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  • In cerca del Paradiso
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
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  • Ritorno alla terra
  • Comincio a credere in Dio
  • La risposta alle mie preghiere
  • Progresso spirituale
  • Aiuto nei momenti difficili
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  • La Betel, uno straordinario paradiso spirituale
  • Molte ragioni di gratitudine
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
w99 1/4 pp. 23-27

In cerca del Paradiso

NARRATO DA PASCAL STISI

Era già notte fonda e le strade di Béziers, città della Francia meridionale, erano deserte. Arrivati davanti alla facciata appena dipinta di una libreria religiosa, io e il mio compagno vi tracciammo sopra a lettere cubitali le parole del filosofo tedesco Nietzsche: ‘Gli dèi sono morti. Viva il superuomo!’ Cosa mi aveva portato a compiere un’azione simile?

SONO nato in Francia nel 1951 da una famiglia cattolica di origine italiana. Da piccolo andavo in vacanza con i miei nell’Italia meridionale e lì in ogni paesino c’era l’immagine della Vergine Maria. Insieme a mio nonno seguivo quelle grandi statue che venivano condotte in processione attraverso i monti, ma lo facevo senza nessuna convinzione. Completai l’istruzione scolastica in una scuola religiosa gestita dai gesuiti. Ma non ricordo di avere mai udito nulla che edificasse veramente la mia fede in Dio.

Cominciai a riflettere sullo scopo della vita quando mi iscrissi alla facoltà di medicina dell’Università di Montpellier. Mio padre era stato ferito in guerra e c’erano di continuo medici al suo capezzale. Non sarebbe stato meglio porre fine alle guerre anziché dedicare tanto tempo e sforzi a curarne le vittime? E invece infuriava la guerra del Vietnam. Per me, ad esempio, l’unica maniera logica di risolvere il problema del cancro del polmone era quello di eliminare la causa principale, il fumo. E che dire delle malattie causate dalla malnutrizione nei paesi in via di sviluppo e di quelle dovute agli abusi alimentari nei paesi ricchi? Non sarebbe stato meglio eliminare le cause invece di cercare di rimediare alle penose conseguenze? Perché nel mondo c’erano così tante sofferenze? Pensavo che doveva esserci qualcosa di profondamente sbagliato in questa società suicida, e ne attribuivo la colpa ai governi.

Il mio libro preferito era opera di un anarchico e ne scrivevo delle frasi sui muri. Pian piano anch’io divenni anarchico, senza né fede né leggi morali: non volevo avere né Dio né padroni. Per me Dio e la religione erano stati inventati dai ricchi e dai potenti per dominare e sfruttare gli altri. Era come se dicessero: ‘Lavora duramente per noi sulla terra e riceverai una grande ricompensa in cielo’. Ma il tempo degli dèi era finito. Bisognava dirlo alla gente. I graffiti erano un mezzo per farlo.

Di conseguenza gli studi passarono in secondo piano. Nel frattempo avevo cominciato a frequentare corsi di geografia ed ecologia in un’altra Università di Montpellier che era in rivolta. Più studiavo ecologia, più ero disgustato dall’inquinamento del nostro splendido pianeta.

Ogni anno durante le vacanze estive percorrevo migliaia di chilometri in autostop girando l’Europa. Viaggiando e parlando con centinaia di autisti, vidi con i miei occhi il male e la corruzione che affliggono la società umana. Una volta, alla ricerca di un paradiso naturale, scoprii delle bellissime spiagge sull’isola di Creta, che però erano ricoperte di petrolio. Che delusione! Era rimasto qualche angolo di paradiso sulla terra?

Ritorno alla terra

In Francia gli ecologisti caldeggiavano il ritorno alla terra come soluzione dei problemi della società. Volevo lavorare con le mie mani. Così comprai un casale in un paesino ai piedi delle Cevènne nella Francia meridionale. Sulla porta scrissi “Paradiso ora” (Paradise Now), lo slogan degli hippy americani. Conobbi una ragazza tedesca di passaggio, che divenne la mia compagna. Non avevamo nessuna intenzione di sposarci davanti al sindaco, un rappresentante del sistema. E in chiesa? Nemmeno per sogno!

