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  • L’alimentazione: Può uccidervi?

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  • L’alimentazione: Può uccidervi?
  • Svegliatevi! 1997
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  • Alimentazione e malattie cardiache
  • Il ruolo del colesterolo
  • Il colesterolo nel sangue e l’alimentazione
  • I grassi e il colesterolo
  • Perché ridurre i grassi e il colesterolo
  • Cancro e alimentazione
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Svegliatevi! 1997
g97 22/6 pp. 7-10

L’alimentazione: Può uccidervi?

“Lei ha una grave ostruzione coronarica, un’occlusione del 95% circa . . . Rischia un infarto da un momento all’altro”.

JOE ha 32 anni e non riusciva a credere a queste parole del cardiologo che l’aveva visitato per determinare la causa del suo dolore al torace. Quasi metà di coloro che muoiono in seguito a una malattia cardiaca non sapevano nemmeno di averla.

Ma come mai Joe si trovava in quelle condizioni? ‘Per 32 anni ho seguito la tipica dieta americana a base di carne e latticini’, dice Joe. ‘In qualche modo ho trascurato il fatto che questo tipo di alimentazione fa male alla salute’.

Alimentazione e malattie cardiache

Cosa c’era di sbagliato nell’alimentazione di Joe? Fondamentalmente, era troppo ricca di colesterolo e di grassi, soprattutto di grassi saturi. Sin da ragazzo, Joe si è esposto al rischio di sviluppare una malattia coronarica con quasi ogni forchettata di cibo. In effetti, un’alimentazione ricca di grassi è collegata a cinque delle dieci principali cause di morte negli Stati Uniti. La principale di queste cause è la malattia coronarica.

La relazione che esiste tra alimentazione e malattie cardiache si nota da uno studio condotto in sette paesi su circa 12.000 uomini di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Sono particolarmente interessanti gli estremi. Lo studio indicava che gli uomini finlandesi — che mangiano il 20 per cento delle calorie sotto forma di grassi saturi — avevano un elevato livello di colesterolo nel sangue, mentre tra gli uomini giapponesi — che mangiano solo il 5 per cento delle calorie sotto forma di grassi saturi — il livello di colesterolo nel sangue era basso. E tra i finlandesi gli infarti erano sei volte più frequenti che tra i giapponesi!

Ad ogni modo, le malattie coronariche non sono più una rarità in Giappone. Negli ultimi anni, con la diffusione dei fast food di tipo occidentale, il consumo di grassi animali è aumentato dell’800 per cento. Ora i ragazzi giapponesi hanno un livello di colesterolo nel sangue addirittura più alto dei loro coetanei americani! È chiaro che un’alimentazione ricca di grassi e di colesterolo contribuisce a condizioni che mettono a repentaglio la vita, in particolare alle malattie cardiache.

Il ruolo del colesterolo

Il colesterolo è una sostanza bianca e cerosa essenziale alla vita. Si trova nelle cellule di tutti gli esseri umani e gli animali. Il colesterolo è prodotto dal fegato, e si trova in diverse quantità anche nel cibo. Il sangue trasporta il colesterolo alle cellule in molecole dette lipoproteine, che sono costituite da colesterolo, grassi e proteine. I due tipi di lipoproteine che trasportano la maggior parte del colesterolo nel sangue sono le lipoproteine a bassa densità (LDL) e quelle ad alta densità (HDL).

Le LDL sono ricche di colesterolo. Quando circolano nel torrente sanguigno entrano nelle cellule attraverso i recettori per le LDL presenti sulle pareti cellulari e vengono scisse per essere usate dalla cellula. Quasi tutte le cellule del corpo dispongono di tali recettori, e assorbono una certa quantità di LDL. Tuttavia il fegato è progettato in modo tale che sono i suoi recettori per le LDL a rimuoverne il 70 per cento dal torrente sanguigno.

Le HDL, invece, sono molecole affamate di colesterolo. Quando circolano nel torrente sanguigno assorbono il colesterolo in eccesso e lo trasportano al fegato, che lo degrada e lo elimina dall’organismo. Il corpo è quindi progettato in maniera meravigliosa per utilizzare il colesterolo di cui ha bisogno ed eliminare il resto.

Il problema nasce quando ci sono troppe LDL nel sangue. Questo fa aumentare il rischio che si formi una placca sulle pareti delle arterie. Quando si forma una placca le arterie si restringono e la quantità di sangue ricco di ossigeno che vi passa diminuisce. Questa condizione si chiama aterosclerosi. Il processo continua lentamente e silenziosamente, e passano decenni prima che si manifestino sintomi rilevabili. Uno di questi sintomi è l’angina pectoris, un dolore al torace come quello che provava Joe.

