Domande dai lettori
● Nell’articolo de La Torre di Guardia del 1º marzo 1957 intitolato “La cerimonia e le esigenze del matrimonio”, il paragrafo 20 dice che la moglie consensuale che accetta la verità e vuole far legalizzare e registrare il matrimonio, ma non riesce a convincere l’uomo con cui vive ad accettare, può firmare una dichiarazione scritta secondo cui sarà fedele al suo coniuge consensuale come marito e farà legalizzare il matrimonio appena potrà convincere l’uomo a legalizzarlo, e quindi può essere battezzata. Si applica questo a tutti i paesi del mondo, a tutte o a qualche forma di matrimonio consensuale?
La Torre di Guardia considerava il matrimonio consensuale e mostrava la differenza tra questo e il concubinato. Questo stesso paragrafo fu menzionato ne La Torre di Guardia del 15 giugno 1961, nella parte considerata col sottotitolo “Bisogno di legalizzare il matrimonio”.
Il concubinato, benché sia legalmente riconosciuto in alcuni stati o province del paese e sia un matrimonio legale, in altri stati o province dello stesso paese o in altri paesi può non essere considerato legale. Perciò la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati esige che coloro che vivono insieme in concubinato celebrino una legale cerimonia nuziale e che il matrimonio sia definitamente registrato nei registri del governo civile. Non prima di ciò la Società Torre di Guardia riconoscerà la dedicazione di coloro che vivono in concubinato né li considererà degni del battesimo in acqua e dell’ammissione nella società del Nuovo Mondo. Questa procedura darà ai figli la debita posizione legale in qualsiasi paese o stato ed è pienamente d’accordo con la legge di Dio.
Tuttavia, se una donna che vive in concubinato in uno stato in cui il concubinato è considerato legale non riesce a convincere il marito nel concubinato a fare registrare legalmente il loro matrimonio, la Società fa una concessione. Essa permette alla donna che apprende la verità di presentare al comitato della congregazione le prove che ha fatto uno sforzo coscienzioso per convincere il suo compagno nel concubinato a registrare legalmente il matrimonio. Il comitato della congregazione le permetterà in tal caso di firmare una dichiarazione di voto di fedeltà nella relazione coniugale all’uomo che non vuole sposarla ed ella potrà essere accettata per il battesimo e partecipare alle attività della congregazione. Si può dire la stessa cosa dell’uomo che non riesce a convincere la propria moglie nel concubinato a registrare il matrimonio.
Negli stati o nelle province dove il concubinato non è considerato legale, le persone non sposate che vivono insieme consensualmente o per mutuo consenso vivono insieme in fornicazione. Tali persone non possono essere accettate per il battesimo dalla società del Nuovo Mondo finché non abbiano legalizzato la loro posizione con un’appropriata e legale cerimonia nuziale. Non c’è nessuna legge che impedisca loro di legalizzare il matrimonio, poiché sono celibi. In tutti i paesi i celibi hanno il privilegio di sposarsi; quindi l’esigenza del matrimonio legale si applica in tutte le parti del mondo. In tali casi quindi la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati non accetta la dichiarazione firmata dei celibi che vivono insieme consensualmente. Essi devono far celebrare l’appropriata e legale cerimonia nuziale o separarsi, prima di essere accettati per il battesimo in acqua.
Se una delle parti nell’unione consensuale fosse ancora legalmente sposata a un’altra persona, egli o ella dovrebbe ottenere dalle leggi del paese il decreto di divorzio che dissolve il matrimonio legale e poi sposarsi legalmente al coniuge consensuale prima di presentarsi per il battesimo in acqua.
In certi paesi soggetti a un severo dominio religioso non è concesso il divorzio. Accade talvolta che una persona sposata non divorziata viva da molti anni con una persona celibe perché il suo coniuge legale l’ha abbandonata e ha cominciato a vivere in adulterio con qualcun altro. Poi questa persona non divorziata acquista conoscenza della verità e vuole servire Geova. Ma non può ottenere per legge il divorzio. Potrebbe essersi formata una famiglia nell’unione consensuale e la donna potrebbe anche desiderare di servire Geova e allevare i figli nell’ammonizione di Geova. In tali paesi abbiamo fatto la concessione alla coppia che quando conosce la verità vive insieme senza essere sposata.
Benché non possano ottenere il divorzio dal coniuge legale, devono prendere qualsiasi provvedimento legale possibile per far registrare la separazione dal coniuge legale; poi devono scrivere una confessione e fare una dichiarazione di voto di fedeltà l’uno all’altro nella disposizione matrimoniale, nella quale affermano che staranno insieme malgrado i vincoli legali che li uniscono ad altri e che secondo la legge esistente non possono essere sciolti. Devono anche stabilire di legalizzare la loro reciproca relazione non appena sarà eliminato l’ostacolo legale, vale a dire alla morte del coniuge legale separato.
Concediamo questo perché la legge del paese è irragionevolmente proibitiva e rifiuta il divorzio perché non riconosce la legge di Dio, che ammette il divorzio a causa di fornicazione o adulterio. Se la coppia fosse vissuta in un altro paese dov’era concesso il divorzio essa avrebbe indubbiamente regolato la sua situazione coniugale molto tempo prima e ora i due si sarebbero presentati nella società del Nuovo Mondo come persone legalmente sposate. In base alla dichiarazione di Gesù in Matteo 19:8, 9, la Società ha fatto questa concessione, e confidiamo che abbia l’approvazione di Dio.
Supponiamo che un individuo viva in unione consensuale in un paese dove non è concesso il divorzio e che abbia un ostacolo legale. Se impara la verità, ma la persona con cui vive non accetta la verità e non vuole cooperare per firmare una dichiarazione scritta di voto di fedeltà, la società del Nuovo Mondo accetterà una dichiarazione firmata solo dalla persona che ha conosciuto la verità e vuole dedicarsi per servire Dio. È quando nell’unione consensuale prevale questa situazione che viene accettata la dichiarazione di voto di fedeltà, com’è detto nel paragrafo 20, a pagina 154, de La Torre di Guardia del 1º marzo 1957. Tale dichiarazione non sarebbe accettata in un paese dove fosse concesso per legge il divorzio.
(Le congregazioni che hanno in archivio l’opuscolo Domande sul servizio del Regno faranno una nota di questo nell’opuscolo per futuri riferimenti, specialmente in relazione a pagina 13).