Camminavamo quasi sempre scalzi e io portavo i capelli lunghi e la barba incolta. Coltivare frutta e verdura mi affascinava. D’estate il cielo era azzurro e si udiva il canto delle cicale. I fiori di campo erano così profumati e la frutta mediterranea che producevamo — uva e fichi — era così succulenta! Sembrava che avessimo trovato il nostro angolo di paradiso.

Comincio a credere in Dio

All’università avevo studiato biologia cellulare, embriologia e anatomia ed ero rimasto molto colpito dalla complessità e dall’armonia di tutti questi meccanismi. Ora che potevo contemplare e ammirare direttamente la creazione ogni giorno, la sua bellezza e il suo potenziale mi riempivano di stupore. Giorno dopo giorno il libro della creazione si apriva dinanzi ai miei occhi. Un giorno, durante una lunga camminata sulle colline e dopo aver riflettuto profondamente sulla vita, giunsi alla conclusione che doveva esserci un Creatore. Decisi nel mio cuore di credere in Dio. Fino ad allora mi ero sentito vuoto dentro e terribilmente solo. Il giorno in cui cominciai a credere in Dio dissi a me stesso: ‘Pascal, non sarai mai più solo’. Fu una sensazione straordinaria.

Poco dopo la mia compagna ed io avemmo una bimba, Amandine. Era il mio tesoro. Ora che credevo in Dio cominciai a rispettare le poche leggi morali che conoscevo. Smisi di rubare e di mentire e ben presto capii che questo mi aiutava a evitare tanti problemi con quelli che mi stavano intorno. Sì, avevamo le nostre difficoltà e il mio paradiso non era esattamente quello che avevo sognato. I viticoltori locali usavano insetticidi ed erbicidi che contaminavano anche i miei raccolti. Le mie domande sulle cause della malvagità erano rimaste senza risposta. Inoltre, benché avessi letto molto sulla vita familiare, fra me e la mia compagna c’erano accese discussioni. Avevamo pochi amici e di quei pochi non c’era da fidarsi: alcuni cercarono addirittura di portarmi via la mia compagna. Doveva esserci un paradiso migliore.

La risposta alle mie preghiere

A modo mio pregavo spesso Dio di guidarmi. Una domenica mattina una donna gentile di nome Irène Lopez e il suo bambino bussarono alla nostra porta. Era una testimone di Geova. La ascoltai e accettai la proposta di un’ulteriore conversazione. Vennero a trovarmi due uomini. Della conversazione mi rimasero impresse due cose: il Paradiso e il Regno di Dio. Custodii quei pensieri nel mio cuore e, col passar dei mesi, compresi che un giorno avrei dovuto mettere le cose a posto con Dio se volevo avere una coscienza pura ed essere veramente felice.

Per mettere la nostra vita in armonia con la Parola di Dio la mia compagna si disse dapprima disposta a sposarmi. Poi cominciò a frequentare gente che scherniva Dio e le sue leggi. Una sera di primavera, tornando a casa, ebbi una spiacevole sorpresa: non c’era nessuno. La mia compagna se n’era andata, portando con sé la nostra bimba di tre anni. Per giorni aspettai che tornassero, ma invano. Anziché prendermela con Dio, lo supplicai di aiutarmi.

Poco dopo presi la Bibbia, mi sedetti sotto il fico e cominciai a leggerla. La divorai. Avevo letto ogni sorta di libri di psicologia e psicanalisi, ma non avevo mai trovato tanta sapienza. Quel libro poteva essere stato ispirato solo da Dio. Gli insegnamenti di Gesù e la sua profonda conoscenza della natura umana erano straordinari. Trovai conforto nei Salmi e mi stupii per la saggezza contenuta nei Proverbi. Ben presto compresi che, quantunque lo studio della creazione sia un ottimo modo per avvicinarsi a Dio, può rivelarci solo “i margini delle sue vie”. — Giobbe 26:14.

I Testimoni mi avevano anche lasciato i libri La Verità che conduce alla Vita Eterna e Come rendere felice la vita familiare.a Leggendoli mi si aprirono gli occhi. Il libro Verità mi aiutò a capire perché l’uomo è alle prese con problemi come inquinamento globale, guerre, aumento della violenza e la minaccia di un olocausto nucleare. E come il cielo rosso che vedevo dal mio giardino preannunciava il bel tempo, questi avvenimenti dimostravano che il Regno di Dio è vicino. In quanto al libro Vita familiare, avrei tanto voluto farlo leggere alla mia compagna per farle capire che potevamo essere felici mettendo in pratica i consigli biblici. Ma non era più possibile.

