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ARTICOLO DI STUDIO 31

CANTICO 111 I nostri motivi di gioia

Abbiamo “imparato il segreto” del sapersi accontentare?

Ho imparato a essere autosufficiente indipendentemente dalle circostanze (FILIP. 4:11)

IN QUESTO ARTICOLO

Per imparare ad accontentarci, coltiviamo la gratitudine, mettiamo a fuoco la volontà di Geova rimanendo umili e riflettiamo sulla nostra speranza per il futuro.

1. Cosa significa sapersi accontentare, e cosa non significa?

SEI una persona che sa accontentarsi? Chi si accontenta prova gioia e un senso di pace perché si concentra sulle cose belle che ha. Non è amareggiato o arrabbiato a motivo di quello che non ha. Comunque, sapersi accontentare non vuol dire rimanere con le mani in mano. Per esempio, è giusto che un cristiano aspiri a fare di più nel servizio (Rom. 12:1; 1 Tim. 3:1). Allo stesso tempo, però, non perde la gioia se gli sembra che un privilegio di servizio stia tardando ad arrivare.

2. Perché è pericoloso non sapersi accontentare?

2 Non sapersi accontentare può avere gravi conseguenze. Chi non è mai soddisfatto di quello che ha potrebbe lavorare ore e ore per ottenere cose materiali che in realtà non gli servono. Triste a dirsi, qualche cristiano è perfino arrivato a rubare del denaro o altre cose che desiderava. Forse si è anche detto cose come “me lo merito”, “ho aspettato abbastanza” oppure “restituirò più avanti quello che ho preso”. Qualsiasi tipo di furto, però, addolora Geova e lo disonora (Prov. 30:9). Altri ci sono rimasti così male quando non hanno ricevuto un privilegio di servizio che hanno addirittura smesso di servire Geova (Gal. 6:9). Ma come potrebbe un dedicato servitore di Geova anche solo pensare di arrivare a tanto? Il problema potrebbe essere che la persona ha smesso di accontentarsi.

3. Quale verità rassicurante è racchiusa in Filippesi 4:11, 12?

3 Tutti noi possiamo imparare ad accontentarci. L’apostolo Paolo scrisse che aveva “imparato [...] a essere autosufficiente indipendentemente dalle circostanze”. (Leggi Filippesi 4:11, 12.) Quando scrisse queste parole Paolo si trovava agli arresti; eppure non aveva perso la gioia. Aveva “imparato il segreto” del sapersi accontentare. Se facciamo fatica ad accontentarci, le parole di Paolo e il suo esempio di vita ci assicurano che possiamo farcela. Non dovremmo pensare che sapersi accontentare delle proprie circostanze sia una cosa automatica. Bisogna imparare ad accontentarsi. Come possiamo riuscirci? Vediamo alcune qualità che ci aiuteranno a imparare il segreto del sapersi accontentare.

COLTIVIAMO LA GRATITUDINE

4. In che modo la gratitudine ci aiuta ad accontentarci? (1 Tessalonicesi 5:18).

4 Una persona grata riesce più facilmente ad accontentarsi. (Leggi 1 Tessalonicesi 5:18.) Per esempio, se siamo veramente grati del fatto che abbiamo il necessario per vivere, non ci lasceremo prendere dall’ansia per cose che vorremmo ma che non abbiamo. Se riflettiamo con gratitudine sugli incarichi di servizio che abbiamo attualmente, ci impegneremo per assolverli al meglio anziché farci ossessionare dall’idea di ricevere un nuovo privilegio. A ragione le Scritture ci incoraggiano a includere espressioni di gratitudine nelle nostre preghiere. Essere grati ci aiuta a provare “la pace di Dio che è al di là di ogni comprensione” (Filip. 4:6, 7).

5. Per quali motivi gli israeliti avrebbero dovuto mostrare gratitudine? (Vedi anche l’immagine.)

5 Pensiamo a quello che accadde agli israeliti. In diverse occasioni si lamentarono con Geova perché sentivano la mancanza del cibo che avevano in Egitto (Num. 11:4-6). Sicuramente la vita nel deserto non era facile, ma cosa li avrebbe aiutati ad accontentarsi? Avrebbero dovuto riflettere con gratitudine su quello che Geova aveva già fatto per loro. In Egitto, quando erano schiavi e venivano trattati in modo crudele, Geova aveva fatto abbattere 10 piaghe sui loro dominatori. Dopo essere stati liberati, gli israeliti avevano “[spogliato] gli egiziani” ottenendo da loro argento, oro e indumenti (Eso. 12:35, 36). Quando erano arrivati al Mar Rosso e avevano gli egiziani alle calcagna, Geova aveva diviso miracolosamente le acque. E mentre attraversavano il deserto li aveva nutriti ogni giorno con la manna. Quindi qual era il problema? Gli israeliti erano scontenti non perché non avessero abbastanza cibo, ma perché non erano grati per ciò che già avevano.

