I lettori ci scrivono
La sindrome di Down
Leggo Svegliatevi! da oltre 25 anni, ma questa è stata la prima volta che ho letto un articolo in cui era trattata una situazione così simile alla mia. Ho un figlio di 22 anni affetto da sindrome di Down. Ho letto e riletto il vostro articolo su Valérie nell’edizione francese (ediz. italiana dell’8 giugno 1984). Mi ha aiutata a vincere i sentimenti di colpa, di vergogna e di fallimento che mi tormentavano da 22 anni. I genitori di Valérie esprimono molto apertamente i loro sentimenti e la loro sincerità mi ha spinta a riconsiderare le cose per vedere i passi positivi che posso compiere per mio figlio che si trova in un istituto. Grazie di questo inaspettato aiuto! Ora sono sulla strada giusta!
Non firmato, Francia
Omosessualità
Sin dalla prima giovinezza avevo desiderato essere donna, per cui divenni un omosessuale. Le chiese che frequentavo mi incoraggiavano ad assumere il ruolo che volevo. Così mi forai gli orecchi, feci una cura di ormoni per ingrossarmi il petto e cominciai a indossare abiti femminili. Mia sorella, una testimone di Geova, mi mostrò dei versetti biblici che condannano le pratiche omosessuali, ma io risposi semplicemente che non credevo nella Bibbia. Mi diede alcune riviste da leggere, fra cui una copia di Svegliatevi! contenente la storia di un uomo che si era trovato in una situazione simile (8 novembre 1980). Ed egli era riuscito a smettere le pratiche omosessuali. Presi a cuore la cosa, cominciai a esaminare la Bibbia e imparai quanto è efficace la preghiera. Col tempo accettai di fare uno studio biblico a domicilio e riuscii a smettere le pratiche omosessuali. Ora sono un servitore di Geova dedicato. Grazie a Svegliatevi! e all’ulteriore aiuto che ho ricevuto.
J. R., Brasile
Andarsene di casa
Vivissimi ringraziamenti per l’articolo “I giovani chiedono... Come posso crescere se non me ne vado di casa?” (8 febbraio 1985). Spero che tutti i giovani leggano e seguano i suggerimenti di questo articolo. Me ne sono andato di casa per crescere, e ogni volta che ci penso me ne rammarico. Non posso fare a meno di pensare quanto sarebbe stato più facile crescere con l’aiuto di coloro che veramente mi amavano e si interessavano del mio futuro. Il consiglio che posso dare ai giovani è di restare a casa e di imparare il più possibile. Poi quando avranno veramente raggiunto l’età adulta e verrà il tempo di vivere per conto loro, sarà molto più facile e saranno più felici.
A. H., Nevada
Mantenere i contatti
Noi che siamo missionari e facciamo servizio lontano da casa apprezziamo particolarmente l’articolo “Manterrete i contatti?” (22 aprile 1985). È una vera gioia ricevere lettere da persone care e da amici. È così incoraggiante sapere che qualcuno si ricorda di te. Se si potesse vedere il viso raggiante di una persona cara lontana appena riceve notizie da casa, sono sicuro che un maggior numero di noi sarebbe spinto a trovare il tempo di scrivere. Tante grazie per questo articolo ben scritto e stimolante.
M. e C. S., Senegal