Progresso spirituale

Volevo saperne di più, così chiesi a Robert, un Testimone, di farmi visita. Con sua grande sorpresa, gli dissi che volevo battezzarmi. Iniziai uno studio biblico e cominciai subito a parlare ad altri di ciò che imparavo e a distribuire le pubblicazioni che prendevo alla Sala del Regno.

Per guadagnarmi da vivere feci un corso di operaio edile. Sapendo quanto bene possa fare la Parola di Dio, coglievo ogni opportunità per predicare informalmente a studenti e insegnanti. Una sera, in un corridoio, incontrai Serge. Aveva delle riviste in mano. “Vedo che ti piace leggere”, gli dissi. “Sì, ma le trovo noiose”, rispose. “Vuoi qualcosa di veramente interessante?”, gli chiesi. Facemmo una bella conversazione sul Regno di Dio, dopo di che accettò delle pubblicazioni bibliche. La settimana dopo venne con me alla Sala del Regno e iniziò a studiare la Bibbia.

Un giorno chiesi a Robert se potevo predicare di casa in casa. Aprì il suo armadio e tirò fuori un vestito adatto a me. La domenica seguente partecipai per la prima volta al ministero con lui. Infine, il 7 marzo 1981, simboleggiai pubblicamente la mia dedicazione a Geova Dio col battesimo.

Aiuto nei momenti difficili

Nel frattempo avevo saputo che Amandine e la madre vivevano all’estero. Purtroppo la madre — in conformità alla legge del paese in cui viveva — mi proibì di vedere la bambina. Ero disperato. La madre di Amandine si sposò e la mia disperazione raggiunse l’apice quando mi fu notificato che il marito aveva adottato mia figlia, assolutamente senza il mio consenso. Non avevo più alcun diritto su mia figlia. Nonostante ricorressi alle vie legali, non riuscii a ottenere il diritto di vederla. Mi sentii schiacciato dal dolore.

Ma la Parola di Geova mi sostenne in tanti modi. Un giorno in cui ero particolarmente depresso ripetei più volte a me stesso le parole di Proverbi 24:10: “Ti sei mostrato scoraggiato nel giorno dell’angustia? La tua potenza sarà scarsa”. Questo versetto mi aiutò a non crollare. In un’altra occasione, dopo un ulteriore tentativo fallito di vedere mia figlia, partecipai al ministero stringendo con tutta la forza il manico della borsa del servizio. In quei momenti difficili capii la veridicità di Salmo 126:6, che dice: “Colui che immancabilmente esce, pure piangendo, portando una borsa di seme, immancabilmente verrà con grido di gioia, portando i suoi covoni”. Un’importante lezione che imparai fu che quando si incontrano problemi spinosi, una volta che si è fatto tutto il possibile per risolverli bisogna gettarseli dietro le spalle e andare avanti con determinazione nel servizio di Geova. Questo è l’unico modo per non perdere la gioia.

In cerca di qualcosa di meglio

Vedendo i cambiamenti che avevo fatto, i miei cari genitori si offrirono di aiutarmi a riprendere gli studi universitari. Li ringraziai, ma ora avevo un’altra meta. Grazie alla verità mi ero liberato della filosofia umana, del misticismo e dell’astrologia. Ora avevo veri amici che non si sarebbero mai uccisi a vicenda in guerra. E finalmente avevo trovato la risposta alle mie domande sul perché sulla terra ci sono tante sofferenze. Per gratitudine desideravo servire Dio con tutte le mie forze. Gesù si era dedicato interamente al ministero e io volevo seguire il suo esempio.

Nel 1983 smisi di lavorare nell’edilizia e intrapresi il ministero a tempo pieno. In risposta alle mie preghiere trovai un lavoro part time in un parco. Che gioia fu frequentare la scuola dei pionieri insieme a Serge, il giovane a cui avevo dato testimonianza quando frequentavo il corso di operaio edile! Dopo aver fatto per tre anni il pioniere regolare desideravo fare di più nel servizio di Geova. Così nel 1986 fui nominato pioniere speciale e fui mandato nella pittoresca cittadina di Provins, non lontano da Parigi. Spesso la sera, tornato a casa, mi inginocchiavo per ringraziare Geova della meravigliosa giornata che avevo trascorso parlando ad altri di lui. Infatti le due cose che mi danno più soddisfazione nella vita sono parlare con Dio e parlare di Dio.

