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  • Lo scopo della mia vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 15/6 pp. 372-375

Lo scopo della mia vita

Narrato da Giovanni De Cecca

NACQUI a Calitri, in Italia, nel dicembre 1879. I miei devoti genitori mi fecero fare il battesimo e in seguito la cresima da cattolico romano. Non pensavamo che oggi, all’età di ottant’anni, mi sarei volto a considerare lietamente cinquantaquattr’anni trascorsi da testimone di Geova.

Dopo la cresima, mi chiedevo e infine domandai al sacerdote: “Che devo fare in qualità di cristiano per piacere a Dio?” Egli rispose: “Sii un buon uomo, assisti regolarmente alla messa, fai la confessione, ripeti il rosario, offri tutto quello che puoi alla chiesa e fai quello che ti dico io”. La sua risposta non mi soddisfece. Mi sembrava egoistico e ingiusto interessarmi solo di me stesso. Perché non cercar d’aiutare altri e rendere il mondo migliore?

In quel tempo mio padre portò a casa una Bibbia e cominciò a leggercela. Io non ne avevo mai visto una e mi chiedevo se m’avrebbe aiutato ad essere un buon cristiano. Mentre mio padre ce la leggeva di giorno in giorno, m’interessai profondamente e bramai di legger la Bibbia io stesso. Avendo fatto da ragazzo il pastore dall’età di cinque anni e non avendo frequentato la scuola, non sapevo leggere. Quando mio padre me lo insegnò, dedicai molte felici ore alla lettura di questo buon Libro. Mentre molte cose non mi erano chiare, comprendevo che quello che mi dicevano i sacerdoti non era in armonia con la Parola di Dio. Il tentativo di parlare della Bibbia al mio sacerdote fu una gran delusione. Egli mi disse che non era affar mio capire e insegnare la Bibbia; questo era affar suo! Egli mi avrebbe detto ciò che mi occorreva per essere un vero cristiano. Mi disse quindi di andare a confessarmi. Io ci andai, ma non c’era niente da confessare. Molto dispiaciuto, il mio sacerdote disse cose terribili intorno al purgatorio, al tormento eterno e ad altre cose che non erano appropriate per un adolescente. Ne fui molto disgustato. Quando mi fu detto di mettere qualche cosa nella scatola delle offerte per sostenere le funzioni del sacerdote, io offrii due centesimi, e in seguito me ne pentii.

Mentre continuavamo a leggere la Bibbia, mio padre decise di non andare più a messa. La sua decisione ci recò molta opposizione da parte dei nostri parenti e precedenti amici. I sacerdoti dissero loro di non avere nulla a che fare con noi perché li avremmo sviati. Noi ci unimmo alla locale chiesa battista, dove apprendemmo che il purgatorio non era menzionato nella Bibbia, né essa diceva alcuna cosa circa l’andare a messa o il pregare i “santi”. Il ministro ci disse che avremmo dovuto pregare Dio e confessare a Lui i nostri peccati. Io fui felice d’imparare queste cose, ma la dottrina del tormento eterno mi preoccupava. Il nostro ministro non poteva dare una risposta scritturale soddisfacente. Questa fu per me una grande delusione, perché il pensiero di soffrire per sempre in un luogo di tormento mi affliggeva moltissimo. Continuai a leggere la Bibbia sperando di trovarvi qualche cosa che avrebbe appagato le mie domande.

Nel 1900, quando avevo ventun’anni, ci trasferimmo negli Stati Uniti e ci stabilimmo nel Connecticut. Mi misi a lavorare per aiutare a sostenere la famiglia e immediatamente cominciai a studiare l’inglese, con l’aiuto di un dizionario italiano-inglese. Imparato a parlare e leggere l’inglese, mi sentii a mio agio in America. Qui continuai a leggere la Bibbia, sempre sperando che qualcuno mi aiutasse a capirla.