Alcuni israeliti esprimono a Mosè la loro insoddisfazione riguardo alla manna che stanno raccogliendo. Lì vicino, altri israeliti continuano a raccogliere la manna e li osservano.

Perché gli israeliti diventarono scontenti? (Vedi il paragrafo 5)


6. Quali sono alcuni modi in cui possiamo coltivare la gratitudine?

6 Come puoi, quindi, coltivare la gratitudine? Primo, prenditi ogni giorno un po’ di tempo per pensare alle cose belle che hai. Potresti anche mettere per iscritto due o tre cose per cui sei grato (Lam. 3:22, 23). Secondo, esprimi la tua gratitudine. Prendi l’iniziativa di ringraziare gli altri per quello che fanno per te. Soprattutto, ringrazia regolarmente Geova (Sal. 75:1). Terzo, scegliti come amici stretti persone grate. La gratitudine è contagiosa, come lo è l’insoddisfazione (Deut. 1:26-28; 2 Tim. 3:1, 2, 5). Se ti poni l’obiettivo di esprimere la tua gratitudine, sarà meno probabile che ti lascerai consumare dall’insoddisfazione.

7. In che modo Aci imparò a essere più grata, e quale fu il risultato?

7 Pensiamo a quello che accadde ad Aci, che vive in Indonesia. Lei ammette: “Durante la pandemia di COVID-19 iniziai a paragonare le mie circostanze a quelle di altri fratelli e sorelle, e così diventai insoddisfatta” (Gal. 6:4). Cosa aiutò Aci a cambiare atteggiamento? Lei spiega: “Cominciai a pensare alle benedizioni che ricevevo ogni giorno e a riflettere sulle tante cose buone che avevo grazie al fatto che facevo parte dell’organizzazione di Dio, e poi esprimevo la mia gratitudine a Geova. Così iniziai a sentirmi veramente soddisfatta”. Se i pensieri negativi ci stanno schiacciando, possiamo fare qualcosa di simile per ricominciare a essere grati?

METTIAMO A FUOCO LA VOLONTÀ DI GEOVA E RIMANIAMO UMILI

8. In quale trappola cadde Baruc?

8 Baruc, segretario del profeta Geremia, per un periodo perse la lucidità spirituale. Baruc aveva un incarico difficile: sostenere Geremia, che doveva trasmettere un messaggio energico a un popolo ingrato. A un certo punto Baruc perse di vista ciò che contava davvero. Invece di concentrarsi su quello che Geova voleva che facesse, a quanto pare cominciò a pensare troppo a sé stesso e a quello che voleva fare lui. Tramite Geremia, Geova disse a Baruc: “Stai cercando grandi cose per te stesso. Smetti di cercare queste cose” (Ger. 45:3-5). In altre parole gli stava dicendo: “Accontentati di quello che hai”. Baruc si lasciò correggere e continuò ad avere l’approvazione di Geova.

9. In base a 1 Corinti 4:6, 7, cosa riconosceremo se siamo umili? (Vedi anche le immagini.)

9 In alcuni casi un cristiano potrebbe pensare di avere diritto a un certo privilegio di servizio. Forse è molto capace, diligente o esperto, o magari tutte e tre le cose. Potrebbe però essere qualcun altro a ricevere il privilegio che vorrebbe avere lui. Qual è il ragionamento che dovrebbe fare? Potrebbe riflettere sulle parole dell’apostolo Paolo riportate in 1 Corinti 4:6, 7. (Leggi.) Qualsiasi privilegio riceviamo e qualsiasi capacità abbiamo vengono da Geova. Nessuno si guadagna o si merita questi doni. Sono tutte espressioni dell’immeritata bontà di Geova (Rom. 12:3, 6; Efes. 2:8, 9).

