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  • Le tensioni sono esagerate?

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  • Le tensioni sono esagerate?
  • Svegliatevi! 1972
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  • Perché le tensioni si sentono
  • Preoccupazioni di impiegati e operai
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Svegliatevi! 1972
g72 22/4 pp. 8-9

Le tensioni sono esagerate?

VENGONO esagerate le tensioni d’oggi? “Sì”, dicono alcuni. Essi indicano che c’è sempre stata una certa quantità di delitti, guerre, povertà e scontentezza per le condizioni di vita.

Per giunta, chiedono: Non è forse vero che, nelle grandi città, le probabilità matematiche che uno qualsiasi sia assassinato o violentato ammontano solo a uno su parecchie migliaia? Non sono i drogati ancora rappresentati solo da una minima parte della popolazione? Possiamo negare che molti paesi oggi godono prosperità e che gli operai hanno più possedimenti materiali di quanti non ne avessero mai prima?

Inoltre, mentre la guerra infuria in alcune zone, non è la maggioranza delle nazioni in pace? E, nonostante tutti i terribili avvertimenti circa l’inquinamento, non è ovvio che le persone non ‘muoiono come le mosche’ ma continuano a vivere? ‘Supponiamo di dover smettere di mangiare il pesce spada perché è contaminato col mercurio’, essi dicono, ‘che dire di tutte le altre cose che mangiamo?’

Tutto questo è molto vero.

Ma sono trascurati alcuni fattori vitali. Quali?

Nonostante che quelli i quali subiscono gli effetti di uno qualsiasi di questi molti problemi in maniera diretta o visibile siano una minoranza, rimane il fatto che in un modo o l’altro tutti ne subiamo gli effetti.

E le probabilità di trovarci fra quelli che direttamente ne subiscono gli effetti o ne sono danneggiati aumentano a ogni giorno che passa.

Perché le tensioni si sentono

Il pericolo non dev’essere immediato o ovvio per sentirne la dannosa tensione. Non tutti abitano in una zona dove i delitti sono numerosi. Forse voi potete camminare di notte fuori della vostra casa con poco pericolo d’essere aggredito. Ma la sola conoscenza che tali aggressioni aumentano ogni anno può farvi sentire a disagio in quanto a camminarvi.

Per di più, gli enormi costi dei delitti e il costo per combatterli (L. 37.200.000.000.000 l’anno negli Stati Uniti) sono inevitabilmente trasmessi al comune cittadino nella forma di prezzi più alti e tasse aumentate. In realtà, nessuno sfugge completamente, non importa chi egli sia o dove abiti.

La tossicomania si estende a sempre più settori della società umana. Ma quantunque quelli che prendono “droghe forti” siano ancora relativamente pochi, c’è il fatto che molta parte della popolazione del mondo sta seguendo una “cultura orientata verso le droghe”. Uomini e donne a milioni fanno uso di tranquillanti, sonniferi, pillole di stimolanti e altri farmaci cosiddetti “sicuri” per avere sollievo o stimolo. Più crescono le tensioni, più grande è la tentazione di usarle in eccesso o di ricorrere a droghe più potenti.

Preoccupazioni di impiegati e operai

Il vostro può essere un buon lavoro, con una paga alta. La ditta per la quale lavorate può sembrare solida e incrollabile. Tuttavia sempre più persone che occupano tali posti si sentono oggi incerti, ansiosi. Perché?

Considerate il caso di esperti tecnici e professionisti. Today’s Health (edito dall’Ordine dei medici americani) pubblicò recentemente un articolo intitolato “Giorni oscuri per gli impiegati”. Esso mostrava che, negli Stati Uniti, “l’incidenza dei disoccupati per lavoratori professionali e tecnici è al di sopra del 27 per cento dal 1969. Circa 1.213.000 impiegati sono inclusi nella nuova cifra dei disoccupati”, essendo molti assistiti ora dalla previdenza sociale.

Che dire di quelli che non hanno perduto il lavoro? Essi pure sentono la tensione dell’incertezza, comprendendo che anche le imprese più grandi possono inaspettatamente avere profonde difficoltà o anche fare bancarotta.

In effetti, avere un lavoro con alto salario, come quello di un dirigente, può significare avere spesso problemi. La tendenza all’ipertensione (alta pressione sanguigna) fra questa classe è più grande. E la scienza medica ora riscontra che anche la leggera ipertensione può innescare attacchi cardiaci.

Che dire dell’altra estremità della scala del lavoro? È il quadro più brillante?

Sotto il titolo “Tristezza degli operai”, la rivista Newsweek (17 maggio 1971) dice: “Tutto sommato, l’operaio americano d’oggi, mentre guadagna più vero denaro (in termini di potere d’acquisto) in meno ore che non in passato, è semplicemente infelice”. Perché?

Le ragioni addotte comprendono “la mortale monotonia” di tanti lavori di fabbrica, essendo lo stabilimento moderno paragonato a una “miniera di sale rivestita d’oro” in cui il lavoratore soffre per “la perdita di orgoglio nel suo lavoro e nel ruolo che svolge come padre provveditore”. C’è anche il sentimento che la direzione s’interessi più delle macchine che non degli uomini addetti al loro funzionamento.

Secondo l’esperto di relazioni industriali William Karp, da parte dell’operaio medio esiste “l’inespressa incertezza che egli possa continuare a guadagnarsi da vivere”. Questa incertezza è in gran parte da attribuire all’aumento dell’automazione, con macchine che compiono di continuo il lavoro degli uomini.

Il quadro è simile in altri paesi prosperi. Secondo un dispaccio dell’Associated Press del 13 giugno 1971, il principale psichiatra di un noto ospedale di Tokyo stima che circa un terzo degli uomini salariati del Giappone siano nel primo stadio della neurosi.

La situazione è molto simile in quanto a guerre, inquinamento, deterioramento nelle città e altri problemi che causano tensione. Non il pericolo immediato ma il fatto che queste cose mostrino così poco il segno d’essere risolte o anche migliorate, questo è ciò che produce frustrazione, fa perdere al futuro la sua attrattiva, sembra privo di ogni brillante speranza.

Poiché le tensioni sono oggi sentite da ricchi e poveri, dalle persone di ogni quartiere, in tutti i paesi, dove ci possiamo rivolgere per avere sollievo? A quale fonte molti si rivolgono oggi?

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