BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w57 1/3 pp. 147-155
  • La cerimonia e le esigenze del matrimonio

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • La cerimonia e le esigenze del matrimonio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • LIBERA UNIONE E CONCUBINATO
  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
  • Sposare in modo onorevole
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
  • Cerimonie nuziali onorevoli agli occhi di Dio e dell’uomo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
  • Il matrimonio sia tenuto in onore dinanzi a Dio e agli uomini
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 1/3 pp. 147-155

La cerimonia e le esigenze del matrimonio

1. Quali usanze matrimoniali prevalevano fra gli Israeliti?

I LIBRI della Bibbia scritti direttamente ai Cristiani e per loro istruzione non stabiliscono nessuna forma di cerimonia nuziale. Indicano però che una volta portati a termine i progetti del matrimonio dai genitori e per mezzo di un mediatore, nel caso delle figlie vergini aveva inizio un periodo di fidanzamento di circa un anno. Quindi la sera del matrimonio lo sposo si recava alla casa della sposa e se la prendeva per condurla ad una nuova casa. Una processione di allegri celebratori seguiva gli sposi. In tal modo le nozze divenivano un atto pubblico, registrato dalla pubblica conoscenza, e quando lo sposo portava la sposa a casa veniva tenuto un convito nuziale a cui partecipavano le persone invitate dai genitori dello sposo. Grande era la gioia di coloro che erano invitati al pasto serale del matrimonio. La sposa non faceva aspettare il suo innamorato promesso sposo. Ella l’attendeva, adorna dei suoi abiti più belli, pronta ad esser data a lui dal padre o tutore. — Matt. 1:24; 22:1-11; 25:1-10; Giov. 2:1-11; 3:29; Mar. 2:19; Isa. 61:10; 62:5; Apoc. 19:7, 8; 21:2, 9-11.

2. Quali fatti inerenti ai matrimoni risultano evidenti dal racconto biblico?

2 Si deve tener presente che i primi Cristiani erano ebrei, ossia Israeliti, come lo era anche Gesù stesso. Era dunque ragionevole che questi Cristiani di nazionalità ebraica trasferissero le loro usanze e disposizioni nuziali dal loro precedente sistema sociale giudaico al nuovo sistema di cose cristiano. Ma è da notarsi immancabilmente che dai giorni di Abrahamo in poi nessun sacerdote, Levita o altro rappresentante religioso era mai presente per celebrare qualche cerimonia nuziale. Ciò nonostante, il matrimonio era valido e riconosciuto da Geova Dio. Veniva anche registrato all’ufficio del registro della città o del villaggio, e qui venivano pure registrate le nascite provenienti dall’unione matrimoniale. Le due tavole genealogiche di Gesù furono indubbiamente copiate dai documenti pubblici di Betlemme da Matteo e Luca. Ciò suscita la domanda: Da chi possono essere celebrati i validi matrimoni cristiani? È il matrimonio civile o non religioso così vincolante come quello religioso, o è forse il matrimonio un sacramento e quindi valido solo quando è religioso?

3. Che cosa dimostra la Bibbia rispetto al modo in cui ebbe luogo il matrimonio di Isacco?

3 No, il matrimonio non è un sacramento né esige la presenza e la funzione di un ecclesiastico religioso o di un ministro cristiano. Come profeta di Dio, Abrahamo fu il Suo approvato sacerdote per una grande famiglia, ma non c’è nessuna prova che egli fosse presente quando il suo servo più anziano condusse Rebecca dalla Mesopotamia ad Isacco nel Negheb, in Palestina. Isacco camminava da solo, meditando, quando il servo gli condusse Rebecca e gli raccontò come l’aveva ottenuta per lui. “E Isacco menò Rebecca nella tenda di Sara sua madre, se la prese, ed ella divenne sua moglie”. Ma questo atto di prendere moglie ebbe pubblici testimoni, cioè, il rappresentante matrimoniale di Abrahamo e “gli uomini ch’eran con lui” e la “balia” di Rebecca con altre “sue serve”. (Gen. 24:2, 54, 59-61, 66, 67) Isacco non aveva ottenuto nessuna licenza di matrimonio, come non è necessario averne neppure oggi in alcune nazioni. Abrahamo, padre d’Isacco e capo dell’organizzazione teocratica, l’aveva autorizzato e Geova Dio la cui guida era stata richiesta aveva diretto tutti i passi della procedura matrimoniale. Quindi una licenza di matrimonio non era necessaria nel caso d’Isacco. Ma il suo atto di prendere moglie fu testimoniato da più di quattro persone, fu registrato negli atti pubblici dell’istituzione teocratica di Abrahamo e beninteso è registrato oggi nella Bibbia. In tutto ciò non vi era nulla di simile a una cerimonia religiosa, sebbene in tutta la procedura fosse stata richiesta e riconosciuta la volontà di Dio.

