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  • Aperta una grande porta che conduce ad attività
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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  • CONOSCIUTA LA VERITÀ DI DIO
  • ‘SI APRE LA GRANDE PORTA’
  • PASSI VERSO MAGGIORE FELICITÀ
  • IN VIAGGIO PER L’ITALIA
  • “VI SONO MOLTI OPPOSITORI”
  • MERAVIGLIOSE BENEDIZIONI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 1/4 pp. 198-203

Aperta una grande porta che conduce ad attività

NARRATO DA GEORGE FREDIANELLI

LA MIA vita da che divenni servitore di Dio è ben riassunta dalle parole dell’apostolo Paolo: “Mi è stata aperta una grande porta che conduce ad attività, ma vi sono molti oppositori”. (1 Cor. 16:9) Infatti, poco dopo che ero entrato dalla porta dell’attività per predicare la Parola di Dio, incontrai oppositori. Fu nel luglio del 1940 a San Rafael, in California, mentre offrivo per la strada le riviste della Società Torre di Guardia. Un ufficiale dell’aviazione mi fece fermare e tentò di indurre una turba ad abbandonarmi fuori della città legato a un palo e ricoperto di pece e piume.

L’uomo era molto adirato per l’atteggiamento neutrale verso la guerra assunto dai cristiani testimoni di Geova, per cui cominciò a urlare oscenità e insulti contro di me. Mentre continuava, si radunò una folla. Istigata dall’uomo, la folla si faceva di minuto in minuto più minacciosa. Fu allora che pregai silenziosamente Geova di aiutarmi a essere fedele qualunque cosa la folla decidesse di fare.

Non appena ebbi terminato la preghiera due uomini si aprirono un varco in mezzo alla folla e si posero fra la folla e me. Cominciarono a ragionare con le persone, chiedendo: ‘A che cosa serve combattere una guerra contro coloro che all’estero distruggono la libertà se qui all’interno la distruggiamo noi stessi?’ La folla si calmò, e ad uno ad uno si allontanarono lungo la strada, finché rimase solo l’ufficiale dell’aviazione. Notevolmente frustrato, mi agitò un pugno sotto il naso, borbottando con ira fra sé e se ne andò.

Benché per entrare dalla ‘grande porta dell’attività di predicazione’ dovessi far fronte agli oppositori, come accadde all’apostolo Paolo, ricevetti anche immense benedizioni. Ma come entrò la verità di Cristo nella mia vita e come fu aperta la “grande porta che conduce ad attività”?

CONOSCIUTA LA VERITÀ DI DIO

Quando una sera mio fratello Bruno arrivò a casa dal lavoro aveva alcuni libri dai vivaci colori. Mio fratello Charles e io fummo incuriositi. Ma Bruno li mise sotto chiave, dicendo che erano libri “protestanti” e che non li dovevamo leggere.

Vedete, eravamo cattolici italiani, e mio padre e mia madre erano emigrati in America nei primi anni del ventesimo secolo. A casa nostra la domenica si andava a messa. Probabilmente avrei continuato così se al principio degli anni trenta mio fratello Bruno non avesse portato a casa quei libri.

Non molte settimane dopo che aveva portato a casa i libri della Società Torre di Guardia, Bruno cominciò a parlarci del loro contenuto, esortandoci a leggerli. Mio fratello Charles e io leggemmo un po’ di letteratura. Il messaggio biblico ci sembrava logico, e offriva una meravigliosa speranza per il futuro.

A scuola cominciai subito a parlare della verità della Bibbia a tutti i miei compagni cattolici, aspettandomi che la trovassero logica e meravigliosa come l’avevo trovata io. Ma quanto mi sbagliavo! Si opposero con vigore alla mia predicazione e mi insultarono. Non mi attendevo che tali meravigliose verità incontrassero tanti oppositori, e sotto la pressione smisi infine di leggere e di parlare della verità della Bibbia. Solo cinque anni dopo, nel 1938, il mio interesse per la verità di Dio fu ravvivato.