Collage: Fratelli e sorelle che hanno incarichi di servizio. 1. Un fratello controlla la pressione nelle tubature di un edificio usato per l’adorazione. 2. Durante un’assemblea di circoscrizione in lingua dei segni, una sorella viene intervistata da un fratello. 3. Un fratello pronuncia un discorso a un’adunanza.

Qualsiasi dono abbiamo è un’espressione dell’immeritata bontà di Geova (Vedi il paragrafo 9)b


10. Come possiamo coltivare l’umiltà?

10 Possiamo coltivare l’umiltà riflettendo attentamente sull’esempio che Gesù ci ha lasciato. Pensiamo a quello che successe la sera in cui Gesù lavò i piedi agli apostoli. L’apostolo Giovanni scrisse: “Gesù, sapendo [1] che il Padre aveva messo ogni cosa nelle sue mani e [2] che lui era venuto da Dio e [3] da Dio ritornava, [...] cominciò a lavare i piedi ai discepoli” (Giov. 13:3-5). Gesù poteva pensare che dovevano essere gli altri a lavare i piedi a lui. Ma durante la sua vita sulla terra non pensò mai di avere diritto a una vita più comoda e agiata (Luca 9:58). Gesù era umile; sapeva accontentarsi. E ci ha lasciato un esempio perfetto da seguire (Giov. 13:15).

11. In che modo l’umiltà aiuta Dennis a sentirsi soddisfatto?

11 Dennis, che vive in Olanda, sta cercando di seguire l’esempio di umiltà di Gesù, ma non gli è sempre facile. Dennis dice: “A volte sento crescere in me sentimenti di orgoglio e insoddisfazione, ad esempio se qualcun altro riceve un privilegio di servizio. Quando questo succede, approfondisco l’argomento dell’umiltà. Nell’app JW Library® ho raggruppato sotto la stessa etichetta alcuni versetti sull’umiltà, in modo da poterli trovare velocemente e rileggerli. Ho anche scaricato sul telefono alcuni discorsi sull’umiltà, e li ascolto spesso.a Ho capito che tutto quello che facciamo dobbiamo farlo per dare gloria a Geova, non a noi stessi. I risultati che otteniamo dipendono da lui; il nostro ruolo è solo marginale”. Se cominciamo a sentirci insoddisfatti della nostra situazione, facciamo qualcosa di pratico per coltivare l’umiltà. Questo rafforzerà la nostra amicizia con Geova e ci aiuterà a essere contenti (Giac. 4:6, 8).

RIFLETTIAMO SULLA NOSTRA SPERANZA

12. Quale speranza per il futuro ci aiuta a essere più soddisfatti della nostra vita? (Isaia 65:21-25).

12 Se riflettiamo sulla nostra meravigliosa speranza, saremo più soddisfatti della nostra vita. Le parole di Geova riportate dal profeta Isaia confermano quanto la vita oggi possa essere frustrante, e ci assicurano che Geova eliminerà i problemi che la rendono così. (Leggi Isaia 65:21-25.) Vivremo in case accoglienti e sicure, avremo un lavoro gratificante e mangeremo cibi gustosi e nutrienti. Non dovremo mai più preoccuparci che a noi o ai nostri figli accada qualcosa di brutto (Isa. 32:17, 18; Ezec. 34:25). Abbiamo davanti un futuro meraviglioso, e siamo certi che si realizzerà.

13. In quali circostanze potremmo avere particolarmente bisogno di concentrarci sulla nostra speranza?

13 Ora più che mai dobbiamo concentrarci sulla nostra speranza. Perché? Perché viviamo negli “ultimi giorni”, e tutti noi dobbiamo affrontare situazioni difficili (2 Tim. 3:1). Geova ogni giorno ci aiuta ad andare avanti dandoci la guida, la forza e il sostegno di cui abbiamo bisogno (Sal. 145:14). Inoltre la nostra speranza cristiana ci sorregge nei momenti difficili. Forse facciamo fatica a soddisfare i bisogni materiali della nostra famiglia. Ma sarà sempre così? Assolutamente no! Geova ha promesso che nel Paradiso ci darà tutto quello di cui abbiamo bisogno e molto, molto di più (Sal. 9:18; 72:12-14). Forse siamo afflitti da dolori cronici, dalla depressione o da un altro problema di salute debilitante. Ma siamo condannati a vivere così per sempre? No di certo! Nel nuovo mondo di Dio le malattie e la morte spariranno (Riv. 21:3, 4). Questa speranza ci aiuta già ora a essere felici, non arrabbiati o amareggiati. Anche mentre affrontiamo un’ingiustizia, la perdita di una persona cara, una malattia o qualsiasi altra prova, possiamo essere felici. Perché? Perché, a prescindere da quanto possa essere difficile un problema che abbiamo adesso, sappiamo che la nostra tribolazione “è momentanea” e che presto, nel nuovo mondo, ogni nostra sofferenza sparirà definitivamente (2 Cor. 4:17, 18).

