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  • Dove l’uomo può vivere per sempre
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 15/2 pp. 101-104

Dove l’uomo può vivere per sempre

Se l’uomo non va in cielo, deve egli subire il tormento di un inferno ardente? La Bibbia mostra un luogo diverso dal cielo dove l’uomo ubbidiente potrà vivere per sempre nella felicità.

MOLTE religioni insegnano che dopo la morte la nostra anima immortale vivrà in un cielo di beatitudine o in un inferno di tormento. Vi è un mondo dove l’uomo potrà vivere per sempre, ma non è popolato da immortali anime umane. Non vi è nulla di simile ad un’immortale anima umana. L’anima umana è la vita umana, e quando la persona muore diviene un’anima morta, non un immortale. La Bibbia usa questa espressione in Numeri 6:6: “Non s’accosterà ad un’anima morta”. Tutte le imperfette anime o creature umane peccano e la condanna del peccato è la morte: “Il salario che il peccato paga è la morte”. “L’anima che avrà peccato, quella morirà”. — Rom. 6:23; Ezech. 18:4, Ri.

Perché i morti abbiano l’opportunità di vivere per sempre devono esser liberati dalla morte, e questo avverrà con la risurrezione: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto il bene alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato il male alla risurrezione di giudizio”. — Atti 24:15; Giov. 5:28, 29.

Alcuni saranno risuscitati dai morti come creature spirituali per vivere e regnare con Cristo in cielo, alcuni saranno risuscitati come creature umane di carne e sangue per avere l’opportunità di vivere sulla terra e alcuni non saranno risuscitati affatto, perché si sono già mostrati incorreggibilmente empi: “Dormiranno un sonno sempiterno e mai più si ridesteranno, dice il re il cui nome è il Signore [Geova] degli eserciti”. “Questi andranno all’eterno stroncamento”. — Ger. 51:57, Ri; Matt. 25:46.

Pochi religionisti della cristianità discuteranno l’idea che alcuni andranno in cielo, ma pochi acconsentiranno che alcuni vivranno per sempre sulla terra come creature umane. Quale prova biblica vi è per questa credenza? La prova ci è data dallo stesso significato di “mondo”. Il primo mondo fu distrutto nel diluvio del tempo di Noè: “Nei tempi antichi ci furono dei cieli e una terra che stava saldamente fuori dell’acqua e in mezzo all’acqua mediante la parola di Dio, e con quei mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — 2 Piet. 3:5, 6.

Il mondo distrutto dall’acqua ai giorni di Noè era costituito dai cieli e dalla terra, ma non dai letterali cieli stellati, né dal letterale globo terrestre, poiché queste cose sopravvissero al diluvio d’acqua. Ciò che perì furono gli empi cieli invisibili organizzati in un certo sistema sotto Satana e le persone empie organizzate sulla terra. Gli empi cieli furono violentemente separati e gli uomini empi furono distrutti, e fu quel mondo di empie creature invisibili e visibili ad avere fine in quei tempi antichi. Che un significato simbolico di “terra” sia quello di popoli della terra si comprende da 1 Re 10:24, che nella nota in calce dice: “E tutta la terra cercava il volto di Salomone per udire la sua parola”.

“Ma per mezzo della medesima parola”, prosegue 2 Pietro 3:7, “i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. Molti religionisti usano questa scrittura per asserire che la terra verrà bruciata alla fine, quando i buoni andranno in cielo. Ma se i cieli e la terra distrutti dal Diluvio non sono letterali, nemmeno sono letterali i cieli e la terra di questo mondo attuale, che sarà distrutto mediante il fuoco. Affermare che la terra letterale verrà bruciata significa contraddire la dichiarazione biblica di Salmo 104:5: “Egli ha fondato la terra sui suoi luoghi stabiliti; non sarà smossa per un tempo indefinito, per sempre”. E quando questi religionisti dicono che l’ardente fine di questo mondo di cieli e terra sia letterale essi dicono che i cieli ai quali attendono di ascendere siano pure arsi. In realtà, saranno distrutti i cieli e terra simbolici che si sono mostrati empi, gli invisibili cieli di Satana con i suoi demoni e il sistema degli uomini empi che abitano sulla terra.

Viene quindi fatta la promessa: “Ma ci sono nuovi cieli e nuova terra che noi aspettiamo secondo la sua promessa, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Piet. 3:13) I simbolici nuovi cieli sono Cristo e i cristiani della terra risuscitati come creature spirituali per regnare con lui; e la nuova terra sono le persone preservate o risuscitate per vivere sulla terra con giustizia quali creature umane di carne e sangue. Se vi dovrà essere un nuovo mondo, vi saranno creature terrene sulla terra, perché il mondo comprende sia una parte celeste che una parte terrestre. Primo Corinzi 4:9 mostra questo, dicendo: “Noi siamo divenuti uno spettacolo teatrale per il mondo, sia per gli angeli che per gli uomini”. Il mondo per cui gli apostoli divennero uno spettacolo era costituito da parti visibili e invisibili, di uomini e angeli.

