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  • Come le donne possono realmente ottenere la liberazione

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  • Come le donne possono realmente ottenere la liberazione
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • CONSEGUITO IL SUCCESSO NEL MONDO
  • PERCHÉ IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA?
  • IL MOVIMENTO PRENDE FORMA
  • CHE COSA NON ANDAVA?
  • EFFETTO SULLA FAMIGLIA
  • UNA FONTE INASPETTATA
  • MARITI E MOGLI
  • SOLO TEORIA?
  • UNA LIBERAZIONE PER CUI VALE LA PENA DI LOTTARE
  • Che cosa significa la liberazione della donna?
    Svegliatevi! 1972
  • C’è del vero in quello che dicono?
    Svegliatevi! 1972
  • Il movimento femminista produce cambiamenti
    Svegliatevi! 1988
  • ‘Donne che faticano nel Signore’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 15/12 pp. 739-746

Come le donne possono realmente ottenere la liberazione

“DONNE, unitevi! La lega femminile è potente!” Questo fu lo slogan delle dimostranti che nel 1969 parteciparono alla protesta contro il fasto del concorso di bellezza per l’elezione di Miss America ad Atlantic City. Ero lì, dovendo fare un servizio sulla dimostrazione per conto del giornale radio della CBS. Quell’incarico, ricevuto solo per combinazione, segnò una svolta decisiva nella mia vita.

Non facevo regolarmente la cronista. Allora avevo l’incarico di rappresentante per la stampa, o pubblicista, del giornale radio del CBS. Comunque, le dimostranti si rifiutarono di parlare con i cronisti, per cui fui invitata a fare il servizio, giacché allora la CBS non aveva nessuna cronista a New York.

A quel tempo sapevo solo qualcosa del movimento per la liberazione della donna, e molto di ciò che sapevo mi sembrava esagerato. Ma investigando, fui sorpresa di apprendere che la pensavo come loro.

È vero, erano adirate. Avevano motivi per lamentarsi. Ma penso che chiunque sia di mente aperta converrebbe che avevano la corretta veduta di alcuni problemi e desideravano migliorare la situazione.

Prima di andare al concorso, intervistai alla Radio CBS Robin Morgan, un’organizzatrice del movimento. Ella spiegò:

“L’immagine della donna presentata al Concorso non è altro che quella di uno stupido ‘oggetto sessuale’. La concorrente è lì per fare un sorriso e stare zitta e farsi vedere in costume da bagno. . . . Pensiamo che tutto il concetto di sfilare su e giù, come a una specie di fiera di campagna, davanti a giudici che giudicano la carne, sia depravato e un barbaro rito”.

Più ascoltavo, più mi identificavo con queste donne e ciò per cui lottavano. Sembravano realmente sincere; mi pareva che non pensassero solo a sé, ma cercassero di stabilire relazioni migliori e più equilibrate con gli uomini.

Come spiegò Robin, anche gli uomini erano oppressi dalle definizioni culturali di “mascolinità” e “femminilità”: “Gli uomini sono oppressi da ciò che chiamiamo la mistica di Hemingway, che se batti le donne, spari ai muti animali e bevi parecchio, allora sei un vero uomo”.

Odiava gli uomini? Volevo saperlo.

“Odio lo stereotipo di John Wayne”, rispose. “Sotto questo aspetto, dunque, odio gli uomini. Ma in termini generali, no, non odiamo gli uomini. Penso che vogliamo imparare ad amare noi stesse, e ad amare gli altri”.

Era diverso da ciò che mi era stato detto sugli obiettivi del movimento per la liberazione della donna. Era quello che io volevo. Non passò dunque molto prima che fossi completamente impegnata nel movimento, e infine intrapresi la lotta per la liberazione della donna.

Credo ancora che tanto le donne quanto gli uomini hanno bisogno di liberazione, e posso veracemente dire che ora mi impegno più strenuamente che mai per mostrare ad altri come il genere umano sarà liberato dall’oppressione.

