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  • g72 8/11 pp. 5-9
  • C’è del vero in quello che dicono?

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  • C’è del vero in quello che dicono?
  • Svegliatevi! 1972
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Qual è la ragione per cui si lamentano?
  • Che dire della vita familiare?
  • Che dire dell’“uguaglianza”?
  • Simboli del sesso
  • Si oppongono a che Dio sia “egli”
  • Che cosa significa la liberazione della donna?
    Svegliatevi! 1972
  • Come le donne possono realmente ottenere la liberazione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
  • L’accresciuto ruolo della donna nei tempi moderni
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
  • ‘Donne che faticano nel Signore’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
Altro
Svegliatevi! 1972
g72 8/11 pp. 5-9

C’è del vero in quello che dicono?

SAREBBE facile respingere il movimento per la liberazione della donna come se fosse interamente frutto di donne a cui piace solo lamentarsi. Molti uomini la pensano così.

Tuttavia, un saggio scrisse: “Quando chiunque risponde a una questione prima d’averla udita, questo da parte sua è stoltezza e umiliazione”. — Prov. 18:13.

Se aveste un dolore nel corpo, sareste contento se il medico vi congedasse dicendovi che siete semplicemente un lamentatore? O vorreste che analizzasse il problema e vi dicesse quale ne è la causa e se c’è un rimedio?

Un altro principio biblico dice: “In quanto a chiunque chiude l’orecchio al grido di lamento del misero, anche egli stesso chiamerà e non gli sarà risposto”. — Prov. 21:13.

Quindi il saggio ascolta. Soppesa i fatti per discernere se la lamentela è fondata o no. Poi agisce di conseguenza.

Qual è la ragione per cui si lamentano?

Se guardate la storia senza pregiudizi, sarete costretto ad ammettere che le donne hanno avuto molte ragioni di lamentarsi.

In tutta la storia, il potere politico, economico e religioso è stato principalmente nelle mani degli uomini. Ma il risultato è stato una nauseante ripetizione di brutalità. Solo della seconda guerra mondiale World Book Encyclopedia dichiara: “Si è calcolato che i morti civili e militari assommassero a 55 milioni. . . . I civili subirono le maggiori perdite. . . . per bombardamenti, massacri, migrazioni forzate, epidemie e fame”.

Naturalmente, non si può dire che le cose sarebbero andate meglio se fossero state le donne a prendere tutte le decisioni. Quando alcune donne governarono effettivamente certe nazioni, in realtà le cose non furono diverse. Leggete la storia di Cleopatra d’Egitto, Zenobia di Palmira, Maria I (“Maria la Sanguinaria”) d’Inghilterra o Maria regina degli Scozzesi. Vedrete che il loro dominio non rappresentò un miglioramento.

Tuttavia, resta il fatto che gli uomini sono stati primariamente responsabili delle guerre. Inoltre, le armi belliche sono state essenzialmente invenzioni degli uomini. Le donne si son viste demolire le case, uccidere o mutilare i loro cari. E quando gli eserciti invasero estese zone, milioni di donne furono trattate brutalmente. Un incalcolabile numero d’esse è stato violentato.

D’altra parte, quanto protestano le donne da ambo le parti durante la guerra? In entrambe le guerre mondiali, per esempio, non si diedero da fare le donne tedesche per contribuire allo sforzo bellico quanto le donne inglesi e americane? Quando è stata l’ultima volta che avete sentito dire che le donne si erano rifiutate di cooperare con una nazione nelle sue guerre? Fra i più accaniti sostenitori di certi sforzi bellici c’erano delle donne.

È vero, comunque, che in vari paesi molte donne sono state trattate poco meglio degli animali o degli schiavi nel corso della storia. Fra l’altro fu loro insegnato a suicidarsi quando i loro mariti morivano, i loro piedi erano fasciati e deformati, non avevano il permesso di mangiare alla stessa tavola degli uomini o erano vendute al maggiore offerente indipendentemente dai loro sentimenti. E anche in tempo di pace, migliaia di donne sono violentate ogni anno. La lista degli atti oppressivi commessi contro le donne è lunga, non si può negare.

