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La corrida: Festa in SpagnaSvegliatevi! 1976 | 22 febbraio
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l’arte, la grazia e l’abilità con cui il torero manovra la cappa e la muleta. Ma, benché si parli molto dell’arte e della grazia del torero, anche i moderni sostenitori della tauromachia riconoscono che si è crudeli verso l’animale. Un’enciclopedia, ad esempio, pur asserendo che le corride sono gradualmente cambiate nel corso degli anni, “perdendo gran parte del loro aspetto spietato”, ammette che sono “ancora crudeli in certi dettagli”. — Il carattere corsivo è nostro.
Un’altra cosa da considerare è il rischio deliberato che il torero corre per compiacere il pubblico. L’Encyclopædia Britannica spiega:
“La folla non desidera effettivamente veder uccidere un uomo, ma la possibilità della morte e lo sprezzo per il pericolo e l’abilità con cui l’uomo evita di farsi male elettrizzano la folla. Gli spettatori non desiderano solo vedere un uomo scendere nell’arena, uccidere un animale nel modo più sicuro possibile e uscirne illeso; vogliono vedere abilità, grazia e audacia. Perciò una corrida non è in realtà una lotta fra un uomo e un toro ma piuttosto fra un uomo e se stesso: quanto lascerà che le corna gli si avvicinino, o fino a che punto arriverà per compiacere la folla?”
In modo interessante, le corride portoghesi (in cui non è permesso uccidere il toro) non sono altrettanto popolari presso il pubblico pagante.
Com’è da attendersi, non tutti i combattimenti finiscono con la vittoria del torero. L’Encyclopædia Britannica spiega: “Praticamente ogni matador è incornato almeno una volta ogni stagione in misura più o meno grave. Belmonte (uno dei più famosi toreri degli anni venti) fu incornato più di 50 volte. Dei circa 125 maggiori matadores (dal 1700), 42 sono stati uccisi nell’arena; questo non include i matadores principianti o i banderilleros o i picadores rimasti uccisi”. Ciò nonostante, durante questa stagione più di 3.000 tori saranno uccisi secondo il rito nelle arene spagnole, e decine di toreri rischieranno la vita parecchie volte la settimana.
La Chiesa Cattolica e la tauromachia
Per anni la Chiesa Cattolica proibì le corride. Papa Pio V (1566-1572) emanò lettere pontificie che minacciavano di scomunica i toreri e negavano loro la sepoltura cristiana. Altri papi sostennero questa presa di posizione fino a Clemente VIII (1592-1605), che ritirò le precedenti scomuniche, ma, contemporaneamente, decretò che in Spagna le corride non si tenessero nei giorni festivi. Ciò nondimeno, le corride divennero la norma nella celebrazione di avvenimenti e feste religiose. Questo è illustrato dai commenti contenuti nell’Enciclopedia Universal Ilustrada:
“I trasferimenti del santissimo sacramento (Santísimo Sacramento) da un altare all’altro si celebravano con le corride; anche quello delle reliquie e delle immagini dei santi; la commemorazione dei santi patroni di paesi e città; l’edificazione di chiese; la canonizzazione e molte altre feste religiose. Oltre 200 tori, in una trentina di corride, furono allegramente sacrificati per celebrare la canonizzazione di santa Teresa di Gesù. Tori furono uccisi dentro la cattedrale di Palencia; la carne dei tori uccisi in onore dei santi era conservata come reliquia e per effettuare guarigioni; i capitoli ecclesiastici [corpi del clero] organizzavano e finanziavano le corride . . . A Tudela, la mattina della corrida un frate cappuccino era condotto a gettare un incantesimo sui tori per renderli feroci”.
I toreri hanno inclinazioni religiose; ma, come ammettono alcuni di loro, sono superstiziosi. Uno spiegò che ciascuna arena ha la propria cappella privata dove i toreri possono andare a pregare prima di affrontare i tori. Anzi, molti toreri portano con sé nei loro viaggi una specie di altare portatile che possono montare in una stanza d’albergo per pregarvi davanti prima di uscire per recarsi alla plaza.
La tauromachia si addice ai cristiani?
Oggi il cristiano come deve considerare la tauromachia? A questo riguardo si presentano varie domande. Ad esempio, se l’uomo è stato fatto a immagine di Dio, e Dio è amore, si può rispecchiare tale amore essendo crudeli con gli animali? (Gen. 1:26; 1 Giov. 4:8) Se il cristiano ha dedicato la sua vita a Dio, è ragionevole che metta a repentaglio la propria vita provocando deliberatamente un toro selvaggio? Tale usanza continuerà nel nuovo ordine di Dio quando ne uomo né animale ‘farà nessun danno né causerà alcuna rovina’? — Isa. 11:9.
Che dire dunque del fare collezione o di esporre fotografie di corride e di matadores in casa propria? Si dà prova d’avere una veduta equilibrata, mente sana e buon giudizio idoleggiando uomini che disprezzano il dono della vita e poi si guadagnano da vivere con una pubblica esibizione di crudeltà verso gli animali? Un’altra cosa: L’avere tali fotografie in casa propria che effetto produrrebbe sui conservi cristiani? O che dire se qualcuno vedesse un altro cristiano assistere a una corrida? Queste sono domande serie per i cristiani riflessivi, poiché l’apostolo Paolo scrisse: “Ciascuno continui a cercare non il proprio vantaggio, ma quello altrui”. — 1 Cor. 10:24.
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La vita del matador è soddisfacente?Svegliatevi! 1976 | 22 febbraio
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La vita del matador è soddisfacente?
Un uomo racconta come realizzò il suo sogno di diventare matador e com’era realmente questa vita.
PER quasi vent’anni avevo sognato di diventare un vero matador e quel momento era finalmente arrivato. Era il 2 aprile 1967 e mi trovavo ad Alcalá de Henares, Madrid.
Quando uscii dall’albergo, c’era una grande folla di amici e ammiratori che volevano essermi accanto in questo giorno importante. Quel pomeriggio, nella cerimonia detta alternativa, mi dovevano conferire il titolo di matador de toros, il grado più elevato nella tauromachia professionistica.
A presentarmi c’erano il matador anziano
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