Quell’anno, dopo una lunga malattia, mio padre morì. Prima della sua morte i componenti della nostra famiglia lo vegliarono a turno, per delle notti intere, assistendolo. Durante quelle notti cominciai a leggere varie pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Ciò che leggevo dell’amore e del nome di Geova suscitò in me un profondo senso di gratitudine verso il vero Dio per gli abbondanti provvedimenti da lui presi per la nostra benedizione e salvezza. Ma soprattutto, fui profondamente colpito dalla verità che la rivendicazione di Geova era anche più importante della salvezza dell’uomo. Nacque lì per lì in me l’intenso desiderio di partecipare alla rivendicazione del nome di Geova.

Rivelai a Bruno questo desiderio il giorno del funerale di mio padre. A quell’epoca, anche il mio fratello minore Charles espresse il desiderio di servire Geova. E accadde così che lo stesso giorno in cui ero triste per la perdita di mio padre, il mio cuore era ciò nondimeno colmo della speranza e della gioia che prova chi acquista conoscenza della verità di Dio.

‘SI APRE LA GRANDE PORTA’

Un mese dopo, il 17 marzo, attraversai gioiosamente la soglia della “grande porta” che doveva condurmi a un meraviglioso campo d’attività nel paese dei miei padri, l’Italia. Quel giorno cominciai a predicare di casa in casa la buona notizia del regno di Dio. Nelle settimane successive la mia felicità continuò a crescere mentre condividevo regolarmente con altri le verità di Dio. Dopo una settimana di associazione con compagni di lavoro mondani provavo ristoro partecipando all’opera di predicazione.

Bruno, Charles e io trascorrevamo insieme le serate a parlare della verità della Bibbia e della felicità che ci aveva recata. Mentre riflettevamo sulle benedizioni di Geova pervenimmo a un’importante decisione. Ragionammo che se solo tre o quattro ore di predicazione la settimana ci rendevano così felici, quale maggiore felicità avremmo avuta divenendo pionieri o ministri in servizio continuo! Così lasciammo il lavoro, ottenemmo assegnazioni di territorio dalla Società Torre di Guardia e disponemmo di lasciare la nostra casa a Pittsburgh per andare nella nostra prima assegnazione di pionieri, nella Contea Clay, nella Carolina del Nord.

PASSI VERSO MAGGIORE FELICITÀ

Nell’aprile del 1939 partimmo verso il sud. Eravamo molto eccitati e ci chiedevamo come sarebbe stata la nostra prima assegnazione. Nella Contea Clay c’era solo una famiglia nella verità, la famiglia Coffey. Non dimenticherò mai il loro cordiale benvenuto, la loro benignità e la loro ospitalità. Era un territorio rurale; la gente era povera ma ospitale e aveva grande rispetto per la Bibbia. Ascoltavano volentieri il messaggio della Bibbia. Cioè lo ascoltarono volentieri finché il clero locale non li istigò contro di noi dicendo che eravamo “quelli senza inferno”. Non dimenticherò mai quella signora con la scopa alzata che mi chiese: “Crede nell’inferno?” Che sollievo quando, alla mia risposta che effettivamente credevo nell’inferno della Bibbia, la scopa si abbassò ed ella mi permise di parlarle del regno di Dio.

In seguito, mentre come ministro in servizio continuo ero a San Francisco, in California, e nella zona circostante, ebbe luogo un importantissimo avvenimento della mia vita. Venendo a casa un giorno dal ministero di campo, i miei fratelli e io trovammo una lettera per ciascuno di noi, una lettera della Società Torre di Guardia. Che meravigliosa notizia conteneva! La Società intendeva aprire una scuola per addestrare missionari da mandare in paesi esteri. Eravamo invitati ad andarvi nel febbraio del 1943 per frequentare la prima classe!

Che cinque mesi memorabili furono quelli a Galaad! Che momenti felici avevamo noi studenti ogni sera preparando insieme le lezioni per il giorno dopo! Nei giorni di fine settimana avevamo soddisfacenti occasioni di mettere in pratica nel campo quello che studiavamo in classe. Spesso passavamo il sabato sera a narrarci le numerose esperienze avute nell’opera di predicazione in servizio continuo. Quei giorni passarono così in fretta che prima di accorgercene arrivò il giorno della consegna dei diplomi, il 23 giugno 1943.

