-
Vi sentite a posto con Dio?La Torre di Guardia 1985 | 1° dicembre
-
-
Vi sentite a posto con Dio?
MOLTI forse non ritengono importante questa domanda. Secondo loro, è più importante sentirsi a posto con se stessi. Di questi tempi è normale sentir dire: ‘Fa quello che ti pare’. Oppure: ‘Non sentirti in colpa’.
Questa non è semplicemente l’opinione di un limitato numero di giovani cresciuti con la filosofia del ‘prima io’. In Francia, ad esempio, dove l’82 per cento della popolazione è composto da cattolici battezzati, un sondaggio compiuto nel 1983 ha rivelato che solo il 4 per cento della gente accetta il concetto di peccato. Per quel che riguarda gli Stati Uniti, diversi anni fa il dott. Karl Menninger, considerato il “padre della psichiatria americana”, fu spinto a scrivere un intero libro per prendere in esame cosa è accaduto al peccato (Whatever Became of Sin?). In quel libro scriveva: “Come nazione, abbiamo ufficialmente smesso di ‘peccare’ una ventina d’anni fa”. La copertina del libro affermava: “La parola ‘peccato’ è quasi scomparsa dal nostro vocabolario”.
In effetti, oggi il concetto di peccato è talmente oscuro che molti, persino coloro che si dichiarano cristiani, si troverebbero in difficoltà a spiegare cos’è realmente il peccato.
Dubbi attuali
Nonostante la nozione di peccato sia stata svalutata, diversi eventi verificatisi di recente nel mondo hanno dato da pensare alla gente. Uno di questi è il gran numero di aborti eseguiti in molti tra i paesi più progrediti del mondo. Alcuni paesi, pur se in prevalenza “cristiani”, in fatto di aborto hanno una legislazione molto tollerante. Questa strage di feti ha suscitato reazioni che coloro che rigettano il concetto di peccato troveranno difficili da spiegare.
Perché mai, ad esempio, alcune donne la cui concezione della vita consente loro di avere un aborto dovrebbero in seguito provare sentimenti di colpa, giungendo persino a soffrire dal punto di vista psicologico? Eppure “gli studi mostrano che un’alta percentuale di donne che hanno abortito sono affette da disadattamento”, persino nella Iugoslavia comunista. (The New Encyclopædia Britannica) Il prof. Henri Baruk, membro dell’Accademia francese di Medicina, ritiene che questo fatto sia dovuto alla violazione di “un principio fondamentale scritto nel cuore di tutti”. Scritto da chi?
Un altro fenomeno recente che ha dato da pensare è il diffondersi in tutto il mondo di malattie trasmesse per via sessuale. L’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), con il suo elevato indice di mortalità, ha scatenato un’ondata di dubbi e di angosce tra molti che pensavano di essersi liberati di vecchi tabù grazie ai rapporti sessuali promiscui. L’alto prezzo che tanti stanno pagando per la loro “libertà” sessuale spinge alcuni di loro a chiedersi se, dopo tutto, non siano puniti. Puniti da chi?
Questi avvenimenti attuali, che ricordano come l’uomo non possa impunemente farsi beffe dei princìpi morali, hanno indotto alcune persone riflessive a cambiare la loro opinione in merito al peccato e alla responsabilità che ciascuno ha verso Dio.
Le chiese e il peccato
“Il peccato del secolo è la perdita del senso del peccato”. Già nel 1946 papa Pio XII fece questa vigorosa affermazione. Naturalmente, da allora, la situazione è peggiorata. Nel suo recente documento sul peccato e sulla confessione, dal tema “Riconciliazione e penitenza”, papa Giovanni Paolo II ha citato le summenzionate parole del suo predecessore e ha deplorato quella che ha definito l’eclissi del concetto di peccato nell’odierna società secolarizzata.
Inoltre il papa ha ricordato ai sacerdoti cattolici, e ai cattolici in genere, che non basta praticare, come si fa oggi in molte chiese cattoliche, la confessione e l’assoluzione collettiva. Ha affermato che la confessione individuale costituisce “l’unico modo normale e ordinario” per celebrare il sacramento della penitenza. Nel dogma cattolico, perché il peccatore si riconcili con Dio la penitenza va accompagnata dalle opere buone.
Quasi tutte le chiese protestanti negano che sia necessario confessarsi in privato davanti a un sacerdote. Ritengono che per ottenere il perdono dei peccati sia sufficiente confessarli a Dio, anche se alcune chiese sono favorevoli alla confessione e all’assoluzione generale durante la “Comunione”. Molti protestanti credono basti aver fede per essere giustificati davanti a Dio.