4. (a) Che cosa la legge non definiva riguardo ai matrimoni? (b) Che specie di disposizione era il matrimonio e come veniva messa in risalto la sua natura vincolante?

4 Non c’è nessun racconto di cerimonia religiosa per Giacobbe, figlio d’Isacco, quando sposò Lea e Rachele. (Gen. 29:18-30) In tutte le sue centinaia di leggi al suo popolo eletto d’Israele Geova Dio non ordinò né definì nessuna cerimonia religiosa nuziale per gli Israeliti. Il diritto e dovere di solennizzare i matrimoni non fu affatto assegnato alla famiglia sacerdotale di Aaronne né ai servitori levitici del tempio. Dal tempo del fidanzamento fino all’unione della sposa e dello sposo nella casa del padre di lui, il matrimonio era del tutto privato, una disposizione familiare senza partecipazione sacerdotale o levitica (fuori della stessa tribù di Levi). Era reso pubblico in tutta la comunità, dovutamente testimoniato e quindi veniva registrato nel locale ufficio del registro; motivo per cui Giuseppe fu obbligato ad andare con la sua compagna Betlemmita, Maria, alla loro città nativa per esservi registrati entrambi, ai giorni dell’imperatore romano Cesare Augusto. — Luca 2:1-6.

5. Al matrimonio di Cana quale fu l’unica parte sostenuta da Gesù e che cosa non fece egli rispetto al matrimonio fra i suoi seguaci?

5 Quando Gesù compì il suo primo miracolo, a Cana, nella provincia di Galilea, partecipava ad una celebrazione nuziale. Ma egli non era stato invitato ad intervenirvi per servire da ministro, poiché non faceva parte della famiglia sacerdotale di Aaronne né della tribù di Levi e non era riconosciuto come ministro religioso. Egli vi fu invitato con sua madre e i suoi discepoli soltanto come ospite, poiché la città era vicina al luogo ove precedentemente faceva il falegname. Quindi mentre era qui egli non santificò il matrimonio, ma provvide il miglior vino per l’ulteriore gradimento di tutti i presenti. (Giov. 2:1-11) In tutti i suoi comandamenti ai suoi dodici apostoli e ai suoi evangelisti Gesù non disse né ordinò loro mai di solennizzare il matrimonio di qualcuno, ma lasciò la questione del matrimonio proprio come era fra il popolo di Geova. Non mutò mai il matrimonio in sacramento riservato esclusivamente al potere e alla sanzione speciale degli apostoli o dei ministri cristiani.

6. Qual è la posizione scritturale riguardo ai matrimoni civili stabiliti dalla legge?

6 È dunque rigorosamente necessario un matrimonio religioso? No. Ed è il matrimonio civile autorizzato dal sacro Libro di Dio? Sì, e a questo riguardo i Cristiani devono ‘dare a Cesare ciò che appartiene a Cesare’. In quasi tutte le nazioni della Cristianità un matrimonio civile celebrato da un funzionario nominato dallo Stato è permesso oppure assolutamente necessario. Quindi nessuno stigma sociale o religioso è a buon diritto legato ad un matrimonio civile, e l’Altissimo Dio riconosce il matrimonio civile del suo dedicato popolo ed esige che sia rispettato. In alcuni Paesi dentro e fuori della Cristianità i governi riconoscono i matrimoni celebrati dai sacerdoti cattolici romani e dai ministri di altre religioni riconosciute. Questi ministri sono autorizzati a celebrare matrimoni negli edifici religiosi o in certi luoghi ufficiali. Allo stesso modo di questi i nominati ministri dei testimoni di Geova sono anche autorizzati o muniti di licenza per solennizzare il matrimonio. In tutti questi casi l’incaricato ministro di religione agisce come funzionario dello stato nella legalizzazione del matrimonio. Pertanto, tali matrimoni sono anche vincolanti e ricevono il riconoscimento di Dio. Quando nella società del nuovo mondo entrano persone che sono state sposate con la cerimonia religiosa di qualcuna di queste religioni autorizzate, i testimoni di Geova riconoscono il matrimonio di tali nuove persone come vincolante e valido. Nei luoghi in cui i testimoni di Geova non hanno propri ministri autorizzati per celebrare un matrimonio, possono coscienziosamente recarsi agli uffici governativi addetti e far celebrare un matrimonio valido e divinamente riconosciuto da un funzionario dello stato.

