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  • g79 22/6 pp. 20-23
  • L’Islanda sfrutta l’energia geotermica

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  • L’Islanda sfrutta l’energia geotermica
  • Svegliatevi! 1979
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  • Utilizzazione dell’energia geotermica in Islanda
  • I vantaggi del riscaldamento geotermico
  • Le zone rurali possono trarre profitto dall’energia geotermica?
  • Centrali a energia geotermica
  • Progetto di Heimaey
  • Colture in serra
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Svegliatevi! 1979
g79 22/6 pp. 20-23

L’Islanda sfrutta l’energia geotermica

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Islanda

COSA può fare un paese come l’Islanda situato nell’Atlantico settentrionale, quando non ha combustibili fossili come petrolio, carbone o gas naturale come fonti energetiche?

Un annuncio locale dice: “Comprate e usate prodotti islandesi”. Questo slogan è stato preso sul serio qui in Islanda nel campo dell’energia. Sebbene sia stata sfruttata l’immensa potenza di parecchi fiumi, ciò non è bastato a ridurre convenientemente le importazioni di petrolio. Nella ricerca di un’altra fonte economica, lo sguardo fu rivolto al secolare nemico dell’Islanda, il vulcano.

Si poteva imbrigliare l’enorme energia del vulcano, forse non proprio un’eruzione vulcanica, ma il principale sottoprodotto dell’attività vulcanica, l’energia geotermica? I vulcani attivi vomitano lava fusa, ma queste immense fabbriche sotterranee di calore manifestano la propria presenza anche attraverso fosse di fango caldo, geyser, sorgenti calde e getti di vapore. L’Islanda ha riserve sotterranee di acqua surriscaldata che, raggiungendo l’aria fredda in superficie, si trasforma istantaneamente in vapore. Il vapore, a sua volta, è un’ottima forma di energia pulita ed efficiente.

L’Islanda è un’isola che si eleva dalla catena montuosa sottomarina detta dorsale medio-atlantica. Lungo la sommità di questa zona di fessure e vulcanismo, che attraversa l’Islanda nel centro, si trovano 17 campi di alte temperature. In queste regioni ci sono vasti depositi di acqua surriscaldata, racchiusa nelle rocce. Qual è la temperatura di quest’acqua? La più alta temperatura che sia stata registrata è di circa 340 gradi centigradi. Quando l’acqua surriscaldata viene a contatto con l’aria in superficie, produce un getto di vapore assordante. Questo vapore si può utilizzare per azionare una turbina, producendo elettricità.

L’Ente Nazionale Islandese per l’Energia calcola che se il calore di questi campi geotermici di alte temperature fosse pienamente sfruttato, si potrebbero produrre di continuo 10.000 megawatt di elettricità (1 megawatt = 1.000.000 di watt). Tenendo conto del fatto che l’Islanda consuma solo 500 megawatt, ci rendiamo conto dell’enorme energia non sfruttata di cui dispone questo piccolo paese.

A parte i campi di alte temperature ci sono anche utilissime aree di basse temperature che forniscono acqua calda. Non sono temperature adatte per il bagno. Ma temperature di 80-140 gradi centigradi sono considerate troppo basse per produrre elettricità, sebbene vadano benissimo per usi domestici e industriali. Per citare un esempio, Reykjavík, la capitale, e parecchi comuni vicini, hanno installato impianti di riscaldamento distrettuali che utilizzano i campi geotermici di basse temperature su cui sorgono.

Utilizzazione dell’energia geotermica in Islanda

All’inizio del XX secolo pochi pensavano di utilizzare le sorgenti calde naturali del paese salvo che per un bagno all’aperto ogni tanto. A Reykjavík, la gente faceva quasi un’ora di strada a piedi per andare a lavare i panni in una sorgente calda di Thvottalaugar. Nel 1928, fu trivellato un pozzo a Thvottalaugar, ed esso produsse acqua alla temperatura di 87 gradi centigradi. Essa venne portata in alcuni edifici pubblici e in alcune case distanti circa tre chilometri. Questo esperimento di riscaldamento centralizzato della comunità riuscì e iniziarono le ricerche di ulteriori depositi di acqua calda. Nel 1933 ne fu scoperta una grande quantità a Reykir, a una quindicina di chilometri dalla città, e nel 1939 fu costruita una conduttura fra Reykir e Reykjavík. Nel 1943 la rete di distribuzione raggiungeva la maggior parte delle zone popolate di Reykjavík. Lo stesso anno fu installato l’Hitaveita, o Servizio di Riscaldamento Distrettuale. Cominciò a funzionare con una capacità di 200 litri al secondo. Oggi dispone di circa 2.000 litri al secondo, l’equivalente di 420 megawatt di energia termica. Il 25 per cento di questa immensa provvista proviene da profondi pozzi trivellati nella città stessa di Reykjavík.

