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  • w97 15/8 pp. 26-30
  • Perché riferire ciò che è male?

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  • Perché riferire ciò che è male?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
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  • Apprezziamo il valore della riprensione
  • Chi ha la responsabilità di farlo?
  • Come procedere
  • Manteniamo la santità nella congregazione
  • Aiuto per chi sbaglia
  • Un atto di amore basato sul principio
  • Non partecipate ai peccati altrui
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
  • ‘Le riprensioni sono la via della vita’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
  • Ripreso chi pratica il peccato
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Il pentimento che riconduce a Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 15/8 pp. 26-30

Perché riferire ciò che è male?

“CHI rivela una questione è nemico del popolo”, dicono alcuni nell’Africa occidentale. Così venne considerato Olu quando accusò il fratello maggiore di aver commesso incesto con la sorella. “Sei un bugiardo!”, urlò il fratello, che lo picchiò selvaggiamente, lo cacciò dalla casa paterna e gli bruciò tutti i vestiti. Gli abitanti del villaggio si schierarono con il fratello di Olu. Non più ben visto nel villaggio, Olu fu costretto ad andarsene. Solo quando divenne evidente che la ragazza era incinta la gente si rese conto che Olu aveva detto la verità. Il fratello confessò e Olu fu riaccolto con favore. Le cose sarebbero potute andare diversamente. Olu avrebbe potuto essere ucciso.

È chiaro che coloro che non amano Geova non vedono di buon occhio che il loro errore venga a galla. La tendenza dell’uomo imperfetto è di resistere alla riprensione e di prendersela con chi la impartisce. (Confronta Giovanni 7:7). Non c’è da meravigliarsi se molti sono muti come pesci quando si tratta di rivelare i peccati altrui a coloro che hanno l’autorità di correggerli.

Apprezziamo il valore della riprensione

Comunque, l’atteggiamento dei servitori di Geova verso la riprensione è diverso. Uomini e donne devoti apprezzano molto la disposizione presa da Geova per aiutare i componenti della congregazione cristiana che sbagliano. Riconoscono in tale disciplina un’espressione della sua amorevole benignità. — Ebrei 12:6-11.

Lo si può illustrare con un episodio della vita del re Davide. Pur essendo stato un giusto fin dalla giovinezza, a un certo punto commise delle gravi trasgressioni. Prima commise adulterio. Poi, nel tentativo di nascondere il suo peccato, fece in modo che il marito della donna venisse ucciso. Ma Geova rivelò il peccato di Davide al profeta Natan, che affrontò coraggiosamente Davide. Usando una vigorosa illustrazione, Natan chiese a Davide cosa si dovesse fare a un ricco che, pur avendo molte pecore, per preparare un pranzo per un amico aveva preso e scannato l’unica agnella di un pover’uomo, che era molto affezionato ad essa. Davide, che era stato pastore, si indignò profondamente, e disse: “L’uomo che ha fatto questo merita di morire!” Allora Natan applicò l’illustrazione a Davide, dicendo: “Tu stesso sei l’uomo!” — 2 Samuele 12:1-7.

Davide non si infuriò con Natan, né cercò di difendersi o giustificarsi. Il rimprovero di Natan toccò profondamente la sua coscienza. Col cuore contrito, Davide confessò: “Ho peccato contro Geova”. — 2 Samuele 12:13.

La denuncia del peccato di Davide da parte di Natan, seguita dalla riprensione divina, ebbe risultati positivi. Benché non gli fossero risparmiate le conseguenze del suo peccato, Davide si pentì e si riconciliò con Geova. Come considerò Davide quella riprensione? Egli scrisse: “Se mi colpisse il giusto, sarebbe amorevole benignità; e se mi riprendesse, sarebbe olio sulla mia testa, che la mia testa non vorrebbe rifiutare”. — Salmo 141:5.

Anche oggi può succedere che servitori di Geova, anche persone che sono state fedeli per molti anni, commettano una grave trasgressione. Riconoscendo che gli anziani possono aiutarli, la maggioranza si rivolgono loro di propria iniziativa per avere aiuto. (Giacomo 5:13-16) Ma a volte il trasgressore può cercare di nascondere il suo peccato, come fece il re Davide. Cosa dovremmo fare se venissimo a conoscenza di qualche grave trasgressione commessa nella congregazione?

Chi ha la responsabilità di farlo?

Quando gli anziani vengono a sapere di una grave trasgressione, si rivolgono alla persona in questione per darle l’aiuto e la correzione necessari. È responsabilità degli anziani giudicare tali persone all’interno della congregazione cristiana. Vigilando sulla condizione spirituale della congregazione, essi aiutano e ammoniscono chiunque compia un’azione sbagliata o poco saggia. — 1 Corinti 5:12, 13; 2 Timoteo 4:2; 1 Pietro 5:1, 2.

