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La “nave che affonda”
Secondo uno studio effettuato da un istituto americano (il Carnegie Council on Policy Studies in Higher Education), negli Stati Uniti c’è stato un cambiamento fondamentale nelle mete degli studenti universitari. Anziché attribuire la priorità ad aspirazioni e valori umanitari, come generalmente gli studenti facevano una decina di anni fa, l’attuale filosofia sembra essere quella di “guadagnare un sacco di soldi”. Perché? “Sembra che oggi i laureandi abbiano la sensazione di essere passeggeri di una nave che affonda — un Titanic se volete — nave che sarebbero gli Stati Uniti o il mondo”, dice lo studio. “Gli studenti universitari si convincono sempre più che, visto che sono condannati a viaggiare sul Titanic, tanto vale cercare di rendere il viaggio il più piacevole e sfarzoso possibile, viaggiando in prima classe, in quanto ritengono che non ci sia nulla di meglio”.
Anche l’apostolo Paolo riconobbe che un simile modo di concepire la vita è tipico di chi non ha nessuna speranza: “Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo”. Ma c’era da aspettarsi questo comportamento, disse, solo “se i morti non sono destati”. Dato però che le persone che hanno fede sanno che sia per i vivi che per i morti è possibile ricevere la vita eterna nella felicità, essi agiscono saggiamente come raccomandato da Paolo, il quale esortò “quelli che fanno uso del mondo” a essere “come quelli che non ne usano appieno”. — I Corinti 7:29-31; 15:29-32; Giovanni 17:3.
‘Vengono meno per il timore’
Secondo un’indagine Gallup svolta per conto di un giornale canadese, il “Toronto Star”, un abitante di Toronto su tre, al di sotto dei 35 anni, crede che durante la sua vita scoppierà una guerra nucleare, e il 74 per cento degli intervistati non si aspetta di sopravvivere a una tale guerra. Commentando sull’effetto psicologico che il timore di una guerra nucleare ha sulla società, un ventisettenne ha detto: “L’ansia li paralizza. È il terribile senso di insicurezza derivante dal non sapere quello che succederà, il pensiero ossessivo e la paura derivanti dal sapere che non si può far nulla al riguardo”.
“L’effetto più notevole e più tragico è che tante persone vivono come se non avessimo un futuro”, ha detto una donna intervistata. “Tutta la filosofia del vivere per il presente, del vivere egoisticamente alla giornata, è alimentata dalla consapevolezza, a volte a livello inconscio, che non è più così certo che la razza umana esisterà ancora nella prossima generazione. Le persone hanno sempre dato per scontato che avevano un futuro; ora non ne sono più così sicure, e si arrabbiano”.
Che gli uomini ‘sarebbero venuti meno per il timore e per l’aspettazione delle cose in procinto di venire sulla terra abitata’ era stato predetto da Gesù Cristo. Anche i cristiani sarebbero stati vittime di questo paralizzante timore del futuro? Gesù disse: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. — Luca 21:25-28.
‘Lotta quotidiana con lo scandalo’
“I cattolici lottano quotidianamente con lo scandalo presentatoci dalla chiesa ufficiale”, afferma il giornalista cattolico Kevin Starr sull’“Examiner” di San Francisco. Come esempio dice: “Il papa va nell’America Latina, . . . e predica giustizia per i poveri, e a questo fa seguito in [un altro paese cattolico] lo spettacolo di un arcivescovo e tre vescovi che presiedono allo stravagante spreco delle povere risorse di una nazione. Quei milioni spesi erano soldi sottratti ai poveri, ai poverissimi”. Il giornalista si riferiva a un matrimonio di stato, venuto a costare milioni di dollari e officiato da quegli ecclesiastici.
Il giornalista riconosce inoltre che mentre i cattolici ricchi e influenti possono ottenere l’annullamento del matrimonio, altri “erano costretti a passare lunghi anni da soli, senza il permesso di risposarsi, perché la prima cerimonia era stata celebrata con rito cattolico, o erano privati dei sacramenti (addirittura scomunicati!) se si risposavano ‘fuori della Chiesa’”. Egli richiama anche l’attenzione sul fatto che spesso il clero si è schierato con gli elementi politici più reazionari.
Conclude dicendo: “La Chiesa Cattolica Romana . . . non è una chiesa per chi vuole chiarezza e coerenza”, e aggiunge: “Se amate la coerenza schematica nel modo di pensare, parlare e agire, è molto probabile che lascerete la Chiesa”.