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  • g86 22/9 pp. 29-31
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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1986
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  • Bevono troppo e male
  • Spostano gli alberi
  • Cammelli per il Marocco
  • Fertilizzante naturale
  • Pronto soccorso con le alghe marine
  • Una specie sconosciuta
  • Farmaco antitumore “Made in Italy”
  • Un volo eccezionale
  • AIDS
  • La febbre dell’oro
  • Cifre aggiornate
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Svegliatevi! 1986
g86 22/9 pp. 29-31

Uno sguardo al mondo

Bevono troppo e male

“Ogni anno in Italia l’alcol uccide 28 mila persone . . . e circa il 10 per cento della popolazione beve troppo”, sostiene La Repubblica del 25/26 maggio 1986. Secondo alcuni medici italiani riunitisi in convegno, non è l’alcool a far male, anzi un uso moderato è fisiologico. È la mancanza di educazione al bere che uccide e causa danni all’organismo. Si trascura il fatto che “mezzo litro di vino a digiuno la mattina non ha lo stesso effetto di un’identica quantità, consumata durante il pasto”, riferisce il quotidiano. Cresce il consumo dei superalcolici a cui corrisponde “l’aumento di rischi di tumori all’esofago, al colon e al retto, oltre ovviamente alla cirrosi epatica”.

Spostano gli alberi

“Non abbattete gli alberi, trapiantateli!”, è lo slogan di una ditta tedesca specializzata in trapianto di alberi adulti. Essa fa notare che gli alberi offrono molti vantaggi: purificano l’aria, le loro foglie trattengono la polvere e la fuliggine e un albero adulto può provvedere tutto l’ossigeno di cui abbisognano 64 persone. Inoltre, attutiscono il rumore, fanno ombra e regolano la temperatura. La ditta ha messo a punto macchine e tecniche per spostare gli alberi da una località all’altra — anche mentre gli alberi sono pieni di foglie a metà estate — con un indice di successo del 95 per cento. “Si possono trapiantare alberi di un secolo, con un tronco di uno o due metri di [circonferenza] e del peso di ben 30 tonnellate”, dice il German Tribune. Il trapianto, però, riesce meglio con alcuni tipi di alberi che con altri, e per assicurarne la sopravvivenza sono necessari luoghi adatti, cure dopo il trapianto e potature”.

Cammelli per il Marocco

Le recenti siccità che hanno colpito il Marocco hanno quasi decimato i cammelli, costringendo il governo a rinnovare le scorte sempre più scarse. Cosa sorprendente, ce ne sono in abbondanza nell’interno dell’Australia. Come mai in Australia? Nel decennio 1860-70 i cammelli furono portati nell’Australia meridionale dall’India perché erano adatti al clima e al tipo di suolo di quel paese. Benché fossero molto utili nei primi tempi dello sviluppo dell’arido interno australiano, con l’avvento degli autotrasporti queste “navi del deserto” vennero abbandonate. Molti vennero infine messi in libertà nelle zone dell’interno e, nelle ideali condizioni aride dell’Australia centrale, si sono moltiplicati a migliaia. Il Sydney Morning Herald Magazine dice che il governo del Marocco intende acquistare 2.000 cammelli all’anno nei prossimi cinque anni. La vendita dei cammelli provvederà una fonte di reddito alla comunità aborigena che, al presente, dipende quasi del tutto dal governo australiano.

Fertilizzante naturale

L’acido nitrico prodotto dai fulmini accresce la produzione agricola più dei normali fertilizzanti, hanno concluso gli scienziati dell’Istituto di Geologia, Geofisica e Materie Prime Minerali di Novosibirsk (URSS). In un esperimento, alcuni ricercatori hanno coltivato due appezzamenti a pomodori, uno fertilizzato nel modo normale e l’altro innaffiato con una soluzione debole di acido nitrico pari alla quantità presente nella pioggia di un temporale. Confrontando i raccolti, cos’hanno riscontrato? L’appezzamento di terra trattato con l’acido nitrico aveva prodotto fino al 50 per cento di pomodori in più. Hanno ottenuto un successo simile coltivando in questo modo avena, grano e cetrioli. “I migliori raccolti”, riferisce il Times di Londra, “si sono avuti in quei terreni che non erano mai stati fertilizzati”.

