Disperata ricerca dello scopo della vita
DA DOVE sono venuto? Perché sono qui? Qual è realmente lo scopo della vita? Queste erano le domande su cui riflettevo profondamente. E in qualche modo mi erano rimaste in mente delle parole che mi incoraggiavano nella ricerca: “Continuate a cercare e troverete”.
Nel tentativo di trovare le risposte cominciai a prendere droghe psichedeliche, per aprire la mia mente e ottenere intendimento. Mi occupai anche di religioni orientali. In seguito a tali studi mi convinsi che abbiamo un’anima immortale che sopravvive alla morte del corpo fisico.
Accettando questa credenza, trovai logico l’insegnamento di certe religioni, che siamo già vissuti in altre persone. La nostra anima, secondo questo insegnamento, ha subìto una serie di reincarnazioni. Volevo sapere del mio passato, e fui indotto a credere che l’uso dell’LSD “per espandere la mente” poteva aiutarmi a investigare.
Dopo aver preso le droghe, ero attratto da uno specchio dove per lunghi periodi di tempo mi guardavo nelle pupille degli occhi. Sotto l’effetto delle droghe, le pupille aumentavano di grandezza fino a divenire grandi quanto l’iride. Dopo parecchi minuti di intensa osservazione, cominciavo ad avere allucinazioni e vedevo quelle che credevo le mie precedenti incarnazioni. Per esempio, mi vedevo come un malvagio tiranno e un egocentrico dittatore responsabili della morte di migliaia di persone.
Una volta mentre osservavo tale malvagia persona nello specchio, udii una voce dire: “Dovrai soffrire per questi mali che hai fatto!” Fu spaventoso.
Di conseguenza, mi sentivo destinato a soffrire e a morire, e poi a soffrire ripetutamente in successive reincarnazioni. Desideravo di poterlo evitare! Ma come potevo negare ciò che avevo visto e udito guardando nello specchio? Altri che conoscevo furono pure indotti a credere nella reincarnazione da tali esperienze, poiché, come dicono, si deve “vedere per credere”. Mi trovavo in uno spaventoso dilemma, senza via d’uscita. Tuttavia continuavo a cercare, facendo viaggi in luoghi lontani e consultando uomini reputati saggi. Infine, profondamente depresso, tentai di uccidermi.
Poi accadde qualcosa che cambiò la mia veduta. La disperazione cedette il posto alla speranza. Perché? I particolari della mia ricerca dello scopo della vita vi aiuteranno a capire.
In cerca di qualcosa
Nacqui a Edmonton, popolosa città del Canada occidentale. I miei genitori andavano di rado in chiesa. E le poche volte che ci andai rimasi deluso. Anche da ragazzo mi facevo domande sullo scopo della vita, ma la chiesa non aveva dato le risposte.
Lasciai la scuola superiore quando frequentavo l’undicesima classe, e aprii un piccolo negozio di riparazioni di porcellane. A quell’epoca avevo solo sedici anni, ma ottenni un considerevole successo finanziario. Comunque, in meno di un anno cominciai a essere insoddisfatto e a cercare altrove.
Pareva che gli hippies avessero qualche cosa di nuovo, e negli anni sessanta spuntavano da ogni parte. Decisi dunque di lasciare l’istituzione e di occuparmi di qualcosa di “significativo”. In breve tempo mi trasformai in un hippie dai capelli lunghi. Le droghe psichedeliche cominciarono a occupare una parte notevole nella mia vita.
Prendevo l’LSD e fumavo marijuana da alcuni mesi quando mi convinsi che una società “elevata”, una società in cui tutti erano sotto l’effetto delle droghe psichedeliche, era la soluzione dei problemi dell’uomo. Per me, gli hippies erano i figli dell’“amore”, pieni di pace e felicità.
Giacché consideravo le droghe psichedeliche una panacea, cominciai a procurare le droghe ad altri. Inoltre, giurai di occuparmi solo di droghe psichedeliche, che influiscono sulla mente, e non di droghe pesanti che assuefanno il corpo. Le droghe psichedeliche, pensavo, potevano aiutare a essere illuminati.