Anche in molte odierne società ‘progredite’, le donne subiscono certe forme di discriminazione. Il Times di New York dichiarò: “La legge americana, che affonda le sue radici in una società medievale la quale considerava le donne come beni mobili, e con i miglioramenti apportati da legislatori e giudici maschili, ha molte caratteristiche che si potrebbe dire neghino alle donne l’uguale protezione delle leggi”.

Nello stato di New York, le ragazze ritenute “bisognose di sorveglianza” possono essere messe in prigione fino ai diciotto anni. Ma il limite di età per i ragazzi a questo riguardo è sedici anni. L’avvocato Sally Gold, del personale del Dipartimento per gli Affari del Consumatore, dice che “una sedicenne potrebbe . . . esser messa in riformatorio per un periodo massimo di quattro anni per comportamento promiscuo”. “Non esiste un simile concetto per i ragazzi”, dice. Il ragazzo sedicenne che fosse altrettanto promiscuo non verrebbe punito.

Che dire della vita familiare?

Molte donne si lamentano del ruolo che hanno nella vita familiare. C’è del vero nelle loro asserzioni? Urie Bronfenbrenner, psicologo della Cornell, dice:

“Ho moltissima simpatia per l’ira e la frustrazione rispecchiate dal movimento per la liberazione della donna. Non solo le donne sono oggetto di discriminazione nel mondo cosiddetto dell’uomo, ma ora sono state private di prestigio nel loro ruolo di donne.

“Una madre aveva il riconoscimento del vicinato per il fatto che aveva allevato bene i suoi figli. Ora la madre ha ancora la responsabilità dei figli, ma non sufficiente appoggio o riconoscimento. Il marito è via per la maggior parte del tempo e i vicini spesso non sono in realtà suoi amici.

“Stiamo creando una situazione in cui le donne sono frustrate in entrambi i mondi”.

Molti padri scaricano sulla madre la responsabilità di addestrare i figli. Di conseguenza la madre deve prendere decisioni e occuparsi di cose di cui dovrebbe interessarsi il marito. Su ciò, la rivista Look disse:

“La donna americana è accusata di soppiantare il marito come capofamiglia. Nella sua mente, ella risponde a questa comune accusa con la controaccusa che non conosce quasi una casa in cui la madre non debba lottare — invano — perché il padre prenda le decisioni importanti nella vita dei figli, eserciti la disciplina, sia un modello di virilità per i suoi figli. . . .

“Per sua propria scelta, e nonostante le proteste di sua moglie, egli lascia le decisioni importanti nella vita dei suoi figli — la loro istruzione, la loro educazione sessuale, il loro addestramento religioso e morale — alle madri. Egli dice che ella ‘ne sa di più su queste cose’ di lui, ma anche nel dir questo, è interamente convinto che la moglie lo priva dell’autorità nella casa”.

Poiché troppi uomini rinunciano alle loro responsabilità familiari, certi esponenti della liberazione della donna dicono che la famiglia sia passata di moda e debba essere abbandonata. Ma si migliorerebbero le cose? Il dott. Paul Popenoe dell’Istituto Americano per le Relazioni Familiari dichiara: “Nessuna società è mai sopravvissuta quando la vita familiare era peggiorata”. Carle Zimmerman, professore emerito di Harvard, disse del declino della vita familiare nell’antica Grecia e Roma: “In ciascun caso il cambiamento di fede e credenza nei sistemi familiari fu associato . . . a enormi crisi nelle civiltà stesse”.

Abbandonare la disposizione familiare è una cosa assurda. Il fatto che molte famiglie sono felici e risolvono i loro problemi mostra che la colpa non è della disposizione familiare. È delle persone che sono troppo egoiste o che non vogliono fare la loro parte.

Che dire dell’“uguaglianza”?

In quasi ogni campo, la donna che svolge un lavoro non riceve la stessa paga dell’uomo che fa lo stesso lavoro. Questa è una particolare difficoltà per le madri che devono lavorare essendo le uniche a provvedere al mantenimento della loro famiglia.