Molti rimangono perplessi di fronte a questi contrasti dottrinali all’interno delle cosiddette chiese cristiane in merito alla confessione, alla penitenza e alla giustificazione, o al modo in cui si consegue una condizione approvata agli occhi di Dio. Hanno la vaga sensazione di dover fare qualcosa per essere a posto con Dio, ma non sanno cosa fare.
L’articolo che segue spiegherà perché abbiamo bisogno di essere portati a una condizione giusta davanti a Dio ed esaminerà la concezione cattolica e quella protestante della “giustificazione”. Due successivi articoli spiegheranno cosa insegna la Bibbia su come ottenere una condizione giusta agli occhi di Dio e indicherà in che modo la cosa vi riguarda.
-
-
Come si può essere considerati giusti da Dio?La Torre di Guardia 1985 | 1° dicembre
-
-
Come si può essere considerati giusti da Dio?
“DIO dice che sono a posto”. È questo evidentemente il modo in cui è stato tradotto il termine “giustificazione” in una recente versione del “Nuovo Testamento” in pidgin della Nuova Guinea. Per quanto possa sembrare curiosa, questa espressione rende l’idea fondamentale sottintesa nella parola tradotta “giustificazione” da molte Bibbie italiane in Romani 5:16.
D’altra parte alcuni dicono: ‘Mi comporto bene. Faccio del bene agli altri quando posso. Sono pronto per incontrare il mio Dio!’ Per costoro sembra che giustificazione voglia dire autogiustificazione. Secondo la Bibbia, l’insegnamento della “giustificazione” ha attinenza col modo in cui Dio ci considera e col modo in cui Lui ci tratta. Geova è “il Creatore”. (Isaia 40:28) È “il Giudice di tutta la terra”. (Genesi 18:25) Nulla, perciò, potrebbe essere più importante del modo in cui Lui ci considera.
Perché dobbiamo essere portati a una condizione giusta davanti a Dio
Parlando di Geova la Bibbia dice: “La Roccia, la sua attività è perfetta, poiché tutte le sue vie sono dirittura. Un Dio di fedeltà, presso cui non è ingiustizia; egli è giusto e retto”. (Deuteronomio 32:4) È la personificazione della giustizia. In qualità di Creatore e Datore di vita, ha il diritto di stabilire la norma su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ciò che è conforme alla norma di Dio è giusto.
Dio, dunque, stabilisce l’obiettivo, il bersaglio, che le sue creature intelligenti devono raggiungere se desiderano vivere in armonia col loro Creatore. Mancare quel bersaglio, o norma, è il senso del termine peccato nelle lingue originali della Bibbia. Il peccato, pertanto, è ingiustizia. Significa mancare di conformarsi a ciò che Dio definisce giusto o sbagliato. Di conseguenza, il peccato è anche una forma di disordine, una forma di illegalità. — I Giovanni 5:17; 3:4.
Geova “è un Dio non di disordine, ma di pace”. (I Corinti 14:33) In origine, tutte le sue creature in cielo e sulla terra erano perfette. Erano dotate di libero arbitrio. (II Corinti 3:17) Godevano della “gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Romani 8:21) Finché furono rispettate le Sue giuste norme, in tutto l’universo prevalsero pace e ordine. Il disordine si insinuò nell’universo allorché, prima in cielo e poi sulla terra, alcune creature si opposero alla legge di Dio, rigettando il Suo diritto di governare su di loro. Si discostarono dalla norma di Dio relativa a cosa è giusto e cosa è sbagliato. Mancarono il bersaglio e così si resero peccatori.
Ecco ciò che accadde ai nostri primogenitori, Adamo ed Eva. (Genesi 3:1-6) “Ecco perché . . . il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. (Romani 5:12) Dal tempo della loro ribellione, il peccato ‘ha regnato con la morte’, perché tutti i discendenti di Adamo “hanno peccato” e sono venuti meno alla giusta norma di Dio. (Romani 5:21; 3:23) Perciò abbiamo bisogno di essere portati a una condizione giusta davanti a Dio.
La concezione cattolica della “giustificazione”
La necessità di riconciliarsi con Dio viene riconosciuta da tutte le chiese che si definiscono cristiane. Tuttavia la dottrina cattolica differisce da quella protestante nell’interpretazione del modo in cui si consegue questa riconciliazione e di quale posizione ha il cristiano dinanzi a Dio.
