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L’adorazione dei demoni procura a Manasse dei fastidiLa Torre di Guardia 1950 | 15 febbraio
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davanti all’Iddio de’ suoi padri. A lui rivolse le sue preghiere”. (2 Cron. 33:12, 13) Mentre si rivolgeva giornalmente a Dio in preghiera e meditava sulla legge, che aveva imparata quand’era bambino, un numero sempre maggiore dei giusti statuti e ordinanze di Dio tornavano alla sua mente.
Allora un giorno, Manasse fu informato che doveva essere liberato dalla sua cattività in Babilonia e doveva essere restaurato sul suo trono in Gerusalemme. Il viaggio verso casa non era sembrato così lungo a Manasse come era stato il viaggio verso Babilonia. Quando finalmente diede il suo primo sguardo all’amata Gerusalemme ringraziò calorosamente Geova. Si chiedeva come aveva potuto adorare alcun altro all’infuori di Geova. Mentre arrivava più vicino notò che le mura della città erano in istato di rovina.
Una volta che fu di nuovo stabilito sul suo trono, “costruì, fuori della città di Davide, a occidente, verso Ghilion nella valle, un muro che si prolungava fino alla porta dei pesci; lo fe’ girare attorno a Ofel, e lo tirò su a grande altezza”. Non trascurò le altre città in Giuda, ma “pose dei capi militari in tutte le città fortificate di Giuda”. — 2 Cron. 33:14.
Ancora non era contento; c’era qualche cosa d’altro che doveva fare. “E tolse dalla casa dell’Eterno gli dèi stranieri e l’idolo, abbattè tutti gli altari che aveva costruiti sul monte della casa dell’Eterno e a Gerusalemme, e gettò tutto fuori della città. Poi ristabilì l’altare dell’Eterno e v’offrì sopra dei sacrifici di azioni di grazie e di lode, e ordinò a Giuda che servisse all’Eterno. all’Iddio d’Israele”. — 2 Cron. 33:15, 16.
Raccontò tutto quello che gli era successo durante la sua assenza, la tribolazione in cui l’aveva portato la sua precedente adorazione dei demoni, e la sua preghiera al suo Dio; e rese ringraziamenti a Dio davanti a tutta l’assemblea per la sua liberazione da Babilonia. (2 Re 21:17; 2 Cron. 33:18, 19) Finalmente si sentì contento e in pace, sapendo che ora il popolo del suo regno sacrificava “soltanto all’Eterno, al suo Dio”. — 2 Cron. 33:17.
Iddio aveva dato avvertimento al suo popolo nella sua legge contro la falsa adorazione del paese, dicendo: “E non servire agli dèi loro, perchè ciò ti sarebbe un laccio”. (Deut. 7:16) Manasse mancò di dar retta a quel divino avvertimento ed ebbe dei fastidi, divenendo un prigioniero in Babilonia. Nello stesso modo oggi, tutti quelli che, come Manasse, praticano la falsa adorazione hanno dei fastidi e sono resi schiavi dell’organizzazione religiosa del Diavolo prefigurata da Babilonia. Esattamente come i servitori di Geova, i profeti, diedero vero ed appropriato avvertimento a Manasse, così oggi i servitori di Geova, i suoi testimoni, danno avvertimento a tutti che la falsa adorazione procura dei fastidi e non vita. Quelli che oggi si umiliano davanti a Geova Dio e si conformano alle Sue esigenze saranno liberati da Lui come lo fu Manasse.
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Una dodicesima classe di Galaad per sopperire alla scarsezza di ciboLa Torre di Guardia 1950 | 15 febbraio
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Una dodicesima classe di Galaad per sopperire alla scarsezza di cibo
“NON fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno”. (Amos 8:11) È questa la carestia per cui il mondo perisce. Questa è la carestia che assorbe la forza spirituale e permette alle concupiscenze carnali d’entrare in iscena. Questa è la carestia che porta alla delinquenza e al disastro nel campo familiare, che indebolisce il fronte nazionale contro l’ateismo. Rende le nazioni mature per essere mietute e raccolte dalla falce del comunismo. Peggio ancora, questa scarsità di cibo spirituale rende la cristianità malata a morte, inadatta ad adorare e servire Iddio energicamente. La mancanza di cibo materiale uccide il corpo. La mancanza di cibo spirituale uccide la speranza della vita eterna futura nel nuovo mondo di Geova Dio ora vicino.
Ed è un vano gesto additare le centinaia di sette e culti religiosi della cristianità come riserve di cibo spirituale, e chiedere con indignazione perchè dev’essere quivi compiuta un’opera di sollievo. Non regna la delinquenza nella cosiddetta cristianità? E l’odio religioso e di razza? E l’empietà? V’è un abisso tra le pie frasi e le egoistiche azioni della cristianità, il quale attesta beffardamente la sua ipocrisia. Essa ha tutti i sintomi di chi è spiritualmente affamato. Gesù ministrava in comunità imbevute di religione, eppure la sua predicazione brillava sugli abitanti come una grande luce. Nella loro precedente condizione religionizzata erano definiti come ‘giacenti nelle tenebre e nell’ombra della morte’. (Matt. 4:13-17) Così è oggi, e centinaia di migliaia di persone di buona volontà bramano di cambiare le tenebre in luce, l’ombra della morte con prospettive di vita.
Migliaia di queste persone di buona volontà spiritualmente affamate giacciono nelle tenebre in paesi come America Centrale, Sud America, Terranova, Canada, Stati Uniti, Antille, Africa, Siam, Birmania e Italia. Sì, veramente, anche in Italia, sede della Gerarchia Cattolica Romana. Ed è in questi paesi come pure in altri che si recano ora i diplomati della dodicesima classe della Scuola Biblica Watchtower di Galaad, sita nello Stato di New York, per alleviare la scarsità di cibo. Essi vanno forniti, non con carne e grano letterale, ma con conoscenza, esperienza ed esercitazione. Per due anni e più ciascuno dei 106 diplomati servì come ministro in servizio continuo prima di frequentare Galaad. Durante cinque mesi essi ricevettero un intenso ammaestramento per esser in modo speciale al servizio missionario
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