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  • Quando il contadino si diletta della Parola di Dio

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  • Quando il contadino si diletta della Parola di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
w83 1/3 pp. 8-11

Quando il contadino si diletta della Parola di Dio

“VORREI che queste parole fossero tradotte in tutte le lingue, così che potessero leggerle non solo scozzesi e irlandesi, ma anche turchi e saraceni . . . Vorrei che il contadino potesse cantarle presso l’aratro, il tessitore intonarle presso il telaio e il viaggiatore farne argomento di conversazione perché sembri più breve il cammino”.

Così scriveva lo studioso olandese Desiderius Erasmus (Erasmo da Rotterdam) agli inizi del XVI secolo. Era suo desiderio e fervida speranza che queste “parole”, cioè le Scritture, fossero estesamente tradotte affinché anche il “contadino” potesse leggerle e provare diletto nella Parola di Dio.

Da allora la Bibbia è stata estesamente tradotta e oggi il 97 per cento della popolazione mondiale può leggerla nella propria lingua. Non per nulla la Bibbia è diventata il libro più venduto del mondo. La sua influenza ha spinto ogni sorta di persone a operare per la libertà e la verità. In particolare questo avvenne in Europa durante la Riforma del XVI secolo. Alcuni personaggi dell’epoca, come Martin Lutero, furono coraggiosi e intrepidi, mentre altri, come Erasmo, cercarono di operare cambiamenti con mezzi più sottili. Perciò, per quanto riguarda la Riforma, si dice che Lutero le abbia aperto la porta dopo che Erasmo ne aveva forzato la serratura.

Erasmo era noto come grande studioso. Della sua personalità la Catholic Encyclopedia dice: “Aveva . . . un sublime potere espressivo; per i discorsi energici e commoventi, per la pungente ironia e il velato sarcasmo, era insuperabile”. Quando Erasmo andò a far visita a Tommaso Moro, Cancelliere del Regno in Inghilterra, questi, prima ancora che Erasmo si presentasse, rimase così affascinato dal suo modo di conversare che all’improvviso disse: “O sei Erasmo o sei il Diavolo!”

Tipica del carattere di Erasmo fu la risposta che diede a Federico, elettore di Sassonia, che gli aveva chiesto cosa pensasse di Martin Lutero. Erasmo disse: “Lutero ha commesso due errori: ha osato toccare la corona del papa e il ventre dei monaci”.

Ma che influenza esercitò la Bibbia su Erasmo e, a sua volta, cosa fece egli per promuoverne lo studio e la diffusione tra la gente comune, come i ‘contadini’? Diamo prima uno sguardo al periodo iniziale della vita di Erasmo.

Primo periodo

Erasmo nacque a Rotterdam, in Olanda, nel 1466, figlio illegittimo di un prete olandese. I suoi primi anni furono molto infelici. Sua madre morì quando egli aveva circa diciassette anni, e poco dopo morì anche il padre. Nonostante desiderasse frequentare l’università, cedette infine alle pressioni dei tutori ed entrò nel convento agostiniano di Steyn, dove proseguì i suoi studi di latino, dei classici e dei padri della chiesa. Dopo un po’, però, cominciò a detestare quel modo di vivere. Così, all’età di ventisei anni, colse l’opportunità di lasciare il convento per diventare segretario di Enrico di Bergen, vescovo di Cambrai, in Francia. Poco tempo dopo poté riprendere i suoi studi all’università di Parigi. Ma spesso stava male, e per tutta la vita risentì della salute cagionevole.

Nel 1499 accettò un invito a visitare l’Inghilterra. A Londra incontrò Tommaso Moro, Giovanni Colet e altri teologi, cosa che rafforzò la sua decisione di applicarsi agli studi biblici. Per poter capire meglio il contenuto della Bibbia, si mise a studiare intensamente il greco, finché fu in grado di insegnarlo ad altri.

In quel periodo scrisse un trattato intitolato Manuale del milite cristiano, in cui consiglia al giovane cristiano di studiare la Bibbia, dicendogli: “Non c’è nulla a cui si possa credere con maggiore certezza di ciò che si legge in questi scritti”.

Sia a causa di problemi economici che nel tentativo di sfuggire alla peste, Erasmo, nel 1504, si trasferì a Lovanio, in Belgio. Recatosi in visita al convento di Parc, scoprì nella biblioteca un manoscritto delle Annotazioni al “Nuovo Testamento” di Lorenzo Valla, uno studioso italiano. Questa raccolta di note al testo della Vulgata latina delle Scritture Greche Cristiane destò il suo interesse per la critica testuale, che consiste nella comparazione di antiche versioni e manoscritti della Bibbia allo scopo di determinarne la lezione originale. Erasmo prese la decisione di lavorare al ripristino del testo originale della Bibbia.

In seguito Erasmo si recò in Italia, per poi ripartire alla volta dell’Inghilterra. Varcando le Alpi, ripensò all’incontro con Tommaso Moro, e, soffermandosi sul significato del suo nome (moros, che in greco vuol dire “stolto”), fu spinto a scrivere una satira, che chiamò Elogio della pazzia. In essa la pazzia personificata penetra in ogni campo della vita, ma in nessun posto è più evidente che fra i teologi e il clero. In questo modo Erasmo smascherava gli abusi del clero, una delle cause della Riforma, la quale era ormai sul punto di esplodere. “In quanto ai papi”, scrisse, “se affermano di essere i successori degli apostoli, devono capire che da loro si richiedono le stesse cose che facevano i loro predecessori”. Ma invece di far questo, osservò Erasmo, essi ritengono che sia “troppo laborioso istruire il popolo; che interpretare le Scritture significhi invadere la competenza dei dotti; che pregare sia una perdita di tempo”. Non sorprende che a Erasmo fosse attribuito “un sublime potere espressivo”!

Pubblicazione del primo testo greco

Mentre insegnava greco all’università di Cambridge, in Inghilterra, Erasmo continuò il suo lavoro di emendamento del testo delle Scritture Greche Cristiane. Un amico, Martino van Dorp, cercò di convincerlo che la traduzione latina non aveva alcun bisogno di essere corretta secondo il testo greco. È mai possibile, diceva van Dorp, “che l’intera Chiesa Cattolica si sia sbagliata per così tanti secoli, dato che ha sempre usato e approvato questa traduzione?” Tommaso Moro si unì a Erasmo nel replicare a queste critiche, ribadendo il bisogno di avere un accurato testo biblico nelle lingue originali.

A Basilea, in Svizzera, un tipografo di nome Johannes Froben esortò Erasmo ad affrettare il completamento del suo lavoro. Aveva udito che nel 1514 il cardinale spagnolo Ximénez de Cisneros stava lavorando a un Testamento greco e latino, ma che ne aveva rimandato la pubblicazione fino al completamento dell’intera Bibbia. Questa fu poi pubblicata nel 1522 col nome di Poliglotta Complutense. L’edizione di Erasmo fu pubblicata nel 1516, ed era la prima volta che usciva un testo del “Nuovo Testamento” nella lingua greca originale.

A causa della fretta con cui era stato completato, il testo conteneva molti errori.a Erasmo se ne rendeva conto più di chiunque altro, e in edizioni successive corresse quanti più errori poté. Sia Lutero che William Tyndale usarono queste edizioni per tradurre la Bibbia rispettivamente in tedesco e in inglese. Questo era ciò che aveva sperato e desiderato Erasmo, e fu nella prefazione al testo greco che scrisse: “Vorrei che queste parole fossero tradotte in tutte le lingue . . . Vorrei che il contadino potesse cantarle presso l’aratro”. Per quanto il testo di Erasmo fosse imperfetto, diede l’avvio all’importante lavoro di critica testuale che ha permesso di produrre le accurate traduzioni bibliche del nostro tempo.

Non tutti però accolsero volentieri la pubblicazione di questo testo. Alcune note di Erasmo erano molto critiche nei confronti del clero. Si prenda ad esempio il versetto di Matteo 16:18, che dice: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. (CEI) Erasmo manifestò la sua sorpresa che queste parole fossero state applicate esclusivamente al papa, e respinse completamente il primato di Pietro. Questa era una dichiarazione coraggiosa, se si tiene conto che l’opera era dedicata al papa. Non c’è da meravigliarsi che molti scritti di Erasmo fossero proibiti, anche nelle università.

Che Erasmo si interessasse di comprendere la Parola di Dio è evidente da un’opera da lui scritta nel 1519 e intitolata Ratio verae theologiae (abbreviato in Ratio). In esso espone il suo metodo di studio della Bibbia, con una serie di norme per interpretarla, fra cui quella di non isolare mai una citazione dal contesto e di tenere sempre conto della mentalità dell’autore. Capì che le Scritture formavano un insieme compatto. Ne dedusse che l’interpretazione deve venire dall’interno, e non essere imposta dall’esterno. — Confronta Genesi 40:8.

Erasmo e Lutero

Nel 1518 Erasmo scrisse un trattato chiamato Colloquia familiaria, in cui si scagliava di nuovo contro la corruzione della Chiesa e dei monasteri. Solo un anno prima Martin Lutero aveva coraggiosamente inchiodato le sue novantacinque tesi alla porta della chiesa di Wittenberg, per protestare contro la vendita delle indulgenze, divenuta uno scandalo in molti paesi. Per qualche tempo sembrò che Erasmo e Lutero avrebbero cooperato per attuare le riforme necessarie. Ma le loro idee sul modo di attuarle erano diametralmente opposte. Non passò molto prima che Lutero cominciasse a condannare Erasmo per la sua moderazione, in quanto quest’ultimo voleva operare con mezzi pacifici all’interno della Chiesa. Si potrebbe dire che Erasmo fosse un pensatore e uno scrittore, mentre Lutero un uomo d’azione.

Si giunse infine alla spaccatura nel 1524, quando Erasmo scrisse un saggio dal titolo De libero arbitrio. Lutero era contrario all’idea che l’uomo avesse il libero arbitrio, ma secondo Erasmo questo avrebbe reso Dio ingiusto, perché avrebbe significato che l’uomo non poteva agire in modo da ottenere la salvezza.

Mentre la Riforma prendeva piede in Europa, le circostanze costrinsero molti suoi esponenti a separarsi dalla Chiesa Cattolica. Anche se non ne avevano previsto le conseguenze, procedettero nella via che avevano intrapreso, andando spesso incontro alla morte. Ma Erasmo si ritirò dalla controversia e rifiutò anche il cappello cardinalizio, riconoscendo in una certa occasione che, se fosse stato messo alla prova, sarebbe potuto venir meno come Pietro. (Matteo 26:69-75) Cercò di seguire una via di mezzo. Così, mentre Roma considerava eretici i suoi scritti e li metteva all’Indice, molti riformatori lo accusavano di essere pronto al compromesso pur di salvare se stesso. Sensibile alle critiche, e desideroso di riconoscimenti, Erasmo fu spesso troppo cauto, temendo le conseguenze di qualsiasi frattura con Roma.

I rapporti fra Erasmo e la Riforma sono stati così riassunti: “Fu un riformatore finché la Riforma non divenne una terribile realtà; uno schernitore dei bastioni del papato finché non cominciarono a cedere; un fautore della diffusione delle Scritture finché gli uomini non si diedero allo studio e all’applicazione d’esse; ebbe in dispregio le semplici forme esteriori della religione finché non furono stimate per quel che realmente valevano; in breve, fu un uomo dotto, intelligente, benevolo, amabile, timido, indeciso, che, pur essendone stato l’artefice lasciò ad altri la gloria di liberare la mente umana da una schiavitù che durava da mille anni. La sua carriera e quella di Lutero si allontanarono quindi sempre più l’una dall’altra, finché da ultimo essi procedettero in direzioni opposte, e vennero a confronto con reciproca animosità”. — Edinburgh Review, lxviii, 302.

I riformatori non riuscirono a mettersi d’accordo sulla dottrina e sulla pratica, per cui i cambiamenti avvenuti nel XVI secolo non sradicarono alcune delle tradizioni fondamentali che nel corso dei secoli avevano nascosto la verità della Parola di Dio. Ma i progressi compiuti nel diffondere la Bibbia fra la gente comune sono continuati fino al nostro giorno. Da quelle lotte, nelle quali Erasmo ebbe una parte, emersero traduzioni bibliche attendibili e accurate.

Così oggi il “contadino” può trovare la Bibbia, o almeno una parte d’essa, praticamente in qualsiasi lingua e dilettarsi imparando lo splendido proposito di Dio per il genere umano. Le Scritture ci incoraggiano vivamente a farlo. In Salmo 1:2, 3 si legge riguardo al giusto: “Il suo diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte. E per certo diverrà come un albero piantato presso corsi d’acqua, che dà il suo proprio frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce, e ogni cosa che fa riuscirà”. Non lasciamo passare giorno senza aver provato diletto nel leggere la Parola di Dio!

[Nota in calce]

a Per esempio, avendo a disposizione una copia incompleta di Rivelazione, Erasmo si limitò a ritradurre in greco dalla Vulgata latina i versetti mancanti.

[Immagine a pagina 10]

Erasmo, un riformatore finché la Riforma non divenne una terribile realtà

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