7. Come considera i matrimoni civili la Chiesa Cattolica Romana, e com’è mostrato ciò da un recente evento?

7 Nei Paesi in cui il governo autorizza, richiede e riconosce soltanto un matrimonio civile, la Chiesa Cattolica Romana non considera valido il matrimonio civile e richiede che i Cattolici siano poi sposati da un sacerdote con un matrimonio religioso. Per esempio, l’anno scorso quando il principe cattolico di Monaco sposò la diva cinematografica cattolica di Hollywood, il Times di New York (20 aprile 1956) comunicò: “Il Principe di 32 anni e la sua sposa di 26, che si sono sposati ieri con una cerimonia civile nel Palazzo, sono stati uniti al cospetto della Chiesa dal Vescovo di Monaco, monsignor Gilles Barthe. Hanno ricevuto le benedizioni di papa Pio XII per mezzo del suo Nunzio di Parigi, monsignor Paolo Marella. . . . Ella andò al suo posto davanti all’altare di marmo bianco prima, l’usanza dando al sovrano il diritto di essere atteso. Il Principe la seguì qualche momento dopo”.

8. Quale valore ha un’adunanza religiosa con la sposa e lo sposo dopo che sarà stato eseguito il matrimonio civile?

8 Certamente, il matrimonio religioso cattolico romano dopo il matrimonio civile non ha nessun valore legale, così come la cerimonia religiosa di qualsiasi altro sistema religioso. Ma quando è possibile, o quando è richiesto, i testimoni di Geova possono tenere un’adunanza religiosa con lo sposo e la sposa dopo il matrimonio civile. Questa adunanza non è necessaria e non è un matrimonio e neppure viene tenuta quasi per aggiungere qualche valore legale al matrimonio civile già celebrato. Si tiene per dare agli sposi alcuni sani e opportuni ammonimenti biblici e consigli sui privilegi e sui doveri del matrimonio, per portare il matrimonio maggiormente all’attenzione della congregazione locale e per dare una testimonianza alla disposizione matrimoniale di Geova dinanzi a tutte le persone di buona volontà presenti. Ciò fornisce anche l’opportunità e l’occasione di registrare il matrimonio con la congregazione e farne l’iscrizione nell’archivio della congregazione.

9. Che cosa si potrà fare quando la legge richiede la registrazione ad una città distante, cosa non conveniente per gli sposi?

9 Ciò che viene fatto davanti alla congregazione viene fatto “davanti a Dio”, così come nell’antico Israele ciò che veniva fatto davanti ai giudici o governanti veniva fatto davanti a Dio. (Eso. 21:6; 22:8, 9, 28) Che cosa si potrebbe fare qualora un matrimonio africano fra Cristiani venisse celebrato in un paese o villaggio e dovesse poi essere registrato col governo in una città distante, ove non fosse conveniente agli sposi recarsi immediatamente? Alla Sala del Regno dei testimoni di Geova si può compilare una “Dichiarazione di Matrimonio”. Questa non ha nessun valore legale e non sostituisce una registrazione civile, ma viene riconosciuta dal popolo di Dio. Rende testimonianza dinanzi alla società del nuovo mondo che i nuovi coniugati riconoscono la validità e il vincolo del loro matrimonio, e che lo registreranno presso la Legge Civile appena possibile. Questa “Dichiarazione di Matrimonio” verrà poi conservata nell’archivio delle registrazioni della congregazione e l’ufficio della Società Torre di Guardia ne riceverà una copia, dopo di che gli sposi potranno intraprendere relazioni matrimoniali e in seguito si faranno registrare legalmente. In tal modo la Società avrà un’iscrizione del matrimonio mentre il governo civile potrà non averla, e mediante i suoi servitori la Società potrà controllare, dopo un certo periodo di tempo, se ne è stata fatta la dovuta registrazione civile e se i coniugati hanno osservato la legge.

