Battezzate! Battezzate! Battezzate! Ma perché?
“NELL’ARCO di pochi mesi ho battezzato più di diecimila uomini, donne e bambini”. Così scriveva il missionario gesuita Francesco Saverio a proposito della sua opera nel regno di Travancore, in India. “Andai di villaggio in villaggio e li feci cristiani. E dovunque andai, lasciai una copia delle nostre preghiere e dei nostri comandamenti nella lingua del posto”.
Profondamente colpito dalle lettere di Francesco Saverio, Giovanni re del Portogallo ordinò che fossero lette ad alta voce dal pulpito in tutto il suo regno. Si dispose che la succitata lettera del gennaio 1545 venisse anche pubblicata. Il risultato? “Dopo non molto”, scrive Manfred Barthel, “metà degli studenti d’Europa, ‘in ginocchio e piangendo a calde lacrime’, chiedevano a gran voce di andare in India a convertire i pagani”. E aggiunge: “L’idea che per convertire un intero regno potessero volerci più di un paio di aspergitori d’acqua benedetta non sembra sfiorasse molti in quell’epoca”. — The Jesuits—History & Legend of the Society of Jesus, New York, 1984.
Cosa si ottenne in realtà con quelle conversioni in massa? Il gesuita Nicola Lancilloto fece a Roma questo rapporto realistico: “La maggioranza di quelli che si battezzano lo fanno per secondi fini. Gli schiavi degli arabi e degli indù sperano in tal modo di ottenere la libertà o di essere protetti contro le angherie del proprietario o semplicemente di ricevere una veste nuova o un turbante. Molti lo fanno per sfuggire a qualche punizione. . . . Chiunque sia spinto dalle proprie convinzioni a cercare la salvezza nei nostri insegnamenti viene considerato matto. Qualche tempo dopo il battesimo, molti apostatano e tornano alle precedenti pratiche pagane”.
Il desiderio di convertire e battezzare i pagani era condiviso anche dagli esploratori europei dell’epoca. Si dice che Cristoforo Colombo abbia battezzato i primi “indiani” che incontrò nei Caraibi. Un libro di storia del cristianesimo afferma: “La politica ufficiale della Corona di Spagna considerava prioritaria la conversione delle popolazioni indigene”. (The Oxford Illustrated History of Christianity) “Entro la fine del XVI secolo, i 7.000.000 di indiani dell’impero spagnolo erano, almeno di nome, cristiani. Laddove esistono statistiche sulle conversioni (Pedro de Gante, parente dell’imperatore Carlo V, unitosi ai missionari, disse di aver battezzato in un giorno 14.000 persone con l’aiuto di un solo compagno), è evidente che non era stato possibile impartire nessuna seria istruzione preliminare”. Quelle conversioni superficiali furono spesso accompagnate da uno spietato, brutale e oppressivo trattamento dei nativi.
L’importanza attribuita al battesimo servì di sprone a quegli esploratori e missionari. Nel 1439 papa Eugenio IV emanò una bolla al Concilio di Firenze in cui si diceva: “Tra tutti i sacramenti il battesimo, la porta della vita cristiana, occupa il primo posto, poiché per mezzo suo noi diveniamo membri di Cristo e siamo inseriti nel corpo della Chiesa. E siccome, per opera del primo uomo su tutti è piombata la morte, noi non possiamo, secondo la parola di verità (Gv 3, 5), avere accesso al regno dei cieli, se non siamo rigenerati per l’acqua e lo Spirito”. — Alfred Läpple, Documenti della fede cattolica, trad. Benedettine di Rosano, Cittadella Editrice, Assisi, 1972, pagine 115-16.
Sorse però una disputa su quale fosse il battesimo valido. Un’enciclopedia delle religioni osserva: “Trattandosi del rito fondamentale di ammissione nella comunità ecclesiale, varie chiese rivali, ciascuna delle quali si considerava ortodossa e definiva eretiche e scismatiche le altre, si attribuirono presto l’esclusiva del battesimo. Era inevitabile che i riti battesimali subissero modifiche ad opera delle varie sette”. — The Encyclopedia of Religion, a cura di Mircea Eliade, New York, 1987, volume 2, pagina 62.
L’usanza del battesimo, tuttavia, è anteriore alla fede cristiana. Esso era praticato in Babilonia e nell’antico Egitto, dove si riteneva che le fredde acque del Nilo conferissero vigore e immortalità. Anche i greci credevano che il battesimo fosse fonte di rigenerazione o conferisse l’immortalità all’iniziato. La setta giudaica di Qumran praticava il battesimo come rito di iniziazione alla propria comunità. I gentili che si convertivano al giudaismo dovevano circoncidersi e sette giorni dopo sottoporsi al battesimo per immersione davanti a testimoni.
È evidente che nel corso dei secoli è stata attribuita grande importanza al battesimo. Ma che dire di oggi? È necessario nella nostra epoca? Se sì, perché? In altre parole, dovreste battezzarvi?