Combustibili fossili
IL PETROLIO e il carbone sono chiamati “combustibili fossili” perché si crede si siano formati dai residui di piante cresciute molti secoli fa. Sembra che il materiale organico delle piante sepolte, non più a contatto con l’ossigeno atmosferico che avrebbe permesso la normale decomposizione, si trasformasse in idrocarburi. La grande pressione e le temperature elevate sotto la superficie terrestre, nel corso di molti millenni, sono probabilmente i fattori essenziali che hanno contribuito alla formazione del petrolio e del carbone.
Il contenuto di idrogeno degli idrocarburi varia notevolmente. Il più alto è quello del metano, il maggiore costituente del gas naturale. C’è meno idrogeno nei complessi idrocarburi liquidi che formano il petrolio, e ancor meno nell’asfalto, che è solido. Infine, nel carbone, tutto l’idrogeno, salvo una piccola percentuale, è stato eliminato dalla temperatura e dalla pressione più elevate. Queste reazioni chimiche devono avere avuto luogo nella terra molto tempo prima della creazione dell’uomo.
Se questa idea dell’origine del petrolio e del carbone è corretta, l’energia in essi contenuta venne in primo luogo dal sole, essendo fissata nei composti organici mediante la fotosintesi nelle piante verdi. Ad ogni modo, se la formazione di questi combustibili continua tuttora, non procede certo di pari passo con il consumo che ne fa l’uomo.