10. (a) Che cosa dovrebbero fare quelli sposati secondo l’usanza di una tribù? (b) Che specie di matrimonio è raccomandata ai membri di tribù associati alla società del nuovo mondo, e perché?

10 Quando i membri di una tribù sono stati sposati secondo l’usanza della tribù prima di aver conosciuto la verità del Regno e d’essere entrati nella società del nuovo mondo, il loro matrimonio li vincola ancora ed è riconosciuto. Un altro matrimonio non è necessario, ma è appropriato registrare il matrimonio di tribù con la società del nuovo mondo facendo firmare una Dichiarazione di Matrimonio se non vi è stata nessuna registrazione civile presso il governo. In qualche Paese potrebbe esservi un beneficio legale per l’uomo e la sua famiglia qualora i coniugi sposati dalla tribù si risposassero secondo la legge civile del Paese. Ai membri non sposati di una tribù che diventano parte della società del nuovo mondo noi consigliamo un matrimonio civile, poiché provvede maggiori vantaggi e garantisce maggior protezione da parte della legge, che offre assistenza alla moglie e ai figli dopo la morte dell’uomo. Certamente quelli che una volta erano pagani e si sposano secondo l’usanza pagana fanno un passo indietro, e se alla cerimonia fossero connessi riti pagani e antiscritturali ciò significherebbe compromettersi con questo mondo, rinnegare la fede, e potrebbe provocare la disassociazione.

11, 12. (a) Perché il matrimonio con pagamento per la sposa non ha bisogno di essere ripetuto quando si accetta la verità? (b) Quale assistenza possono dare le congregazioni per la registrazione civile? (c) Che indicano la ragione e le norme teocratiche rispetto a feste, inviti, sposalizi e ricevimenti?

11 Un matrimonio effettuato con la dote o pagamento per la sposa prima che si sia divenuti cristiani non ha bisogno di un costoso matrimonio supplementare. L’accettazione della verità e la dedicazione a Dio non rendono inefficace e invalido un precedente matrimonio con pagamento per la sposa né dichiarano o rendono fornicatori quei coniugi che si sono sposati secondo il sistema della tribù e che rimangono in tale rapporto matrimoniale. Per alleviare ai coniugi le molte spese matrimoniali le registrazioni richieste dalla società del nuovo mondo vengono compilate e tenute gratuitamente. Se la congregazione lo desidera, pagare o aiutare a pagare la registrazione civile del matrimonio di uno dei suoi membri è un atto molto pratico da parte di coloro che volontariamente desiderano aiutare a sostenere questa spesa. Non è obbligatorio che taluni membri della congregazione diano un ricevimento, cioè, si riuniscano per regalare alla futura sposa una quantità di doni per suo uso e godimento dopo il matrimonio. Il ricevimento o festa nuziale è una questione privata e si deve lasciare ad ognuno libera scelta di parteciparvi o meno.

12 Gli annunci di nozze e ricevimenti dovrebbero essere fatti privatamente, e non dal podio della Sala del Regno o da altri avvisi nella Sala del Regno. In quanto all’invio di formali inviti stampati per uno sposalizio e successivo ricevimento, si dovrebbe usare moderazione. Alcuni, che non sono intimi amici o conoscono soltanto superficialmente gli sposi, oppure abitano a tale distanza da ritenere poco conveniente una partecipazione alle nozze provano un certo risentimento contro un invito inopportuno, a causa di quel senso di obbligatorietà che vi si connette. Le cerimonie nuziali possono essere celebrate nella Sala del Regno in qualunque tempo non ostacolino le adunanze o altre disposizioni di servizio. I ricevimenti nuziali non dovrebbero essere tenuti nella Sala del Regno, mutandola in un luogo di divertimento.