A causa di tali disuguaglianze, ora alcune donne chiedono completa uguaglianza con gli uomini in ogni sfera delle attività umane. Tuttavia, quali conseguenze ci sarebbero se conseguissero l’uguaglianza totale?

Se le donne avessero la completa uguaglianza con gli uomini, i governi costringerebbero le donne a combattere nei campi, nelle giungle e nelle trincee in tempo di guerra. Una volta quando Gloria Emerson, corrispondente del Times di New York, si trovava a Khesanh, nel Vietnam del Sud, la zona fu bombardata dalle truppe dei Nordvietnamiti. Si rifugiò in un bunker occupato da soldati americani. Successivamente ella dichiarò: “In quel solitario momento fui più uguale agli uomini di quanto non avessi mai voluto essere. Ne avrei lietamente condiviso gli orrori con le ardenti fautrici alla moda della liberazione della donna”.

L’uguaglianza in ogni senso eliminerebbe leggi ragionevoli che regolano il tipo di lavoro che si può chiedere di fare alle donne. Se siete una donna, vorreste realmente l’uguaglianza con gli uomini nell’estrarre carbone da una miniera a centinaia di metri sottoterra se gli uomini facessero la loro parte di faccende domestiche? Vorreste realmente trascorrere un ugual numero di ore ad arare i campi e a spalare letame con il vostro marito contadino se egli acconsentisse di aiutarvi a cucinare e pulire la casa? Lo preferite?

Inoltre, alcune donne asseriscono che sia ingiusto che esse siano relegate a fare le ‘monotone’ faccende di casa. Ma per altre donne è una sfida badare alla casa, preparare il menu, disporre i mobili e altri oggetti dell’arredamento e contribuire a modellare la mente dei loro figli. A quelle che lo trovano monotono, molti uomini chiederebbero: Quanti impieghi o attività nell’industria svolte dagli uomini sono ‘affascinanti’ o ‘eccitanti’? La maggioranza di essi è monotona, deludente e insoddisfacente. Gli uomini sono di solito legati a un rigido orario e allontanarsene significa mettere in pericolo il proprio lavoro. Molti di essi invidiano il programma più flessibile che hanno le loro mogli a casa.

Fra tutte le mogli o madri che lavorano e che conoscete personalmente, quante continuerebbero a lavorare se non avessero bisogno di guadagnare? Sono pochissime le donne che preferiscono la monotonia di un rigido programma di lavoro alla cura di una casa. Chiedetelo alle donne, mogli e madri, che devono lavorare e vedrete se non è così.

Recentemente, fu fatto un sondaggio fra alcune donne a cui fu posta questa domanda. Esso indicò, con un voto del 71 per cento contro il 16 per cento, che le donne ammettevano che “l’aver cura della casa e dei figli dà più soddisfazione che svolgere un lavoro”.

Simboli del sesso

Gli uomini trattano forse le donne come semplici simboli del sesso? Purtroppo, molti, molti uomini sì. Il solo interesse di molti uomini per le donne è la soddisfazione sessuale che possono trarne.

Per soddisfarlo, pellicole cinematografiche, riviste e pubblicità sono piene di femmine in situazioni o pose sessualmente stimolanti. Di chi è la colpa? Nella maggior parte dei casi sono gli uomini che controllano la produzione di queste cose.

Tuttavia, chi costringe le donne a recitare o posare? Riscontrerete che quasi tutte le donne lo fanno di loro spontanea volontà.

Negli Stati Uniti si è recentemente saputo che le studentesse dell’Università di Stato di Wayne posavano nude per farsi fotografare da clienti maschi. La loro tariffa era di circa 9.000 lire per mezz’ora e le ragazze lo classificarono come ‘lavoro per pagarsi l’università’. Ma molte altre ragazze hanno lavorato per frequentare la scuola senza per questo vendere il loro corpo.