Si fanno progetti per un’ulteriore espansione che prevede l’utilizzazione di campi più distanti e più profondi. Anche a Reykjavík (84.000 abitanti), l’Hitaveita intende trivellare altri dieci pozzi profondi da 2.000 a 3.000 metri.

I vantaggi del riscaldamento geotermico

Il riscaldamento ottenuto con l’energia geotermica suscita le simpatie di molte persone sensibili al problema ecologico. Nella maggioranza delle città moderne, l’inquinamento compromette l’ambiente, causando molta irritazione a tutti gli organismi viventi. Un tempo anche Reykjavík era una città piena di fumo, ma i tempi sono cambiati. Con l’impiego dell’energia geotermica, pulita ed efficiente, questa città è libera dal mortale inquinamento creato dall’uso dei combustibili fossili. Oggi viene definita la capitale senza fumo del mondo.

L’utilizzazione dell’energia geotermica costa molto meno dell’impiego di nafta per produrre calore o elettricità. Per esempio, una casa che consumasse approssimativamente 40.000 kilowatt di energia all’anno spenderebbe di combustibile 324.300 corone islandesi (1.126.000 lire), mentre con l’energia geotermica il costo annuo complessivo sarebbe di appena 88.310 corone islandesi (307.000 lire).

Un notevole vantaggio dell’impiego dell’acqua di sorgenti calde per il riscaldamento domestico è la sua semplicità. Le condutture dell’acqua calda sono ben isolate per evitare perdite di prezioso calore. Ciascuna famiglia ha il contatore dell’acqua calda, che viene letto dalla stessa persona che legge il contatore della luce. La stessa acqua è anche abbastanza pulita da servire per altri usi domestici, essendo presa direttamente dal rubinetto per fare il bagno, lavare e a volte anche cucinare.

Vi piacerebbe poter andare a nuotare in qualsiasi tempo dell’anno in una piscina riscaldata all’aperto? La città di Reykjavík ha due di queste piscine all’aperto; quindi il pubblico può andare a nuotare in acqua dalla confortevole temperatura di 26 gradi centigradi, indipendentemente da quanto sia bassa la temperatura dell’aria. Oggi la piscina di Laugardalur ha sostituito il vecchio lavatoio di Thvottalaugar. Un’altra eccezionale caratteristica di Laugardal sono quattro piscine, ciascuna tenuta costantemente a una particolare temperatura. In ciascuna di queste piscine possono sedere fino a 15 persone, rilassandosi in acqua alla temperatura variabile fra i 32 e i 45 gradi centigradi. Chi soffre di reumatismi e altri disturbi infiammatori prova sollievo andando tutti i giorni in queste piscine. Non è strano che questi centri siano così popolari fra gli abitanti della città e anche fra i turisti. Gli abitanti di Reykjavík pagano solo 120 corone islandesi (415 lire) per visita, mentre bambini e anziani beneficiano di una riduzione e gli invalidi entrano gratis.

Le zone rurali possono trarre profitto dall’energia geotermica?

Che dire degli altri 100.000 abitanti sparsi nelle molte cittadine, nei villaggi e nei poderi? Si può soddisfare anche il loro fabbisogno di energia utilizzando l’energia geotermica? L’Ente Nazionale per l’Energia calcola che a causa dell’attuale costo delle fonti energetiche alternative, nel prossimo futuro il 70 per cento della popolazione impiegherà l’energia geotermica per il riscaldamento. Per il restante 30 per cento degli abitanti dell’Islanda, il riscaldamento a elettricità prodotta mediante il meno costoso processo geotermico sarà sempre più economico che se l’elettricità fosse prodotta impiegando combustibili fossili.

Il nuovo Hitaveita Sudurnesja (Servizio di Riscaldamento Distrettuale di Sudurnes) è in funzione dalla fine del 1976. Questa rete provvederà infine al riscaldamento delle abitazioni di 11.000 persone con l’energia geotermica. Akureyri, la più grande città del nord (12.000 abitanti) e parecchi villaggi hanno già installato impianti centralizzati per il riscaldamento. Pure promettenti sembrano le prospettive di inviare acqua calda ad alcuni villaggi lungo i fiordi occidentali.

