Schierata dalla parte di Geova nella grande contesa
Narrato da Lilian Ruetimann
ERO una ragazzina di sei anni quando gli aeroplani rombavano sopra le nostre teste in un caldo pomeriggio di agosto del 1914. Nel bel giardino inglese mi appoggiavo alle ginocchia di mio padre e ascoltavo i grandi che parlavano della guerra appena cominciata.
Mio padre era membro attivo del partito liberale e amministratore di una filiale della Società Cooperativa del nostro paese di campagna in Inghilterra. La mamma era insegnante, interessata in tutte le attività educative. Aveva comprato un libro intitolato “Il Divin Piano delle Età”. I miei genitori lo lessero con premura e poi presero parte a un regolare studio biblico con altre due coppie sposate. Nella primavera del 1916 mio padre e mia madre si battezzarono per simboleggiare la loro decisione di fare la volontà di Geova.
Fu cominciato lo studio biblico a domicilio con noi bambini, e tutt’e quattro dovevamo assistere alle adunanze coi cristiani che oggi sono chiamati testimoni di Geova. Unimmo le nostre forze a quelle dei pochi simili credenti delle città vicine e tenemmo discorsi biblici nelle città lungo il fiume per circa sessantacinque chilometri fino alla foce del Tamigi. Mentre distribuivamo zelantemente trattati e inviti, cominciarono a formarsi piccoli gruppi, che divennero poi fiorenti congregazioni del popolo di Geova lungo la sponda orientale del Tamigi a Londra.
Nell’autunno del 1916 mio padre assunse un fermo atteggiamento di neutralità nei riguardi della guerra. Questo provocò non poca eccitazione nella nostra cittadina dove in precedenza egli era stato attivo nella politica. Non solo il caso fu trattato in tribunale con molta pubblicità, ma anche noi bambini dovemmo difendere le nostre credenze a scuola. Papà fu infine esentato per motivi di salute, e fu incaricato di lavorare nel servizio del consiglio della distribuzione del cibo.
Il nostro villaggio natio era aperto agli amici stanchi della città, ma per me non c’era nulla di tanto eccitante come visitare Londra e assistere a una “grande” adunanza. Vidi il “Fotodramma della Creazione” degli Studenti Biblici, bella spiegazione della Bibbia mediante diapositive, discorso registrato e musica appropriata. Durante una di queste visite a Londra ci giunse notizia dello storico congresso della Torre di Guardia, tenuto nel 1922 a Cedar Point, nell’Ohio.
DECISIONE PERSONALE
L’opera di predicazione era ora compiuta con il motto “Milioni di persone ora viventi non morranno mai!” Il mio fratello maggiore era partito per l’India e mia sorella si era battezzata. Tutto questo era per me una cosa completamente normale fin quando, nel 1924, un maturo amico cristiano non mi mostrò i miei privilegi. Compresi ad un tratto che non si cresce nella fede automaticamente, ma che si deve prendere una decisione personale. Potevo prenderla io?
Sin dalla mia infanzia avevo atteso con speranza il Millennio in cui il leone e l’orso sarebbero stati insieme al bue e un piccolo fanciullo li avrebbe guidati. Naturalmente, volevo fare la volontà di Geova, ma la Sua volontà come la comprendevamo allora era di trovare gli ultimi membri della sposa di Cristo per la vita celeste. Significava rinunciare a tutte le speranze terrene e infine morire. I miei genitori mi consigliarono di calcolare attentamente il costo. Se fossi stata fedele, avrei visto Geova e Cristo Gesù. Questa meravigliosa speranza fu decisiva. Poco prima di compiere i diciassette anni mi battezzai a Londra, nel gennaio del 1925.
La predicazione di casa in casa mi stimolava e mi ammaestrava di continuo. In quei giorni avevamo appena cominciato, ma alcuni collaboratori in servizio continuo che erano venuti ad aiutarci nel nostro territorio mi diedero molti buoni consigli. L’apprezzamento per la verità si approfondiva sempre più nel mio cuore.