Dopo il suo discorso alla classe dei diplomandi, il presidente della Società, N. H. Knorr, lesse le future assegnazioni di ciascuno di noi. Molti di noi non sarebbero ancora andati in paesi stranieri, giacché c’era ancora la guerra. Come fui tuttavia emozionato di udire che avevo l’incarico di visitare e incoraggiare come sorvegliante di circoscrizione le congregazioni dei testimoni di Geova negli stati della Nuova Inghilterra! Anche Charles e Bruno avrebbero fatto i sorveglianti viaggianti, Charles nel Texas e Bruno nel Minnesota. Per la prima volta nella nostra vita ci saremmo dunque separati.

In quei giorni le visite del sorvegliante di circoscrizione alle congregazioni erano molto diverse da quelle di oggi. Questo era il mio programma: Dedicavo un giorno a visitare le congregazioni che avevano da uno a venti proclamatori; quando le congregazioni avevano da ventuno a quaranta proclamatori, stavo con loro due giorni, e se ne avevano più di quaranta, la visita durava tre giorni. Ricordo che un mese servii trenta congregazioni. Di solito passavo le notti in viaggio da un appuntamento all’altro, partendo dopo l’adunanza con una congregazione e arrivando nelle prime ore della mattina dopo al successivo appuntamento.

IN VIAGGIO PER L’ITALIA

Nel marzo del 1946 ricevetti dalla Società una lettera che mi invitava ad andare in Italia come missionario. Il 30 settembre 1946 salpai dalla città di New York, diretto in Italia su una nave che era stata usata per il trasporto di truppe. Il 19 ottobre 1946 sbarcai a Napoli. Napoli, con la sua numerosa popolazione di oltre un milione di abitanti e neanche un predicatore della buona notizia del Regno, mi fece capire quale immenso campo era l’Italia per l’attività di predicazione. C’erano meno di cento proclamatori della buona notizia in questo vasto campo di quarantacinque milioni di persone. Ero davvero entrato per “una grande porta che conduce ad attività”.

Da Napoli andai a Milano, dove si trovava allora la sede filiale della Società. Non dimenticherò mai la prima adunanza a cui assistetti in Italia. Era lo studio Torre di Guardia tenuto la domenica, il giorno dopo il mio arrivo a Milano. Eravamo sette a quell’adunanza, tenuta dal fratello Giuseppe Tubini, che ora presta servizio nella sede filiale della Società a Roma.

Ero stato mandato in Italia per prestare servizio come sorvegliante di circoscrizione. Quanto territorio includeva la mia circoscrizione? Tutta l’Italia, incluse la Sicilia e la Sardegna! Il compito immediato in quello che potrebbe definirsi il mio primo viaggio missionario era quello di visitare le poche congregazioni già stabilite, organizzarne altre e visitare coloro che avevano mostrato interesse per la verità di Dio.

Durante questo primo giro in Italia fu un privilegio che rafforzò la mia fede incontrare i miei fratelli cristiani che nei duri anni del fascismo avevano sostenuto fermamente la vera adorazione.

Gli anni del mio servizio in Italia non passarono senza che incontrassi molti ostacoli. Anzitutto, la lingua italiana fu un problema per me. Benché i miei genitori fossero Italiani, la lingua che avevo imparato da loro era un italiano ibrido consistente di parole inglesi italianizzate. Ricordo ancora le espressioni perplesse che suscitavo quando cercavo di usare alcune di queste parole. Per risolvere il problema, pensai che una buona idea fosse quella di preparare un discorso sotto forma di manoscritto. Ma non diede buoni risultati. I fratelli di solito erano molto stanchi dopo aver lavorato strenuamente dall’alba al tramonto, e così mentre leggevo il manoscritto molti si addormentavano. Così misi da parte il manoscritto e cominciai a parlare estemporaneamente, chiedendo a chi mi ascoltava di aiutarmi quando ero in difficoltà. Questo diede buoni risultati sia a loro che a me, poiché li tenevo svegli e mi aiutò a progredire nella lingua così che ora mi è più difficile parlare l’inglese che l’italiano.