14. Come possiamo rafforzare la nostra speranza?

14 Dato che la speranza è essenziale per riuscire ad accontentarci, come possiamo rafforzarla? Proprio come una persona potrebbe dover mettere gli occhiali per vedere più chiaramente oggetti lontani, potremmo dover fare qualcosa di concreto per rafforzare la nostra speranza e vedere più chiaramente il Paradiso futuro. Se siamo schiacciati dall’ansia per la nostra situazione economica, proviamo a immaginare come sarà la nostra vita quando il denaro, i debiti e le disparità economiche non ci saranno più. Se siamo delusi perché non abbiamo ancora ricevuto un privilegio di servizio, pensiamo a quanto saranno insignificanti queste preoccupazioni dopo che avremo raggiunto la perfezione e avremo servito Geova per migliaia di anni (1 Tim. 6:19). All’inizio potremmo trovare difficile pensare al futuro invece di preoccuparci del presente. Col tempo, però, rivolgere la mente al futuro che Geova ci ha promesso può diventare una cosa sempre più naturale.

15. Cosa impariamo da quello che ha detto Christa?

15 Pensiamo a come la speranza ha aiutato Christa, la moglie di Dennis, citato prima. Christa racconta: “Ho una malattia muscolare degenerativa che mi costringe a usare una sedia a rotelle e a passare la maggior parte della giornata a letto. Ho dolori tutti i giorni. Di recente il medico mi ha detto che le prospettive non sono buone. Ma ho pensato immediatamente: ‘Lui vede il futuro in modo diverso’. Io mi concentro sulla speranza, che mi fa provare pace. Oggi, in questo mondo, devo sopportare i problemi e cercare di andare avanti. Ma nel nuovo mondo mi godrò davvero la vita!”

“A QUELLI CHE LO TEMONO NON MANCA NULLA”

16. Perché il re Davide poté scrivere che a quelli che temono Geova “non manca nulla”?

16 Un servitore di Geova che si sa accontentare affronterà comunque dei problemi. Il re Davide soffrì per la perdita di almeno tre figli, fu falsamente accusato, fu tradito e fu costretto a fuggire per anni. Eppure, mentre stava affrontando un problema serio, riferendosi a Geova disse: “A quelli che lo temono non manca nulla” (Sal. 34:9, 10). Perché poté esprimersi così? Perché, anche se come servitori di Geova non ci aspettiamo una vita priva di problemi, siamo sicuri che non ci mancherà mai quello di cui abbiamo veramente bisogno (Sal. 145:16). E possiamo star certi che Geova ci aiuterà ad affrontare tutti i nostri problemi. Abbiamo molto di cui essere contenti.

17. Perché siete decisi a imparare il segreto del sapersi accontentare?

17 Geova vuole che siamo soddisfatti (Sal. 131:1, 2). Quindi sforziamoci di imparare il segreto del sapersi accontentare. Se ci diamo da fare per coltivare la gratitudine, per mettere a fuoco la volontà di Geova rimanendo umili e per rafforzare la nostra speranza, potremo dire: “Sono contento!” (Sal. 16:5, 6).

COME RISPONDERESTE?

  • In che modo coltivare la gratitudine ci aiuta ad accontentarci?

  • In che modo mettere a fuoco la volontà di Geova e rimanere umili ci aiuta ad accontentarci?

  • In che modo riflettere sulla nostra speranza ci aiuta ad accontentarci?

CANTICO 118 “Dacci più fede”

a Vedi, ad esempio, le adorazioni mattutine Geova si prende cura di chi è umile e “L’orgoglio viene prima del crollo”, su jw.org.

b DESCRIZIONE DELLE IMMAGINI. Un fratello è impegnato nella manutenzione di un edificio usato per l’adorazione, una sorella che ha imparato la lingua dei segni viene intervistata a un’assemblea di circoscrizione e un fratello pronuncia un discorso pubblico.

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