Nel 1904 la mia speranza si adempì, quando una colportrice della Torre di Guardia venne dove io lavoravo, offrendo pubblicazioni bibliche. Da lei ottenni i primi tre volumi degli Studi sulle Scritture. Il primo volume, intitolato “Il divin piano delle età”, mi mostrò in modo notevole il glorioso messaggio della Bibbia. Fui così felice che desiderai dire a tutti d’aver trovato la verità. Com’era meravigliosa! Le mie preoccupazioni circa il tormento eterno erano scomparse, poiché l’ispirato Libro di Dio dice chiaramente che il “salario del peccato è la morte”, non il tormento. Imparai che il regno di Dio, per cui Gesù ci insegnò a pregare, recherà la vita eterna e perfetta felicità a tutti quelli che credono nel Signore Gesù Cristo e lo servono fedelmente. Che messaggio da portare al popolo!

I miei primi sforzi per diffondere questi meravigliosi libri non ebbero molto successo, perché non sapevo come fare. Quando cercai di suscitare l’interesse del mio ministro battista, dicendogli che l’inferno non è un luogo di tormento eterno, egli chiese: “Se si toglie l’inferno dalla Bibbia, che ci rimane?” Io risposi: “Abbiamo Cristo, nostro Salvatore, che ci ha redenti dalla condanna della morte e il suo regno millenario che porterà la pace, la felicità e la vita eterna a quelli che gli ubbidiscono”. Questo pose fine alla discussione.

Ad Asbury Park, nel New Jersey, vidi durante il congresso degli Studenti Biblici del 1906 parecchie centinaia di dedicati cristiani dediti alle Scritture. Non dimenticherò mai come queste persone amichevoli parlavano della Bibbia di continuo ed eran pronte e capaci di rispondere alle mie domande. Se avessi potuto vivere sempre con questa specie di persone, come sarei stato felice! Ivi conobbi il fratello Charles Russell, presidente della Società Torre di Guardia. Gli chiesi se avrei potuto lavorare nella sede della Società. Dopo aver ascoltato le esperienze che avevo avute in Italia e come avevo imparato la verità in America, egli mi suggerì di fare prima l’opera di colportore e forse in seguito sarebbe stato trovato un posto per me nella sede della Società. Mi battezzai quell’anno, ma non mi sentii pronto per il servizio di colportore. Quindi un fratello che stava per intraprendere quel lavoro, mi chiese se mi volevo unire a lui. Accettai e presto imparai a distribuire le pubblicazioni bibliche. Per immeritata benignità di Geova, pronunciai anche un discorso pubblico in italiano a un uditorio di quattrocento persone in Roseto di Pennsylvania.

Nel frattempo la sede della Società si era trasferita da Allegheny, Pennsylvania, a Brooklyn, New York. Nel dicembre 1909, fui invitato a lavorare nella Bethel di Brooklyn. Che privilegio esser membro di questa famiglia dedicata! Prima che passasse un anno, ebbi l’incarico di servire i vicini abitanti italiani che mostravano molto interesse per il regno di Dio. Nessuno d’essi sapeva pronunciare discorsi pubblici, quindi io feci quello che potevo, e il Signore benedisse i miei sforzi. Frequenti conferenze si tennero in Connecticut, New York, Massachusetts, New Jersey e Pennsylvania.

Dopo aver acquistato in quest’opera una certa esperienza, la Società mi mandò in luoghi lontani, dove feci regolari viaggi di “pellegrinaggio”. In uno di questi luoghi, a St. Louis, un certo numero di giovani cattolici vennero all’adunanza con i sassi in tasca, pronti a lanciarmeli se non fosse loro piaciuto ciò che avrei detto. I sassi non furono lanciati, ma dopo aver ascoltato il discorso alcuni rimasero per fare domande bibliche e s’interessarono della verità.

