Alghe: Non sempre un fastidio
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Giappone
ALGHE: il loro stesso nome suscita una sensazione di disgusto e fastidio. Per la maggioranza, sono soltanto quella robaccia scivolosa e aggrovigliata che sulla spiaggia guasta la festa. Ma sono proprio così inutili?
In Giappone sono viste con occhio molto diverso. Le isole del Giappone sono lambite dalle correnti dell’oceano, sia calde che fredde. Per questa ragione, nelle acque circostanti c’è un’abbondante quantità di alghe marine di molte specie. Col passare degli anni i giapponesi hanno trovato molteplici impieghi per queste piante marine.
Più di diecimila specie
Una ragione dei loro molteplici impieghi è la loro grande varietà: ne sono state classificate più di 10.000 specie! Proliferano nelle acque delle gelide regioni polari oltre che nei caldi mari tropicali. Le “radici” servono loro solo per ancorarsi; le alghe marine assorbono minerali e acqua attraverso la superficie dell’intera pianta. Le foglie e gli steli, propriamente chiamati fronde, sono molli e flessibili; fluttuano avanti e indietro col movimento delle onde senza spezzarsi, come eseguendo un delicato balletto. Alcune alghe marine hanno dei rigonfiamenti sulle fronde che permettono loro di galleggiare sulla superficie dell’acqua.
A parte queste somiglianze generali, però, l’aspetto delle alghe marine è infinitamente vario. Ci sono alghe che somigliano a tenere foglie di lattuga, a fine muschio o a bel corallo rosso. Le masse di alghe brune che galleggiano sul Mare dei Sargassi nell’Atlantico settentrionale sono così enormi che hanno dato luogo a leggende su spaventevoli mostri marini e navi scomparse, che terrorizzavano gli antichi marinai.
Anche se possono apparire brune, rosse o verdi, le alghe marine contengono clorofilla, la sostanza che permette loro di compiere la fotosintesi per produrre l’alimento di cui si nutrono. Si calcola che queste semplici piante marine insieme alle alghe microscopiche effettuino la fotosintesi in una misura che è circa dieci volte maggiore rispetto a tutte le piante terrestri messe insieme. Non sorprende che moltissime creature marine si rifugino di preferenza in queste distese di alghe, dove trovano ossigeno e sostanze nutritizie in abbondanza.
Non solo per i pesci
Le alghe marine non piacciono solo ai pesci; in Giappone circa 200.000 tonnellate di alghe marine vengono utilizzate ogni anno come cibo. “I vegetali marini sono alimenti molto nutrienti e a basso contenuto calorico che favoriscono la salute e la longevità”, dice il libro Vegetables From the Sea, di Seibin e Teruko Arasaki, scrittori giapponesi. Tra parentesi, il fatto che gli scrittori usino l’espressione “vegetali marini” è una chiara indicazione di quanto stimino queste piante. E perché no, visto che in termini di proteine, minerali e vitamine, ci sono pochi altri alimenti che possono reggere il confronto con questi ‘vegetali provenienti dal mare’.
Si prenda ad esempio una delle preferite, la nori. Quest’alga marina, una volta lavorata, ha l’aspetto di fogli di carta color nero-verdastro ed è molto apprezzata per il suo aroma. Ne vengono consumati ogni anno intorno a 8.500 milioni di fogli, il che equivale a circa 70 fogli per persona, e si tratta di fogli grandi quanto la carta da lettere. Che cos’ha di così straordinario la nori? Il prodotto essiccato ha un contenuto proteico pari al 35-40 per cento del suo peso, e si tratta di buone proteine facilmente digeribili. È anche una miniera di vitamine: in paragone con gli spinaci, la nori ha 8 volte più vitamina A, 9 volte più vitamina B1, 15 volte più vitamina B2 e 1,5 volte più vitamina C. Inoltre è uno dei pochi alimenti ricco di vitamina B12, e contiene 6 altre vitamine del complesso B.