Il congresso tenuto nel 1926 nell’Alexandra Palace, a Londra, fu un avvenimento notevole. Penso che non dimenticherò mai l’eccitazione di quando fu presentato il libro Liberazione. Il discorso pubblico nella Royal Albert Hall, “Perché le potenze mondiali vacillano: il rimedio”, coronò il congresso e tornammo a casa per distribuire l’opuscolo Il vessillo per il popolo nel resto delle nostre vacanze. Divorai letteralmente il libro Liberazione col suo magnifico tema sulla grande contesa tra Geova e Satana e sull’imminente rivendicazione del nome di Geova. Comprendere questa contesa fu come un fuoco nelle mie ossa. Da allora in poi, ogni sabato pomeriggio, quando ero libera dal mio lavoro di segretaria, riempivo la borsa, salivo in bicicletta e andavo a predicare nella distante zona rurale, e mi univo ai miei genitori e alla piccola congregazione nel servizio di casa in casa la domenica mattina.
Mia sorella intraprese l’opera di predicazione in servizio continuo nel febbraio del 1927, e io e mio fratello rimanemmo gli unici membri giovani della nostra piccola congregazione. Era una regione piuttosto pianeggiante che conduceva alla foce del Tamigi, e a volte desideravo viaggiare e vedere bei paesi, ma sopprimevo rapidamente questo desiderio, e ragionavo tra me che poiché il tempo per questo sistema di cose era così breve facevo meglio a non perdere tempo. Comunque avrei visto tutto meglio dal cielo. Geova tenne conto del mio desiderio e in seguito mi benedisse dandomi più di quello che avevo sognato.
NON FECI UN MATRIMONIO MISTO
Ero ormai donna, un’impetuosa ragazza piena di entusiasmo e di vitalità, ma avevo superato sana e salva le varie fasi dello sviluppo. Poi mi innamorai profondamente. Purtroppo il giovane non accettò la fede e compresi che questo era uno dei costi che dovevo calcolare. Sapevo che non avrei mai potuto essere completamente dalla parte di Geova nella contesa se avessi nutrito questo affetto e feci a Geova il solenne voto che non mi sarei mai sposata fuori della fede. Questo fu la mia grande protezione. Cominciai a scacciare questo sentimento dal cuore. Ciò è possibile se si mettono al primo posto gli interessi del Regno.
Un episodio di quell’epoca risalta nitido nella mia mente ed è stato come un raggio di luce nella mia vita. Avevo trascorso un memorabile pomeriggio nella zona rurale. Diversi erano stati scortesi con me e una donna, a letto ammalata, mi aveva chiesto di pregare con lei. Meditavo sulla grande contesa sollevata da Satana e il mio cuore era commosso mentre pensavo alle conseguenze della ribellione di Satana. Mentre il sole tramontava ad occidente, salii in bicicletta per tornare a casa. Vi era una lunga, forte discesa di circa un chilometro e mezzo o forse più. Smisi di pedalare e lasciai che il vento mi scompigliasse i capelli e mi fischiasse negli orecchi. A denti stretti ripetei: “Combatterò il Diavolo finché non morirò!” In tempi di crisi quella scena crepuscolare mi è tornata alla mente ed è stata come uno stimolante nelle mie vene. Non cedere mai! Combatti dalla parte di Geova nella grande contesa!
Nella primavera del 1930 partecipammo a un piccolo congresso, o credo che li chiamassimo “sforzi combinati nel servizio” in quei tempi, in una stazione balneare sul Tamigi. Molti erano venuti anche da Londra, dato che era solo a un’ora di distanza. Fu un avvenimento felice per me, poiché potei incontrare anche altri della generazione dei giovani. Mentre stavamo a goderci sulla spiaggia dopo essere andati in servizio conobbi un serio giovane svizzero. Udii il suo accento straniero e menzionai che stavo studiando tedesco. Alfred era gentile, quieto e assorto nello studio, ma sembrava un po’ solitario. Nella nostra gaia, gioiosa famiglia sembrava fuori posto.