Non tutte le donne sono favorevoli agli obiettivi del movimento per la liberazione della donna. Potreste dunque chiedervi: Qual è il tipo di donna che partecipa al movimento? La mia storia è illustrativa.

CONSEGUITO IL SUCCESSO NEL MONDO

Crebbi nel Connecticut, in un ricco sobborgo della città di New York, e frequentai una scuola privata per sole ragazze. Venivo da una famiglia di intellettuali con una tradizione letteraria e un vivo apprezzamento per il mondo dell’intelletto.

A diciotto anni mi sposai ed ebbi un figlio. Il mio matrimonio finì col divorzio quando avevo ventitré anni. Mi trovai così a dover cercare lavoro, con un figlio da mantenere.

Mi offrirono impieghi da segretaria, che rifiutai, ragionando che se cominciavo a fare la segretaria non sarei mai andata oltre. Dovevo cominciare più in su per arrivare più in su, essendo le donne oggetto di discriminazione nel lavoro. Sapevo di avere certe capacità, ma non mi prestarono la seria considerazione che mi avrebbero prestata se fossi stata un uomo. Questa esperienza fu un duro colpo per me, e mi aprì gli occhi ai problemi della donna nel mondo del lavoro.

Infine, quasi per caso, trovai qualcuno disposto a correre il rischio e ad assumermi come pubblicista per la rivista The Reporter, un periodico politico. Il passo successivo fu quello di trovare un posto di pubblicista al giornale radio della CBS. Infine divenni direttrice del Notiziario della CBS per tutta la rete nazionale, essendo la prima donna a occupare quel posto.

Come dirigente, avevo una segretaria e un gruppo di redattori alle mie dipendenze. E conoscevo tutti alla CBS, dal presidente in giù. Vedevo Walter Cronkite quasi tutti i giorni, poiché scrivevo articoli su di lui come se li avesse scritti lui stesso. Egli esaminava l’articolo e l’approvava. Quindi lo passavamo agli editori di diverse città del paese che lo stampavano come se avessero personalmente intervistato Cronkite o come se egli avesse scritto l’articolo solo per loro.

Era un lavoro affascinante. Avevo una posizione. Avevo denaro. Ero giovane e attraente. Giacché avevo tutto ciò che la cultura insegna a volere, perché, vi chiederete, intrapresi la lotta per la liberazione della donna?

PERCHÉ IL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA?

Benché io avessi trovato un buon impiego, sapevo che sono relativamente poche le donne le quali hanno successo come gli uomini, essendo oggetto di discriminazione nel lavoro. Intrapresi dunque la lotta per la liberazione della donna perché uno scopo principale del movimento era quello di correggere questa situazione.

Un’altra ragione per cui sorse il movimento per la liberazione della donna, e che suscitò il mio interesse, riguardava il crescente costo della vita e gli attuali modelli di vita. Questo significava che la moglie doveva lavorare per aiutare a mantenere la famiglia, e poi venire a casa e cucinare e fare le pulizie e mandare avanti la famiglia. I mariti in genere si rifiutavano di uscire dal loro cosiddetto ruolo “mascolino” per dare una mano, giacché consideravano tali faccende “lavori da donna”. Noi pensavamo che questo gravoso peso fisico che la donna doveva portare fosse ingiusto; e il movimento per la liberazione della donna voleva cambiare le cose.

Il ruolo della donna è cambiato anche nell’ambito della famiglia. Noi non alleviamo quindici figli, come facevano alcune delle nostre nonne, non facciamo la tela, non mungiamo le mucche, non facciamo il pane, e così via. Oggi la famiglia media ha forse due o tre bambini e questo vuol dire che quando una donna arriva a quarant’anni, i suoi figli non hanno più tanto bisogno di lei. Così all’età in cui suo marito arriva al massimo della carriera, ella se ne sta a casa, non sapendo spesso che fare di se stessa.

Nonostante tutto ciò, la sorte della donna poteva essere sopportabile se non era per il cambiamento avvenuto negli anni sessanta nelle attitudini sessuali. Essendo donne, sapevamo che una grande proporzione degli uomini era tradizionalmente infedele alla moglie. Ma ora gli uomini facevano apertamente e senza scusarsi ciò che prima facevano in segreto, e insistevano che le donne adottassero verso il sesso simili attitudini prive di inibizioni. Tuttavia la donna media prova profonda avversione per l’infedeltà come modo di vivere. È contrario alla sua natura. Pertanto, l’aperta promiscuità degli uomini condusse direttamente molte donne al movimento femminista.

Eravamo anche stanche d’essere considerate oggetti sessuali. Le donne odiano che i loro principali, che hanno il potere di assumerle e licenziarle, cerchino di indurle ad avere relazioni sessuali. Nel mondo del lavoro questo è un problema che si presenta spesso alla donna.

Nel 1971 fui licenziata, e pensai che fosse perché mi ero rifiutata di uscire con il mio principale alla CBS. Quando menzionai la cosa a uno dei vicepresidenti, invece di indignarsi, come avevo fatto io, mi disse: “È una cosa di tutti i giorni”.

Aveva ragione. Era una cosa comune. La mia reazione non lo fu. Intentai una causa da due milioni di dollari, dietro l’accusa di discriminazione nell’impiego.

Tutti questi, e altri, sono problemi reali che si presentano alle donne. È chiaro che bisogna risolverli. Ma come? Le donne cominciarono a cercare le soluzioni.

IL MOVIMENTO PRENDE FORMA

Fu il libro The Feminine Mystique di Betty Friedan, pubblicato nel 1963, a esporre il malessere che le donne avvertivano sempre più per il modo in cui i cambiamenti del mondo moderno avevano sfavorevolmente influito sulla loro vita. L’effetto di questo libro si potrebbe paragonare a un incendio nella boscaglia. In ogni parte del paese le donne cominciarono a rendersi conto di non esser sole nel loro malcontento.

Nel 1966 la Friedan formò l’Organizzazione Nazionale della Donna, con l’obiettivo di lavorare a livello organizzativo per porre fine alla discriminazione contro la donna. Ben presto si formarono organizzazioni simili. La base per lo sviluppo dei movimenti femministi erano i gruppi di lavoro. Questi gruppi di otto o dieci donne ciascuno decidevano di riunirsi ogni settimana per discutere i problemi della donna. Questi gruppi spuntarono come i funghi.

Quelle furono occasioni rallegranti per me e per molte donne che stavano appena scoprendo il movimento per la liberazione della donna. Trascorremmo molte ore a discutere i nostri sentimenti di donne, scambiandoci esperienze e formulando teorie. Scoprimmo che un mucchio di risentimenti che avevamo soffocati cominciava a venire a galla e, mentre ci raccontavamo le nostre infelici esperienze causate dagli uomini, diventavamo sempre più furenti. Ma, nello stesso tempo, ci sentivamo sempre più vicine come donne.

Questo sentimento di solidarietà, di fiducia, d’amore era nuovo per tutte noi, ed era bello. Eravamo cresciute tutte considerando le altre donne come rivali potenziali quando si trattava di ottenere l’attenzione di qualche maschio. Ora cominciammo a cercar di vederci come amiche e vittime comuni bisognose dell’aiuto le une delle altre.

Spesso da questi gruppi di lavoro sorsero organizzazioni più grandi. Per esempio, il mio gruppo, composto essenzialmente di donne che lavoravano nel giornalismo, formò il nucleo di ciò che divenne il New York Media Women. Questo gruppo si conquistò i primi titoli nei giornali quando prese d’assalto il Ladies’ Home Journal chiedendo cambiamenti nel contenuto dei racconti e nei sistemi del personale per elevare l’immagine della donna presentata dalla rivista.

Il movimento per la liberazione della donna rivoluzionò gli atteggiamenti verso la donna. Nel campo del lavoro, dell’istruzione, dello sport, la discriminazione contro le donne è notevolmente diminuita.

Anche i processi hanno avuto un enorme effetto per quanto riguarda le opportunità di lavoro per la donna, come quello che io intentai contro la CBS. Quando lavoravo alla CBS, c’era una sola cronista fra il personale addetto in tutta la nazione a trasmettere le notizie dal mondo. Nel giro di pochi mesi dopo che avevo intentato la mia causa, avevano cinque croniste.

Benché fossero stati ottenuti notevoli risultati, vidi presto gravi problemi in seno al movimento stesso e questi cominciarono a turbarmi.

CHE COSA NON ANDAVA?

Gli ideali del movimento per la liberazione della donna mi apparivano belli in teoria, tuttavia in pratica non funzionavano. Per esempio, il vincolo che ci univa come sorelle, uno dei nostri più ambiti concetti, venne meno non appena le donne cominciarono ad assaporare il potere. La teoria non aveva tenuto conto dell’egoismo umano.

Assistei ad alcune aspre lotte per il potere nei gruppi femministi, e vidi donne pugnalarsi spietatamente alla schiena come avevo visto fare dagli uomini. Nel New York Media Women, come nel movimento in generale, molte donne manifestarono inequivocabilmente una mentalità “aggressiva”, volevano diventare famose e avere successo, e si servivano del movimento come di un personale trampolino di lancio.

Poiché le teorie idealistiche si erano dimostrate irrealistiche, elementi radicali cominciarono a portare il movimento in nuove direzioni, per me spaventose.

Per esempio, demmo molta importanza alla controversia della violenza carnale. Come possono proteggersi le donne? La soluzione suggerita dal movimento fu il karatè e il judo. Accettai il suggerimento e presi lezioni di karatè, perché ero decisa a non volere mai essere alla mercé di un uomo.

Ricordo che un gruppo di noi tenne una riunione in cui parlammo di andare a mutilare o anche uccidere uomini che erano noti per avere violentato o percosso donne. Facevamo sul serio. Ma sarebbe stato moralmente retto? Per me non lo era, andava contro tutto ciò che desideravo essere personalmente. Pareva che il movimento stesse perdendo la sua spinta morale. Era disposto a imporre il cambiamento, indipendentemente dai mezzi. Un altro tema dominante del movimento mi disgustò più della violenza, quello del lesbismo. Col tempo, scoprii che molte donne che avevo ammirate e che avevano posti direttivi nel movimento erano lesbiche. In effetti, il movimento stesso serviva a incoraggiare le donne a diventare lesbiche. Naturalmente, questo non era stato lo scopo originale del movimento, ma fu un risultato.

L’originale obiettivo del movimento per la liberazione della donna era stato quello di favorire migliori relazioni fra uomini e donne, basate sul reciproco rispetto. Avevamo realmente creduto che gli uomini, appena venuti a conoscenza dei nostri motivi di lagnanza, ne avrebbero riconosciuto la validità e avrebbero fatto cambiamenti. Invece, gli uomini reagirono al movimento per la liberazione della donna con ostilità, scherni e trincerandosi nelle loro attitudini.

Molte donne si rendevano dunque conto che liberazione significava perdere il loro uomo. Molti uomini semplicemente le piantavano in asso per andare a trovare donne più “femminili”. A loro volta, le donne abbandonate spesso rinunciavano a cercar di stabilire una relazione con gli uomini. Abbandonate dai loro uomini, esse andavano in cerca non di un altro uomo, ma di un’altra donna.

Per me, comunque, il lesbismo era perversione e una pratica rivoltante. Non avrei lottato per il diritto della donna d’essere lesbica.

EFFETTO SULLA FAMIGLIA

Come madre, fui turbata da un altro aspetto del movimento che si stava manifestando, la veduta dei figli e della famiglia. Si incoraggiava il divorzio. Le donne che si sposavano e rimanevano incinte erano guardate con disprezzo e giudicate antiquate e borghesi. La sterilizzazione volontaria era guardata con approvazione, si incoraggiava a vivere in comunità formate interamente di donne, e i bambini nati mediante fecondazione artificiale divennero il sogno del futuro.

Incoraggiate da tali vedute, molte donne cominciarono ad abbandonare la famiglia. Recentemente ho letto alcune statistiche della Tracers Company d’America, ditta di esperti che si occupano di rintracciare le persone mancanti. All’inizio degli anni sessanta la proporzione fra i mariti e le mogli che abbandonavano la famiglia era di 300 a uno. Alla fine degli anni sessanta, era di 100 a uno. Oggi è di uno a uno! Ora le donne fanno proprio quello per cui odiavano gli uomini.

Ma io amavo mio figlio ed egli mi recava gioia. Una cosa che era per me perenne motivo di dispiacere era il fatto che il mio lavoro mi costringeva a stare tanto tempo lontana da lui. Mi preoccupavo per come sarebbe cresciuto se veniva allevato da una serie di bambinaie, e avrei voluto avere un’altra scelta. Il movimento per la liberazione della donna non rispondeva proprio alle domande fondamentali: Che ne è dei figli se entrambi i genitori lavorano? E, più profondamente, che ne è di loro se entrambi i genitori rifiutano di fare i genitori perché tale compito ostacola la loro personale ricerca della felicità?

Ero confusa e disillusa. Il movimento per la liberazione della donna non aveva le soluzioni. Ma ciò che mi rattristò particolarmente fu il fatto di avere lottato così arduamente per coinvolgere altre donne in un movimento che aveva effetti così cattivi sulla loro relazione sia con gli uomini che con la loro famiglia.

Tuttavia, era chiaro che la liberazione era necessaria. Noi donne avevamo correttamente individuato i problemi reali che contribuiscono a rendere misera la vita di milioni di persone. Quali erano dunque le soluzioni? Non smisi di cercare.

UNA FONTE INASPETTATA

Una persona amica mi suggerì che la Bibbia conteneva le risposte. Ero estremamente scettica. Per una femminista la Bibbia è solo un libro scritto da un gruppo di uomini, che riflette le negative attitudini degli uomini verso le donne. Ma decisi almeno di investigare. Sapevo quanti avevano presentato sotto falsa luce il movimento per la liberazione della donna. Perciò compresi che non era giusto dare un giudizio sulla Bibbia senza prima averla studiata.

Non avevo mai letto prima la Bibbia. Un giorno ne presi dunque in mano una copia e l’aprii per caso in Isaia capitolo cinquantaquattro, dove cominciai a leggere: “‘Poiché il tuo grande Fattore è il tuo proprietario maritale, essendo il suo nome Geova degli eserciti . . . Poiché Geova ti chiamò come se tu fossi una moglie lasciata interamente e afflitta di spirito, e come una moglie del tempo della giovinezza che fu quindi rigettata’, ha detto il tuo Dio”. Come poteva questo Dio Geova conoscere tali sentimenti femminili? mi chiesi. La delicatezza dell’immagine mi spinse a voler sapere di più intorno a questo Dio.

La persona che mi aveva indirizzato alla Bibbia, benché non fosse testimone di Geova, disse che erano gli unici a insegnare realmente la Bibbia. Così nel maggio del 1971 visitai una locale Sala del Regno dei Testimoni di Geova e disposi che un Testimone studiasse con me. Le risposte che ricevetti cominciarono gradualmente ad apparirmi logiche.

L’importanza che la Bibbia dà all’amore e al bisogno di considerare il merito dei propri simili mi fece realmente impressione. Per esempio, queste scritture sono solo un esempio delle molte che mi meravigliarono:

“Siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri come anche Dio vi ha liberamente perdonati mediante Cristo”. “Non [fate] nulla per contenzione o egoismo, ma con modestia di mente, considerando che gli altri siano superiori a voi”. “Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi”. — Efes. 4:32; Filip. 2:3; Rom. 12:10.

Non è detto nulla circa il fatto che questo consiglio si applichi solo alle donne; no, è così che le persone, maschi e femmine, dovrebbero considerarsi e trattarsi. Ero del tutto favorevole a questo!

Ero disgustata della veduta mondana che gli uomini “dovevano” volare di fiore in fiore come calabroni, essendo l’immoralità considerata una cosa naturale per loro. Ora avevo scoperto che la Bibbia dice: ‘No! Non farlo! Si deve mantenere onorevole il matrimonio!’ Inoltre, Romani capitolo uno condanna il comportamento omosessuale, definendolo “osceno”. Che sollievo!

MARITI E MOGLI

“Ma”, chiederanno sicuramente molte donne, “che dire della scrittura che dichiara: ‘Le mogli siano sottoposte ai loro mariti come al Signore, perché il marito è capo della moglie’”? (Efes. 5:22, 23) La prima volta che lo lessi, ne fui disgustata anch’io. Mi chiesi: Se il marito è il suo capo, come fa la moglie a non essere schiava? Comunque, la persona con cui studiavo mi esortò a considerare il quadro completo e a non giudicare il principio dichiarato in questa scrittura da quello che avevo visto fra gli uomini nel mondo.

Mi fu mostrato che anche i mariti cristiani hanno un capo a cui sono sottoposti ed essi hanno l’ordine di trattare la moglie come Gesù aveva trattato i suoi seguaci terreni. (1 Cor. 11:3) Efesini capitolo 5 dice a questo riguardo: “Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, come anche il Cristo amò la congregazione e si consegnò per essa”. Pensai fra me: Se i mariti avessero realmente fatto questo, se avessero amato tanto le mogli da essere disposti a morire per esse, non ci sarebbe mai stato un movimento per la liberazione della donna!

Mi fu anche mostrato nella Bibbia il comando dato ai mariti di assegnare onore alle loro mogli. (1 Piet. 3:7) Ora questa idea dell’autorità cominciò a diventare un po’ più accettevole.

Ma mi chiedevo ancora: Se Dio, che ideò il matrimonio, voleva che i mariti fossero così, come mai è sorta tutta questa confusione? Dal mio studio appresi che quando l’uomo peccò nel giardino d’Eden, attirò su di sé una gran quantità di problemi, malattia e morte incluse. Ma, leggendo il racconto biblico, mi sgomentai notando la punizione ricevuta da Eva: “La tua brama si volgerà verso tuo marito, ed egli ti dominerà”. — Gen. 3:16.

Che pensiero ripugnante! Voleva dire forse che per accettare la Bibbia avrei dovuto accettare la sorte della donna d’essere dominata? No, mentre approfondivo lo studio appresi che Dio intende cominciare prestissimo a riportare l’uomo e la donna al loro originale stato di perfezione. Peccato, infermità e morte saranno eliminati per sempre. (Riv. 21:3, 4) Significava questo, dunque, che anche il dominio degli uomini sarebbe finito?

Sì. Con gioia appresi che mentre il principio dell’amorevole autorità rimarrà, gli uomini cesseranno di esercitare egoisticamente il dominio. Se si guardano le cose sotto questo aspetto, non sarebbe piacevole avere un capo maritale così amorevole come Cristo?

Non solo, ma appresi che non dovevo aspettare finché Geova Dio trasformasse la terra in Paradiso. Gli uomini cristiani, i veri cristiani, devono sforzarsi sin da ora di vivere secondo le giuste norme di Dio. Lo facevano?

SOLO TEORIA?

Fui esortata a frequentare regolarmente le adunanze dei testimoni di Geova e a frequentarli insieme alle loro famiglie, per accertarmi personalmente. Fui sbalordita. Mettono realmente in pratica quello che insegna la Bibbia. Cominciai quindi a capirne il perché.

Ognuno di loro crede che la Bibbia è verace, che il Creatore dell’universo ispirò effettivamente degli uomini a scriverla. I Testimoni si sforzano dunque sinceramente, meglio che possono, di vivere secondo la Parola di Dio. Come risultato trattano effettivamente gli altri con benignità e compassione, e i mariti si sforzano effettivamente di amare e onorare le loro mogli.

Inoltre, vidi che quando pregano Dio: ‘Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno’, credono realmente che il governo di Dio dominerà la terra. Credono realmente alla Bibbia quando dice: “L’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. . . . Stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Dan. 2:44.

UNA LIBERAZIONE PER CUI VALE LA PENA DI LOTTARE

Vidi che i testimoni di Geova credono che questo sistema sarà prossimamente stritolato da Dio e che presto il meritevole genere umano sarà preservato in un giusto nuovo ordine. Mentre ci pensavo, mi resi conto anch’io che era ragionevole. Poiché il Creatore dev’essere sicuramente sgomento di fronte al grande egoismo e all’immoralità che permeano ogni parte di questo mondo! E mi convinsi che gli uomini non possono da soli correggere questa situazione.

Mentre continuavo lo studio della Bibbia, mi convinsi ancor di più che quanto Dio farà supera di gran lunga ciò che noi del movimento per la liberazione della donna potevamo mai sperare di ottenere. Poiché sotto il regno di Dio non saranno risolti solo i problemi delle donne, ma il Creatore farà in modo che tutto il genere umano sia liberato da ogni forma di oppressione, incluse perfino l’infermità e la morte. Questo è ciò che ha promesso nella sua Parola, e vi è ogni ragione di credere che manterrà la sua promessa.

Pertanto lotto ancora per la liberazione sia della donna che dell’uomo, ma in modo diverso. Invece di dedicare molte ore la settimana a fare discussioni con altre donne o a combattere legalmente per migliorare i diritti delle donne, uso il mio tempo per far vedere alle persone che la loro unica vera speranza per vivere felici è di mettere in pratica nella loro vita gli eccellenti princìpi della Parola di Dio. Questo è il solo modo che condurrà alla vera liberazione nella paradisiaca “nuova terra” sotto il giusto dominio del Regno di Dio. (2 Piet. 3:13) — Da una collaboratrice.

[Testo in evidenza a pagina 740]

‘Una ragione per cui sorse il movimento per la liberazione della donna riguardava il crescente costo della vita e gli attuali modelli di vita’.

[Testo in evidenza a pagina 741]

“L’aperta promiscuità degli uomini condusse direttamente molte donne al movimento femminista”.

[Testo in evidenza a pagina 742]

“Il vincolo che ci univa come sorelle, uno dei nostri più ambiti concetti, venne meno non appena le donne cominciarono ad assaporare il potere”.

[Testo in evidenza a pagina 743]

“Non avrei lottato per il diritto della donna d’essere lesbica”.

[Testo in evidenza a pagina 744]

“L’importanza che la Bibbia dà all’amore e al bisogno di considerare il merito dei propri simili mi fece realmente impressione”.

[Testo in evidenza a pagina 745]

“Mi fu anche mostrato nella Bibbia il comando dato ai mariti di assegnare onore alle loro mogli”.

[Riquadro a pagina 739]

● Per secoli le donne sono state oppresse e maltrattate da uomini di molte nazioni. Ora un crescente numero di donne chiede libertà e uguaglianza.

● Approva la Bibbia questi movimenti per la liberazione della donna?

● Leggete come una persona impiegata nella lotta per i diritti della donna scoprì il solo modo per avere realmente successo nel conseguimento della necessaria liberazione della donna.

[Immagine a pagina 739]

Gli uomini fanno soldi col tuo corpo Miss America

LA CASA È LA PRIGIONE DELLA DONNA! LIBERTÀ

DONNE UNITEVI!

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