Non solo la Bibbia indica in questo modo chiaramente che la parola greca kosmos resa “mondo” comprende una parte celeste e una parte terrestre, ma gli stessi Greci attribuivano alla parola questo significato, come mostra lo scritto di Aristotele “Sul mondo” (Peri Kósmou) dove definisce kosmos in questo modo: “Un sistema composto di cielo e terra, e delle creature in essi contenute; altrimenti l’ordine e la bella disposizione del mondo si chiama kosmos”.

Se vi dovrà essere un mondo così definito, e se vi dovrà essere un mondo senza fine, esso comprenderà una parte terrestre di creature umane che vivranno per sempre. Sarà una parte della promessa di Geova, e noi possiamo fiduciosamente attenderlo secondo la sua promessa. La stessa definizione e il significato di “mondo” della Bibbia provano che sulla terra vi saranno creature umane di carne e sangue che vivranno per sempre.

L’espresso proposito di Geova dà ulteriore prova, poiché il suo proposito non viene mai meno: “Io ho parlato e ridurrò a effetto: ho creato un disegno e lo farò”. “Tale sarà la mia parola; una volta uscita dalla mia bocca non tornerà a me senza frutto, ma opererà tutto quello che io voglio, e prospererà in quelle cose per cui l’ho inviata”. Il suo proposito nel fare la terra fu che venisse abitata, non che fosse deserta o ridotta in cenere: “Così parla l’Eterno [Geova] che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata; io sono l’Eterno [Geova] e non ve n’è alcun altro”. Egli fece l’uomo perché ‘la coltivasse e ne avesse cura’ e perché ‘l’assoggettasse e tenesse sottomessi i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muoveva sulla terra’. — Isa. 46:11; 55:11, Ri; Isa. 45:18, VR; Gen. 2:15; 1:28.

Se i fedeli che vissero prima del tempo di Cristo dovranno ricevere la risurrezione e la vita, dovranno tornare a vivere sulla terra. Giovanni Battista fu l’ultimo di questa discendenza di uomini fedeli, e Gesù disse esplicitamente che egli non sarebbe andato in cielo e che solo dal suo tempo in poi era offerta la speranza della vita celeste: “Fra i nati da donne non è stato suscitato uno più grande di Giovanni Battista; ma il minore nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora il regno dei cieli è la mèta verso la quale si spingono gli uomini”. Nessun fedele era andato in cielo prima di Gesù: “Nessun uomo è asceso al cielo eccetto colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. L’approvato Davide non andò in cielo: “Fratelli, con libertà di parola vi si può dire del capo di famiglia Davide, che morì e fu sepolto e la sua tomba è fino a questo giorno fra noi. Infatti Davide non è asceso ai cieli”. Se questi uomini riceveranno la ricompensa della vita, dovranno averla sulla terra. — Matt. 11:11, 12; Giov. 3:13; Atti 2:29, 34.

“Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì andando in un luogo che doveva ricevere come eredità, e partì senza sapere dove era diretto. Per fede dimorò temporaneamente nel paese della promessa come in un paese straniero, e abitò in tende con Isacco e Giacobbe, coeredi della stessa promessa. Nella fede morirono tutti questi, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse”. A questi e ad altri come loro fu promesso un paese, ma essi non lo ricevettero: “Eppure tutti questi, sebbene ricevessero testimonianza mediante la loro fede, non ottennero l’adempimento della promessa”. Ad ogni modo, essi riceveranno l’adempimento della promessa, poiché Geova mantiene le sue promesse. Egli li risusciterà dalla morte alla vita sulla terra come carnali creature umane e li stabilirà nel paese perché non ne siano mai più spazzati via. Questo dovrà accadere, altrimenti la parola di Geova non sarebbe adempiuta. — Ebr. 11:8, 9, 13, 39.

Le creature umane che otterranno la vita in cielo come creature spirituali con Cristo sono di numero limitato, ma un numero incalcolabile d’esse potrà vivere sulla terra per sempre. Per esserne meritevoli, cercate la mansuetudine e la giustizia: “Cercate il Signore, o voi tutti umili della terra, che avete messo in pratica i suoi precetti; cercate la giustizia, cercate la mansuetudine, se mai possiate trovare un rifugio nel giorno dell’ira del Signore!” “I mansueti stessi possederanno la terra e realmente troveranno squisita delizia nell’abbondanza della pace. I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. — Sof. 2:3, Ri; Sal. 37:11, 29; Apoc. 14:1, 3.

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