto che entrambi vivremo o fino al termine divino della disposizione coniugale”.

Se è desiderata la cerimonia dell’anello, a questo punto l’uomo infila l’anello al dito anulare della mano sinistra della donna. Nel caso di una duplice cerimonia dell’anello, la donna infilerà l’anello all’anulare della mano sinistra dell’uomo. Se desidera, il ministro può dichiarare in relazione con questa cerimonia: “Questo anello [o anelli] costituisce un segno esteriore o visibile che manifesta a tutti l’unione di quest’uomo e di questa donna nei vincoli del matrimonio”.

Il ministro dirà poi: “Dato che [nome dell’uomo] e [nome della donna] si sono impegnati davanti a Geova Dio e a questi testimoni di accettarsi reciprocamente in matrimonio, io, ministro ordinato secondo l’autorità conferitami dalle Sacre Scritture e dallo Stato (Provincia) di . . . dichiaro che essi sono divenuti marito e moglie. Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”.

Il ministro concluderà quindi con una preghiera appropriata, chiedendo la benedizione e la guida di Geova sull’unione alla sua gloria e lode e all’eterno bene di quelli che furono sposati.

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