Un’altra grande gioia che ho avuto è stata quella di vedere mia madre battezzarsi all’età di 68 anni. Viveva a Cébazan, un paesino nel sud della Francia. Quando cominciò a leggere la Bibbia, le feci l’abbonamento alla Torre di Guardia e a Svegliatevi! Era una persona riflessiva e ben presto capì che ciò che leggeva era la verità.

La Betel, uno straordinario paradiso spirituale

Quando la Società (Watch Tower) decise di ridurre il numero dei pionieri speciali, feci domanda per la Scuola di Addestramento per il Ministero e per la Betel, la filiale dei testimoni di Geova in Francia. Volevo che fosse Geova a decidere dove potevo servirlo meglio. Alcuni mesi dopo, nel dicembre 1989, fui invitato alla Betel di Louviers, nella Francia nord-occidentale. L’ubicazione era ideale, perché mi permetteva di dare una mano a mio fratello e a mia cognata nell’assistere i miei genitori, che si erano ammalati gravemente. Non avrei potuto farlo se fossi stato impegnato nel servizio missionario a migliaia di chilometri di distanza.

Mia madre venne a trovarmi molte volte alla Betel. Anche se sentiva molto la mia mancanza, mi diceva spesso: “Rimani alla Betel, figlio mio. Sono felice che tu serva Geova in questo modo”. Purtroppo entrambi i miei genitori sono deceduti. Attendo con ansia di rivederli su una terra trasformata in un paradiso letterale.

Sono convinto che se c’è una casa che merita di essere soprannominata “Paradiso ora”, è la Betel, la “casa di Dio”, perché il vero paradiso è soprattutto una condizione spirituale e alla Betel la spiritualità è di casa. Abbiamo l’opportunità di coltivare il frutto dello spirito. (Galati 5:22, 23) Il ricco cibo spirituale che riceviamo durante la considerazione della scrittura del giorno e allo studio familiare della Torre di Guardia mi rafforza per il servizio alla Betel. Inoltre, la possibilità di stare in compagnia di fratelli e sorelle dalla mentalità spirituale che servono fedelmente Geova da decenni fa della Betel un posto straordinario per crescere spiritualmente. Anche se ormai sono separato da mia figlia da 17 anni, alla Betel ho trovato tanti giovani zelanti che per me sono come dei figli e il cui progresso spirituale mi rallegra tanto. Negli scorsi otto anni ho svolto sette mansioni diverse. Questi cambiamenti, anche se non sempre facili, col tempo si sono rivelati un utile addestramento.

Un tempo coltivavo un legume che produce il centuplo. In maniera analoga ho visto che quando si semina il male, si raccoglie cento volte peggio, e a volte si ottiene più di un raccolto. L’esperienza è una maestra le cui lezioni costano molto care. Preferirei non aver mai frequentato la sua scuola ed essere stato invece allevato nelle vie di Geova. Che privilegio hanno i giovani allevati da genitori cristiani! Senza dubbio è meglio seminare il bene nel servizio di Geova e raccogliere cento volte tanto sotto forma di pace e soddisfazione. — Galati 6:7, 8.

Quando facevo il pioniere a volte passavo davanti alla libreria religiosa sulla cui facciata avevamo tracciato lo slogan anarchico. Sono anche entrato e ho parlato al proprietario dell’Iddio vivente e del suo proposito. Sì, Dio vive! Cosa ancora più bella, Geova, il solo vero Dio, è un Padre fedele, che non abbandona mai i suoi figli. (Rivelazione [Apocalisse] 15:4) Possano altre moltitudini di persone di ogni nazione trovare il paradiso spirituale ora — e il Paradiso ristabilito in futuro — servendo e lodando l’Iddio vivente, Geova!

[Nota in calce]

a Editi in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Immagini a pagina 26]

Colpito dalle meraviglie della creazione, decisi nel mio cuore di credere in Dio. (A destra) Alla Betel oggi

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