Quando un’arteria coronaria si ostruisce completamente, spesso a causa di un grumo di sangue, la parte del cuore che riceve sangue da quell’arteria muore. Il risultato è un improvviso e spesso letale infarto del miocardio. Anche l’ostruzione parziale di un’arteria coronaria può portare alla morte del tessuto cardiaco, che potrebbe non manifestarsi con un evidente disagio fisico. L’ostruzione delle arterie in altre parti del corpo può provocare ictus, cancrena alle gambe e persino blocco renale.

Non è strano che le LDL siano definite “colesterolo cattivo” e le HDL “colesterolo buono”. Se il livello di LDL è alto o quello di HDL è basso, il rischio di malattie cardiache è alto.a Un semplice esame del sangue spesso indica il pericolo molto tempo prima che la persona avverta sintomi percepibili, come l’angina. È quindi importante tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Ora vediamo in che modo l’alimentazione può influire su tale livello.

Il colesterolo nel sangue e l’alimentazione

Il colesterolo è un elemento naturale dei cibi di origine animale. Carne, uova, pesce, pollame e latticini contengono tutti colesterolo. I cibi di origine vegetale, invece, ne sono privi.

Il corpo produce tutto il colesterolo di cui ha bisogno, per cui il colesterolo assunto con i cibi è in più. La maggior parte del colesterolo di origine alimentare finisce nel fegato. Normalmente, man mano che il colesterolo di origine alimentare arriva nel fegato, questo lo trasforma e diminuisce la propria produzione di colesterolo. In questo modo la quantità totale di colesterolo nel sangue rimane regolata.

Ma cosa succede se l’alimentazione è talmente ricca di colesterolo che il fegato non riesce a trasformarlo prontamente? Diventa più probabile che il colesterolo entri direttamente nelle cellule delle pareti delle arterie. Quando si verifica questo, si innesca il processo dell’aterosclerosi. La situazione è specialmente pericolosa quando il corpo continua a produrre la stessa quantità di colesterolo indipendentemente dalla quantità di colesterolo ingerita con gli alimenti. Negli Stati Uniti, 1 persona su 5 ha questo problema.

È quindi saggio ridurre l’assunzione di colesterolo di origine alimentare. Tuttavia c’è un altro elemento dell’alimentazione che influisce in misura anche maggiore sul livello di colesterolo nel sangue: i grassi saturi.

I grassi e il colesterolo

I grassi si dividono in due categorie: saturi e insaturi. I grassi insaturi, a loro volta, possono essere o monoinsaturi o poliinsaturi. I grassi insaturi fanno meglio dei loro corrispondenti saturi, dal momento che mangiando grassi saturi si alza il livello di colesterolo nel sangue. I grassi saturi fanno questo in due modi: Contribuiscono a creare più colesterolo nel fegato e sopprimono i recettori per le LDL sulle cellule del fegato, riducendo la velocità con cui le LDL vengono eliminate dal sangue.

I grassi saturi si trovano soprattutto in cibi di origine animale, come burro, tuorlo d’uovo, lardo, latte, gelato, carne rossa e pollame. Abbondano anche nella cioccolata, nella noce di cocco e negli oli che si ricavano da essa, nella margarina vegetale e nell’olio di palma. I grassi saturi sono solidi a temperatura ambiente.

I grassi insaturi, invece, a temperatura ambiente sono liquidi. I cibi che contengono grassi monoinsaturi e poliinsaturi, se consumati al posto di cibi contenenti grassi saturi, possono contribuire ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue.b Mentre i grassi poliinsaturi, comuni nell’olio di mais e nell’olio di semi di girasole, riducono sia il colesterolo “buono” che quello “cattivo”, i grassi monoinsaturi, abbondanti nell’olio di oliva e nell’olio di semi noto come canola oil, riducono solo il colesterolo “cattivo” senza influire su quello “buono”.

I grassi, naturalmente, sono un elemento essenziale della nostra alimentazione. Senza di essi, ad esempio, non potremmo assorbire le vitamine A, D, E e K. Tuttavia, il fabbisogno di grassi da parte dell’organismo è minimo. Lo si soddisfa facilmente mangiando verdura, legumi, cereali e frutta. Perciò, riducendo al minimo l’assunzione di grassi saturi non si priva l’organismo di sostanze nutritizie necessarie.

