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  • g72 22/2 pp. 23-24
  • La malinconica musica delle Ande

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  • La malinconica musica delle Ande
  • Svegliatevi! 1972
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Svegliatevi! 1972
g72 22/2 pp. 23-24

La malinconica musica delle Ande

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nell’Ecuador

LUNGO un sentiero, sulle alte pendici delle Ande, una famiglia di Indiani torna a casa dal mercato. Il padre, in testa, si porta alle labbra il semplice flauto e una dolce, triste melodia comincia a diffondersi nell’aria tra i monti. A centosessanta chilometri, nelle affollate strade di Quito, un umile cargador si trascina a fatica sotto il suo peso, e fra le pieghe del suo poncho una minuscola radio a transistor trasmette una simile malinconica serenata.

Questa è la musica tipica della sierra ecuadoriana. Appassionatamente chiamata música nacional, le sue caratteristiche melodie si possono udire in tutto l’altipiano dell’Ecuador, negli innumerevoli caffè all’angolo, nelle piazze locali nei giorni di festa, nei campi alla mietitura, sugli autobus, nelle botteghe e nelle case. Benché questi tristi motivi alquanto monotoni non siano ciò che si potrebbe considerare la tipica “gaia musica latina”, hanno un’attrattiva incomparabile. Rivelano pure all’ascoltatore molte cose circa il paese e la gente.

La musica nativa di questa regione del Sudamerica pare sia cambiata pochissimo nei secoli. Secondo uno dei primi storici ecuadoriani, Juan deVelasco, quando arrivarono gli Spagnoli scoprirono che gli Indiani suonavano siringhe e pingullos, che sono diverse specie di flauti. Fino a questo giorno la musica delle tribù andine mostra di avere subìto solo leggermente l’influenza di quattro secoli di dominio spagnolo. L’Indiano suona ancora il suo rondador o siringa, e il suo pingullo. Le sue melodie tradizionali si odono ancora.

Degli strumenti tipici di questa regione, specialmente il rondador è stato oggetto di interesse. Il rondador ecuadoriano si ottiene legando insieme in fila da otto a trenta o più canne vuote di varia lunghezza del diametro di poco più di un centimetro. Chi fa il rondador dispone le canne “a orecchio” in coppie di toni. Nella terminologia musicale la relazione o intervallo fra i toni di ciascuna coppia sarebbe detto terza minore. Solo nei rondadores molto piccoli le canne sono disposte in modo da formare una scala consecutiva. Le deliziose melodie del rondador sono prodotte soffiando in cima alle canne mentre si sposta lo strumento avanti e indietro come per suonare un’armonica.

Il rondador ha destato interesse soprattutto per il fatto che si sono trovati strumenti identici nelle rovine di antiche civiltà cinesi e birmane e in tutte le isole del Pacifico. Questa rimarchevole somiglianza fra gli strumenti musicali è stata da alcuni interpretata come prova di antichi contatti tra le culture dell’Estremo Oriente e del Sudamerica.

Molti, udendo per la prima volta la musica della sierra, osservano che ricorda loro la musica orientale. Altri dicono che fa venire in mente qualche antica ballata scozzese. I loro orecchi non li hanno ingannati. La musica delle Ande si basa sulla scala pentatonica, come anche l’antica musica della Cina, della Scozia e di altri paesi.

La scala pentatonica è una scala musicale di cinque note, senza semitoni. La scala si basa su una nota tonica o grave come fa, al di sopra della quale sono quattro quinte perfette: do, sol, re e la (la quinta nota sopra fa è do, la quinta sopra do è re, ecc.) Le cinque note sono quindi nuovamente disposte per formare la scala maggiore ascendente: fa-sol-la-do-re. Nella musica popolare ecuadoriana, l’uso della scala minore pentatonica, in questo caso re-fa-sol-la-do, contribuisce notevolmente a dare quel tono triste e monotono.

Fattori ambientali

Qualunque fosse l’origine dell’Indiano ecuadoriano e della sua cultura, quando si stabilì nelle valli delle Ande la sua musica dovette cominciare a echeggiare l’atmosfera della sua nuova terra. La maestosa bellezza dei vulcani ammantati di neve, l’aria fine, i venti freddi e, soprattutto, la solitudine dei monti, tutti questi fattori ambientali pare abbiano lasciato il segno sulla sua personalità e sulla sua musica.

Le ovvie differenze tra la musica popolare della sierra e quella dell’altra principale regione geografica dell’Ecuador, la costa tropicale, tendono a sostenere questa idea. Gai e indipendenti, gli abitanti della zona costiera mostrano in genere una netta preferenza per la musica vivace, ritmica. Di regola evitano le dolenti melodie che piacciono tanto ai loro taciturni conterranei della sierra. Pure significativo è il fatto che la musica popolare sulla costa è probabilmente nelle chiavi maggiori, mentre l’Indiano della sierra ha scelto il dolente tono minore per oltre il 90 per cento delle sue espressioni musicali.

Considerando l’oppressione subìta dagli Indiani negli ultimi pochi secoli, alcuni hanno pensato che l’apparente tristezza della loro musica rifletta la tristezza della loro sorte nella vita. Altri, comunque, ritengono che la natura malinconica sia dovuta più a fattori ambientali e alle limitazioni degli strumenti e della struttura musicale che al consapevole sforzo di esprimere ingiustizie sociali.

In realtà, l’Indiano stesso non considera la sua musica particolarmente triste. La suona semplicemente perché gli si addice e perché è così che è stata suonata per lungo tempo.

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