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  • g81 22/8 pp. 24-25
  • L’uomo e gli animali

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  • L’uomo e gli animali
  • Svegliatevi! 1981
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • L’AMORE FA BENE
  • COME CONSERVANO L’ACQUA
  • RECUPERATA LA BORSETTA RUBATA
  • MAIALI CHE FANNO DEL JOGGING
  • “NON PIÙ LACRIME”?
  • Per una mente e un corpo sani
    Svegliatevi! 1980
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    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Il dromedario, versatile mezzo di trasporto africano
    Svegliatevi! 1992
  • Il cammello, meraviglia del deserto
    Svegliatevi! 1978
Altro
Svegliatevi! 1981
g81 22/8 pp. 24-25

L’uomo e gli animali

Alcuni li usa bene, altri li maltratta

L’AMORE FA BENE

Le tenere e amorevoli cure possono ridurre il rischio dei disturbi cardiaci malgrado il forte consumo di colesterolo? Sembra di sì, almeno per quanto riguarda i conigli. Ricercatori della Ohio State University comunicano i risultati di esperimenti condotti su due gruppi di conigli sottoposti allo stesso regime alimentare. Un gruppo “ha ricevuto tenere e amorevoli cure”, e l’altro gruppo ha ricevuto cure normali. Dei conigli del primo gruppo, un ricercatore ha detto: “Andavo a vederli quattro o cinque volte al giorno solo per salutarli e carezzarli. Erano felici”. Il risultato? Il dott. Fred Cornhill, aiuto di chirurgia all’istituto di medicina della stessa università, ha detto: “Nell’aorta degli animali che avevano ricevuto cure normali abbiamo riscontrato un grado doppio di aterosclerosi [accumulo di colesterolo] — in un caso tre volte tanto — rispetto ai conigli che avevano ricevuto tenere e amorevoli cure”. L’esperimento sembra concordare con altri studi indicanti che lo stress può contribuire al mal di cuore, e i conigli che ricevevano tenere e amorevoli cure evidentemente soffrivano meno di stress. Questo varrebbe senz’altro anche per l’uomo.

COME CONSERVANO L’ACQUA

Sin dai tempi biblici la sopravvivenza nel deserto è dipesa dalla cooperazione fra l’uomo e il cammello. Perché i cammelli sono così adatti alla vita nel deserto?

Uno dei fattori principali è che conservano l’acqua. Se noi perdiamo una quantità d’acqua pari al dieci per cento del peso del nostro corpo, moriamo. Un cammello può perdere tranquillamente tre volte tanta acqua. Se noi ci riscaldiamo, sudiamo facilmente, ma i cammelli si riscaldano molto lentamente e sudano pochissimo. I nostri reni espellono molta più acqua dei reni del cammello. Ma il segreto non è tutto qui.

In una giornata fredda avete mai notato il vapore che si forma quando respirate? Questo vuol dire che perdete acqua ogni volta che respirate. Ma non il cammello. Esso ha un’eccezionale capacità di conservare l’acqua quando espira. Come fa?

Se arrotolate un pezzo di carta non troppo stretto e vi soffiate dentro, avete un modello dell’interno del naso del cammello. Ma il “rotolo” del cammello non è di carta. È una membrana mucosa con uno speciale rivestimento che assorbe l’acqua.

Quando il cammello inspira, l’aria assorbe l’umidità dal rivestimento della membrana, lasciandola fresca e secca. Quando espira, l’umidità calda proveniente dai polmoni è assorbita dalla membrana prima che possa andare perduta. In questo modo il cammello conserva il 68 per cento dell’umidità che altrimenti andrebbe perduta!

RECUPERATA LA BORSETTA RUBATA

Una laureanda in zoologia della Rutgers University stava andando a depositare una tartaruga in una palude. Intendeva attaccare un trasmettitore sul dorso della tartaruga; poi, con un apparecchio ricevente collegato al trasmettitore avrebbe potuto seguire i movimenti della tartaruga quando andava a depositare le uova. Ma a un semaforo un uomo infilò la mano nell’automobile e le strappò la borsetta. Conteneva il trasmettitore. Subito dopo la donna e un professore di zoologia misero in funzione il ricevitore, che li indirizzò a una stalla dietro una casa disabitata, a pochi isolati da dove la borsetta era stata rubata. Era lì, c’era tutto, salvo il denaro. Recuperata la borsetta, il trasmettitore fu subito sistemato nel posto dov’era destinato, sul dorso di una tartaruga in una palude.

MAIALI CHE FANNO DEL JOGGING

Anche i maiali si sono fatti prendere dalla mania del jogging. Per sperimentare gli effetti del jogging e dei regimi alimentari molto grassi sui disturbi di cuore, un gruppo dell’Arizona State University ha deciso di fare esperimenti coi maiali, che si dice abbiano caratteristiche psicologiche simili a quelle dell’uomo, come la predisposizione allo stress. I maiali devono fare oltre tre chilometri al giorno. Ma non tutt’e 18 i maiali dell’esperimento fanno del jogging. Sei mangiano e dormono soltanto, come son soliti fare i maiali. Altri sei hanno cominciato a fare del jogging da piccoli. E altri sei hanno cominciato quando hanno raggiunto il peso di 68 chili. In quanto ai maiali che fanno del jogging, Ross Consaul dice: “Sono velocissimi nel primo giro di pista. Ma poi la maggioranza ha bisogno di un po’ di incoraggiamento”. E lo ricevono con un lungo forcone a due denti col quale sono pungolati ogni tanto. Un’altra ragione per cui sono stati scelti i maiali per questo esperimento, dice l’assistente universitario di agricoltura George Seperich, è che “possiamo essere abbastanza sicuri che nessuno inviterà i maiali ad andare a prendere una pizza e una birra nel bel mezzo dell’esperimento”. I primi risultati indicano che i maiali che fanno del jogging hanno più energia, almeno così sembra, e sono più contenti.

“NON PIÙ LACRIME”?

La rivista “Science News” dello scorso ottobre riferiva: “Rammentate la pubblicità degli shampoo che annunciava ‘non più lacrime’? È soprattutto con l’esperimento Draize che si determina se un prodotto irrita gli occhi o meno. Questo esperimento, che ha preso il nome del ricercatore della Food and Drug Administration che l’ha ideato durante la seconda guerra mondiale, consiste nel mettere una sostanza direttamente nella cornea di un coniglio albino. Le reazioni — come vesciche, lesioni o altri danni ai tessuti — sono valutate paragonando l’occhio usato per l’esperimento con l’altro occhio del coniglio. Per convalidare i sospetti che candeggianti e altri prodotti non dovrebbero venire a contatto con gli occhi, molti conigli sono sottoposti ad atroci sofferenze”.

Una coalizione diretta da un’associazione umanitaria degli Stati Uniti sta facendo pressione sui laboratori perché adottino alternative meno crudeli all’esperimento Draize. “È un esperimento piuttosto disumano”, ammette Jim Roloff dell’EPA. I tecnici detestano farlo, dice, perché “se si impiega una sostanza chimica molto corrosiva, è veramente crudele”. Egli afferma che l’esperimento è superfluo se gli esperimenti sulla pelle indicano che una sostanza è fortemente caustica.

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