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  • Tutti hanno bisogno di speranza
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 15/10 pp. 3-4

Tutti hanno bisogno di speranza

“LA SPERANZA sgorga eterna dal cuore dell’uomo”, disse il poeta inglese Alexander Pope nel suo “Saggio sull’uomo”. Duemila anni prima il poeta greco Teocrito aveva detto: “Finché c’è vita c’è speranza”. Ancor prima il saggio re Salomone aveva scritto: “Finché uno è compagno dei viventi ha ancora qualche speranza”. — Eccl. 9:4, La Bibbia Concordata.

Sì, tutti gli uomini, in qualsiasi epoca, hanno avuto bisogno di speranza. Oggi secondo milioni di persone l’unica speranza di realizzare un mondo migliore è il comunismo. Pensano che cambiamenti rivoluzionari porteranno tempi migliori. Citano il martire comunista francese Gabriel Péri nel dire che, grazie al comunismo, le generazioni future avranno un felice domani. È vero che molti, vedendo i deludenti risultati dei governi che seguono i princìpi marxisti, sono rimasti disillusi. Ciò nondimeno il comunismo è ancora la “speranza” di milioni di persone che desiderano un mondo socialmente giusto.

Il Corano offre a circa mezzo miliardo di musulmani la speranza di un’eterna beatitudine in un paradiso chiamato “Il Giardino”, dove i meritevoli godranno una vita di piaceri con i loro corpi risuscitati. Molti musulmani sperano anche in un millenario regno di pace sulla terra prima del Giorno del Giudizio. I nemici di Allah saranno tormentati per sempre nel “Luogo Caldo”.

La speranza delle centinaia di milioni di indù e buddisti è quella di raggiungere il nirvana. Per gli indù si tratta letteralmente di uno “spegnimento”, l’estinzione della fiamma della vita mediante il riassorbimento nel brahman, l’impersonale anima universale. Per i buddisti il nirvana è “lo stato di perfetta beatitudine raggiunto con l’estinzione dell’esistenza individuale e l’assorbimento dell’anima nello spirito supremo”.

Per le centinaia di milioni di professanti cristiani la speranza è una delle tre “virtù teologali”, insieme con fede e amore. Di queste tre virtù la Cyclopædia di M’Clintock e Strong dice: “La fede è la radice dell’albero della vita cristiana, l’amore il tronco fruttifero e la speranza la chioma che arriva al cielo”.

In armonia con questa enciclopedia protestante, secondo cui la speranza dei seguaci delle chiese della cristianità è quella di andare in cielo, un’opera cattolica (The Catholic Encyclopedia) dice alla voce “Speranza”: “Virtù divina grazie alla quale attendiamo fiduciosamente di raggiungere, con l’aiuto di Dio, la felicità eterna . . . Tutto questo è comprensibile solo se si ammette l’esistenza di un ordine sovrannaturale, che noi diamo per certo, e che l’unico destino finale raggiungibile dall’uomo nell’attuale provvidenza di Dio è in tale ordine. . . . L’obiettivo principale della speranza è l’unione con Dio in cielo”. (Il corsivo è nostro)a

Quindi per i cattolici e per la maggioranza dei protestanti l’unica speranza è “la felicità eterna . . . in cielo”. A parte questa, non c’è nessun’altra speranza. Secondo un dizionario cattolico (A Catholic Dictionary), “i dannati all’inferno non possono sperare, perché non hanno nessuna possibilità di salvezza”. “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate” è infatti la scritta che Dante immagina di vedere sulle porte dell’inferno.

Ma veramente l’alternativa per tutti quelli che credono in Dio e in Cristo è quella della “felicità eterna” in cielo o della punizione eterna nell’“inferno”? Poiché il cristianesimo affonda le sue radici nella Bibbia, cosa dicono le Scritture riguardo alla speranza cristiana e all’eventuale punizione?

Inoltre, dato che i milioni di persone affascinate dal comunismo non sono ovviamente attratte dalla “beatitudine celeste” additata come unica speranza dalle chiese della cristianità, potrebbe darsi che la Bibbia offra loro — non per l’attuale durata della vita umana, ma per l’eternità — proprio quella speranza che credono di aver trovato nel comunismo, cioè un mondo di “uguaglianza sociale ed economica per tutti” in una “società senza classi”?

Potrebbe darsi che la Bibbia offra ai milioni di musulmani una speranza simile a quella del “Giardino” paradisiaco di cui parla il Corano, ma senza il pericolo di finire nel “Luogo Caldo”?

Che dire poi delle centinaia di milioni di seguaci di certe religioni orientali ai quali è stato insegnato che qualsiasi esistenza fisica è sinonimo di sofferenza e che quindi ritengono una disgrazia la vita sulla terra? Cercherebbero di porre fine alla loro esistenza individuale nel nirvana se si convincessero che la vita sulla terra non era stata progettata per essere il periodo di sofferenza che hanno conosciuto? Non potrebbe la Bibbia riuscire a cambiare il loro modo di concepire la vita e dar loro una speranza più consona alle naturali aspirazioni dell’uomo?

Con queste domande in mente, esaminiamo la Bibbia e la storia religiosa per vedere se l’unica speranza offerta all’umanità è quella di “andare in cielo”. E poiché secondo la Bibbia all’umanità fu data una speranza prima ancora dell’avvento del cristianesimo, cominciamo col vedere quale speranza avevano gli antichi ebrei.

[Nota in calce]

a In questa e nelle successive citazioni, le parole evidenziate in corsivo compaiono nel testo originale in carattere normale.

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