Uno sguardo al mondo
La “rivoluzione verde” non è un miracolo
◆ Il numero di Natural History di giugno-luglio del 1972 mette in dubbio l’idea che la “rivoluzione verde”, lo sviluppo di grani ad alto rendimento, risolva i problemi alimentari dell’uomo. L’antropologo Marvin Harris dell’Università della Columbia scrive: “C’è il rischio reale che invece diano il via a disastri naturali e di colture di proporzioni senza precedenti nella storia umana. Contrariamente a quanto la maggioranza è stata indotta a credere, le varietà di riso ad alto rendimento non sono più produttive nelle normali condizioni dell’agricoltura praticata dai contadini in Asia. Infatti, se i nuovi semi sono semplicemente sostituiti alle varietà locali, ne consegue un’immediata e drastica diminuzione di rendimento per ettaro”. Solo dove c’è un massiccio impiego di denaro, irrigazione, fertilizzanti e insetticidi il rendimento è più alto. Ma, egli dice, “dal 70 al 90 per cento delle famiglie agricole dell’Asia non hanno acqua per l’irrigazione né contanti o credito per l’acquisto di prodotti chimici”. Egli accusa che l’obiettivo della “rivoluzione verde” sia di “spazzar via la classe dei piccoli agricoltori e di sostituirli con efficienti uomini d’affari che dipenderanno notevolmente dai prodotti industriali e dai mercati mondiali”.
L’inquinamento dell’aria contribuisce alle tempeste?
◆ Le violente piogge che lo scorso maggio caddero su Città del Messico, togliendo molte vite e causando grandi danni, furono definite dal Dipartimento Distrettuale Federale “le più disastrose negli ultimi 50 anni”, secondo la pubblicazione El Heraldo. Di speciale interesse fu il commento di Mario Lizaola, capo dell’Ufficio delle Previsioni per il Servizio Meteorologico. Secondo la citazione di Ultimas Noticias de Excelsior, disse: “La contaminazione atmosferica è uno degli importanti fattori che contribuiscono allo scatenarsi di tempeste come quella di ieri”. L’inquinamento dell’atmosfera da parte dell’uomo può davvero essere uno di tali fattori.
I bambini hanno bisogno di amore
◆ Le autorità australiane sono preoccupate per il danno causato ai bambini lasciati negli asili mentre le madri lavorano. Il dott. H. N. Merrington, presidente del Regio Collegio Australiano dei Medici Generici, ha avvertito che se non si fa qualche cosa i medici cureranno giovani adulti che saranno stati mentalmente ed emotivamente danneggiati in maniera irreparabile per la mancanza di affetto materno. Egli ha detto: “I figli dovrebbero avere una stretta relazione con la loro madre negli anni dello sviluppo. Dall’età di tre a cinque anni l’intera attitudine del bambino verso altri è determinata dalla sua relazione con la madre. I bambini piccoli devono sentire il calore e l’amore della madre. . . . Quelli che non ce l’hanno crescono insicuri nelle relazioni personali e non riescono a stringere facilmente rapporti con le persone”.
Controllo delle pistole
◆ Negli Stati Uniti molte autorità chiedono più severe leggi per il controllo delle pistole a causa dell’uccisione di importanti funzionari e dell’alta percentuale di assassinii in anni recenti. È interessante notare che in Inghilterra la polizia non porta la pistola ed è contraria a portarla. Ma la legge inglese controlla rigorosamente la vendita di armi da fuoco, limitando a un esiguo numero le armi che sono in mano alla popolazione civile. In tutta l’Inghilterra e nel Galles, con una popolazione di circa 50 milioni di persone, nel 1970 furono commessi solo 29 omicidi con la pistola. Questo in paragone con 965 solo nella città di New York, che ha una popolazione di meno di otto milioni di persone. Questa percentuale è di oltre 200 volte superiore a quella dell’Inghilterra e del Galles.
“Età d’oro” per i criminali
◆ W. H. Kelley, vicecommissario in pensione della Regia Polizia Canadese a Cavallo, dice che l’odierno criminale vive in un’“età d’oro”. Ne dà la colpa alla squilibrata struttura legale che pende notevolmente dalla parte del criminale. Egli ha dichiarato che il sistema della giustizia canadese non reprime il delitto, non scoraggia i criminali né li riabilita.
Vincono le sigarette
◆ È il fumo delle sigarette o l’aria inquinata a danneggiare maggiormente i polmoni? Un gruppo di ricercatori ha studiato i polmoni di 1.831 persone che erano morte e ha concluso: ‘Non c’era paragone’; le sigarette erano di gran lunga la causa numero uno di danno ai polmoni. Degli uomini che non avevano mai fumato, solo il 10 per cento aveva qualche segno di malattie polmonari. Ma di quelli che avevano fumato da una a 19 sigarette al giorno, l’87 per cento aveva segni di malattie polmonari. E al 99,7 per cento degli uomini che avevano fumato 20 o più sigarette al giorno, fu riscontrata una malattia polmonare. Nelle donne si fecero scoperte simili.
Avvertimento in merito ai farmaci ‘legali’
◆ I problemi connessi all’uso di droghe illegali ricevono il massimo risalto nei titoli dei giornali. Comunque, il dott. Ivan Borda dell’Università dell’Ontario Occidentale ribadisce che forse il 5 per cento di tutti i pazienti d’ospedale son quelli che soffrono per reazioni sfavorevoli a farmaci prescritti e registrati. Secondo alcuni studi si calcola che dal 10 al 30 per cento di tutti i pazienti già in ospedale abbia durante la permanenza una o più reazioni sfavorevoli a farmaci.