Ma che dovresti fare se non sei un anziano e vieni a sapere che un altro cristiano ha commesso una grave trasgressione? La Legge che Geova diede alla nazione di Israele ci dà delle indicazioni. La Legge diceva che se uno era testimone di atti di apostasia, sedizione, omicidio o certi altri reati gravi, aveva la responsabilità di riferirli e di testimoniare al riguardo. Levitico 5:1 dichiara: “Ora nel caso che un’anima pecchi in quanto ha udito maledire in pubblico ed è testimone o l’ha visto o è venuta a saperlo, se non lo riferisce, allora deve rispondere del suo errore”. — Confronta Deuteronomio 13:6-8; Ester 6:2; Proverbi 29:24.

Pur non essendo sotto la Legge mosaica, i cristiani odierni possono farsi guidare dai princìpi su cui si basava. (Salmo 19:7, 8) Perciò se venissi a sapere di una grave trasgressione commessa da un conservo cristiano, cosa dovresti fare?

Come procedere

Per prima cosa è importante che ci sia una valida ragione per credere che sia stata veramente commessa una grave trasgressione. “Non divenire testimone senza una base contro il tuo prossimo”, dichiarò il saggio. Altrimenti “saresti stolto con le tue labbra”. — Proverbi 24:28.

Potresti decidere di andare direttamente dagli anziani. Non è sbagliato farlo. Di solito, però, la cosa più amorevole da fare è parlare col presunto colpevole. Forse le cose non stanno come sembrano. O forse gli anziani stanno già trattando la questione. Parla con calma alla persona della cosa. Se hai ancora motivo di credere che abbia commesso un grave peccato, incoraggiala a rivolgersi agli anziani per avere aiuto e spiegale perché è saggio farlo. Non parlarne con altri, altrimenti cadresti nel pettegolezzo.

Se entro un tempo ragionevole la persona non va dagli anziani, allora dovresti informarli tu. Uno o due anziani tratteranno quindi la questione con l’accusato. Gli anziani devono “indagare e investigare e domandare con cura” per vedere se è stata commessa una trasgressione. In caso affermativo tratteranno il caso secondo le norme scritturali. — Deuteronomio 13:12-14.

Per confermare un’accusa di trasgressione ci vogliono almeno due testimoni. (Giovanni 8:17; Ebrei 10:28) Se la persona nega l’accusa e la tua è l’unica testimonianza, la cosa sarà lasciata nelle mani di Geova. (1 Timoteo 5:19, 24, 25) Questo si fa nella consapevolezza che tutte le cose sono “apertamente esposte” agli occhi di Geova e che, se la persona è colpevole, alla fine i suoi peccati ‘la raggiungeranno’. — Ebrei 4:13; Numeri 32:23.

Ma supponiamo che la persona neghi l’accusa e che tu sia l’unico testimone contro di lei. Potrebbe forse accusarti di calunnia? No, a meno che tu non abbia pettegolato, parlandone con chi non c’entra. Non è calunnia riferire situazioni che influiscono sulla congregazione a coloro che hanno l’autorità e la responsabilità di sorvegliare e correggere. Anzi, è in armonia col nostro desiderio di fare sempre ciò che è giusto e leale. — Confronta Luca 1:74, 75.

Manteniamo la santità nella congregazione

Una ragione per riferire le trasgressioni è che così si contribuisce a mantenere pura la congregazione. Geova è un Dio puro, santo. Egli esige che tutti quelli che lo adorano siano spiritualmente e moralmente puri. La sua Parola ispirata ammonisce: “Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste un tempo nella vostra ignoranza, ma, secondo il Santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta, perché è scritto: ‘Dovete essere santi, perché io sono santo’”. (1 Pietro 1:14-16) Coloro che praticano l’impurità o la trasgressione possono contaminare l’intera congregazione e attirare su di essa il disfavore di Geova a meno che non si agisca per correggerli o rimuoverli. — Confronta Giosuè, capitolo 7.

Le lettere che l’apostolo Paolo inviò alla congregazione di Corinto mostrano in che modo il riferire una trasgressione aiutò i cristiani locali a purificarsi. Nella prima lettera Paolo scrisse: “In effetti, si riferisce che fra voi c’è fornicazione, e fornicazione tale che non esiste neanche fra le nazioni, che un certo uomo ha la moglie del proprio padre”. — 1 Corinti 5:1.

La Bibbia non dice chi avesse informato l’apostolo Paolo. Può darsi che fosse venuto a conoscenza della situazione da Stefana, Fortunato e Acaico, che si erano recati da Corinto a Efeso, dove si trovava lui. Paolo aveva anche ricevuto una lettera in cui la congregazione cristiana di Corinto gli chiedeva delle informazioni. Da qualunque fonte avesse avuto la notizia, una volta informato da testimoni attendibili Paolo fu in grado di dare istruzioni al riguardo. “Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi”, scrisse. L’uomo fu espulso dalla congregazione. — 1 Corinti 5:13; 16:17, 18.

Le istruzioni di Paolo diedero buoni risultati? Certamente! A quanto pare il trasgressore tornò in sé. Nella seconda lettera ai Corinti, Paolo esortò la congregazione a ‘perdonare e confortare benignamente’ l’uomo pentito. (2 Corinti 2:6-8) Perciò, grazie al fatto che venne riferita la trasgressione, fu compiuta un’azione che portò alla purificazione della congregazione e al ripristino del favore di Dio su una persona che aveva rovinato la sua relazione con Lui.

Nella prima lettera di Paolo alla congregazione cristiana di Corinto troviamo un altro esempio. Questa volta l’apostolo fa il nome dei testimoni che avevano riferito il fatto. Egli scrisse: “Mi è stato rivelato a vostro riguardo, fratelli miei, da quelli della casa di Cloe, che esistono fra voi dei dissensi”. (1 Corinti 1:11) Paolo sapeva che quei dissensi, oltre all’attribuire indebito onore a uomini, avevano creato uno spirito settario che minacciava di distruggere l’unità della congregazione. Così, avendo a cuore il benessere spirituale dei fratelli di Corinto, Paolo agì prontamente e scrisse alla congregazione dando consigli correttivi.

Oggi, nelle congregazioni di tutto il mondo, la stragrande maggioranza dei fratelli e delle sorelle si adopera strenuamente per salvaguardare la purezza spirituale della congregazione mantenendo personalmente una condizione approvata dinanzi a Dio. Per far questo alcuni soffrono; altri sono addirittura morti per mantenere l’integrità. Sicuramente tollerare o nascondere una trasgressione significherebbe non apprezzare questi sforzi.

Aiuto per chi sbaglia

Perché alcuni che hanno commesso peccati gravi esitano a rivolgersi agli anziani della congregazione? Spesso perché non si rendono conto dei benefìci che avrebbero andando dagli anziani. Alcuni credono a torto che, se confessano, tutta la congregazione verrà a conoscenza del loro peccato. Altri si autoconvincono che la loro condotta non è poi così grave. Altri ancora pensano di potersi ristabilire senza l’aiuto degli anziani.

Ma questi trasgressori hanno bisogno dell’amorevole aiuto degli anziani della congregazione. Giacomo scrisse: “C’è qualcuno malato fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, spalmandolo d’olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se ha commesso dei peccati, gli sarà perdonato”. — Giacomo 5:14, 15.

Che meraviglioso provvedimento per aiutare chi ha sbagliato a ristabilirsi spiritualmente! Applicando i lenitivi consigli della Parola di Dio e pregando per loro, gli anziani possono aiutare coloro che sono spiritualmente malati a riprendersi dalla loro condotta errata. Così, anziché sentirsi condannati, dopo aver parlato con anziani amorevoli spesso coloro che sono pentiti si sentono ristorati e sollevati. Un giovane dell’Africa occidentale che aveva commesso fornicazione aveva tenuto nascosto il suo peccato per alcuni mesi. Quando il peccato divenne manifesto, egli disse agli anziani: “Come vorrei che qualcuno mi avesse chiesto qualcosa circa i miei rapporti con quella ragazza! È un vero sollievo essermi tolto questo peso di dosso”. — Confronta Salmo 32:3-5.

Un atto di amore basato sul principio

I battezzati servitori di Dio sono “passati dalla morte alla vita”. (1 Giovanni 3:14) Ma se commettono un peccato grave, tornano nella via della morte. Se non ricevono aiuto, possono incallirsi nel peccato e non provare più il desiderio di pentirsi e di tornare ad adorare il vero Dio. — Ebrei 10:26-29.

Riferire una trasgressione significa avere a cuore il bene del trasgressore. Giacomo scrisse: “Fratelli miei, se qualcuno fra voi è sviato dalla verità e un altro lo converte, sappiate che colui che converte un peccatore dall’errore della sua via salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. — Giacomo 5:19, 20.

Perché dunque riferire ciò che è male? Perché dà risultati positivi. Riferire una trasgressione è in realtà un atto di amore cristiano basato sul principio: amore verso Dio, verso la congregazione e verso il trasgressore. Se ciascun componente della congregazione sostiene lealmente le giuste norme di Geova Dio, Egli benedirà riccamente la congregazione nel suo insieme. L’apostolo Paolo scrisse: “[Geova] vi renderà fermi sino alla fine, affinché non siate esposti a nessuna accusa nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo”. — 1 Corinti 1:8.

[Immagine a pagina 26]

È segno di amore incoraggiare un Testimone che ha sbagliato a parlare con gli anziani

[Immagine a pagina 28]

Gli anziani aiutano chi ha sbagliato a tornare nel favore di Dio

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