L’ambiente in cui Alfred era cresciuto era molto diverso dal mio. Era stato allevato in una affettuosa famiglia svizzera, e dopo aver terminato le scuole secondarie e commerciali e il tirocinio era andato in Belgio per dedicarsi allo studio delle lingue e della contabilità. Prima di partire aveva visto il Fotodramma della Creazione e ottenuto alcune pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Mentre era in Belgio impegnato nell’opera sociale della chiesa svizzera, gli sorsero alcune domande che il suo ministro non seppe soddisfare. Ricordò il libro Il Divin Piano delle Età e quando tornò in Svizzera in vacanza dedicò la maggior parte del suo tempo libero a studiare questo libro e altre pubblicazioni sul soggetto. Dopo aver visitato l’ufficio locale della Società tornò in Belgio, e si unì a un fratello dell’Olanda proprio quando l’opera della Società in Belgio era agli inizi. Quando il famoso finanziere Loewenstein, il suo principale, cadde con l’aereo nel Canale della Manica, Alfred fu invitato ad andare a Londra a lavorare per un finanziere svizzero. E in questo modo le nostre strade si incontrarono.
Trascorremmo un anno molto felice e attivo e nel maggio del 1931 ci sposammo nel Tabernacolo di Londra, poi andammo in Svizzera. E vidi così il bel paese che è divenuto la mia casa. In seguito andammo al congresso di Parigi, dove Alfred fece da interprete per alcuni discorsi. A Parigi il presidente della Società, il fratello Rutherford, ci invitò a lavorare nell’ufficio della Società a Parigi. Riconobbi in questo la volontà di Dio, e quando mio marito volle conoscere il mio parere al riguardo, non mi ci volle molto tempo per decidere. Così tornammo in Inghilterra per disfarci della casa che avevamo arredato da poco e prepararci a una nuova vita insieme.
VITA NELLA CASA BETEL
Nell’ufficio di Parigi dovevo lottare con l’ostacolo di due lingue: il tedesco in casa e il francese fuori. Non fu facile per me e spesso rimanevo sola. Poi mi accorsi che aspettavo un bambino. Alfred fu colmo di gioia perché ci fu permesso di rimanere alla Betel. Vi era molto lavoro di traduzione da fare per provvedere letteratura a uno stuolo di entusiastici ministri pionieri in servizio continuo inglesi e svizzeri che lavoravano in Francia.
Poi vi fu una sgradevole sorpresa per la Betel di Parigi. La nostra opera aveva disturbato il vescovo che abitava lì vicino e a noi stranieri fu ingiunto di lasciare il paese entro pochi giorni. Questo significò che cinque di noi della Betel e circa una dozzina di pionieri dovevamo trovare nuovi luoghi in cui servire Geova. Alfred ed io partimmo una mattina di buon’ora per la Svizzera insieme a una sorella pioniera americana.
E fu così che circa dieci giorni dopo la nostra figlioletta nacque in Svizzera. Ella aveva pochi mesi quando ci trasferimmo nella casa Betel di Berna, e rivolgemmo la nostra mente a servire dalla parte di Geova nella grande contesa. Ma non pensate che da allora in poi la nostra vita fosse un letto di rose. Mio marito era completamente assorto nel suo lavoro, esaurendo di continuo le sue energie, ed io avevo una bambina da allevare oltre ai miei compiti alla Betel. Spesso mi irritavo per la disciplina della Betel con il suo rigido programma che contrastava con la mia vita di ragazza senza preoccupazioni. A volte mi sentivo frustrata, come un uccello in gabbia. A volte ero scoraggiata, e i flutti minacciavano di sommergermi. Poi pensavo alla grande contesa.
Gradualmente imparai tutte le faccende di casa, lavare e stirare, cucinare e rammendare. A quel tempo la nostra famiglia di Berna era composta di circa sessanta persone. Il ritmo intenso della vita, l’andare e venire rompeva la monotonia di quelle pile di piatti e vassoi da asciugare ogni giorno e dei cestini di calzini da rammendare che non finivano mai: come l’abisso senza fondo! Le stagioni si susseguivano le une alle altre con la pulizia di primavera, l’inscatolamento e imbottigliamento di frutta e verdura, fino all’immagazzinamento dell’ultimo canestro di mele in cantina. Sì, imparai a stimare altamente il privilegio di servire la famiglia Betel e assistere quelli che erano ammalati. E imparai ad apprezzare le brave donne con cui lavoravo. Così passarono i primi dieci anni.