Per quanto riguarda il dogma cattolico, il libro Documenti della fede cattolicaa afferma: “La giustificazione del peccatore è il passaggio dalla condizione in cui l’uomo è nato come figlio del primo Adamo allo stato di grazia e di adozione a figlio di Dio per opera del secondo Adamo, il nostro Salvatore Gesù Cristo”. Un dizionario cattolico spiega ancora: “Qui ci limitiamo al processo mediante il quale gli adulti, da uno stato di morte e di peccato, vengono elevati al favore e all’amicizia di Dio, dato che, per quel che riguarda i neonati, la Chiesa insegna che loro vengono giustificati nel battesimo, senza alcuna azione da parte loro”. — A Catholic Dictionary.
Detto in breve, la Chiesa Cattolica insegna che la “giustificazione” è un atto di Dio grazie al quale chi è battezzato nella fede cattolica viene realmente reso giusto e santificato mediante il dono della “grazia” divina. Essa inoltre afferma che la giustificazione può essere (1) aumentata mediante il merito personale o le opere buone, (2) perduta a causa del peccato mortale o dell’incredulità, (3) riottenuta mediante il sacramento della penitenza. Nell’ambito di questa disposizione, il cattolico che ha ottenuto la giustificazione deve confessare i propri peccati a un sacerdote e ricevere l’assoluzione. Qualsiasi “pena temporale” rimanga da scontare dopo l’assoluzione può essere espiata con le opere buone o rimessa mediante un’“indulgenza”.b
La concezione protestante
L’irriverente vendita di indulgenze fatta all’inizio del XVI secolo fu la scintilla che diede il via alla Riforma protestante. Il monaco cattolico Martin Lutero si scagliò contro questa pratica nelle 95 tesi che affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg (Germania) nel 1517. Ma, in realtà, il dissenso di Lutero con il dogma cattolico ufficiale era più profondo. Coinvolgeva l’intera dottrina della chiesa sulla giustificazione. Confermando questo fatto, un’opera cattolica afferma: “La divergenza dottrinale sul modo in cui i peccatori sono giustificati agli occhi di Dio costituì l’argomento principale della controversia tra cattolici e protestanti al tempo della Riforma. ‘Se questa dottrina’ (cioè la dottrina della giustificazione mediante la sola fede) ‘crolla’, dice Lutero nei suoi Discorsi a tavola, ‘per noi è finita’”. — A Catholic Dictionary.
Cosa intendeva dire precisamente Lutero parlando di ‘giustificazione mediante la sola fede’? Da cattolico, Lutero aveva appreso che la giustificazione dell’uomo implica il battesimo, il merito personale e le opere buone, nonché il sacramento della penitenza amministrato dal sacerdote, il quale ascolta la confessione, concede l’assoluzione e impone opere “della soddisfazione” che possono includere anche penitenze.
Nel suo tentativo di trovare la pace con Dio, Lutero aveva provato tutto quanto era richiesto dal dogma cattolico sulla giustificazione, inclusi i digiuni, le preghiere e le penitenze, ma inutilmente. Non soddisfatto, lesse e rilesse i Salmi e le lettere di Paolo e trovò infine pace mentale giungendo alla conclusione che Dio giustifica gli uomini non sulla base dei loro meriti, delle loro opere buone o della loro penitenza, ma esclusivamente sulla base della loro fede. Divenne tanto entusiasta di questo concetto della giustificazione mediante la sola fede che nella sua traduzione in tedesco di Romani 3:28 dopo la parola “fede” aggiunse la parola “sola”!c
Quasi tutte le chiese protestanti hanno fondamentalmente adottato la concezione di Lutero sulla “giustificazione attraverso la grazia mediante la fede”. Questa concezione in effetti era già stata espressa dal francese Jacques Lefèvre d’Étaples, un simpatizzante della Riforma. Riassumendo le divergenze tra la concezione cattolica e quella protestante sulla giustificazione, un’opera cattolica afferma: “Per i cattolici la giustificazione è un atto mediante il quale l’uomo è realmente reso giusto; per i protestanti è un atto con il quale l’uomo viene semplicemente dichiarato e considerato giusto, essendogli trasferiti i meriti di un altro, cioè di Cristo”. — A Catholic Dictionary.
La “giustificazione”: né cattolica né protestante
Il dogma cattolico va oltre ciò che la Bibbia
-