Pronto soccorso con le alghe marine

Per centinaia d’anni i naviganti si sono serviti delle alghe marine per medicare le ferite. Le loro proprietà terapeutiche si sono dimostrate così efficaci che molti le hanno chiamate la “cura del marinaio”. Secondo il Weekend Australian, gli scienziati hanno ora trovato il modo per trasformare un tipo di alga in fibre da utilizzare per medicare tagli e altre ferite. Sostengono che questo tipo di medicazione abbia molti vantaggi. Forma un gel protettivo che aiuta la ferita a mantenersi umida durante la guarigione. La medicazione può rimanere sulla ferita per lungo tempo. Anzi, nella maggioranza dei casi bisogna toglierla solo quando la crosta che si forma sopra la ferita sta per staccarsi. Se bisogna cambiare spesso la medicazione, il gel protettivo impedisce che il tessuto cicatriziale venga danneggiato. Le alghe marine servono anche a fermare rapidamente le emorragie e potrebbero essere ben accolte dagli ospedali per le cure di pronto soccorso.

Una specie sconosciuta

Un ornitologo dell’Accademia delle Scienze Naturali di Filadelfia ha recentemente scoperto una specie di pappagallo mai identificata prima che vive in una foresta montana dell’Ecuador, scrive il New York Times. Questo uccellino scoperto da poco è di colore prevalentemente verde, con chiazze rosse e blu sulle ali. Ha una caratteristica corona rossa e la coda marrone. Prima di questa scoperta, la maggioranza degli ornitologi era convinta che tutte le specie di pappagalli delle Americhe fossero state scoperte e classificate. L’ultima scoperta di una specie di pappagallo sconosciuta risale al 1914, affermano alcuni funzionari di musei. Non è stato ancora dato nessun nome al pappagallo non parlante.

Farmaco antitumore “Made in Italy”

“Nessun effetto collaterale negativo della cura, risultati incredibilmente incoraggianti”: è quanto riferisce Il Corriere della Sera del 21 giugno 1986 parlando dell’Interleukina-2, un nuovo farmaco realizzato all’ospedale Malpighi di Bologna. Si tratta di una nuova scoperta nel campo dell’immunoterapia che punta ad eccitare le difese organiche contro il tumore. Il giornale dice inoltre che “l’Interleukina-2 può essere definita come un farmaco capace di attivare i linfociti-killer del tumore, moltiplicandoli di numero”. È già stato impiegato con successo nel trattamento del cancro alla vescica con metastasi diffusa e in sette casi su dieci si è avuta o la regressione completa o la riduzione a metà della massa tumorale. “Sono convinto che attorno alla Interleukina si giocherà la parte più importante della strategia antitumorale”, asserisce il dott. Giancarlo Pizza, immunologo dell’ospedale Malpighi.

Un volo eccezionale

Le berte sono grandi viaggiatrici. Nel 1949 vennero scelti e contrassegnati alcuni esemplari di questi uccelli. Un uccello nuovamente contrassegnato nel novembre del 1985 era stato contrassegnato per la prima volta nel 1950, per cui aveva 35 anni! L’uccellino deponeva ancora le uova e faceva ancora la sua annuale migrazione. L’annuale migrazione lo porta dalla Tasmania, al di sotto della punta sudorientale dell’Australia, fino al Mare di Bering, a nord del Giappone. Nelle sue 35 migrazioni ha percorso complessivamente, fra andata e ritorno, 1.050.000 chilometri. In paragone con il viaggio sulla luna dei nostri astronauti, che fra andata e ritorno hanno percorso un massimo di 813.400 chilometri, ha viaggiato di più il nostro amico pennuto!

AIDS

“In Italia, come in tutto il mondo, la comparsa dell’Aids ha portato una grande paura, un blocco psicologico”, ha detto Maria Grazia Gatti Randi, presidente della Fondazione dell’emofilia riferendosi agli emofilici, “incolpevole categoria a rischio”, molti dei quali hanno rifiutato di sottoporsi alle trasfusioni di sangue per paura di contrarre l’AIDS. Attualmente per curare l’emofilia si ricorre alla trasfusione di circa 25 mila unità di sangue all’anno provenienti da altrettanti donatori. In questo modo “le probabilità di entrare in contatto, tramite una trasfusione di emoderivato ricavata da sangue infetto, con il virus Htlv 3 responsabile dell’Aids, sono quindi elevate”, dice Panorama del 22 giugno 1986. Ora una scoperta rivoluzionaria potrebbe offrire nuova speranza ai 6.000 emofilici italiani. Si tratta della clonazione del gene del fattore VIII, necessario per la normale coagulazione del sangue. La nuova scoperta ne “rende possibile la produzione artificiale evitando quindi tutti i rischi di infezioni, epatiti e Aids, trasmessi dal plasma umano”. Finora, il metodo più usato per limitare il rischio del contagio è stato il ricorso a concentrati trattati al calore. Il virus HTLV III muore se riscaldato a una temperatura di 60 °C per 24 ore, ma sopravvivono invece il virus dell’epatite non-A non-B, “la forma più pericolosa perché non rilevabile dai test di laboratorio. Non si può quindi sapere se il plasma trasfuso ne è o meno esente”, riporta Panorama.

◻ Due australiani sono stati coinvolti, separatamente, in rapine analoghe in cui hanno usato una siringa come arma. Asserendo di avere l’AIDS, questi uomini avrebbero minacciato di iniettare nelle loro vittime il sangue portatore del letale virus se non veniva consegnato il denaro richiesto. Un portavoce della polizia, in allarme per la possibilità che in futuro questo tipo di rapine aumenti, ha spiegato: “Sotto molti aspetti è più efficace di una pistola perché la gente ha paura della morte lenta causata dal virus dell’AIDS”. Quindi ha aggiunto: “È un modo macabro di approfittare di una malattia letale”.

La febbre dell’oro

Agli italiani l’oro piace. “Nelle nostre tradizioni vi è un profondo attaccamento all’oro”, sostiene Giuseppe Di Nunzio, dirigente di una società specializzata nella compravendita di metalli preziosi. Secondo lui, l’oro è “un investimento che non ha mai tradito”. Il 1985 è stato un anno particolarmente favorevole per l’industria orafa italiana, la più importante del mondo. In Italia infatti si trasforma un quarto dell’oro mondiale e si lavora il 65 per cento della produzione europea. Il giro d’affari ha toccato i 5.000 miliardi, riferisce La Repubblica del 22-23 giugno 1986. L’anno scorso sono stati spesi 2.450 miliardi in oggetti preziosi, un aumento del 16,6 per cento rispetto al 1984. Il numero dei pezzi venduti è stato di 12 milioni e 900 mila unità. Gli oggetti in ordine di preferenza sono: anelli e fedi, orecchini, bracciali, catene e collier. Secondo alcune stime, gli italiani possiedono una quantità di oro pari alle risorse auree dello Stato, all’incirca duemila tonnellate.

Cifre aggiornate

A quanto dicono gli scienziati, la nostra galassia è del 25 per cento più piccola di quanto si pensasse. Servendosi di una nuova tecnica che impiega geometria avanzata, l’équipe internazionale di astronomi ha accertato che il diametro dei 200 miliardi di stelle della Via Lattea è di circa 70.000 anni luce. Il nostro sole e i suoi pianeti sono ora situati a 23.000 anni luce dal centro della galassia, ossia molto più vicino di quanto non si fosse pensato.

Anche la velocità del suono nell’aria è inferiore di quasi ottocento metri all’ora rispetto alle precedenti misurazioni. Dopo che fu superata la barriera del suono nel 1947 venne fissata in 331,45 metri al secondo. Nel tentativo di tarare accuratamente dei microfoni, però, George S. K. Wong, da lungo tempo addetto alle ricerche presso il Consiglio Nazionale Ricerche del Canada, ha scoperto un errore di calcolo fatto nel 1942 che era finito nella letteratura scientifica senza che nessuno se ne accorgesse. La nuova cifra indicata è di 331,29 metri al secondo.

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