GLI ANNI DELLA GUERRA
C’è un avvenimento di quell’epoca che non ho mai dimenticato. Alfred era stato mandato in Cecoslovacchia per curare gli interessi dei fratelli in tale paese. I Tedeschi stavano per entrare a Sudetenland. Mentre le truppe tedesche entravano e le persone fuggivano, mio marito andava loro incontro. La nostra figlioletta era in Inghilterra coi nonni prima che cominciasse ad andare a scuola e io dovevo andare a prenderla più avanti. La guerra era imminente e la nostra piccola famiglia era in tre diversi paesi. Poi venne Chamberlain col suo ombrello; Hitler si calmò per un po’ e la guerra fu evitata. La nostra famiglia fu di nuovo sana e salva insieme.
Ma la guerra era inevitabile. Ero in ospedale per subire un’operazione chirurgica quando la Francia cadde davanti alla Germania nel 1940. Ero appena tornata a casa quando la Betel fu occupata dalle autorità militari e perquisita. In seguito fu fatto alla Società un grande processo, e mio marito fu condannato a tre mesi di penitenziario a motivo della sua neutralità. La nostra famiglia Betel scese a ventiquattro-trenta membri, e qualche volta cucinai per loro. Alfred uscì di prigione in tempo per partecipare a un congresso a Zurigo, dove nostra figlia si battezzò per simboleggiare la sua dedicazione e determinazione di essere dalla parte di Geova nella grande contesa.
Si avvicinava la fine della guerra. Mentre i Tedeschi erano spinti indietro, cominciarono a pervenirci i rapporti dai paesi che in precedenza erano stati sotto la giurisdizione della Filiale Europea Centrale della Società, e tutti questi rapporti dovevano essere tradotti. Fui gradualmente inserita in questa nuova sfera di attività e mi ci dedicai con grande gioia. La guerra finì e cominciammo la più entusiasmante fase di attività teocratica. Le frontiere erano state appena aperte quando giunsero il nuovo presidente della Società, il fratello Knorr, e il suo segretario, il fratello Henschel, con rapporti diretti di ciò che accadeva in altre parti del mondo.
VIAGGIATORI
Per mio marito ebbe inizio il periodo più interessante ed entusiasmante della sua vita. Come traduttore seguì il fratello Knorr che visitava diversi altri paesi, incontrando nuovamente carissimi amici e apprendendo come avevano trascorso i tremendi anni della guerra. Nel frattempo la stamperia della Betel era attivamente impegnata a stampare le più recenti pubblicazioni. Nel 1946 per la prima volta un membro della nostra crescente famiglia Betel andò al congresso di Cleveland, nell’Ohio, e frequentò la scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Non avevo quasi osato sperare di poter un giorno andare a Galaad, e fui ricolma di gioia quando il fratello Knorr invitò noi e nostra figlia a frequentare la scuola. Nel gennaio del 1950 ci recammo a New York per partecipare alla quindicesima classe di Galaad. La nostra famigliola si diplomò allo Yankee Stadium all’assemblea del 1950. Alfred ed io tornammo alla Betel di Berna; nostra figlia andò in Italia ad unirsi al piccolo gruppo di proclamatori del Regno in questo paese.
Il breve periodo di libertà che vi era stato nei paesi dell’est quando erano stati liberati dall’oppressione nazista ebbe fine quando il comunismo andò al potere e calpestò la nostra opera. I viaggi di mio marito divennero meno frequenti e più pericolosi. Questo decennio fu caratterizzato da sempre maggior lavoro per servire i fratelli, e interrotto da una grande assemblea dopo l’altra in diversi paesi. Alfred era completamente assorto nel suo lavoro di traduzione. Alla grande assemblea di New York nel 1958 fece una relazione sull’opera al di là della Cortina di Ferro, e fece anche ascoltare la registrazione su nastro di un cantico del Regno cantato dai fratelli in questa parte del mondo.
