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  • g93 8/2 pp. 18-19
  • Proteste e manifestazioni: Possono cambiare il mondo?

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  • Proteste e manifestazioni: Possono cambiare il mondo?
  • Svegliatevi! 1993
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Manifestazioni di protesta: il punto di vista cristiano
  • Possono cambiare il mondo?
  • ‘Non seguite la folla per fini empi’
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Altro
Svegliatevi! 1993
g93 8/2 pp. 18-19

Il punto di vista biblico

Proteste e manifestazioni: Possono cambiare il mondo?

“DOBBIAMO farci sentire, dobbiamo scendere in piazza”. Così era intitolato un editoriale pubblicato dal National Catholic Reporter, un quotidiano cattolico poco prima che, nel 1991, scoppiasse la guerra del Golfo. Esortando i lettori a partecipare a marce della pace e a manifestazioni in tutti gli Stati Uniti, l’articolo diceva anche: “Ci vorranno milioni di persone e un impegno costante a favore della pace per smuovere l’indifferenza e l’arroganza dell’attuale amministrazione. . . . La gente deve scendere in piazza”.

Oggi si sentono spesso appelli del genere. Di fronte a tante crisi politiche, economiche e ambientali che mettono in pericolo il benessere dell’uomo, la gente si sente costretta a “scendere in piazza” partecipando a proteste, veglie e manifestazioni. Gli scopi di queste iniziative vanno dal porre un freno alla criminalità nel vicinato al portare la pace nel mondo. Fatto degno di nota, molte di queste manifestazioni hanno l’appoggio di organizzazioni ecclesiastiche e di capi religiosi.

Ma è appropriato che un cristiano partecipi a simili manifestazioni? E le proteste — che si tratti di marce turbolente o di cupe veglie a lume di candela — possono davvero cambiare in meglio il mondo?

Manifestazioni di protesta: il punto di vista cristiano

Le manifestazioni di protesta sono state definite da un sociologo “un metodo particolarmente efficace di espressione politica . . . con cui spronare burocrazie stagnanti a intraprendere azioni necessarie”. Sì, chi partecipa a marce o ad altre manifestazioni di protesta di solito lo fa nella speranza di correggere, con i propri sforzi congiunti, le ingiustizie e la corruzione evidenti negli attuali sistemi sociali e politici.

Ma quale esempio diede Gesù Cristo ai suoi seguaci? Gesù visse in un periodo in cui gli ebrei si trovavano sotto la tirannia dell’impero romano. È chiaro che la gente desiderava ardentemente essere liberata dall’oppressivo giogo romano. Eppure Gesù non incoraggiò mai i suoi seguaci a organizzare una manifestazione, a fare una marcia di protesta o a impegnarsi politicamente in qualsiasi altro modo. Al contrario, ripeté più volte che i suoi discepoli non dovevano ‘far parte del mondo’. — Giovanni 15:19; 17:16; vedi anche Giovanni 6:15.

Analogamente, quando Gesù fu ingiustamente arrestato dalle autorità costituite non cercò di fomentare una protesta, anche se avrebbe senz’altro potuto farlo, se l’avesse voluto. Al contrario, disse al governatore romano: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. (Giovanni 18:33-36) Di fronte a una controversia, Gesù si astenne da qualunque azione di protesta, riconoscendo la necessità di non prendere parte a questioni politiche. Ed esortò i suoi seguaci a fare altrettanto.

Partecipando a dimostrazioni, pertanto, si violerebbe il principio fondamentale della neutralità cristiana insegnato da Gesù. Oltre a ciò, si rischierebbe anche di partecipare ad altre azioni non cristiane. In che modo? Spesso accade che manifestazioni organizzate con buone intenzioni assumano un tono decisamente ribelle, e che i partecipanti si esprimano in maniera offensiva e divengano aggressivi o violenti. Partecipando a tattiche illegali o ostruzionistiche si può scuotere l’opinione pubblica, ma non si segue certo il comando biblico di essere ‘sottoposti alle autorità superiori’ e “pacifici con tutti gli uomini”. (Romani 12:18; 13:1) Anziché incoraggiare la disubbidienza civile, la Bibbia esorta i cristiani a mantenere una condotta eccellente fra le nazioni e ad essere sottoposti ai governi umani, anche se chi esercita l’autorità è difficile da accontentare o irragionevole. — 1 Pietro 2:12, 13, 18.

‘Ma non tutte le manifestazioni sono aggressive o violente’, obietterà qualcuno. È vero, ed è anche vero che alcune manifestazioni sembrano ottenere risultati positivi. Ma le proteste — anche se sono pacifiche e promuovono una causa giusta — possono davvero cambiare in meglio il mondo?

Possono cambiare il mondo?

I cristiani si interessano profondamente del loro prossimo, e vogliono essere di aiuto. Ma partecipare a manifestazioni di protesta è davvero il miglior modo di offrire aiuto? Un libro sull’argomento afferma: “C’è un limite a ciò che si può conseguire con qualsiasi strumento di espressione politica”. (Demonstration Democracy) Non si può negare che per eliminare i problemi che affliggono l’umanità ci vogliono cambiamenti che vanno al di là di ciò che si può ottenere con qualsiasi protesta o marcia.

Gesù disse qualcosa di simile a proposito del sistema religioso del suo tempo che durava da secoli. Riferendosi a quell’ipocrita sistema di adorazione seguito dai farisei, disse: “Nessuno cuce una toppa di panno non contratto su un mantello vecchio; poiché tutta la sua forza tirerebbe il mantello e lo strappo diverrebbe peggiore”. (Matteo 9:16) Cosa intendeva dire Gesù? Che il vero cristianesimo non si sarebbe adeguato a sistemi malvagi e logori che stavano per essere eliminati. Gesù si rendeva conto che sarebbe stato inutile rattoppare un sistema inservibile.

Lo stesso vale per il sistema mondiale che è responsabile di secoli di ingiustizie, crudeltà e oppressione. Ecclesiaste 1:15 appropriatamente spiega: “Ciò che è fatto curvo non si può fare diritto”. Sì, l’odierno sistema mondiale non si può raddrizzare, neanche con tutta la più buona volontà. Perché no? Perché, come dice 1 Giovanni 5:19, “tutto il mondo giace nel potere del malvagio”, Satana il Diavolo. Gesù chiamò quest’ultimo “il governante di questo mondo”. (Giovanni 12:31) Fino a quando questo sistema funzionerà sotto l’influenza di Satana, nessun tentativo di rattopparlo porterà benefìci permanenti.

Questo non significa che i cristiani siano indifferenti ai problemi del mondo o che non siano disposti ad agire in modo concreto. Anzi, a loro è richiesto di essere molto attivi, non nell’organizzare proteste bensì nell’opera di predicare e insegnare la buona notizia del Regno di Dio, quello stesso governo regale per il quale Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare. (Matteo 6:10; 24:14) La Bibbia mostra che il Regno non tenterà di ricuperare questo mondo irriformabile; eliminerà del tutto i malvagi governi e ordinamenti sociali che ora opprimono l’umanità e li sostituirà con un sistema capace di garantire vera giustizia in tutta la terra. (Daniele 2:44) Sotto quel sistema nessuno avrà più motivo di partecipare a marce di protesta perché Geova Dio, che ‘sazia il desiderio di ogni vivente’, farà sì che tutti i nostri bisogni vengano completamente soddisfatti. — Salmo 145:16.

[Fonte dell’immagine a pagina 18]

Sciopero, Leslie’s

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