A Rochester, un uomo venne da me dopo la conferenza e fece con me un’accesa discussione per più di un’ora. Egli se ne andò convinto che noi avevamo la verità e in seguito divenne ministro pioniere in servizio continuo. Egli è ancora fedele nell’opera di Geova. Durante un’altra conferenza, a Springfield, nel Massachusetts, alcuni teppisti vennero sul palco cercando di ostacolarmi. Io parlai più forte di loro e l’uditorio continuò ad ascoltare attentamente. Infine i disturbatori andarono via. Due famiglie che ascoltarono quella conferenza divennero in seguito ministri della buona notizia.

All’inizio del 1914, si proiettava agli spettatori di lingua inglese il Fotodramma della Creazione della Società, accompagnato da discorsi di spiegazione incisi su dischi fonografici. Quando questi discorsi furono in seguito tradotti in italiano, fui invitato a leggerli mentre si proiettavano le pellicole cinematografiche. Sapendo che ci volevano due ore per proiettare ciascuna delle quattro parti del Dramma, mi chiedevo se ne sarei stato capace. Giacché Geova aveva benedetto i miei deboli sforzi alle adunanze pubbliche, ero ansioso di provare. Egli me ne diede la forza, e riuscii abbastanza bene. Migliaia di persone assistettero alle proiezioni e molti lasciarono i loro nomi chiedendo altre informazioni bibliche. Altri condivisero con me la gioiosa opera di visitare queste persone nella zona della Betel, promuovendo il loro interesse.

Una sorella nella verità, Grace Harris, meravigliata dello zelo e dell’energia che lietamente dedicavo ai discorsi del Dramma, s’innamorò dell’oratore. Il nostro matrimonio fu celebrato dal fratello Russell nel 1916. Grace è stata per me una vera compagna per oltre quarant’anni e lo è ancora. Di tutto questo sono molto grato a Geova.

Allorché il Dramma ebbe adempiuto il suo scopo, mi lasciò più tempo da dedicare ai miei doveri nel reparto della Società dove si traducevano lettere in italiano e si teneva corrispondenza. È stato meraviglioso essere nella casa Betel! Quindi, nel 1916, ricevemmo tutti un grande dispiacere. Il fratello Russell morì nel treno che lo riportava dal giro di conferenze presso la Costa Occidentale. ‘Che faremo ora?’ si chiedevano molti. Noi credevamo che il fratello Russell fosse “quel servitore” di Matteo 24:45-47, al quale erano affidati tutti gli interessi del Regno. Era finita la nostra opera o dovevamo continuare a predicare la buona notizia come avevamo fatto durante la sua vita terrena? Alcuni si scoraggiarono e smisero. Ma la maggioranza continuammo a lavorare e fummo riccamente benedetti dal Signore.

All’adunanza amministrativa del gennaio 1917, il fratello Joseph Rutherford fu eletto presidente della Società. Tutto andò bene per un certo tempo finché alcuni fratelli che pensavano d’esser direttori legali della Società cercarono di cambiare le regole della Società e d’assumere la direttiva dell’opera. Il loro tentativo di fare del presidente una semplice figura rappresentativa che avrebbe soddisfatto le loro ambizioni non riuscì, ma creò molta confusione e afflizione fra gli amici che erano stati per anni leali alla Società. Avendo fallito, i ribelli lasciarono la Betel e l’opera. Le cose procedettero quindi bene fino all’estate del 1918.

Quell’anno un gruppo di ministri della falsa religione spinsero il governo degli Stati Uniti ad arrestare l’opera della Società con l’accusa che i suoi funzionari fossero sleali verso lo sforzo bellico. Si asserì che la nostra predicazione del regno di Dio come unica speranza e l’aver additato la prima guerra mondiale come adempimento delle profezie servissero a scoraggiare gli uomini che andavano in guerra. Le accuse provocarono l’arresto e il processo a carico dei funzionari e dei membri della Società per non aver preso parte attiva alla guerra. Avendo consigliato al mio giovane fratello in che modo chiedere dovutamente l’esenzione da ministro, il che egli era, divenni imputato.

