Qualificato per essere predicatore della “buona notizia”
ALLE Assemblee di Distretto “Figli di libertà di Dio” della scorsa estate furono dati molti utili consigli in relazione al modo di vivere delle persone cristiane. Siccome quelli che sono veri imitatori di Gesù Cristo condividono con altri il messaggio della Bibbia, come fece Gesù, il programma prevedeva edificanti discorsi, utili dimostrazioni e pratiche sessioni con domande e risposte che rivolsero l’attenzione a questo ministero di campo.
Molte migliaia di lettori de La Torre di Guardia si preparano a partecipare personalmente a quest’opera di predicazione della buona notizia del regno di Dio, perché riconoscono che questa è la volontà di Dio. (Matt. 24:14) Se siete una di queste, vi interesserà in particolare una domanda che fu fatta e a cui fu risposto la domenica mattina a queste assemblee. L’interrogatore chiese: “Quanto progresso dovrebbe aver fatto la persona nello studio della verità biblica prima che la invitiamo a venire con noi nel servizio di campo?” La risposta data fu la seguente:
“Non c’è una regola su questo. Le persone variano grandemente. Comunque, possiamo tenere presenti certi princìpi basilari.
“Chiunque è libero di parlare delle cose che crede. Quando il cuore è toccato dalle cose che si odono dalla Parola di Dio, si può essere spinti a condividerle con altre persone, e questo è eccellente. Per esempio, in Matteo 9:26 è detto che, dopo che Gesù aveva destato una ragazzina dai morti, ‘la notizia si diffuse in tutta la regione’. Le persone furono naturalmente entusiasmate da ciò che era accaduto, così ne parlavano ad altri anche se non erano discepoli di Gesù. In una precedente occasione, dopo che Gesù ebbe dato testimonianza a una donna samaritana presso il pozzo di Sichar, ella corse in città a parlare ad altri di lui e, come risultato, molti di quei Samaritani credettero in Gesù. Tuttavia, secondo Giovanni 4:18, ella viveva indebitamente con un uomo che non era suo marito. Ovviamente, furono necessari cambiamenti nella sua vita perché ella desse prova d’essere discepola di Gesù, ma questo non le impedì di dire ad altri ciò che aveva visto e udito. La stessa cosa avviene oggi.
“Comunque, quando voi, come testimoni di Geova, invitate qualcuno ad accompagnarvi nel servizio e a prendere parte alla testimonianza, e quindi lo identificate pubblicamente con l’opera dei testimoni di Geova, la cosa cambia alquanto. Ora egli dirà alle persone che fa visite come associato dei testimoni di Geova, e gli altri lo considereranno un esempio di ciò che fanno i testimoni di Geova. È egli pronto per ciò? Pensa come testimone di Geova? Crede a ciò che insegnano i testimoni di Geova? Crede realmente che ‘tutta la Scrittura è ispirata da Dio’? In tal caso, bene, ma c’è dell’altro. — 2 Tim. 3:16.
“Che cosa sa degli insegnamenti della Bibbia? Se qualcuno gli fa una domanda, risponderà secondo gli insegnamenti delle chiese della cristianità, o risponderà in armonia con la Bibbia? (Matt. 7:21-23) Anche se può non essere esperto nello spiegare ad altri le dottrine, conosce e crede almeno negli insegnamenti basilari della Parola di Dio? Dovrebbe conoscerli e credervi; altrimenti, non è realmente in grado di presentarsi come associato dei testimoni di Geova.
“Si deve considerare anche un altro aspetto della cosa. Per essere qualificati per presentarsi come insegnanti della Parola di Dio, la propria vita dev’essere in armonia con ciò che si insegna così che non si rechi biasimo su ciò che si afferma di rappresentare. Aprite la Bibbia in Romani 2:21, 22 e notate ciò che si legge: ‘Tu, dunque, che insegni a qualche altro, non insegni a te stesso? Tu, che predichi di “non rubare”, rubi? Tu, che dici di “non commettere adulterio”, commetti adulterio? Tu, che esprimi abominio verso gli idoli, derubi i templi?’ Qui l’apostolo Paolo si rivolgeva ai Giudei che affermavano d’essere insegnanti della Legge, e mostrò che, per rappresentare dovutamente la Legge, dovevano vivere in armonia con essa; altrimenti, non spettava a loro insegnarla ad altri.