13. Come ci si dovrebbe vestire per uno sposalizio, e perché non è un discredito non usare un anello?

13 Non è necessario indossare abiti sontuosi per un matrimonio civile. La cosa principale è essere vestiti ordinatamente, decentemente e, come Cristiani, essere spiritualmente adorni di amore, umiltà, ubbidienza e fedeltà. Un anello nuziale potrebbe non essere nell’uso o potrebbe richiedere una spesa inaccessibile. Il matrimonio non è dappertutto simbolizzato dall’anello né l’uso di esso è parte essenziale della cerimonia nuziale. L’impossibilità di dare l’anello non è a discredito di nessuno. Anche nei luoghi dove l’anello nuziale è riconosciuto come il contrassegno di una donna sposata e avverte chiunque avesse desideri amorosi, alcuni potrebbero coscienziosamente fare obiezione all’uso dell’anello nella cerimonia, ricordando l’origine pagana dell’anello nuziale usato dalla Cristianità. In alcuni luoghi lo stato coniugale della donna è indicato dalla foggia della sua veste oppure da un nuovo capo di vestiario che aggiungerà, e questo è così efficace come l’anello al dito, anzi più vistoso. L’anello nuziale non vale nulla se non c’è un vero legame o se il vincolo matrimoniale non è rispettato. Una donna piena di passione non si tratterrà dal commettere adulterio solo perché porta un anello. L’uso dell’anello nella cerimonia nuziale dovrebbe dunque essere lasciato alla decisione di ognuno secondo la propria coscienza e l’usanza locale.

14. (a) Che cosa deve fare il poligamo quando accetta la verità? (b) Che cosa dovrebbe fare la donna sposata ad un poligamo in un Paese dove la poligamia è legale o consueta, quando accetta la verità?

14 La Parola di Dio vieta al Cristiano la poligamia, indipendentemente dai regolamenti del governo nazionale o della tribù. Un Cristiano non può essere poligamo; una Cristiana non può essere poliandrica. Se un poligamo vuol entrare nella società del nuovo mondo, dedicandosi a Dio mediante Cristo, deve scegliere soltanto una delle mogli che avrà ottenute con la dote o pagamento per la sposa o lobòla. Egli dovrà licenziare le altre e rimandarle a casa, proprio come il sacerdote Esdra e il governatore giudaico Nehemia fecero fare agli Israeliti che avevano violato la legge di Dio sposando donne pagane. (Esdra 10:1-44; Neh. 13:23-31) Se una donna che accetta la verità del Regno è sposata ad un poligamo in un Paese dove ciò è legale o consueto, che cosa dovrà fare? Ella dovrebbe informare il marito del passo che ha deciso di fare e degli obblighi che le saranno imposti davanti a Dio come Cristiana e Sua testimone. Quindi dovrà accettare le conseguenze della propria determinazione. Decida pure il poligamo di rimandarla ai suoi genitori o tutori e di reclamare la dote che egli avrà pagato per lei, così liberandola. La legge di Dio dichiara che le sue relazioni col poligamo costituiscono fornicazione, non matrimonio. Se ella persiste in questa relazione le sarà vietato il battesimo, sebbene possa assistere alle adunanze e parlare con altri delle verità della Parola di Dio.

LIBERA UNIONE E CONCUBINATO

15, 16. (a) Che cosa è la libera unione e che cosa il concubinato? (b) Quali circostanze e attitudini mentali sono responsabili del fatto che molti vivono in tale situazione?

15 Questo ci porta al soggetto del concubinato. Tale unione è un matrimonio secondo un diritto sancito dall’uso (non legge civile né legge canonica); un matrimonio senza cerimonia legale e civile né religiosa, ma in cui l’uomo e la donna decidono privatamente di vivere insieme come marito e moglie, rendendolo così anche un matrimonio consensuale. In questo caso non c’è nessuna dote né pagamento per la sposa. Spesso nei Paesi in cui la legge canonica di una chiesa prevale e la libera unione non è legalmente riconosciuta, le due persone implicate in tale situazione consensuale vorrebbero sposarsi legalmente, ma i coniugi sono troppo poveri e non hanno la possibilità di pagare le spese nuziali richieste dagli ecclesiastici che ritengono il matrimonio un sacramento. I necessari passi legali, come quello di presentare un certificato di nascita che potrebbe non esistere, sono difficili a farsi; o potrebbe darsi che il governo nazionale non permetta in nessun caso il divorzio legale, oppure che il consenso al divorzio da un coniuge, sia pure per ragioni scritturali, richieda una pratica costosa e molto complicata. Perciò la persona non divorziata, desiderando risposarsi, intraprende privatamente relazioni con un’altra persona del sesso opposto per vivere come marito e moglie. Questo è un caso di unione senza un matrimonio. Ma molto spesso un uomo preferisce la libera unione perché desidera tener la donna soggetta, dipendente da lui. Se ella vuol essere mantenuta da lui nella sua casa, deve restargli moralmente fedele. Ma mentre egli vuole che la donna gli sia fedele egli stesso potrebbe non essere desideroso di tenerla per sempre. Non essendole legalmente vincolato in matrimonio, egli potrà, in qualsiasi tempo lo desideri, sentirsi libero di lasciare la sua condiscendente compagna e i figli per intraprendere una simile vita con un’altra donna. Le donne desiderano dunque un matrimonio legale per la protezione di se stesse e dei loro figli, ma l’uomo potrebbe egoisticamente rifiutare di legalizzare l’unione.