Centrali a energia geotermica

È difficile utilizzare il vapore dei campi geotermici di alte temperature per produrre elettricità, e richiede l’impiego della più moderna tecnologia. Una di queste centrali è situata vicino al bel lago Myvatn. Dall’entrata in servizio nel 1969 ha dimostrato che vi si può fare assegnamento fornendo essa una potenza di tre megawatt di energia. Al presente, è in corso la costruzione ai piedi del monte Krafla di un secondo impianto per la produzione di elettricità mediante il vapore. Secondo i progetti, il vapore sarà ottenuto da molti pozzi profondi da 1.500 a 2.000 metri in un campo geotermico di 35 chilometri quadrati. Finora il flusso continuo di questo campo ha superato i 340 gradi centigradi, facendo sperare agli ingegneri che questi nuovi impianti produrranno infine una settantina di megawatt di elettricità.

Nonostante le occasionali eruzioni di lava e gli improvvisi, potenti e incontrollabili getti di vapore, i lavori per la costruzione della centrale elettrica di Krafla fanno progresso. Sebbene il futuro di tali centrali sembri promettente ad alcuni, per avere il massimo rendimento è necessario costruirle vicino se non sopra i campi geotermici di alte temperature. Si comprende dunque che produrre elettricità in questo modo comporta notevoli rischi. Solo il tempo dirà se la centrale in costruzione a Krafla si rivelerà un completo successo nell’utilizzazione del vapore, giustificandone così il rischio.

Progetto di Heimaey

Ora l’Islanda sta tentando di sfruttare un’altra fonte di calore geotermico, i campi di lava calda. Per gli abitanti delle Vestmannaeyjar (isole Westmann), presso la costa sudorientale dell’Islanda, questa appare come la migliore fonte di energia. Non sembra che queste isole abbiano sorgenti naturali d’acqua calda in quantità tale da poter essere sfruttate ai fini pratici, per cui non c’è altra scelta che volgere lo sguardo al vulcano e al suo sottoprodotto, la lava calda.

Al principio del 1973, i 5.500 abitanti di Heimaey dovettero essere evacuati dall’isola perché appena fuori città si era aperta una fenditura in seguito a un’eruzione. Nel giro di qualche settimana, un terzo della città fu coperto di lava dal vulcano appena nato. Parecchi mesi dopo, esso cessò di vomitare lava fusa, e gli abitanti cominciarono a tornare sull’isola per ripulirla dei detriti e riprendere la vita normale. Cosa c’era di meglio che utilizzare se possibile il calore del loro nuovo nemico?

L’energia ottenuta dal nuovo campo lavico di Heimaey può essere utilizzata per riscaldare gli edifici della città. Le tubazioni affondate nella lava fresca di Heimaey portano in superficie vapore e gas, che, a loro volta, riscaldano l’acqua nell’impianto di riscaldamento comunale. Essendo un ciclo completo e chiuso, l’acqua a 80 gradi centigradi viene inviata nell’impianto di riscaldamento di Heimaey, e viene rimandata indietro per essere nuovamente riscaldata quando la temperatura è scesa a 40 gradi centigradi.

L’intento è quello di poter servire fra breve con questo nuovo impianto di riscaldamento tutte le case della città. Gli esperti credono che quando lo strato superiore di lava si sarà infine raffreddato, le condutture potranno essere spinte nella lava a maggiore profondità finché non si raggiunga sufficiente calore. Si pensa che gli abitanti delle Westmann potranno valersi dello Hraun-hitaveita (Servizio di Riscaldamento Lavico Distrettuale) per molti decenni prima che il campo si raffreddi troppo per essere sfruttato economicamente.

Colture in serra

In un paese settentrionale come l’Islanda, il clima e la breve stagione di crescita limitano in considerevole misura il tipo di colture. Di conseguenza, all’aperto si possono coltivare solo poche verdure. Ma grazie all’impiego dell’energia geotermica, gli islandesi non sono legati ai convenzionali metodi di coltivazione. Il calore naturale della terra viene impiegato per riscaldare circa 14 ettari di serre. In tal modo si coltivano pomodori, cetrioli e molte varietà di fiori in una zona dove la crescita sarebbe altrimenti limitata. Altre varietà di verdure si possono coltivare anche in certe regioni dell’Islanda dove il suolo stesso è naturalmente riscaldato dall’energia geotermica.

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