Le alghe marine sono più ricche di minerali di quasi tutti gli altri alimenti. Si calcola che dal 7 al 38 per cento delle alghe marine essiccate sia costituito dai “minerali di cui gli esseri umani hanno bisogno, tra cui calcio, sodio, magnesio, potassio, fosforo, iodio, ferro e zinco”. Per esempio, la wakame, un’altra delle alghe preferite, contiene 13 volte più calcio del latte. A chi soffre di anemia interesserà sapere che le alghe marine commestibili contengono da due a oltre dieci volte più ferro dei tuorli d’uovo o degli spinaci. E lo iodio contenuto nelle alghe marine potrebbe spiegare perché il gozzo, una malattia della tiroide, è raro tra i giapponesi.
Ci sono altri vantaggi ancora. Le fibre delle piante marine sono più tenere di quelle dei vegetali terrestri. Quindi vanno bene per regolarizzare l’intestino. Gli scienziati giapponesi hanno scoperto che le alghe marine contengono una sostanza (laminin) che previene l’ipertensione. Stanno anche studiando certi componenti delle alghe marine che in esperimenti condotti su animali hanno ridotto il colesterolo e i grassi nel sangue.
Virtù non abbastanza celebrate
Anche se pensate che non riuscirete mai a mandare giù le alghe marine, ogni volta che mangiate avidamente un cucchiaino di gelato o di yogurt o bevete il vostro sciroppo preferito o gustate il vostro formaggio preferito, forse state facendo proprio quello. Inoltre, ogni volta che usate un po’ di lozione per il viso o di dentifricio o che prendete qualche compressa ad azione rapida, forse vi avvalete anche dell’umile alga marina.
Questo perché le pareti cellulari di quasi tutte le alghe brune contengono alginato. Questa sostanza ha varie proprietà del tutto particolari che le consentono d’essere impiegata in una grande varietà di generi di consumo. È un efficace stabilizzante per emulsioni e sospensioni. Perciò viene impiegata in alcuni alimenti, cosmetici e prodotti farmaceutici. L’alginato viene anche utilizzato nella fabbricazione di vernici ad acqua, tessuti, carta, ecc.
Le alghe brune si possono fare fermentare per produrre gas metano, e i ricercatori credono che con questa fonte si potrebbe soddisfare fino al 10 per cento del fabbisogno energetico del Giappone. I fabbricanti di prodotti agricoli stanno studiando una sostanza contenuta nelle alghe rosse che ha un alto potere insetticida, eppure è del tutto innocua per l’uomo. La biotecnologia giapponese sta ricavando dall’alginato un nuovo tipo di biocarta che può essere impiegata in medicina come pelle artificiale e per altri scopi. Dalle alghe marine si ottengono mangimi per animali, fertilizzanti, antibiotici, e numerosi altri prodotti.
Così la prossima volta che vedete quella robaccia scivolosa e antipatica sulla spiaggia o attorcigliata intorno ai vostri piedi, ricordate che queste umili piante marine sono una miniera di cose buone che attende solo di essere esplorata e sfruttata. Dopotutto, non sono così inutili!
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Ricette squisite a base di alghe marine
Si possono acquistare vari tipi di alghe marine nei negozi di cibi macrobiotici, o anche in alcuni grandi supermercati giapponesi, coreani o cinesi. Di solito sono vendute in pacchetti di fogli secchi. Alcuni negozi le vendono marinate in salsa di soia. Le varietà più comuni sono: wakame, nori e kombu.
Il modo più semplice di gustare la wakame è di unirla all’insalata o al brodo. Immergetela semplicemente in acqua, sciacquate via il sale, tagliatela a pezzetti e unitela al resto. Le alghe marinate possono fare da contorno al riso bollito o ad altre pietanze.
Il popolarissimo sushi è semplice riso avvolto in nori, con l’aggiunta di cetrioli, uova o vari tipi di pesce tra cui tonno, salmone, gamberi, aragosta, ecc. Se il pesce crudo non vi va proprio giù, provate le fettine di formaggio o di cetriolo avvolte in fogli conditi di nori.
Ai bambini piacerà la kombu fritta e croccante. Strofinatela per eliminare il sale e tuffatela in olio a temperatura media lasciandovela uno o due secondi, o tostatene dei pezzetti fino a renderli croccanti.
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Sopra: Sushi temaki (arrotolato a mano) con riccio di mare al centro
A sinistra: Nori, o alga rossa, largamente utilizzata nel sushi, uno dei piatti preferiti in Giappone