“Si applica lo stesso principio all’unto rimanente dell’Israele spirituale e a quelli che vi si associano nell’opera di predicazione. Devono essere persone che applicano ciò che dice la Bibbia riguardo all’onestà. (Efes. 4:25, 28) Dovrebbero sapere che cosa dice della fornicazione e dell’adulterio, e vivere in armonia con ciò. (Ebr. 13:4; Matt. 19:9) Non dovrebbero essere persone che si ubriacano. (1 Piet. 4:3, 4) Certo non dovrebbero assistere e partecipare alle attività di qualche falsa organizzazione religiosa. (Riv. 18:4; 2 Cor. 6:14-18) E, per presentarsi come seguaci di Gesù Cristo, che non ‘sono parte del mondo’, non potrebbero definitamente essere immischiati nelle sue attività politiche. (Giov. 15:19) Ci vuole tempo perché la persona impari e creda e applichi queste cose, ma non sarebbe appropriato farla andare nel servizio di campo come testimone di Geova finché ciò non avvenga.
“C’è qualcos’altro da pensare a questo riguardo: Essere Testimone non significa solo condurre una vita morale e conoscere la verità e predicarla correttamente. I testimoni di Geova si riuniscono anche regolarmente per studiare la Bibbia; questo fa parte della nostra adorazione. Quindi, prima che portiamo una persona nel servizio di campo, questa dovrebbe associarsi con noi nelle adunanze di congregazione. Altrimenti, dove inviterà le persone che vogliono imparare di più? Se non frequenta le adunanze, non incoraggerà altri a frequentarle. Ma la Bibbia dà questo incoraggiamento. Ci esorta a non trascurare la casa del nostro Dio. — Neem. 10:39; Ebr. 10:24, 25.
“Se qualcuno che non frequenta le adunanze di congregazione fa rapporto di servizio di campo, in realtà, che cosa significa? Forse fa rapporto perché pensa che ciò rechi piacere a chi l’ha portato in servizio. Ma siamo sicuri che fa rapporto perché pensa d’essere con l’organizzazione e vuole farne parte? Siamo sicuri che fa rapporto perché vuole partecipare regolarmente al servizio di Geova? Certo se volesse consegnare il rapporto del servizio di campo come testimone di Geova ed essere incluso nel rapporto della congregazione, dovrebbe associarsi ai testimoni di Geova frequentando alcune adunanze (se ne è fisicamente in grado e le circostanze glielo permettono) e vorrà essere uno di loro, oltre a condurre una vita pura e morale e a conoscere le verità basilari”.
METE DI APRILE E DICEMBRE
Dopo aver udito questa considerazione, un altro fratello chiese: “In considerazione di ciò, il nostro atteggiamento verso nuovi massimi nel numero dei proclamatori in aprile e dicembre ogni anno potrebbe dunque essere diverso dal passato?” L’oratore rispose:
“In realtà, non c’è nulla di nuovo in ciò che ho appena detto. Lo troverete nell’opuscolo Predichiamo e insegnamo in pace e unità, a pagina 16. Similmente, a pagina 22, dopo aver indicato che, come risultato del nostro ministero, è ragionevole sperare che ci sia espansione, esso si riferisce a coloro che cominciano in aprile e dicembre come a ‘nuovi che si uniscono alla congregazione’. Non parla di persone che non si uniscono a noi e non ci esorta a condurle in servizio.
“Quindi in aprile e dicembre non cerchiamo di far andare in servizio un gran numero di persone che non sono pronte per esso. Ma è bene, di tanto in tanto, come in aprile e dicembre, soffermarsi e rivalutare il nostro lavoro e vedere se qualcuno è pronto per cominciare il servizio, e, se lo è, vogliamo aiutarlo. Quindi facciamo uno sforzo extra in questo senso durante certi mesi, ed è un buon incentivo per noi tutti tenere presente che prepariamo coloro coi quali studiamo a divenire attivi lodatori di Geova. (2 Tim. 2:1, 2) Non è che non facciamo intraprendere il servizio ai nuovi durante altri mesi; questo avviene. Ma abbiamo riservato certi periodi durante l’anno in cui ci concentriamo su questo aspetto dell’opera. E che felice occasione quando un nuovo si unisce a noi nel servire attivamente Geova!”
Che dire di voi? Siete predicatore della buona notizia del Regno? Se avete il desiderio d’essere imitatore di Gesù Cristo, che predicò e dichiarò la buona notizia del Regno, fate ad ogni costo uno sforzo sincero per prepararvi ora a prendere parte a tale opera, mentre c’è ancora tempo. — Luca 8:1; 21:34-36.