Il mio cuore si commosse per la grande povertà esistente nel paese. A volte, facendo certe visite, trovavo persone che quel giorno non avevano mangiato. Così compravo un po’ di cibo e lo condividevo con loro, nutrendole nello stesso tempo spiritualmente. Lo zelo e la generosità dei miei fratelli cristiani erano molto commoventi. Dividevano con me il poco cibo che avevano e spesso insistevano che io dormissi nel loro letto mentre essi dormivano sul pavimento senza coperte. Raggiungevamo il territorio a piedi e spesso percorrevamo molti chilometri per arrivarci.

A causa della guerra, le condizioni igieniche erano pessime. Passai molte notti insonni a causa delle cimici e degli scarafaggi, a volte così numerosi che il pavimento e le pareti sembravano in movimento. In un’occasione passai tre notti in bianco seduto su un tavolo, perché era impossibile avvicinarsi al letto. Naturalmente, da allora le condizioni sono molto cambiate.

Quando partii per la città di Caltanissetta, nella Sicilia centrale, viaggiai su un treno con la locomotiva a vapore. Impiegai dalle sei del mattino fin quasi alle dieci di sera nel viaggio di ottanta-cento chilometri. Come fui contento di arrivare a Caltanissetta, poiché ora sarei potuto andare all’albergo, fare il tanto necessario bagno e mettermi a letto! Ma non doveva andare così. In paese si celebrava la festa di “San” Michele. Di conseguenza, ogni albergo del paese era gremito, soprattutto di suore e sacerdoti. Tornai alla stazione con l’idea di sdraiarmi su una panca che avevo notato nella sala d’aspetto. Ma non potei fare neppure questo. La stazione era chiusa. Quindi non feci altro che sedermi sui gradini della stazione, cercando di riposare un po’.

“VI SONO MOLTI OPPOSITORI”

Naturalmente, la ‘grande porta di attività’ aperta ai predicatori della Parola di Dio non è senza oppositori. E questo è avvenuto anche nel grande campo d’attività qui in Italia. Il clero ricorse a vari mezzi nel tentativo di impedire agli umili di udire la verità di Dio. Istigò le persone e le autorità a intralciare la nostra opera di predicazione di casa in casa. Quando predicavamo in piccoli paesi, le persone uscivano a frotte dalle loro case e ci circondavano, gridandoci di andare via. Questo spaventava il padrone di casa a cui parlavamo in quel momento così che ci chiudeva la porta in faccia, oppure si univa alla folla per molestarci.

Per fare un po’ di predicazione nella cittadina di Montepagano prospiciente il mare Adriatico, un altro Testimone e io dovemmo abbandonare il paese quattro volte. Ogni volta che ci costringevano ad andarcene da un’estremità del paese, facevamo il giro ed entravamo dall’altra parte. Quindi potevamo visitare alcune case finché la folla ci scopriva di nuovo e ci costringeva ad andare via. Com’è meraviglioso vedere che malgrado tale opposizione, in quasi tutti i paesi dove furono adottate queste tattiche, vi sono ora fiorenti congregazioni del popolo di Geova!

Nella città di Taranto ebbi l’esperienza di fare un discorso pubblico mentre dietro di me, fuori, una turba gridava ogni specie di volgarità, cercando anche di buttare giù la porta. Ma Geova mi diede la forza di continuare il discorso sino alla fine e gli sforzi della turba di interromperlo fallirono.

MERAVIGLIOSE BENEDIZIONI

Ma tali difficoltà non furono nulla in paragone con le gioiose esperienze che ho avute nel corso degli anni. Quante volte ho avuto esperienze simili a quelle dell’apostolo Pietro nella sua visita a Cornelio, l’ufficiale gentile dell’esercito! Spesso, arrivato al domicilio di una persona interessata, trovavo la sua casa piena dei suoi “parenti e [dei] suoi intimi amici”. — Atti 10:24.