Con il denaro che avevo guadagnato nelle riparazioni di porcellane, acquistai grandi quantità di droghe. Comprendendo che quello che facevo era illegale e poteva costarmi molti anni di prigione, non volli correre rischi. Assunsi ragazze dall’aspetto serio per trasportare la droga per conto mio, e mi prefissi di non occuparmi direttamente della droga. Ben presto guadagnavo circa 1.300.000 lire la settimana.
Il denaro, comunque, non era il mio obiettivo. Quello che mi interessava realmente era di conoscere lo scopo della vita, ma non sembrava che le droghe mi aiutassero.
Ricerca nelle religioni orientali
Cominciai a investigare le religioni orientali, dedicando giornate intere a leggere pubblicazioni su occultismo, astrologia, chiromanzia, I Ching, buddismo e altri pensieri orientali.
Convinto da questi studi che l’anima sopravvive alla morte, presi una dose di LSD sette volte più potente della dose regolare, con la speranza di scrutare nel mio passato. Fu allora che ebbi le visioni che considerai scene di vite precedenti e udii la voce che diceva che ero stato un crudele assassino.
Questa spaventosa esperienza segnò una svolta decisiva nella mia vita. Da quell’epoca in poi mi sentii a disagio con me stesso. Non riuscivo a capire perché ero stato così malvagio. Per comprenderlo, decisi di trovare un guru che mi insegnasse le cose più profonde della vita.
Pellegrinaggi in luoghi remoti
All’inizio del 1970 mi tosai la testa e andai in India in aereo. Il primo luogo dove andai fu Bodh-Gaya, dove si suppone che il Buddha ottenesse l’illuminazione. Lì conobbi un indù francese di nome John, che era profondamente assorto nel pensiero orientale. Fu il mio primo guru.
Facemmo insieme pellegrinaggi a Srinagar, Benares, Katmandu e in molti altri luoghi. John mi insegnò i concetti fondamentali della fede indù. Cambiai il mio modo di vivere e il mio aspetto. Vivevo ora come milioni di Indiani, e indossavo l’abito orientale. Incontravamo spesso santoni e yogin nei nostri viaggi, e ascoltando i loro racconti fumavamo insieme marijuana.
Dopo aver viaggiato insieme per quattro mesi John decise che dovevo fare progresso per mezzo di un guru più informato. Comunque, non ero soddisfatto della fede indù. Per cui andai a Dharmsala, dove risiedevano il Dalai Lama e alti lama tibetani.
Lì c’era un monastero dove altri Occidentali studiavano il buddismo tibetano. Decisi di unirmi a loro. Comunque, mi ammalai gravemente di dissenteria. Così cambiai i miei progetti e partii per l’Europa per ricevere migliore assistenza medica.
Arrivato in Grecia, fui ricoverato in ospedale. Pesavo solo quarantacinque chili ed ero in condizioni spaventose. Ma mi ripresi presto e di lì andai in Olanda.
Immischiato più a fondo nello spiritismo
Lasciata l’India, pensavo che avrei smesso di occuparmi di spiritismo. Ma mi sbagliavo. In Olanda incontrai un Indonesiano dotato di poteri soprannaturali. Mi disse d’essere un guru, e l’accettai come mio insegnante. Per mezzo di lui gli spiriti operavano cose sorprendenti, come lettura della mente, precognizione, telepatia e ipnotismo. Ben presto credevo interamente a qualsiasi cosa mi diceva, perché appariva così saggio. Mi convinsi che gli spiriti esistono realmente giacché potevo vedere la prova del loro potere.
Il mio guru mi offrì questi poteri, dicendo di avere relazioni con il reame spirituale. Ma io non cercavo il potere. Piuttosto, volevo conoscere lo scopo della vita. Gli dissi che prima dovevo scoprirlo.
Comunque, egli non ne fu contento e cercò di scoraggiarmi. Mi rammentò ciò che avevo visto nello specchio alcuni anni prima mentre ero sotto l’effetto dell’LSD. Disse che ora, in questa vita, dovevo mietere tutto il male che avevo seminato nelle passate incarnazioni. Impresse così profondamente questo pensiero nel mio cuore che non potei dimenticarmene. Mi sentivo ossessionato dagli spiriti ed ero in uno stato di terrore e completa confusione.
Al principio del 1971 lasciai questo guru e mi unii al tempio di Hare Krishna di Amsterdam, tosandomi la testa per la seconda volta. Ogni giorno studiavo il Bhagavad Gita e cantavo per qualche ora il mantra (preghiera) di Hare Krishna con la speranza che questo canto mi purificasse l’anima e mi desse sollievo dagli spiriti. Ma, invece, mi tormentavano ancora di più. A volte supplicavo solo di morire e di non rinascere più, di diventare nulla.
Ogni mia ricerca sembrava vana. Moltissimi di questi adoratori di Krishna erano egoisti, e mi offrivano poca consolazione e conforto. Infine, nella primavera del 1971, decisi dunque di tornare in Canada.
Nessun sollievo a casa
Giunto a casa, fui pieno di gioia rivedendo la mia famiglia. Ma apparvi loro molto strano. Vedevo mio fratello per la prima volta in un anno. Anch’egli era molto cambiato.
Prima di partire per l’India gli avevo parlato della reincarnazione, e nel frattempo egli si era profondamente immerso in tali studi. Infatti, ora credeva d’essere stato un angelo nella sua vita precedente, e di essere venuto sulla terra nella presente incarnazione per aiutare l’umanità a risolvere i problemi del mondo. Aveva ricevuto queste “rivelazioni” mentre era sotto l’effetto dell’LSD.
Mi sentivo ancora ossessionato dagli spiriti. Mi tormentavano fino al punto che pensai di perdere la ragione. Ero terrorizzato. Disperatamente, continuavo a cercare una via d’uscita. Mentre la mia depressione aumentava, non sorridevo né avevo un momento di felicità per settimane. Infine, tentai varie volte di suicidarmi.
Verso quell’epoca conobbi Dale, che pure aveva fatto l’esperienza della droga e si occupava di poteri spiritici. Abitavamo insieme a Edmonton quando accadde qualcosa che mi additò le risposte che cercavo.
La base della speranza
Accadde una mattina del giugno 1971. Dale ed io avevamo fumato marijuana, quando venne alla nostra porta una signora di mezza età. Fu molto breve perché, penso, dovette sentire l’odore della droga. Parlò di Dio e del suo amorevole proposito di stabilire un regno per benedire l’umanità. Non fu tanto ciò che disse a colpirmi quanto la sua sincera attitudine, il suo evidente desiderio di aiutarmi. Mi offrì per sessanta lire le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! e le accettai.
Colpito dalla sua sincerità, cominciai a leggere una rivista. Lentamente un sentimento meraviglioso si impossessò di me; cominciai a provare sollievo. Perché? Perché cominciavo per la prima volta a credere che c’era una speranza.
La rivista parlava del regno di Dio, che la signora aveva menzionato. Mostrava che sotto il dominio del Regno non ci sarebbe stata la sofferenza umana. Ma ciò che mi fece vera impressione era l’affermazione che tutti potevano ottenere le benedizioni del regno di Dio, indipendentemente dal male commesso in passato.
Che pensiero meraviglioso fu questo per me! Significava, come lo compresi, che l’amorevole Creatore non avrebbe imputato contro di me le cose terribili che pensavo di aver fatto in vite precedenti. Non potete immaginare che sollievo provai! Decisi di andare più a fondo.