Perché ridurre i grassi e il colesterolo

Una dieta ricca di grassi e di colesterolo fa sempre aumentare il colesterolo nel sangue? Non necessariamente. Thomas, menzionato nel primo articolo, dopo l’intervista con Svegliatevi! decise di fare un’analisi del sangue. Risultò che i livelli di colesterolo erano entro i limiti desiderati. Evidentemente il suo fegato era in grado di tenere sotto controllo il livello di colesterolo.

Questo, però, non significa che Thomas non corra rischi. Studi recenti indicano che il colesterolo di origine alimentare può influire sul rischio di malattia coronarica indipendentemente dal suo effetto sul colesterolo nel sangue. “I cibi ricchi di colesterolo favoriscono le malattie cardiache anche in persone con un basso livello di colesterolo nel sangue”, afferma il dott. Jeremiah Stamler, della Northwestern University. “Ecco perché tutti devono preoccuparsi di mangiare meno colesterolo, indipendentemente dal livello di colesterolo che hanno nel sangue”.

C’è poi la questione dei grassi nell’alimentazione. Se ci sono troppi grassi nel sangue, che provengano dall’assunzione di cibi che contengono grassi saturi o insaturi, i globuli rossi tendono a raggrumarsi tra loro. Il sangue così ispessito non passa attraverso i capillari stretti, e i tessuti non ricevono le sostanze nutritizie di cui hanno bisogno. I piccoli grumi di globuli rossi che si spostano nelle arterie interrompono anche il rifornimento di ossigeno alle pareti delle arterie, danneggiandole in superficie, dove può facilmente cominciare a formarsi la placca. Ma mangiare troppi grassi comporta anche un altro pericolo.

Cancro e alimentazione

“Tutti i grassi — saturi e insaturi — sono implicati nella crescita di determinati tipi di cellule tumorali”, afferma il dott. John A. McDougall. Da un sondaggio sull’incidenza del cancro colorettale e del cancro della mammella a livello internazionale sono emerse differenze allarmanti tra le nazioni occidentali, dove l’alimentazione è ricca di grassi, e le nazioni in via di sviluppo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il cancro colorettale è al secondo posto per diffusione tra uomini e donne, mentre il cancro della mammella è il più diffuso tra le donne.

Secondo l’American Cancer Society, i gruppi di persone che si spostano in un paese ad alta incidenza di cancro finiscono per avere la stessa incidenza di cancro di quel paese, a seconda del tempo che impiegano per adattarsi al nuovo stile di vita e alla nuova alimentazione. “Gli immigrati giapponesi nelle Hawaii”, afferma il ricettario di questa società, “stanno sviluppando una tipologia tumorale di tipo occidentale: l’incidenza del cancro del colon e della mammella è elevata, mentre quella del cancro dello stomaco è bassa, l’opposto di quanto avviene in Giappone”. Evidentemente vi è un legame tra cancro e alimentazione.

Se la vostra alimentazione è ricca di grassi, di grassi saturi, di colesterolo e di calorie, dovete fare dei cambiamenti. Una buona alimentazione può significare buona salute e può persino far regredire molte delle conseguenze negative dovute a una cattiva alimentazione. Tenendo conto di quali sono le alternative, come un doloroso intervento di by-pass, che negli Stati Uniti spesso può costare 40.000 dollari o più, ne vale certo la pena.

Scegliendo con criterio quello che mangiate potete dimagrire, sentirvi meglio ed evitare o far regredire certe malattie. L’articolo che segue contiene alcuni suggerimenti al riguardo.

[Note in calce]

a Il colesterolo si misura in milligrammi per decilitro. È bene che il livello di colesterolo totale — la somma di LDL, HDL e del colesterolo presente in altre lipoproteine nel sangue — non superi i 200 milligrammi per decilitro. Un livello di HDL di almeno 45 milligrammi per decilitro è considerato buono.

b Le indicazioni alimentari del 1995 per gli americani raccomandano un’assunzione di grassi non superiore al 30 per cento delle calorie giornaliere e di ridurre i grassi saturi a meno del 10 per cento delle calorie. Una diminuzione dell’1 per cento dell’apporto calorico da grassi saturi porta normalmente a una diminuzione del livello di colesterolo nel sangue di 3 milligrammi per decilitro.

[Diagramma a pagina 8]

Sezione delle arterie coronarie: (1) completamente libera, (2) parzialmente ostruita, (3) quasi completamente ostruita

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