Pertanto, le donne si lasciano effettivamente usare in modi “sessisti”. Diventano prostitute di loro spontanea volontà. Posano volontariamente per scopi immorali. E molte donne portano in effetti abiti sessualmente stimolanti, inclusi vestiti cortissimi. Quindi gran parte delle donne deve assumersi la colpa di incoraggiare i maschi a servirsene come oggetti di soddisfazione sessuale.

In relazione con ciò vi è il fatto che essendo l’aborto ancora illegale nella maggioranza dei posti, le donne sono state danneggiate e uccise da aborti male eseguiti. Questa è una ragione per cui ora molte donne vogliono l’aborto legale dietro richiesta. Ma di chi è la colpa? È realmente sbagliato che la legge voglia dare al nascituro una probabilità di vivere? Ricordate che una volta eravate nel seno di vostra madre. Doveva vostra madre avere il diritto legale di abortire?

Science News del 18 dicembre 1971 dichiara: “Ora è possibile determinare accuratamente chi sono quelle che abortiscono, . . . la paziente più comune è una giovane, nubile donna bianca incinta per la prima volta”. Queste donne non tennero conto delle leggi di Dio contro la fornicazione e rimasero incinte. Di chi è la colpa? del nascituro? Perché punire l’innocente, commettere un assassinio per far questo e poi chiedere di legalizzare l’assassinio?

Si oppongono a che Dio sia “egli”

Viene pure fatta l’obiezione che l’uguaglianza dovrebbe includere perfino i riferimenti a Dio. Mary Daly, professoressa di teologia al College di Boston, disse: “Dio è morto per noi donne finché Dio è esclusivamente rappresentato come maschio”.

Comunque, la dottoressa Margaret Mead, famosa antropologa americana, non è d’accordo. Il Times di New York riferisce quanto segue:

“La dottoressa Margaret Mead ha dichiarato ieri che ha lavorato per tutta la sua vita a favore dell’uguaglianza delle donne, ma che non potrebbe avere ‘nessuna simpatia, come studiosa, per tutte quelle assolute sciocchezze’ che ha detto erano state pronunciate da alcune rappresentanti del movimento per la liberazione della donna. . . .

“‘Che mai ci si guadagna trasformando “Dio è Egli” in “Dio è Ella” se non di irritare la gente?’ chiese. ‘Non si ottiene nulla. Tutto ciò che si ottiene da un capovolgimento è di nuovo l’opposto’”.

Chiedendo un’assurdità ci si attira il disprezzo e si distoglie l’attenzione dalle ingiustizie reali. Inoltre, chiedendo un’assurdità, gli osservatori hanno la tendenza a considerare possibilmente assurde anche altre richieste. Notate quanto segue, scritto da una donna al direttore dell’Herald di Miami:

“Fino a poco tempo fa ero fiera d’esser donna, fiera di ciò che ella rappresentava, fiera del suo ruolo nella società. Ora, sono turbata e mi vergogno guardando molte mie colleghe adulte saltar su e giù, come un bambino che vuole un lecca-lecca da dieci lire, gridare ed esigere certi diritti, molti dei quali non hanno guadagnato e parecchi dei quali non useranno con efficacia.

“Pare che le ‘signore’ promotrici del movimento per la liberazione della donna cerchino, con manifestazioni da circo, di parlare per conto delle donne come gruppo senza nessuna considerazione per noi che siamo contente. . . .

“Io, come molte altre donne, protesto per essere degradata da femmine supereccitabili e insoddisfatte che desiderano un’identità mascolina perché sono personalmente mancate come donne. Scambiando il reggipetto per il fucile, chiedendo diritti e obblighi che sono al di sopra della resistenza fisica ed emotiva della donna, non si avranno i piacevoli risultati che molte prevedono”.

Comunque, questo non cambia il fatto che le donne hanno subìto e subiscono ancora ingiustizie. Ciò che in realtà abbiamo bisogno di sapere è questo: Gli uomini come dovrebbero trattare le donne? Quali risultati si possono ottenere se gli uomini trattano le donne nel modo appropriato?

Per avere le risposte a queste domande, è bene analizzare prima come sono fatti gli uomini e le donne. Qual è il ruolo più naturale per loro?

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