A tergo di una delle riviste c’era la pubblicità del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. Compilai il tagliando e stavo per spedirlo. Ma prima di spedirlo seppi dagli inquilini del piano di sotto che essi avevano preso proprio il libro che stavo per ordinare e che potevo averlo. Mentre lo leggevo, ogni capitolo rafforzava la mia speranza e alleviava la mia ansietà, specialmente i capitoli cinque e sette, “Dove sono i morti?” e “Ci sono spiriti malvagi?”
Dall’insegnamento delle chiese, nonché delle religioni orientali, ero convinto che la morte era solo una separazione dell’anima dal corpo e che l’anima era dalla morte liberata per cominciare a vivere in qualche altro organismo vivente. Ma la Bibbia non diceva questo. Ne ottenni una copia e me ne accertai personalmente.
Per esempio, in Ecclesiaste 9:5, 10, dice: “Poiché i viventi sono consci che morranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla . . . Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol, il luogo al quale vai”. Ma non sopravvive l’anima per continuare l’esistenza cosciente della persona? Non secondo la Bibbia. Erano citate molte scritture simili a quella di Ezechiele 18:4, che dice: “L’anima che pecca, essa stessa morrà”.
Se questo è vero, conclusi, non è possibile avere avuto vite passate. Questo significava dunque che non potevo aver commesso le orribili azioni di cui parlavano le voci! E, perciò, non dovevo pagare per quelle azioni! Ma qual era, dunque, la fonte delle voci e dei poteri soprannaturali di cui alcuni sono dotati?
La fonte dei guai dell’umanità
Naturalmente, credevo che le creature spirituali esistono. Pensavo che alcune fossero cattive ma che la maggioranza fossero spiriti buoni che sorvegliano le cose della terra. Ma ora, leggendo il capitolo “Ci sono spiriti malvagi?” mi resi conto che ci sono molte creature spirituali malvage o demoni. Appresi pure che la malvagia persona spirituale, Satana il Diavolo, è identificata nella Bibbia come “governante di questo mondo”, nonché come “iddio di questo sistema di cose” che acceca le menti delle persone. Questo mi aiutò a cominciare a capire come stavano le cose. — Giov. 12:31; 14:30; 16:11; 2 Cor. 4:4.
Le voci che udivo, nonché i poteri soprannaturali esercitati da certi conoscenti avevano chiaramente origine dai demoni. Cominciai a discernere che questi spiriti malvagi mi avevano accecato, cercando anche di spingermi al suicidio. Cominciai pure a rendermi conto che non erano spiriti buoni, ma che Satana e i suoi demoni controllano il mondo dell’umanità. — 1 Giov. 5:19.
Cominciando a capire queste cose, fu come se gravi pesi fossero tolti dalla mia mente e dal mio cuore. Smisi di prendere droghe e distrussi tutti i miei libri che trattavano di occultismo e cominciai a studiare solo la Bibbia. — Atti 19:19.
Trovai Dio e il suo popolo
Alcuni giorni dopo alcuni di noi ci trasferimmo da Edmonton in una zona boscosa vicino a Hinton, dove costruimmo una capanna di tronchi. Lì, in quel pacifico ambiente sulle basse colline boscose ai piedi delle montagne Rocciose, mi immersi nella lettura della Bibbia oltre a rileggere il libro La Verità che conduce alla vita Eterna.
Ora mi resi conto che stavo acquistando conoscenza del vero Dio. Per la prima volta lo pregai chiamandolo col suo nome Geova. (Sal. 83:18) Pregavo varie volte al giorno, chiedendo a Geova ulteriore intendimento della verità riguardo alla vita e al suo scopo. Comprendevo che lo scopo stesso della vita dovrebbe essere quello di servire il Creatore. Ma come?
Notai che il libro Verità menzionava il bisogno di associarsi con il popolo di Dio. E il libro diceva che queste persone sono i cristiani testimoni di Geova, sostenendo questa asserzione con varie prove. Dale osservò che i testimoni di Geova offrivano spesso riviste agli angoli delle strade a Edmonton. La mattina dopo andammo dunque a cercarli.