Questo accadde, ad esempio, nella città di Bisceglie. Al mio arrivo alla stazione, trovai Pasquale Di Liddo ad attendermi, insieme a quasi quaranta suoi vicini e parenti che volevano udire la buona notizia. Per tutto il giorno fecero domande sulla Bibbia e la verità li rendeva traboccanti di gioia. Nell’Italia settentrionale, a casa di Battista Dialley, c’erano una sessantina di persone ad attendermi quando arrivai. Cominciammo allora una sessione di domande e risposte che terminò nelle prime ore del giorno dopo.

Che meraviglioso privilegio mi ha dato Geova d’essere testimone oculare della grande espansione dell’opera del Regno in questo paese! Recentemente fui emozionato alla notizia che nel settembre 1973 l’Italia aveva avuto un massimo di 33.255 predicatori del Regno. Se ripenso al tempo del mio arrivo a Napoli quando non c’era un solo proclamatore della buona notizia, e guardo a Napoli oggi con le sue undici congregazioni di lodatori di Geova, il mio cuore si riempie di gratitudine verso Geova. E che dire della città di Milano, dove al mio arrivo in Italia mi riunii con sei altri per lo studio Torre di Guardia? Ora ci sono tredici congregazioni.

Con l’aumento delle congregazioni, sorse la necessità d’avere un sorvegliante di distretto di continuo. Questo fu un altro campo di attività a cui l’organizzazione di Geova mi assegnò nel 1954. Il mio territorio, come al principio della mia assegnazione di servizio, incluse di nuovo tutta l’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Mentre si teneva un’assemblea di circoscrizione ad Alessandria nel 1954 conobbi Eva Celli, che predicava in servizio continuo la verità di Dio. Nel luglio dell’anno successivo ci sposammo, così che dopo aver viaggiato da solo per quasi dodici anni, ero ora accompagnato da mia moglie. Gli anni cinquanta furono anni di intensa attività, trascorsi a visitare congregazioni, servire alle assemblee di circoscrizione e, tra una cosa e l’altra, preparare assemblee di distretto o nazionali.

Nel 1959 Geova mi concesse un’altra benedizione e un altro privilegio. Fui invitato a frequentare la Scuola di Ministero del Regno, tenuta allora a South Lansing nello stato di New York. Dovevo prepararmi a prestare servizio come istruttore della Scuola di Ministero del Regno in Italia.

Nel gennaio del 1961 cominciai a tenere per i sorveglianti di congregazione in Italia il corso che io avevo frequentato a South Lansing. Nel gennaio del 1963 la scuola fu sospesa per permettermi di servire quale sorvegliante dell’assemblea in occasione dell’assemblea “Eterna Buona Notizia” tenuta nel 1963 a Milano. Al mio arrivo a Milano, circa diciassette anni prima, non mi sarei mai aspettato non solo di assistere a un’assemblea così grande in Italia, ma di avere anche il privilegio di organizzarla. Che gioia fu vedere 20.000 persone radunate nel Velodromo Vigorelli per il discorso pubblico! E nel 1973 fu anche più emozionante essere presente quando oltre 57.000 persone si riunirono allo Stadio Flaminio di Roma all’assemblea “Vittoria Divina”.

Alla fine degli anni sessanta i piedi cominciarono a darmi molto fastidio, e col passare degli anni il problema si aggravò. Comprendendo che non potevo più compiere un buon servizio nel distretto, feci richiesta al presidente della Società per prestare servizio nella sede filiale di Roma. Grazie a Geova e alla sua organizzazione, la mia richiesta fu accettata, e nell’aprile del 1970 mia moglie e io divenimmo membri della famiglia Betel.

Sono molto grato a Geova di questa assegnazione in Italia, che mi ha permesso di partecipare all’espansione della vera adorazione in questo paese. Un’altra grande benignità da parte di Geova è quella di vivere nella nuova, bella casa Betel di Roma, costruita solo due anni fa. Il lavoro non mi manca mentre l’espansione in Italia continua. Quanto sono profondamente grato a Geova per avermi permesso di perseverare negli scorsi anni in Italia! Giacché Geova mi ha aperto la “grande porta che conduce ad attività”, continuerò a confidare in lui perché mi dia la perseveranza necessaria per compiere qualsiasi futura attività egli scelga di affidarmi.

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