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  • g95 22/2 pp. 16-17
  • Zanzibar, l’“isola delle spezie”

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  • Zanzibar, l’“isola delle spezie”
  • Svegliatevi! 1995
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Svegliatevi! 1995
g95 22/2 pp. 16-17

Zanzibar, l’“isola delle spezie”

DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN KENYA

TRENTACINQUE chilometri al largo della costa dell’Africa centro-orientale c’è l’isola di Zanzibar. Circondata dalle calde acque blu dell’Oceano Indiano, con le sue spiagge bianche, le dolci colline e le palme che ondeggiano al soffio degli alisei, Zanzibar è un’isola davvero pittoresca. Pur essendo relativamente piccola — è lunga nel punto massimo 85 chilometri e larga 39 — ha avuto un ruolo importante nella storia africana.

Per secoli persiani, arabi, indiani, portoghesi, inglesi, asiatici, nordamericani e, naturalmente, abitanti dell’Africa continentale si sono recati a Zanzibar. A quel tempo ciò che li attirava era principalmente la redditizia tratta degli schiavi. Zanzibar era anche il posto in cui mercanti ed esploratori facevano provviste. In effetti, quasi tutti gli esploratori europei dell’Africa del XIX secolo sono passati da quest’isola! Non è strano che sia stata chiamata la Porta dell’Africa.

I chiodi di garofano e i loro usi

Nella prima metà del secolo scorso il sultano di Oman, Sayid Said, lasciò la sua patria sul Golfo Persico per stabilirsi a Zanzibar. Come governante dell’isola, convinse i proprietari arabi delle piantagioni a non coltivare più noci di cocco e a iniziare invece una coltivazione molto più vantaggiosa sotto il profilo economico: quella dei chiodi di garofano. Al tempo della sua morte i profitti derivanti dai chiodi di garofano erano superati solo da quelli del traffico di schiavi e di avorio. Così, quando fu abolita la tratta degli schiavi, Zanzibar divenne famosa come l’“isola delle spezie”. Oggi è la prima produttrice mondiale di chiodi di garofano.

I chiodi di garofano in effetti sono i boccioli essiccati di un sempreverde tropicale, un albero il cui nome scientifico è Eugenia caryophyllata. A Zanzibar questi alberi sono alti in media 9 metri. I fiori allo stato di bocciolo vengono raccolti in genere quando sono bruno-rossicci e lunghi poco più di un centimetro. Un albero sano può produrre fino a 34 chili circa di boccioli. Una volta raccolti, questi vengono lasciati all’aperto ad essiccare sotto il caldo sole tropicale.

A motivo della loro fragranza e del gusto pungente, i chiodi di garofano vengono usati soprattutto in cucina. Spesso esaltano il sapore dei piatti a base di carne o di verdura. Oppure potete sbriciolarne quattro o cinque nell’acqua bollente e ottenere così un tè speziato! E in una fredda giornata invernale si può trasformare il vino rosso in una bibita gradevole scaldandolo e aggiungendovi qualche chiodo di garofano. Alcuni usano i chiodi di garofano per profumare il bagno inserendone una ventina in un’arancia che poi tengono appesa per una settimana circa. L’olio di chiodi di garofano è stato usato in odontoiatria come anestetico locale per alleviare il mal di denti. I chiodi di garofano sono usati anche in collutori e profumi. Non è strano che questa minuscola isola sia famosa per la sua spezia!

La gente

Ma ciò che rende veramente inconfondibile Zanzibar sono i suoi abitanti. Non appena mettete piede sull’isola essi vi riservano un’accoglienza calorosa. Sembrano molto tranquilli e si prendono il tempo per i rapporti interpersonali. Quando conversano a volte si stringono ripetutamente la mano, anche tre o quattro volte nel giro di dieci minuti. È la loro reazione spontanea quando viene detto qualcosa di umoristico.

Se visitate una delle loro case, conoscerete la loro ben nota ospitalità. All’ospite bisogna sempre dare il meglio. Se questi arriva all’improvviso all’ora di pranzo non si discute: deve unirsi ai commensali e mangiare a sazietà. Quest’ospitalità ricorda i tempi biblici. — Confronta Genesi 18:1-8.

Anche l’aspetto degli abitanti di Zanzibar è colorito ed esotico. In pubblico le donne indossano il buibui, un abito lungo simile a un mantello che le copre dalla testa alle caviglie. Fatto interessante, sotto il buibui a volte indossano un vestito di foggia occidentale. In quanto agli uomini, indossano il kanzu, una veste lunga e ampia, bianca o di qualche tinta pastello. In testa portano la kofia, un copricapo legato con un nastro.

Camminando nella parte storica della città di Zanzibar, la cosiddetta “città di pietra”, sembra di tornare indietro nel tempo. In quel dedalo di strade e vicoli non esistono marciapiedi. I numerosi negozi danno direttamente sulla strada! Ci sono poi molti venditori ambulanti, come quelli che vendono Kahawa, un caffè arabo dolce aromatizzato con zenzero.

Ma per descrivere adeguatamente la bellezza di Zanzibar non bastano né le parole né le foto. La sua fama di “isola delle spezie” è davvero ben meritata.

[Cartina a pagina 16]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ZANZIBAR

[Fonte dell’immagine a pagina 17]

Africa e carta geografica sullo sfondo: The Complete Encyclopedia of Illustration/J. G. Heck

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