Trovato un anziano Testimone per la strada, ci facemmo dare l’indirizzo della Sala del Regno, dove i testimoni di Geova tengono le loro adunanze. Il giorno dopo assistemmo all’adunanza. Non potei fare a meno d’essere colpito dal sincero interesse mostratoci dai Testimoni. Manifestavano sicuramente l’amore che Gesù disse avrebbe distinto i suoi veri seguaci. — Giov. 13:35.
Un Testimone si offrì di studiare regolarmente la Bibbia con me gratis. Accettai volentieri.
Adempiuto lo scopo della vita
Da questi studi appresi presto come potevo servire Dio. Semplicemente facendo con cuore volenteroso ciò che Dio dice. Per esempio, la sua Parola la Bibbia esorta: “Siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri . . . e continuate a camminare nell’amore”. (Efes. 4:32–5:2) Ora, non sarebbe meravigliosa la vita sulla terra se tutti si prefiggessero questo scopo?
Ovviamente sì. Molti di noi hippies avevamo pure esortato le persone ad amarsi le une le altre, ma nel nostro concetto mancava qualche cosa di fondamentale. Che cosa? La pratica di ciò che Gesù additò come principale esigenza della Parola di Dio, cioè: “Tu devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. — Mar. 12:30.
Sì, avevamo trascurato l’amore di Dio. Tuttavia esso deve venire prima nella vita di una persona. E si dà la prova che viene realmente prima quando si ubbidisce alle leggi di Dio. (1 Giov. 5:3) Ma noi hippies non vi ubbidivamo; infatti, la maggioranza di noi non aveva mai conosciuto quali erano le leggi di Dio. E quindi facevamo comunemente cose che Dio condanna nella Bibbia. — 1 Tess. 4:3-5.
Comunque, mi resi pure conto che per servire Dio ci vuole più che semplicemente astenersi dal violare le esigenze morali di Dio. Appresi che è prossimo un cambiamento mondiale, ciò che richiede di servire Dio in modo speciale. È arrivato il tempo in cui Dio adempirà il suo proposito di distruggere Satana e questo intero sistema di cose malvagio, come predice la Bibbia: “L’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso . . . stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Dan. 2:44.
Noi hippies avevamo compreso il bisogno di tale cambiamento. E ora ero felice di apprendere che anche Dio la pensava così! Ma si deve annunciare che Dio stritolerà tutti i governi del giorno attuale. Per tale ragione Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine [di questo sistema]”. — Matt. 24:14.
Ma chi compirà la speciale opera di predicare questo messaggio? Ebbene, quelli che hanno trovato il vero scopo della vita! Lo compresi subito, e cominciai immediatamente a partecipare con i testimoni di Geova alla predicazione del Regno. A suo tempo dedicai la mia vita a servire Geova, e nell’agosto del 1972, insieme al mio amico Dale, simboleggiai la mia dedicazione essendo battezzato in acqua.
Molti giovani avevano l’abitudine di venire a casa nostra. Così Dale e io li invitavamo alle adunanze di congregazione. A volte ne veniva una decina circa alla Sala del Regno con noi. Infine la maggioranza di essi smise di venire, ma altri continuarono ad ascoltare il messaggio del Regno. Tra questi ci furono mio fratello e mia sorella. Da allora sono stati entrambi battezzati, e servono ora come regolari predicatori in servizio continuo della buona notizia del Regno.
Nel corso degli anni molte volte le persone mi dicevano che non mi dovevo interessare tanto del significato e dello scopo della vita, ma che dovevo solo viverla. Comunque, anziché ascoltarle, ricordavo le parole: “Continuare a cercare e troverete”. Dando ascolto a questo sano consiglio, non solo ho trovato vera felicità, ma ho avuto il privilegio di aiutare altri a capire lo scopo della vita e a ricevere così le benedizioni che questo reca. — Da un collaboratore.
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Bodh-Gaya, in India
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Adoratori dell’Hare Krishna che cantano il mantra (preghiera)