Vi fu un grande cambiamento nella mia vita nel 1956, quando il reparto di traduzione tedesco fu trasferito a Wiesbaden per accelerare la produzione. In breve tempo i miei colleghi e il mio prezioso lavoro se ne erano andati. Ma si è sempre occupati alla Betel. Fui rapidamente addestrata nel reparto delle riviste, dove trovai profonda soddisfazione servendo i fratelli nel campo e sentendo il ritmo dell’opera di predicazione in tutto il globo, con mia continua meraviglia ed entusiasmo.
ANGOSCIA
La resistenza di Alfred sembrava stesse per cedere sotto il continuo sforzo emotivo e fisico del suo lavoro. Ad aggravare le sue condizioni prese l’influenza prima di intraprendere un importante viaggio nella primavera del 1959 e non guarì bene come avrebbe dovuto. Quando tornò dal suo viaggio apparve molto stanco e quieto ma contento. Avemmo la gioia di assistere insieme a un’assemblea di circoscrizione alla fine di aprile. Non era tardi quando tornammo a casa e avemmo il raro piacere di trascorrere insieme un’ora quieta nel “nostro castello”, come Alfred amava chiamare la nostra casa.
Mentre consumavamo la cenetta che avevo preparata, Alfred prese il suo quaderno di appunti e cominciò ad annotare vari futuri avvenimenti, tra cui l’attesa visita del fratello Knorr. Ridemmo in felice anticipazione. Dando un’occhiata a tali date, esclamai: “Qualunque cosa accada in futuro, Alfred, abbiamo trascorso piacevoli, intensi anni di servizio insieme, non è vero, caro?” Con profonda gratitudine ricordo questo ultimo, quieto momento di riflessione, poiché la notte successiva si ammalò e morì dopo poche ore di attacco cardiaco, logorato nel fedele servizio. Stordita per la sorpresa e il dolore, caddi in ginocchio di fianco al letto ed espressi la mia profonda convinzione: “Mio caro, so che avrai la prima risurrezione!” Mia madre morì alcuni mesi dopo. Provai che grande nemica è la morte.
Nelle settimane e nei mesi che seguirono, occupata nei miei numerosi doveri, lavorai come un automa, stranamente distaccata e lontana, rivolgendomi a Geova come mia fonte di forza. Vissi in mezzo a questa amata famiglia e ne ricevetti la benevolenza e la considerazione. Servire gli altri è il più grande rimedio. Gradualmente guarii e mi adattai. Il vuoto rimane, ma sto imparando ad accettarlo. ‘Dare in canti di giubilo e salmeggiare’ a Geova è la nostra grande protezione quando il dolore minaccia di sopraffarci in momenti come questo.
ANCORA DALLA PARTE DI GEOVA
Ora sono nonna e i miei capelli stanno diventando bianchi. Quando vedo mio nipote, com’è confortante udirlo dire: “Nonna, vieni a raccontarmi una storia della Bibbia!”
Molti sono venuti e molti se ne sono andati nei trent’anni in cui sono stata membro di questa casa Betel, e li ho amati tutti. In questo centro di attivi lavoratori, dove la vita è regolata dal suono di un campanello si impara a rispettare le caratteristiche di ciascuno, ad essere amici di tutti ma a non diventare troppo intimi con nessuno, ad essere imparziali e adattabili e a rispettare la poca intimità che ad ognuno piace avere. Sì, la vita della Betel è una vita piacevole, una vita ricca.
Mentre stavo per concludere la mia storia ho ricevuto una lettera con l’invito ad accompagnare una cara amica della California ai congressi del giro del mondo. Chino umilmente il capo con profonda gratitudine per questa immeritata benignità di Geova, che ci benedice “più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo”. Ardente nel mio cuore è la stessa viva speranza che fu decisiva per me molti anni fa, quella di vedere Geova e Cristo Gesù e partecipare alla rivendicazione del nome di Geova. Con gratitudine unisco la mia voce alla gran folla di lodatori, confidando nel trionfante risultato della grande contesa.