16 Per molti una ragione di dopoguerra per vivere insieme senza matrimonio è il caso in cui la donna riceve una pensione dal governo come vedova di guerra o altro e la perderebbe se dovesse risposarsi. Quindi i due convengono di vivere insieme senza sposarsi per poter continuare a ricevere dal governo la pensione di lei, ed ai figli illegittimi di questa unione insegnano a sostenere questa finzione chiamando l’uomo “zio”, non “padre”.

17. (a) Come spesso ha origine il concubinato, e perché non è giusto? (b) Qual è una delle conseguenze della libera unione, e come viene legalizzata in alcuni Paesi?

17 Spesse volte una simile unione libera comincia con il consenso della ragazza ad aver relazioni con l’uomo in base alla sua semplice promessa di sposarla. Poi quando egli ha cominciato ad aver relazioni con lei si mette a fare con lei vita comune e non compie mai il passo legale. Ma una promessa di matrimonio non è base scritturale per aver relazioni. Anche ai fidanzati è scritturalmente proibito di aver relazioni durante il periodo di fidanzamento. I matrimoni intrapresi in prova e non legalizzati, ma che semplicemente consistono di una prova per vedere se i coniugi possono andare d’accordo non sono giusti, poiché la legge di Dio li definisce espressamente fornicazione, immoralità. Alcuni Stati riconoscono il concubinato considerandolo quindi un vero matrimonio vincolante con obblighi legali; ma molti Stati e Paesi (anche quelli cattolici) che non lo riconoscono non fanno nulla per risolverne i problemi. Di conseguenza è molto diffuso nel maggior numero delle nazioni, e in molti luoghi le famiglie del vicinato lo accettano come una cosa ordinaria. Quindi nascono molti bambini illegittimi; in un Paese questi bambini raggiungono il cinquantacinque per cento, in un altro l’ottanta per cento. In alcuni Paesi i coniugi così uniti liberamente hanno diritto ad un matrimonio legale, civile o religioso, dopo aver vissuto insieme per un certo numero di anni o dopo che sarà nato un bambino. La corte potrebbe dunque dichiarare il loro matrimonio automaticamente legale. Il matrimonio “de facto” potrebbe essere registrato col governo dietro domanda fatta da uno o da entrambi i coniugi di una libera unione.

18. Quali scritture dimostrano che noi dobbiamo testimoniare a quelli che vivono in concubinato?

18 La società del nuovo mondo non riconosce la libera unione e il concubinato come completi. Ciò non significa che non dobbiamo predicare la verità alle persone che vivono in un simile matrimonio. Alla fonte di Giacobbe nella città samaritana di Sichar Gesù stesso parlò privatamente ad una Samaritana che aveva avuto cinque mariti e che allora manteneva relazioni con un uomo che non era suo marito. A questa donna Gesù predicò la salvezza e anche dichiarò che egli era il promesso Messia o Cristo. (Giov. 4:4-30) Se non fosse stato permesso predicare la verità agli immorali, come avrebbe potuto Paolo menzionare fornicatori, adulteri e sodomiti come indegni del regno di Dio e poi dire ai fedeli Cristiani: “Eppure questo è ciò che eravate alcuni di voi”? — 1 Cor. 6:9-11, NM.

19. Che cosa richiede la società del nuovo mondo dai suoi membri in quanto alla libera unione e al concubinato?

19 A nessuno che entri nella società del nuovo mondo è permessa in seguito una libera unione o di vivere in concubinato. Quanto a coloro che già vivono così quando il messaggio del Regno li raggiunge, essi devono legalizzare il loro matrimonio mediante un’appropriata cerimonia legale prima di poter essere battezzati in acqua in simbolo della loro dedicazione a Dio. Quindi devono espressamente riconoscere gli obblighi legali del matrimonio e anche mettersi in grado di ricevere la protezione e gli altri benefici della legge facendo registrare e riconoscere il matrimonio legalmente. Devono far iscrivere legalmente la nascita dei loro figli e devono anche dichiararsi quali genitori. Inoltre, la società del nuovo mondo registra questo matrimonio legale e ne conserva la registrazione. Come è scritto: “Ciascuno in quella vocazione che ha avuto, o fratelli, rimanga presso Dio”. (1 Cor. 7:24, Ricciotti) Non si può rimanere presso Dio se la vocazione o condizione è impura.

