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  • Il mio scopo nella vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
w60 15/7 pp. 445-447

Il mio scopo nella vita

Narrato da N. H. Barber

NON dimenticherò mai la prima volta che presi parte al servizio dell’Altissimo Iddio. Era una bella giornata dell’estate o dell’autunno indiano del 1920, a Winnipeg, in Canada. Mio fratello ed io distribuimmo soltanto volantini, ma la soddisfazione e pace mentale che ebbi da questo insignificante servizio mi diedero la certezza che l’Onnipotente, a differenza dei signori terreni, si compiace anche di minimi e imperfetti servizi resi a lui. Come l’udire la verità reca una certa gioia e pace mentale, così l’attività di servizio reca una gioia maggiore.

Quando in seguito presi parte alla distribuzione di letteratura di casa in casa, ebbi maggiori gioie e benedizioni. D’allora in poi non ho mai preso parte all’opera di casa in casa senza ricevere una gentilezza da qualcuno, riconoscenza verso la Parola di Geova da altri e soprattutto, la benedizione di Geova della pace mentale e della soddisfazione.

Nel 1921, dopo esser stato battezzato, cominciai a perseguire lo scopo della vita come lodatore di Geova a pieno tempo. (Sal. 145:2) Un avviso ne La Torre di Guardia invitava fratelli giovani a far domanda per il servizio alla Betel. La mia domanda fu accolta, e nel maggio 1923 mio fratello ed io giungemmo alla casa Betel di Brooklyn per cominciare a lavorare nella stamperia della Società in Concord Street 18. Questo segnò l’inizio di un tempo strano e meraviglioso per me. Poiché ero un po’ ribelle, non mi fu facile assuefarmi ai giusti requisiti di un’organizzazione teocratica. Avevo molte cose da imparare e avevo bisogno di essere corretto. I fratelli erano molto zelanti e desiderosi di produrre “migliori e più libri”. D’anno in anno ebbi il privilegio d’assistere alla grande espansione finché, in breve, Concord Street 18 non bastò più per quell’alveare d’attività. Nel 1926 si cominciarono a fare i piani per costruire una nuova stamperia della Società. Nel 1927 questa era ultimata e vi ci trasferimmo. Quello fu l’inizio delle sempre maggiori esigenze dell’organizzazione di Geova, tanto che oggi vediamo parecchie aggiunte importanti a quell’edificio originale.

Pur godendo i privilegi del servizio di Geova, a volte non si segue la condotta migliore restando al proprio posto. Questo accadde a me. Nel 1929 lasciai scioccamente la Betel e provai la disposizione di cose mondana. Ben presto mi resi conto che era meno che niente per me. Forse ad alcuni piace tutto quello che questo empio mondo ha da offrire, ma io non ero di quelli. Dopo meno di un anno cominciai a desiderare di essere rimasto alla Betel, ma ormai non c’era niente da fare.

Fui molto grato di poter iniziare l’opera di pioniere nel 1930 e di continuare a perseguire lo scopo della mia vita nel servizio di predicazione a pieno tempo. L’opera di pioniere mi piaceva veramente. Non saltai mai un pasto neanche durante la crisi economica, né ebbi mai vero motivo di preoccuparmi. Nel 1944 divenni pioniere speciale e nel 1946 ebbi il privilegio di frequentare la classe invernale di Galaad. Come tutti quelli che hanno avuto questo grande privilegio, ricorderò sempre Galaad come uno dei più luminosi e più felici periodi della mia vita. Ringrazio sempre Geova per quella meravigliosa disposizione e per il privilegio di esservi stato anch’io.

Dopo aver ricevuto il diploma di Galaad venni mandato in Birmania. Se non fosse stato per i saggi consigli datimi dall’organizzazione teocratica, avrei potuto dubitare della mia capacità di perseguire lo scopo della mia vita in un luogo così remoto. Ma ciò che realmente conta è servire Geova e per fare questo un luogo vale l’altro. Se milioni di persone potevano vivere in Birmania potevo viverci anch’io.

Mi rallegro moltissimo di essere missionario in un paese dove il bisogno è veramente grande. Questo, oltre al fatto di essere qui per incarico dell’organizzazione teocratica di Geova, mi dà la gioia di servire a pieno tempo Geova all’estero. Qualcuno potrebbe dire: Evidentemente la Birmania dev’essere il luogo ideale in cui lavorare. A questo potrei rispondere che non è necessariamente così. Naturalmente tutto dipende da come si considera un’assegnazione all’estero. Se ci rallegriamo che Geova si serva di noi, un paese vale l’altro. Ma se la si considera dal punto di vista della propria comodità, sarà molto più difficile essere felici.

Sono grato a Geova poiché ho saputo dimenticare ogni simpatia e antipatia personale circa questo territorio e l’ho considerato come un illimitato favore di Dio, come un prezioso privilegio di servizio. Per parlar francamente, il clima tropicale non è a mio parere il clima ideale in cui vivere. Né il modo di vivere della gente tropicale è il modo di vivere che sceglierei personalmente. Ma vi sono cose più importanti da considerare di queste questioni insignificanti. Essere in grado di dare aiuto spirituale a persone che sono veramente povere spiritualmente è un privilegio che supera il potere umano d’espressione.

Questo è un popolo gentile, non violento. Ciò è molto incoraggiante quando presentate la buona notizia del Regno. Pochissime porte vi vengono chiuse in faccia, e raramente qualcuno s’arrabbia col proclamatore del Regno. Spesso gli viene offerta una tazza di tè o gli viene fatta qualche altra gentilezza. È una gioia cercare di padroneggiare questa strana lingua orientale che pochi occidentali hanno imparata.

Proprio per la mia assegnazione missionaria in Birmania trovai moglie. Presi in moglie una sorella pioniera nata e cresciuta in Birmania. Questo mi ha aiutato a continuare a perseguire lo scopo della mia vita nella mia assegnazione all’estero. Negli ultimi cinque anni mia moglie ed io abbiamo felicemente servito Geova insieme in questo paese dove la necessità spirituale del popolo è grande.

Ho sempre atteso con impazienza le assemblee internazionali dell’organizzazione teocratica. Da quella del 1924 a Columbus, nell’Ohio, fino all’ultima del 1958 a New York, ho avuto il privilegio di assistere a tutte meno una. Benché abbia dovuto percorrere da tredici a sedicimila chilometri per assistere alle ultime tre, non ho esitato a farlo. Indimenticabile è la più grande e migliore di tutte queste felici occasioni, l’Assemblea Internazionale della Volontà Divina tenuta dai Testimoni di Geova nel 1958. Questa è stata la più grandiosa, perché non vi erano mai stati tanti dedicati servitori di Geova, provenienti da ogni parte della terra, radunati insieme in un luogo. Lo spirito di Geova abbondava certamente in questa meravigliosa assemblea.

Il livello teocratico era più alto che mai a questa grandiosa assemblea. Una volta ancora fu smascherata la falsa religione. Io fui realmente felice di far parte di quell’immenso uditorio che adottò la Risoluzione di rimanere fedeli e separati dal mondo.

Grazie agli opportuni e saggi consigli dati dalla Società tramite le sue pubblicazioni e con l’aiuto dello spirito di Geova, ho potuto perseguire lo scopo della mia vita durante gli ultimi trentotto anni, dodici dei quali trascorsi in paese straniero. Non vorrei mai seguire un’altra condotta nella vita. Più godo questo grande privilegio più ringrazio Geova di essere il più generoso dei signori e di aver continuato a guidarmi. Desidero soltanto di piacere a lui sempre più mentre continuo a perseguire lo scopo della mia vita.

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