Noi subimmo ciò che in seguito fu definito un processo ingiusto. Fummo inviati alla prigione federale di Atlanta, in Georgia. Mentre gli altri ricevettero condanne molto lunghe, la mia fu comparativamente breve. Il fratello Macmillan, uno dei miei compagni imputati, dice ancora che questo avvenne perché io ero più basso degli altri. Nella sartoria della prigione trovai un certo numero d’altri Italiani ch’erano in prigione per aver fabbricato biglietti falsi. Diedi loro testimonianza intorno al divin regno di pace e perfezione per il genere umano. Alcuni ascoltarono con apprezzamento; altri pensarono che fosse troppo bello per esser vero.

La giustizia cominciò a trionfare e noi fummo messi in libertà da Atlanta nella primavera del 1919, per essere in seguito pienamente esonerati. Tornati a Brooklyn, fummo ricevuti da molti amici che si riunirono per accoglierci. Fu una felice riunione familiare. In quel mese di settembre, si riunirono a congresso a Cedar Point, nell’Ohio, oltre 7.000 dedicati amici, per apprendere possibilmente che cosa richiedeva da noi il Signore. Con nostra gioia vedemmo nella Bibbia che bisognava ancora compiere una grande opera, predicando il messaggio del Regno alle nazioni. Nel 1922 tornammo a Cedar Point per tenervi un altro congresso, dove tutti fummo elettrizzati dalle prospettive delle più grandi cose avvenire. Grace e io ci rallegrammo di condividere il servizio continuo in questa crescente opera del Regno.

Eravamo occupati nel nostro lavoro della Betel e gli anni passavano velocemente. Assistemmo a molti congressi del popolo di Geova, come quelli di Columbus nel 1931 e nel 1937, St. Louis nel 1941, Los Angeles nel 1947 e la prima grande assemblea nello Yankee Stadium di New York nel 1950. Furon tutte gioiose esperienze, mentre vedevamo che Geova faceva prosperare la crescita della sua organizzazione terrena.

Nel 1951, e di nuovo nel 1955, la Società e i nostri amici ci consentirono di visitare l’Italia, dove ebbi la gioia di parlare a un certo numero di congregazioni di nostri fratelli. Durante il viaggio del 1955 fummo fra le diverse migliaia di conservi che viaggiarono in Europa, assistendo a congressi in molte città. L’assemblea che si tenne a Roma nel bel palazzo che secondo le intenzioni originali avrebbe dovuto render gloria a Mussolini, fu una lode al nome di Geova e fece una profonda impressione agli abitanti di Roma.

Tornati a Brooklyn, mia moglie ed io siamo felici di poter prendere regolarmente parte all’opera di porta in porta, di visite ulteriori e di studi biblici a domicilio. Apprezziamo anche l’importanza d’intervenire alle adunanze e alle assemblee provvedute da Geova. Benché a volte siamo stanchi nell’ora delle adunanze, torniamo sempre a casa grandemente ristorati.

Considerando i cinquantaquattro anni trascorsi nel servizio di Geova, posso veracemente dire che sono stati i più felici anni della mia vita. Cinquantadue d’essi li ho passati come membro della famiglia Betel di Brooklyn, privilegio di servizio che raccomando con tutto il cuore ad ogni giovane cristiano. È vero che vi sono state alcune prove, ma queste hanno accresciuto la nostra fede in Geova. Io non ho mai dubitato che Egli si serve della Società per dirigere l’opera di testimonianza mondiale predetta da Gesù in Matteo 24:14. Come disse Paolo, tutte le tribolazioni “non hanno alcuna importanza in paragone con la gloria che sarà rivelata in noi”. — Rom. 8:18.

La nostra grande speranza è di far parte del nuovo mondo di giustizia di Dio, dove lo potremo lodare e servire per sempre. Con l’aiuto di Geova, perseguiremo con successo questo benedetto scopo della nostra vita.

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