20. (a) In quali condizioni si potrebbe riconoscere una libera unione, e quali obblighi questo impone alla donna? (b) In quali circostanze la donna deve rifiutare di aver a che fare con il suo ex compagno?

20 Supponiamo che in una unione libera la moglie accetti la verità e desideri far legalizzare e registrare il matrimonio ma l’uomo per motivi egoistici rifiuti assolutamente di farsi persuadere. La società del nuovo mondo riconoscerà il matrimonio come “de facto” a condizione che la povera donna prometta e firmi una dichiarazione scritta affermando che rimarrà fedele al compagno accettato come ad un marito e che farà legalizzare il matrimonio appena potrà indurre l’uomo a farlo. Pertanto ella stessa non potrà più annullare questo matrimonio “de facto” da sola separandosi dall’uomo. Questo temporaneo riconoscimento del suo matrimonio “de facto” non dà alla donna nessun beneficio legale ma le porta benefici spirituali. La sua dedicazione a Dio potrà ora essere ritenuta da Lui accettata ed ella potrà essere battezzata in acqua e considerata come membro della congregazione, meritevole del privilegio di predicare il messaggio del Regno. Secondo il consiglio dell’apostolo Pietro alle mogli, ella cercherà di portare l’uomo nella verità e così renderlo ansioso di legalizzare il loro matrimonio de facto e farlo registrare. La registrazione del matrimonio è un obbligo che i coniugi hanno verso la comunità in cui vivono, dichiarando la loro relazione come marito e moglie per legge davanti a tutta la comunità e davanti al governo al quale sono soggetti. L’uomo che ama la propria moglie sarà orgoglioso di far legalizzare e registrare il matrimonio con lei. Se in una libera unione il marito non farà legalizzare il matrimonio e se la donna non dipende da lui e non desidera dichiararsi sua moglie vincolata dinanzi alla congregazione di Dio, ella deve dire all’uomo di tenersi lontano da lei e non deve aver più nulla a che fare con lui. Ella deve rimaner nubile finché non potrà contrarre un matrimonio legale. Nei Paesi o negli Stati in cui la legge riconosce il concubinato, tale matrimonio potrà essere sciolto soltanto mediante passi legali intrapresi da uno dei coniugi o da tutti e due.

21, 22. (a) Che cosa deve fare l’uomo se perviene alla verità mentre è unito con due mogli? (b) Se delle donne oppure tutt’e due accettano la verità qual è la loro responsabilità?

21 In molti Paesi controllati dal cattolicesimo un uomo potrà mantenere contemporaneamente due o più unioni libere. Consideriamo il caso in cui due donne dello stesso uomo accettino il messaggio del regno di Dio, sia che il marito accetti il messaggio oppure non lo accetti. Come potrà essere considerata accettevole a Dio la dedicazione di una di queste persone o di tutt’e tre e come potrà essere eseguito un battesimo in acqua per simbolizzarla? Se l’uomo accetta la verità, egli deve decidere quale delle due o più donne desidera come moglie e deve sposarla legalmente non avendo mai più relazioni con una qualsiasi delle altre donne. Se egli non accetta la verità, spetta dunque alle due donne di agire. Entrambe non possono continuare ad aver relazioni con lo stesso uomo incoraggiando la fornicazione. Una deve accordarsi con l’uomo per essere la sua unica moglie e indurlo a legalizzare il loro matrimonio oppure deve dichiararsi davanti alla congregazione vincolata a lui come sua donna prescelta finché la legalizzazione sarà possibile. L’altra donna deve riconoscere questa disposizione e non aver mai più relazioni con questo uomo. Oppure, tutt’e due le donne non devono aver più nulla a che fare con lui, specialmente se egli continua a mantenere rapporti di libera unione con altre donne. Esse non possono concedere privilegi coniugali ad un poligamo.

22 Altre informazioni inerenti a questa considerazione di problemi coniugali e alla veduta scritturale del celibato saranno pubblicate nel prossimo numero de La Torre di Guardia.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi