BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w77 1/3 pp. 149-154
  • Ripreso chi pratica il peccato

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Ripreso chi pratica il peccato
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • COME SI DETERMINA CHI ‘PRATICA’ IL PECCATO
  • NON ESITATE A CHIEDERE L’AIUTO NECESSARIO
  • EQUILIBRIO E GIUDIZIO NEL VALUTARE LA NECESSITÀ
  • RIPRENDERE CON OGNI LONGANIMITÀ E ARTE DI INSEGNARE
  • ‘Le riprensioni sono la via della vita’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
  • Il pentimento che riconduce a Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
  • Riprensione impartita “dinanzi a tutti gli astanti”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Come si riconosce il pentimento sincero?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/3 pp. 149-154

Ripreso chi pratica il peccato

“Riprendi dinanzi a tutti gli astanti le persone che praticano il peccato, affinché anche gli altri ne abbiano timore”. — 1 Tim. 5:20.

1, 2. Quali istruzioni Paolo diede a Timoteo mentre Timoteo era a Efeso, e quali domande suscita ciò?

QUANDO consigliò il suo collaboratore Timoteo sul modo di considerare i problemi sorti a Efeso, dove alcuni provocavano inutili discussioni e suscitavano insegnamenti contraddittori, l’apostolo Paolo incluse queste parole: “Riprendi dinanzi a tutti gli astanti le persone che praticano il peccato, affinché anche gli altri ne abbiano timore”. — 1 Tim. 5:20; 1:3-7; 6:3-5.

2 Che cosa intese dire l’apostolo con l’espressione ‘praticare il peccato’? Cadendo in una trasgressione più di una volta si diventerebbe automaticamente uno che ‘pratica’ il peccato?

COME SI DETERMINA CHI ‘PRATICA’ IL PECCATO

3, 4. Qual è il significato dell’espressione greca usata qui da Paolo, e come la rendono certe traduzioni?

3 Tornando alla lingua (greca) in cui scrisse Paolo, troviamo che l’espressione corrispondente a “praticano il peccato” è hamartánontas, participio presente attivo del verbo greco per “peccare”. Cosa ci dice questo? Notate ciò che dicono alcuni commentari biblici (il corsivo è aggiunto per dare enfasi):

The Expositors’ Greek Testament dice: “. . . l’uso del participio presente fa pensare che si tratta di peccatori abituali. . . . Paolo parla di peccatori ostinati”.

Il Critical Doctrinal and Homiletical Commentary di Schaff-Lange afferma: “I peccatori sono rappresentati a quel tempo ancora viventi nel peccato, per cui si usa la [forma del verbo] presente dove altrimenti si attenderebbe la [forma] del perfetto”.

4 Paolo usò perciò una forma del verbo che descrive un’azione presente, non passata, che ha relazione con una condotta che continua, non una condotta che sia stata abbandonata. Riconoscendo ciò, varie traduzioni della Bibbia contengono espressioni come queste:

Young: “Quelli che peccano . . .”

Rotherham: “Ma quelli che stanno peccando . . .”

Knox: “. . . quelli che stanno vivendo in modo sbagliato”.

Revised Standard Version: “In quanto a quelli che persistono nel peccato . . .”

New American Standard: “Quelli che continuano nel peccato . . .”

5. (a) Che cosa deriva dalla ripetizione del peccato? (b) Nondimeno, qual è il fattore più importante per determinare chi è giustamente descritto come ‘uno che pratica il peccato’?

5 Non può esserci dubbio che ogni volta che si ripete un peccato, aumenta la gravità della trasgressione. E chiunque continua a peccare per un prolungato periodo di tempo ne fa di certo una pratica. Comunque, dalle informazioni già presentate possiamo vedere perché il solo fatto che una persona abbia commesso una trasgressione più di una volta, forse due o tre volte, non la porrebbe di per sé fra quelli che Paolo definisce “persone che praticano il peccato”. La questione essenziale è: La persona si è allontanata dalla trasgressione, abbandonandola? O è una cosa continua, una condotta persistente? In quest’ultimo caso, l’individuo corrisponde alla definizione dell’apostolo.

6, 7. Come Matteo 7:7 illustra cosa significa ‘praticare’ qualche cosa?

6 Altre scritture che usano la forma presente dei verbi greci illustrano l’argomento. In Matteo 7:7, per esempio, in greco ricorre tre volte la forma (dell’imperativo) presente del verbo, e la Traduzione del Nuovo Mondo la rende in questo modo:

“Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e troverete; continuate a bussare, e vi sarà aperto”.

7 Gesù non voleva certo dire che se chiediamo a Dio una cosa più di una volta, forse un paio di volte, adempiamo in tal modo questa esortazione. No, ma dobbiamo continuare, persistere nel chiedere, cercare e bussare.

8. A chi si riferisce I Timoteo 5:20, e a chi non si riferisce?

8 Quindi I Timoteo 5:20 parla di una condotta peccaminosa che richiede riprensione dinanzi a tutti gli astanti per la ragione stessa che persiste, non è cessata. Da ciò sembra chiaro che l’apostolo non descrive persone che forse han commesso qualche atto sbagliato una o più volte ma che poi si sono pentite e hanno veramente abbandonato tale trasgressione.

NON ESITATE A CHIEDERE L’AIUTO NECESSARIO

9. Che cosa mostra che un trasgressore pentito non dovrebbe esitare a chiedere l’aiuto degli anziani cristiani?

9 Vi è dunque motivo per cui un appartenente alla congregazione che è caduto in qualche trasgressione, di natura sessuale o di qualsiasi altro genere, e si è sinceramente pentito di tale trasgressione, esiti a chiedere l’aiuto degli anziani per essere rafforzato nella propria determinazione di non ricadere in tale trasgressione? In risposta, notate ciò che consiglia il discepolo Giacomo in Giacomo 5:14-16:

“Vi è qualcuno malato fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, spalmandolo d’olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se egli ha commesso dei peccati [plurale, il che mostra che vi potrebbe essere implicato più che un solo atto di peccato], gli sarà perdonato. Perciò confessate apertamente i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate sanati”. — Confronta Salmo 41:1-4.

10, 11. (a) Il sapere che gli anziani desiderano recare guarigione quale effetto dovrebbe avere sul trasgressore pentito? (b) Illustrate.

10 Come questo incoraggia a ‘confessare apertamente i peccati gli uni agli altri’ se il trasgressore sinceramente pentito sa che la primaria preoccupazione di quelli a cui fa la confessione è di aiutarlo a ‘essere sanato’ dalla sua malattia spirituale. D’altra parte, se tale individuo pentito pensasse di essere automaticamente considerato meritevole di severo rimprovero dinanzi all’intera congregazione come ‘uno che pratica il peccato’, l’effetto potrebbe essere del tutto diverso.

11 Per illustrare: Un uomo che prima di divenire cristiano a volte beveva eccessivamente potrebbe essere solo a casa per un periodo di diversi giorni. In questo tempo potrebbe eccedere nel bere vino o birra fino al punto di ubriacarsi, forse un paio di volte in pochi giorni. Poi potrebbe provare molta vergogna e sinceramente pentirsi dell’accaduto. Rendendosi conto di stare per ricadere nelle sue vecchie abitudini, potrebbe desiderare grandemente l’aiuto degli anziani per essere rafforzato nella determinazione di non ripetere tale errore. Se pensa che, avendo commesso l’errore più di una volta, gli anziani riterranno automaticamente necessario rendere pubblica la sua trasgressione alla congregazione, egli può essere molto esitante a chiedere il loro aiuto.

12. Quale barriera non dovrebbe esistere, e che cosa impedirà che sorga?

12 Tale attitudine potrebbe creare una barriera fra i pastori della congregazione e chi ha serio bisogno del loro aiuto per superare una tendenza a continuare nell’errore. D’altra parte, se avesse fiducia che gli anziani prendano in considerazione la sua sincerità di allontanarsi dall’errore e di desiderar di non ricadervi mai più, sarebbe certamente incoraggiato a rivolgersi agli anziani, apprezzandone l’aiuto come una pecora malata apprezzerebbe quello del suo pastore. — Confronta Salmo 23:1-5 con Ezechiele 34:4.

13. Perché a volte gli anziani devono prendere l’iniziativa riguardo a chi sbaglia?

13 Forse gli anziani possono sentire che è stata commessa una grave trasgressione da una fonte diversa dalla persona implicata. Come pastori, la preoccupazione per la salute spirituale di questo componente del gregge li spingerebbe a parlargli di ciò che hanno sentito. Possono riscontrare che egli apprezza il loro aiuto ma non l’ha chiesto per timidezza o per un senso di vergogna o per simili ragioni di natura personale. Possono anche riscontrare che si è già pentito dell’errore e che ha smesso di seguire la condotta errata.

14. Cosa faranno ancora gli anziani quando sono convinti che il trasgressore è stato ripreso efficacemente dal proprio cuore?

14 Quando gli anziani sono persuasi che tale persona è stata sinceramente ripresa dal proprio cuore e dalla propria coscienza e per mezzo del potere della Parola di Dio, i loro sforzi potranno quindi essere rivolti a edificare la sua salute spirituale. Darebbero buoni consigli scritturali per rafforzare la persona pentita affinché non ripeta la trasgressione e le imprimerebbero nella mente la gravità della situazione. L’aiuterebbero a capire più pienamente il pericolo di ‘non stare in guardia’ sia pure momentaneamente, e la necessità di ‘continuare a operare la propria salvezza con timore e tremore’. — Filip. 2:12.

EQUILIBRIO E GIUDIZIO NEL VALUTARE LA NECESSITÀ

15. Che cosa determina in che direzione saranno volti gli sforzi degli anziani?

15 Tuttavia, in ogni caso di trasgressione grave, sia che la persona pentita chieda il loro aiuto o che invece siano loro ad avvicinarla, gli anziani della congregazione vorranno essere persuasi che vi siano sincero pentimento e il premuroso sforzo di attenersi alla condotta giusta. Se il cuore stesso non l’ha ripresa inducendola ad abbandonare l’errore, gli anziani hanno il dovere di cercare di aiutarla a fare queste cose necessarie.

16. Chi ha commesso un peccato una sola volta può essere considerato uno che ‘pratica’ tale peccato? In tal caso, come?

16 Così, sebbene il numero di volte che un errore è stato commesso sia certamente un serio fattore da considerare e valutare, non è sempre il fattore che determina se una persona ha bisogno di riprensione scritturale. Uno potrebbe aver commesso fornicazione una sola volta. Ma se non è sinceramente pentito di tale errore egli ‘pratica’ ancora la fornicazione. Come mai? In quanto non ha rigettato o ripudiato quella condotta sbagliata nel suo cuore. Gesù disse che l’uomo che guardava una donna con passione commetteva adulterio con lei nel proprio cuore. (Matt. 5:28) Quindi, se un individuo continua a ricordare qualche passato atto peccaminoso con un certo piacere anziché con odio e profondo rammarico e con la determinazione di non ripeterlo, ha ancora quel peccato nel suo cuore. Non è stato purificato dal peccato mediante il perdono di Dio per mezzo di Gesù Cristo e quindi è ancora impuro. (1 Giov. 1:9; 2:1) Probabilmente ricadrà di nuovo in tale errore se ne avrà l’opportunità e penserà di farla franca.

17. Verso chi in particolare gli anziani devono esercitare molta cautela in quanto alle pretese di pentimento?

17 Gli anziani hanno dunque buona ragione di valutare attentamente le pretese di pentimento se l’individuo si è reso colpevole di ipocrisia, menzogna e deliberata intenzione di ingannare, o quando è evidente che l’azione sbagliata fu preceduta da premeditazione, forse con freddo calcolo. Questo è ben diverso dallo sbaglio che l’individuo commette per debolezza umana sotto l’inaspettata pressione di certe circostanze tentatrici. Un caso attinente è quello di Anania e di sua moglie Saffira, che complottarono insieme di ingannare ‘proponendosi l’azione errata nel loro cuore’. — Atti 5:1-11.

18. (a) Se la trasgressione è compiuta in modo flagrante, sfrontato, devono gli anziani esitare a disassociare il colpevole? Cosa lo mostra? (b) Se chi ha disprezzato palesemente le giuste norme in seguito è riassociato a causa del sincero pentimento, a che cosa si deve stare ancora molto attenti?

18 Se un uomo sposato amoreggia segretamente con un’altra donna, assumendo intanto la pretesa di esser puro e forse anche accettando sacre responsabilità entro la congregazione, e poi abbandona in effetti sua moglie e se ne va con l’altra donna, dovrebbero gli anziani esitare a disassociare tale individuo dalla congregazione? Ovviamente no. Quando l’apostolo Paolo apprese che un uomo viveva con la donna che evidentemente era ancora la moglie di suo padre, Paolo raccomandò alla congregazione di compiere una pronta azione ‘rimuovendo l’uomo malvagio di fra loro’. (1 Cor. 5:1-5, 12, 13) Similmente gli anziani starebbero molto attenti nell’accettare una richiesta di riassociazione da un tale individuo, poiché non ha dato loro motivo di aver fiducia che la sua parola sia sincera e genuina. Se, in seguito, egli è riassociato, dovranno in futuro essere molto cauti nel dargli qualsiasi responsabilità nella congregazione.

19. In che modo chi non ha ancora superato un problema di trasgressione potrebbe mostrare un desiderio di cuore migliore di quelli descritti prima?

19 Al contrario, un componente della congregazione potrebbe rivolgersi a un anziano per essere aiutato e potrebbe informarlo che sta ancora lottando per superare un problema. Quantunque non sia stato ancora in grado di vincere interamente l’errore, può mostrare il sincero desiderio di cuore di riuscirvi, e, a meno che non ci siano altre prove per dubitarne, i pastori della congregazione lo aiuteranno in tal senso. Egli è certo assai diverso da colui che complotta di ingannare o cerca di giustificare una condotta errata. — Sal. 51:1-3, 10, 17.

20. Come potrebbe ingannarsi chi persiste nel peccato, e perché egli è un pericolo per la congregazione?

20 Chi persiste nella trasgressione in genere si scusa nella propria mente, perfino convincendosi che Dio perdoni quello che fa. (Confronta Salmo 36:2; 50:17-21). Peggio ancora, può influenzare altri perché seguano tale condotta. Proverbi 10:17 dice: “Chi si attiene alla disciplina è un sentiero a vita, ma chi lascia la riprensione fa errare”. Per il proprio bene e per il bene di tutti, dev’essere chiamato a render conto e a correggersi.

RIPRENDERE CON OGNI LONGANIMITÀ E ARTE DI INSEGNARE

21. Quando è necessaria la riprensione, qual è il modo scritturale in cui gli anziani la devono impartire?

21 Quando le circostanze indicano che c’è bisogno di riprensione, come si comportano i pastori della congregazione? Se l’errore non è riconosciuto, gli anziani hanno l’obbligo di presentare al trasgressore la “convincente prova” della sua condotta errata. Non possono far questo in base al semplice sentito dire. (Confronta Giovanni 16:8; Isaia 11:3). Possono ritenere necessario fargli domande per stabilire i fatti essenziali. Tuttavia la riprensione richiede specialmente che usino prove e argomenti scritturali per confutare ogni suo pensiero che tale condotta peccaminosa possa essere scusata agli occhi di Dio. Dovrebbero cercare di aiutarlo a vedere l’errore nella sua vera luce e perché lo deve odiare. (Ebr. 1:9) In tal modo lo correggono e lo aiutano a ‘mettere le cose a posto’. La loro meta come pastori è di condurlo al pentimento e ad abbandonare la condotta errata, non solo nelle opere, ma nella mente e nel cuore. — Tito 1:9, NW; Giac. 1:25; 2:8, 9.

22. Come l’obiettivo finale della riprensione cristiana guiderà gli anziani nei loro sforzi, e come potranno adempiere le istruzioni di riprendere “con ogni longanimità e arte d’insegnare”?

22 Avendo presente lo scopo della riprensione, gli anziani non si riterranno semplicemente responsabili di scoprire fatti e stabilire colpe. Non si limitano a rimproverare il trasgressore (benché la loro riprensione possa includere un rimprovero). Hanno la nobile e amorevole meta di ‘convertire un peccatore dall’errore della sua via per salvare un’anima dalla morte’. (Giac. 5:19, 20) Certo non dovrebbero avere fretta, come se i loro sforzi per conseguire tale meta si dovessero limitare a una sola discussione in una certa data. Se ritengono che ci voglia più tempo, possono raccomandare che la persona pensi e preghi su ciò che hanno detto, e quindi potrebbero disporre di parlarle di nuovo. Questo può dare alle loro parole di consiglio e riprensione l’opportunità di penetrare nella sua mente e nel suo cuore. E anche dopo essere arrivati a una conclusione (dopo averle parlato una o più volte), riconosceranno che per ristabilire qualcuno nella salute spirituale ci vorranno ancora attenzione e aiuto per un periodo di tempo. Ma avranno la soddisfazione di sapere che, come dice II Timoteo 4:2, hanno ripreso ed esortato “con ogni longanimità e arte d’insegnare”. Il tempo e lo sforzo impiegati ne valgono la pena.a

23. (a) Quelli che si pentono e si volgono dalla trasgressione dovranno necessariamente continuare ad avere nella congregazione tutte le mansioni che avevano prima? Perché? (b) Quali fattori saranno valutati in ogni caso dagli anziani?

23 Il fatto che uno si sia ripreso nel proprio cuore non significa necessariamente che debba continuare a svolgere nella congregazione tutte le mansioni che aveva prima. Come chi si riprende da un’infermità fisica non è in grado di portare lo stesso peso che portano altri, così può accadere a lui. Gli anziani possono giudicare consigliabile non dargli per un certo tempo incarichi di responsabilità, ritenendo forse che questa restrizione contribuisca a ‘ristabilirlo’. (Gal. 6:1) E nel caso che uno si penta solo in seguito alla riprensione di altri, cioè dopo essere stato convinto di una condotta peccaminosa per essere condotto a vero pentimento, la rimozione dalla responsabilità o dai privilegi potrebbe contribuire a “disciplinare nella giustizia”. (2 Tim. 3:16; Ebr. 12:5, 6) In ogni caso gli anziani devono soppesare fattori come la gravità dell’errore commesso, il tempo trascorso da che avvenne, le circostanze che portarono a compierlo, e fino a che punto fu mostrata una certa ostinazione o non furono ascoltati i consigli dati precedentemente.

24, 25. (a) Che cosa richiedono questi princìpi biblici da parte degli anziani, e come? (b) Cosa resta ora da considerare?

24 Tutto questo richiede davvero equilibrio e giudizio, discernimento e comprensione. Gli anziani devono valutare con cura sia gli interessi dell’individuo che quelli della congregazione nel suo insieme. Da una parte, devono sentire vivamente il loro obbligo dinanzi a Dio di impedire che la trasgressione si infiltri e si diffonda entro la congregazione. Nello stesso tempo devono mostrare considerazione altrettanto sentita affinché il loro modo di trattare i fratelli rifletta sempre le sagge e misericordiose vie di Geova Dio. — Confronta Atti 20:28-31; Giuda 3, 4, 21-23.

25 Che dire dunque delle istruzioni di Paolo di riprendere “dinanzi a tutti gli astanti” chi persiste nel peccato? Esaminiamo come si devono seguire queste istruzioni.

[Nota in calce]

a In Isaia 1:18, dove viene usata la parola ebraica corrispondente a eléncho, Geova dice a Israele: “‘Venite, ora, e mettiamo le cose a posto [“discutiamo assieme”, Versione Riveduta; “ragioniamone”, New English Bible] fra noi’, dice Geova. ‘Benché i vostri peccati siano come lo scarlatto, saranno resi bianchi proprio come la neve’”.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi